È scoppiata nel gennaio del 2016 la cosiddetta “guerra dei gamberi” tra l’Italia e la Francia. Al centro della contesa i confini marittimi. In base all’accordo di Caen, firmato il 21 marzo 2015 dall’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni con il suo omologo francese, l’Italia avrebbe dovuto cedere alcune porzioni di mare, tra le quali un tratto di mar Ligure particolarmente pescoso, alla Francia. Gli interessi dei francesi sarebbero sulla pesca ma non solo, anche sugli eventuali “giacimenti di risorse naturali” sul fondo, ovvero nuove zone dove poter piazzare trivelle di società francesi. Per questo la Francia ha immediatamente ratificato l’accordo del 2015, rendendolo operativo, mentre l’Italia non ha ancora confermato ufficialmente il trattato, consegnandolo allo stallo.

La storia dei nuovo confini marittimi non sarebbe mai emersa se, nel gennaio del 2016, non fosse stato bloccato il peschereccio sanremese “Mina” dai francesi, rilasciandolo dopo uno stop di una settimana e una sanzione di 8mila euro, poi annullata “con tante scuse” visto che il trattato, non è ancora in vigore per l’Italia. Eppure, a un anno di distanza, i pescatori liguri continuano a ricevere multe a partire dai 2mila e 500 euro, appena si avvicinano a quella zona tanto ambita, la “Fossa del Cimitero”, dove si riproducono e pescano i tipici “Gamberoni Rossi di Sanremo”. Oggi, ai microfoni de ilfattoquotidiano.it, i pescatori di Sanremo e Bordighera lanciano nuovamente un appello per essere tutelati e poter continuare a svolgere il loro lavoro: “Tra qualche giorno abbiamo paura che il Governo potrebbe ratificare l’accordo, se lo facessero saremo tutti costretti a chiudere”.

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