Un finto esordiente con un nome fittizio. Un romanzo intimista mascherato da noir contemporaneo. Roma attraversata dalla Senna e Parigi attraversata dal Tevere. È un susseguirsi di piacevoli depistaggi narrativi Non è tutta colpa del pipistrello, di Fabien C. Droscor (Robin Edizioni), pseudonimo in odor di anagramma di Francesco Bordi, direttore editoriale della celebre rivista Culturalismi, nonché ghost-writer provetto. Si tratta di una storia che deve molto al potere dell’immagine massmediatica del cinema mainstream, alla quotidianità del precariato nazionale e alle capacità persuasive che libri, film e canzoni possono avere sulle nostre vite.
I divertenti personaggi che percorrono le pagine di questo vivace e ben scritto romanzo sono: una sorta di hikikomori capitolino, che trangugia cibo spazzatura, incapace di adeguarsi alla depressione caspica contemporanea, una femme fatale dai nervi tesi e dalla sensualità prorompente, ossessionata dall’attore Christian Bale nella sua virile interpretazione di Batman, un’emigrante pugliese giunta a Roma per immergersi nelle corsie e nelle scaffalature cartacee della libreria in cui lavora. Francesco Bordi, prendendo a prestito dal suo background culturale e itinerante riesce a costruire una storia che non ha cadute, in cui il ritmo e lo stile vanno di pari passo verso un finale affatto scontato.
Non lo saprà nessuno, di Anna Francesca Vallone (Aliberti Compagnia Editoriale), è una storia tutta al femminile, che investiga sul sottile legame tra amore e amicizia e sui difficili rapporti che si instaurano durante l’adolescenza. Bianca ha tredici anni e tutte le estati trascorre le vacanze nella cittadina calabrese di Tropea. Qui conosce Lisa, di tre anni più grande, e tra loro inizierà una relazione fatta tutta di scoperte, psicologiche e fisiche, che porterà le due ragazze a mettersi in discussione, a ferirsi e a separarsi. La scrittura di Anna Francesca Vallone è semplice, mai ricercata. Il testo, leggibile e utile soprattutto a un pubblico giovane, mette in luce problematiche generazionali comuni, ma che spesso gravitano nelle zone d’ombra della crescita individuale.
Il tema del doppio è al centro di Ieri ha chiamato Claire Moren, di Giuseppe Aloe (Giulio Perrone Editore). Enea, imprigionato per un omicidio che non ha commesso, quello della sua amante, una volta scarcerato va a vivere su un’isola dove incontra un anziano cacciatore di nazisti in cerca di una delle figure più importanti del movimento.
Tra i due nasce un rapporto confidenziale, rapporto raccontato attraverso una prosa asciutta che racconta passato e presente, dipana falsi sospetti, mette in luce scenari intimi inquietanti, cancella la sottile linea tra bene e male. Giuseppe Aloe scrive un testo elegante e inusuale, capace con tratti secchi di scandagliare l’animo umano con tutti i suoi controsensi.