Una lunga scia di attacchi terroristici, un cambio di primo ministro, le tensioni con la Germania e l’Unione Europea, la crisi dei rifugiati, un fallito colpo di Stato, la chiusura di decine tra agenzie, canali televisivi, radio, quotidiani, riviste e case editrici, l’arresto di oppositori politici veri e presunti, i conflitti lungo i confini del Paese. È stato questo l’anno della Turchia, dodici mesi a dir poco burrascosi, che hanno contribuito nell’ultimo periodo a un ulteriore rallentamento dell’economia della Porta d’oriente, non più esplosiva come pochi anni fa. Il prossimo non si apre sotto i migliori auspici: gli analisti si interrogano sulle conseguenze sui conti di Ankara dell’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, che potrebbe rendere ancor più critiche le difficoltà che sta attraversando il Paese. Fino a spingere il presidente Recep Tayyip Erdoğan a mettere temporaneamente da parte il referendum costituzionale che il governo ha intenzione di promuovere nel 2017, per trasformare la repubblica da parlamentare in presidenziale, con l’effetto di eliminare la funzione del primo ministro e consegnare a Erdoğan la possibilità di governare per due nuovi mandati.
L’incertezza politica non aiuta ad attrarre investimenti esteri. E i dati forniti dal Turkish Statistical Institute, ufficialmente attesi per la prossima settimana, suggeriscono nel terzo trimestre di quest’anno una crescita che potrebbe fermarsi poco al di sopra dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2015, ai minimi dell’ultimo decennio. Una frenata che si è già avvertita nel periodo da aprile a giugno, che ha visto la crescita del pil assestarsi al 3,1% rispetto all’anno precedente, dopo il 4,8% del primo trimestre. La disoccupazione continua a crescere: ad agosto ha registrato un incremento dell’1,2% anno su anno, toccando complessivamente la percentuale dell’11,3 per cento. E anche la disoccupazione giovanile, per anni al di sotto della media Ue del 18,5%, è arrivata a toccare a giugno il 19,9 per cento. Circa il 28% dei cittadini tra i 15 e i 29 anni è classificato come Neet – ovvero non lavoratori, né persone alla ricerca di impiego, né studenti -, un gruppo che secondo l’istituto nazionale di statistica costa al Paese circa 25 miliardi di dollari ogni anno, il 3,4% del pil.
Gli anni da “Bric d’Europa”, quando Ankara registrava incrementi annuali del pil in doppia cifra, non sembrano immediatamente ripercorribili. Nel periodo 2002-2006 la produttività cresceva al 6%, livelli mai più raggiunti e probabilmente un’occasione persa per sviluppare il Paese. Che ha poi sostenuto la crescita soprattutto attraverso i consumi, con una politica dei tassi tendenzialmente espansiva. “Nel lungo periodo abbiamo intenzione di tagliare i tassi, in modo che le persone incrementeranno le loro entrate tramite il lavoro, e non tramite gli interessi”, aveva detto Erdoğan nel 2011. Così i prestiti al settore privato sono quadruplicati dal 2008 a oggi, con un prodotto interno lordo che si è “solo” approssimativamente triplicato, sostenuto dal debito delle famiglie: le stime parlano di un 70% del pil trainato dai consumi, oggi invece al palo.
Per allentare le pressioni sui mercati, con una lira ai minimi storici contro euro e dollaro, rispetto al quale dall’inizio dell’anno ha perso il 17%, la Banca Centrale Turca ha deciso a fine novembre, per la prima volta in quasi tre anni, di alzare i tassi di interesse, portandoli all’8% con un incremento di 0,50 punti. Nulla a che vedere con quanto accaduto all’inizio del 2014, quando l’intervento dell’istituto centrale fu estremamente più robusto, con i tassi portati dal 4,5 al 10 per cento. Ma allora come adesso gli strali di Erdoğan si sono fatti sentire forti e chiari, e la scorsa settimana ha dichiarato: “Dobbiamo risolvere il problema dei tassi. So che sono solo, ma continuerò a lottare, sono determinato. Dobbiamo difendere la nostra economia così come abbiamo difeso il nostro futuro il 15 luglio”. Per il presidente turco si sta concentrando sul Paese un attacco speculativo, dopo il fallito colpo di Stato di luglio, i mutati rapporti con la Ue – che ha appena votato in Parlamento il congelamento dei negoziati di adesione – e l’avvicinamento a Mosca.
“Qualcuno sta provando a mettere in ginocchio questo Paese attraverso un sabotaggio economico, dopo quello con i carri armati e gli F-16”, ha detto Erdoğan. Per sostenere la moneta il presidente turco è vicino all’accordo con Russia, Cina e Iran per passare al pagamento degli scambi commerciali bilaterali in valute nazionali, e ha chiesto alla popolazione di convertire in lire tutti i depositi in valuta estera. Una chiamata alle armi da parte del presidente a cui ha già risposto presente la Borsa di Istanbul, che trasformerà in moneta turca tutte le sue attività liquide. Una mossa che, però, ha provocato solo il recupero di pochi centesimi rispetto al dollaro, divenuto un vero e proprio spauracchio.
L’elezione di Trump ha scongiurato l’avvento di Hillary Clinton, ritenuta vicina a Fethullah Gulen, accusato da Erdoğan di aver organizzato il golpe di pochi mesi fa, e favorevole a supportare i curdi siriani, oppositori del governo. Erdoğan ha salutato con soddisfazione e speranza i risultati delle presidenziali americane, ma tra pochi mesi potrebbe dover fare i conti un ulteriore peggioramento della situazione economica, per il nuovo corso dell’esecutivo Usa. Dal tycoon si attendono tagli alle tasse e impulso alla spesa pubblica, che avrebbero effetti inflattivi, e potrebbero portare al rialzo dei tassi, a una riduzione dell’eccesso di liquidità americana nel mondo e a un costo più alto del debito per i Paesi che in questi anni hanno accolto con favore l’afflusso di capitali esteri, proprio come la Turchia. A favore di Ankara, oggi, restano un rapporto debito/pil al di sotto del 35% e un deficit, seppur in crescita, che ruota attorno al 2 per cento. Il Fondo monetario internazionale, in un’indagine del 2016, ha ribadito la necessità di riforme strutturali per il Paese, sia per incrementare il tasso di risparmio domestico, sia per incidere sulla produzione e sul mercato del lavoro.
Economia
Turchia, Erdogan si prepara all’anno più difficile: pil in frenata, disoccupazione che sale, lira ai minimi. E l’incognita Trump
Dopo il fallito golpe l'economia ha rallentato, complice il calo degli investimenti esteri. Secondo il presidente, il Paese è bersaglio di un attacco speculativo. L'approdo del tycoon alla Casa Bianca è stato salutato con soddisfazione, ma i tagli alle tasse e l'impulso alla spesa pubblica promessi dal presidente eletto faranno salire l'inflazione e il costo del debito di Ankara
Una lunga scia di attacchi terroristici, un cambio di primo ministro, le tensioni con la Germania e l’Unione Europea, la crisi dei rifugiati, un fallito colpo di Stato, la chiusura di decine tra agenzie, canali televisivi, radio, quotidiani, riviste e case editrici, l’arresto di oppositori politici veri e presunti, i conflitti lungo i confini del Paese. È stato questo l’anno della Turchia, dodici mesi a dir poco burrascosi, che hanno contribuito nell’ultimo periodo a un ulteriore rallentamento dell’economia della Porta d’oriente, non più esplosiva come pochi anni fa. Il prossimo non si apre sotto i migliori auspici: gli analisti si interrogano sulle conseguenze sui conti di Ankara dell’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, che potrebbe rendere ancor più critiche le difficoltà che sta attraversando il Paese. Fino a spingere il presidente Recep Tayyip Erdoğan a mettere temporaneamente da parte il referendum costituzionale che il governo ha intenzione di promuovere nel 2017, per trasformare la repubblica da parlamentare in presidenziale, con l’effetto di eliminare la funzione del primo ministro e consegnare a Erdoğan la possibilità di governare per due nuovi mandati.
L’incertezza politica non aiuta ad attrarre investimenti esteri. E i dati forniti dal Turkish Statistical Institute, ufficialmente attesi per la prossima settimana, suggeriscono nel terzo trimestre di quest’anno una crescita che potrebbe fermarsi poco al di sopra dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2015, ai minimi dell’ultimo decennio. Una frenata che si è già avvertita nel periodo da aprile a giugno, che ha visto la crescita del pil assestarsi al 3,1% rispetto all’anno precedente, dopo il 4,8% del primo trimestre. La disoccupazione continua a crescere: ad agosto ha registrato un incremento dell’1,2% anno su anno, toccando complessivamente la percentuale dell’11,3 per cento. E anche la disoccupazione giovanile, per anni al di sotto della media Ue del 18,5%, è arrivata a toccare a giugno il 19,9 per cento. Circa il 28% dei cittadini tra i 15 e i 29 anni è classificato come Neet – ovvero non lavoratori, né persone alla ricerca di impiego, né studenti -, un gruppo che secondo l’istituto nazionale di statistica costa al Paese circa 25 miliardi di dollari ogni anno, il 3,4% del pil.
Gli anni da “Bric d’Europa”, quando Ankara registrava incrementi annuali del pil in doppia cifra, non sembrano immediatamente ripercorribili. Nel periodo 2002-2006 la produttività cresceva al 6%, livelli mai più raggiunti e probabilmente un’occasione persa per sviluppare il Paese. Che ha poi sostenuto la crescita soprattutto attraverso i consumi, con una politica dei tassi tendenzialmente espansiva. “Nel lungo periodo abbiamo intenzione di tagliare i tassi, in modo che le persone incrementeranno le loro entrate tramite il lavoro, e non tramite gli interessi”, aveva detto Erdoğan nel 2011. Così i prestiti al settore privato sono quadruplicati dal 2008 a oggi, con un prodotto interno lordo che si è “solo” approssimativamente triplicato, sostenuto dal debito delle famiglie: le stime parlano di un 70% del pil trainato dai consumi, oggi invece al palo.
Per allentare le pressioni sui mercati, con una lira ai minimi storici contro euro e dollaro, rispetto al quale dall’inizio dell’anno ha perso il 17%, la Banca Centrale Turca ha deciso a fine novembre, per la prima volta in quasi tre anni, di alzare i tassi di interesse, portandoli all’8% con un incremento di 0,50 punti. Nulla a che vedere con quanto accaduto all’inizio del 2014, quando l’intervento dell’istituto centrale fu estremamente più robusto, con i tassi portati dal 4,5 al 10 per cento. Ma allora come adesso gli strali di Erdoğan si sono fatti sentire forti e chiari, e la scorsa settimana ha dichiarato: “Dobbiamo risolvere il problema dei tassi. So che sono solo, ma continuerò a lottare, sono determinato. Dobbiamo difendere la nostra economia così come abbiamo difeso il nostro futuro il 15 luglio”. Per il presidente turco si sta concentrando sul Paese un attacco speculativo, dopo il fallito colpo di Stato di luglio, i mutati rapporti con la Ue – che ha appena votato in Parlamento il congelamento dei negoziati di adesione – e l’avvicinamento a Mosca.
“Qualcuno sta provando a mettere in ginocchio questo Paese attraverso un sabotaggio economico, dopo quello con i carri armati e gli F-16”, ha detto Erdoğan. Per sostenere la moneta il presidente turco è vicino all’accordo con Russia, Cina e Iran per passare al pagamento degli scambi commerciali bilaterali in valute nazionali, e ha chiesto alla popolazione di convertire in lire tutti i depositi in valuta estera. Una chiamata alle armi da parte del presidente a cui ha già risposto presente la Borsa di Istanbul, che trasformerà in moneta turca tutte le sue attività liquide. Una mossa che, però, ha provocato solo il recupero di pochi centesimi rispetto al dollaro, divenuto un vero e proprio spauracchio.
L’elezione di Trump ha scongiurato l’avvento di Hillary Clinton, ritenuta vicina a Fethullah Gulen, accusato da Erdoğan di aver organizzato il golpe di pochi mesi fa, e favorevole a supportare i curdi siriani, oppositori del governo. Erdoğan ha salutato con soddisfazione e speranza i risultati delle presidenziali americane, ma tra pochi mesi potrebbe dover fare i conti un ulteriore peggioramento della situazione economica, per il nuovo corso dell’esecutivo Usa. Dal tycoon si attendono tagli alle tasse e impulso alla spesa pubblica, che avrebbero effetti inflattivi, e potrebbero portare al rialzo dei tassi, a una riduzione dell’eccesso di liquidità americana nel mondo e a un costo più alto del debito per i Paesi che in questi anni hanno accolto con favore l’afflusso di capitali esteri, proprio come la Turchia. A favore di Ankara, oggi, restano un rapporto debito/pil al di sotto del 35% e un deficit, seppur in crescita, che ruota attorno al 2 per cento. Il Fondo monetario internazionale, in un’indagine del 2016, ha ribadito la necessità di riforme strutturali per il Paese, sia per incrementare il tasso di risparmio domestico, sia per incidere sulla produzione e sul mercato del lavoro.
Articolo Precedente
Legge di Bilancio, dai fondi per Taranto al sisma-bonus per gli incapienti: ecco che cosa rimarrà fuori con la fiducia
Articolo Successivo
Venezuela, il Mercosur sospende l’alleato scomodo Caracas mentre tratta l’intesa commerciale con la Ue
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Zonaeuro
Nuovo scandalo in Ue, in manette lobbisti di Huawei: “Hanno corrotto parlamentari”. Perquisizioni in corso, sigilli agli uffici degli assistenti di Falcone (Fi)
Mondo
Mosca: “Tregua frettolosa, rappresenta solo l’approccio di Kiev”. L’inviato Usa “Witkoff vedrà Putin stasera a porte chiuse” – Diretta
La giornata e gli approfondimenti: alle 16 la riunione di redazione de ilFattoQuotidiano.it – DIRETTA
Gaza, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - L'agenzia di protezione civile di Gaza ha riferito di aver riesumato 48 corpi dal cortile dell'ospedale Al-Shifa, un tempo la più grande struttura medica di Gaza, ma ora in gran parte in rovina a causa dei molteplici attacchi israeliani durante la guerra. I soccorritori hanno consegnato 38 corpi dopo che i parenti li hanno identificati, e li hanno portati via per riseppellirli in altri cimiteri, ha riferito il portavoce dell'agenzia, Mahmud Bassal, aggiungendo che "gli altri 10 corpi riesumati sono stati consegnati al dipartimento di medicina legale del Ministero della Salute per l'identificazione".
Bassal ha detto ancora che circa 160 corpi sono ancora sepolti all'interno del complesso ospedaliero e che il processo di esumazione continuerà per diversi giorni.
Verona, 13 mar. (Adnkronos) - “La transizione energetica interessa molto la logistica anche per la questione dei carburanti, e sappiamo qual è la visione europea per il 2035 Sui carburanti. Noi dall'insediamento di questo governo, continuiamo a discutere sul tema della neutralità tecnologica. Per fortuna a livello europeo si è cominciato a ragionare sui biocarburanti, sull'idrogeno, sui carburanti sintetici. Parlando di logistica, questa avversione che c'è sempre stata negli ultimi anni verso il motore endotermico e verso i carburanti fossili, non aiuta. Sappiamo benissimo che un camion con un grande motore, difficilmente potrà funzionare con quintali di batterie, quindi ci vuole anche buon senso e logica. Anche per questo si sta andando verso una modifica di quelli che erano gli obiettivi del 2035”. Ad affermarlo è Massimo Bitonci, sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy, durante la conferenza dal titolo “Il ruolo della logistica nella transizione energetica e nella crescita economica” che si è tenuta a Casa Alis all’interno di LetExpo. La fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere, sarà aperta fino al 14 marzo.
Nella conferenza dedicata alla transizione energetica, che ha visto la presenza degli esponenti di importanti imprese italiane impegnate nella logistica, si è parlato anche delle iniziative attivate dal governo.
"L’anno scorso abbiamo avuto il via libera dall’Europa per fare una rimodulazione dei fondi REPowerEU recuperando 6,3 miliardi di euro che sono stati destinati al Piano Transizione 5.0. Si tratta di una misura di credito di imposta che va dal 35% al 45% ed è rivolta a tutte le imprese, sia piccole che grandi, per accompagnarle verso la transizione ecologica, la transizione digitale, la riduzione dei consumi. I vincoli imposti dall’Europa sono stati molto stringenti, per questo l'iniziativa è partita un po’ lentamente e, almeno fino a un mese fa, erano stati utilizzati solo 500 milioni di euro. Nell’ultimo periodo, però, la somma è quasi raddoppiata con le prenotazioni arrivate", conclude Bitonci.
Doha, 13 mar. (Adnkronos) - In seguito alla visita in Qatar dell'inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff, è sul tavolo una nuova bozza per una proposta aggiornata di cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito al Jerusalem Post una fonte a conoscenza dei dettagli. Come parte dello schema proposto, Hamas rilascerebbe circa cinque ostaggi vivi e i corpi degli ostaggi morti. In cambio, Israele consentirebbe un cessate il fuoco di 50 giorni.
Durante questo periodo di tregua, che si concluderebbe il 20 aprile, si svolgerebbero discussioni in merito alla prosecuzione dell'accordo. La fonte ha dichiarato al Post di essere "ottimista sul fatto che si possa raggiungere un'intesa".
Roma, 13 mar. – (Adnkronos) - L’Intelligenza Artificiale può rivoluzionare il Trasporto Pubblico Locale. E' lo scenario emerso nel primo Workshop Nazionale organizzato da Asstra, l’associazione che riunisce 138 aziende del settore. L’evento ha visto la partecipazione di esperti e istituzioni, con contributi da Londra e San Francisco. Andrea Gibelli, presidente di Asstra, ha sottolineato il ruolo dell’IA nei veicoli autonomi, nella sicurezza stradale e nei servizi di TPL intelligenti: “L’integrazione tra mezzi pubblici e privati è l’obiettivo, ma serve una regolamentazione equilibrata”.
Tra le esperienze presentate, il Catenary Inspection System di FNM, un sistema basato sull'IA che consente di monitorare e anticipare guasti sulle linee elettrificate, riducendo i costi di manutenzione. Illustrati anche il Progetto IACC di Brescia Mobilità che grazie all'uso di chatbot e analisi dati, prevede una riduzione del 20% del carico di lavoro per il customer care , il Progetto Mercurio di Eav per l’analisi predittiva sulle ferrovie e le soluzioni di Amt Genova per l’efficienza delle fermate. Sul fronte della manutenzione, Tper Bologna ha illustrato l’uso dell’IA per ridurre i tempi di fermo dei veicoli, mentre TPL FVG ha mostrato il nuovo sistema CRM per migliorare la gestione delle richieste dei clienti. Focus anche sulla cybersicurezza con AC Transit di San Francisco e sulle implicazioni giuridiche dell’IA con esperti di diritto.
Il workshop si è chiuso con l’impegno di Asstra a tracciare una roadmap chiara per l’innovazione nel Tpl. “L’adozione dell’IA è fondamentale per intercettare il futuro e rispondere ai bisogni emergenti delle persone e delle città. Oggi dobbiamo decidere che aziende vogliamo essere in futuro", ha affermato Gibelli.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - “L’accessibilità del farmaco è un tema centrale per la tutela del diritto alla salute dei cittadini e per la sostenibilità del sistema, e i dati diffusi questa mattina non fanno altro che confermare quanto una più ampia dispensazione dei medicinali sul territorio possa contribuire a realizzare migliori esiti di salute e a ridurre i costi sociali a carico di pazienti e caregiver, con un beneficio tangibile anche in termini di riduzione della spesa farmaceutica. Esprimiamo il nostro più vivo apprezzamento al ministro della Salute Orazio Schillaci e al sottosegretario Marcello Gemmato per gli obiettivi perseguiti con la riforma del sistema distributivo dei farmaci introdotta con la Legge di Bilancio 2024, e per l’attenzione mostrata su un tema che impatta in maniera così rilevante sulla quotidianità di pazienti, in particolar modo delle persone anziane e di coloro che vivono nelle aree più interne. Avvicinare il farmaco al cittadino va nella direzione di rafforzare la prossimità dell’assistenza e della cura per una Sanità più accessibile, equa e aderente ai bisogni delle persone”. Lo ha detto Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), intervenendo sull'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma', che si è svolto questa mattina ala ministero della Salute.
“La distribuzione del farmaco sul territorio valorizza la prossimità e la professionalità del farmacista e la continuità di servizio dei nostri presìdi per garantire un’assistenza farmaceutica più vicina alle esigenze dei pazienti, ma anche un maggior supporto ai fini della corretta assunzione dei farmaci e dell’aderenza terapeutica, aspetti di fondamentale importanza nella gestione delle malattie croniche nell’ambito di una presa in carico multidisciplinare sul territorio”, ha concluso Mandelli.