“La liquidità sta lasciando l’Italia. I venditori esteri di titoli di Stato italiani alla Banca d’Italia potrebbero comprare altro nel vostro Paese ma non lo fanno. Questa la chiamo una fuga dei capitali“. L’avvertimento arriva da Clemens Fuest, presidente dell’istituto di ricerca economica tedesco Ifo ed ex consulente del ministero delle Finanze di Berlino, che in un’intervista al Corriere della Sera sostiene anche che la Penisola dovrebbe uscire dall’euro se la moneta unica “è un ostacolo” che impedisce di “tornare a livelli soddisfacenti di crescita” nonostante “miglioramenti della competitività e riforme“. Certo, “è una decisione che deve prendere il governo italiano”, chiosa l’economista, ma in Germania “c’è un’opinione diffusa che l’alto livello di debito pubblico e la bassa crescita sollevino interrogativi sul fatto che l’Italia voglia restare nell’area euro”.
La diagnosi sulla fuga dei capitali deriva dagli ultimi dati del sistema dei pagamenti interbancari dell’area euro Target 2, che tiene traccia dei trasferimenti di liquidità effettuati dagli istituti dell’Eurozona da e verso altre banche, pubbliche amministrazioni e banche centrali degli altri Stati. I flussi incorporano gli acquisti di titoli di Stato effettuati dalla Bce nell’ambito del quantitative easing. Come evidenziato da Fuest, “a luglio il saldo negativo dell’Italia in Target 2 era di meno di 292 miliardi, ma in ottobre era salito a 355”.
Il deficit italiano è il maggiore dell’area euro e non è mai stato raggiunto da nessun altro Paese. Compresa la stessa Penisola, il cui saldo negativo anche al picco della crisi, nel 2011 e 2012, non ha superato i 255 miliardi di euro. Invece nel corso del 2016 il debito Target 2 ha continuato ad aumentare senza sosta, dai 263 miliardi del primo semestre ai 355,5 di ottobre, ultimo dato reso disponibile dalla Bce. Un chiaro segnale di quanto l’Italia abbia beneficiato delle misure straordinarie dell’Eurotower di Mario Draghi, che effettua gli acquisti di bond attraverso le banche centrali nazionali: evidentemente la Banca d’Italia nell’ultimo anno ha rastrellato Btp per conto di Francoforte acquistandoli da banche e investitori esteri, con conseguente deflusso di liquidità dalla Penisola. Sul fronte opposto, il surplus tedesco si è gonfiato a 708 miliardi dai 609 del primo semestre.
All’intervistatore che fa notare come il deficit Target 2 italiano sia “del 22% del pil, mentre in Spagna supera il 30%”, Fuest risponde che “in Spagna l’aumento (da luglio, ndr) è stato da 293 a 313 miliardi”, molto inferiore a quello italiano. Ce n’è abbastanza per chiedersi che cosa accadrà all’Italia quando, nel 2018, l’ombrello protettivo della Bce verrà chiuso. “Se la stabilità dell’economia italiana dipendesse da questo, anche se l’inflazione risale, vorrebbe dire che in essa c’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato. Qualcosa da affrontare con strumenti diversi dalla politica monetaria“, ammonisce l’economista.