Una bilancia in cui il peso degli affari sul ciclo rifiuti ha prevalso sulla tutela del territorio. Inizia così il cortometraggio animato di Maria Di Razza che sarà presentato in anteprima oggi alle 18.30 al cinema La Perla di Napoli (ingresso gratuito). “Questo film – spiega la regista – prende spunto da un’intervista pubblicata nel 2013 da IlFattoQuotidiano.it al geologo Giovanni Balestri, in cui sostiene che la contaminazione dell’area di Giugliano (in provincia di Napoli), è così grave che, come risulta anche dagli atti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, entro il 2064 potrebbe provocare un disastro ambientale totale, con il percolato altamente tossico che rischia di penetrare nella falda acquifera che è collocata al di sotto dello strato di tufo sopra il quale si trovano le discariche, contaminando decine di chilometri quadrati di terreno e tutto ciò che lo abiterà”. La regista parte dunque da questa perizia e realizza, con i disegni di Domenico Di Francia e le animazioni di Costantino Sgamato, un cortometraggio di 9 minuti in cui si immagina un futuro in cui ai cittadini campani viene interdetto il territorio, costringendoli ad emigrare in massa sulle navi. Un racconto di fantasia, una profezia apocalittica, uno scenario che per molti cittadini dell’area di Giugliano (nelle cui discariche è stato versato negli anni ogni genere di rifiuto tossico) non è poi così assurdo da immaginare. “Io racconto in modo molto drammatico e pessimistico una realtà che ovviamente è inventata – spiega la Di Razza – ho immaginato persino animali che dopo aver mangiato per anni rifiuti finiscono per trasformarsi, diventando così aggressivi da costringere i cittadini a fuggire. E questa è la fantasia, la realtà invece – conclude la regista – potrebbe essere che la gente deve andare via perché a causa dell’inquinamento non può più vivere su questi territori”. Nei mesi scorsi la Regione Campania ha avviato le operazioni di rimozione delle ecoballe in alcuni siti (in totale in Campania bisognerebbe rimuovere circa 6 milioni di tonnellate di spazzatura). Nella ex Resit, la discarica considerata tra le peggiori bombe ecologiche al mondo, la cui perizia del sottosuolo realizzata dal geologo Balestri ha ispirato il cortometraggio, le operazioni di messa in sicurezza sono partite a luglio 2016. “L’esagerazione apocalittica del mio racconto – dice Maria Di Razza – ha comunque l’obiettivo di sensibilizzare le persone sul tema e soprattutto fare in modo che non si abbassi la guardia su tutti gli interventi che si sono fatti e quelli che ancora si devono fare”. Il lavoro della Di Razza farà parte del prossimo film partecipato della MarechiaroFilm (che ha prodotto anche (In)felix) e a breve inizierà il suo percorso ai festival cinematografici. La musica realizzata da Antonio Fresa ha già ricevuto un primo riconoscimento come migliore colonna sonora originale al festival dei 400 corti di Roma

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