I primi rifugiati nelle Valli di Lanzo, in provincia di Torino, arrivano nella primavera 2014. Sono accolti con diffidenza dalla popolazione locale che vede i “moru” girare per le vie dei paesi in ciabatte nonostante il freddo. “Siamo stati tra i primi ad avvicinarli – spiega Luca Baraldo, il fondatore del CoroMoro – per un anno intero siamo andati a trovarli e gli abbiamo proposto di unirsi in un coro”. Così è nato il CoroMoro, un coro formato da rifugiati che ha alle spalle oltre più di cento concerti in giro per il Piemonte. Il repertorio è quello della canzone popolare piemontese con inserimenti delle tradizioni musicali del diversi paesi dell’Africa: “In queste zone non si parla italiano, ma solo piemontese – racconta Aliou, 22 anni dal Senegal – così le canzoni tradizionali ci hanno aiutato a imparare la lingua per poterci esprimere”. Un processo di integrazione che si scontra con il problema dei documenti: molti dei ragazzi del coro hanno il foglio di via in tasca: non possono stare in Italia, ma al tempo stesso non possono andare negli altri paesi dell’Europa che non li vogliono. “Vivono in un limbo – conclude Baraldo – CoroMoro è un’opportunità per loro di guadagnarsi da vivere senza cadere nel lavoro nero”
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