Sono stati sospesi dal servizio, in attesa dell’esito delle indagini sulle eventuali responsabilità, il direttore sanitario e altri due dirigenti dell’ospedale Santa Maria della Pietà di Nola, in provincia di Napoli, dove a partire dalla serata del 5 gennaio alcune persone sono state curate per terra, nei corridoi, a causa del sovraffollamento e del blocco di una condotta idrica per il freddo. Dopo le polemiche seguite alla diffusione di un video in cui si vedono una signora distesa su un plaid con al fianco un addetto sanitario e un’altra paziente, girata su un fianco, sul pavimento tra i macchinari sanitari, la responsabile della Asl Napoli 3 Sud Antonietta Costantini ha annunciato la sospensione del direttore sanitario Andreo De Stefano, del responsabile del pronto soccorso Andrea Manzi e di quello della medicina d’urgenza Felice Avella. De Stefano in precedenza si era giustificato dicendo che curare le persone a terra era meglio che non fornire loro alcuna assistenza.
L’immagine, rimbalzata sui social network, era stata rilanciata dal deputato di Forza Italia Paolo Russo: “Altro che De Luca commissario alla Sanità – ha scritto Russo – mi interessa che prima di ogni manfrina politica si restituisca dignità ai miei concittadini”. In mattinata sono arrivati i carabinieri del Nas, inviati dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e nel pomeriggio la Asl ha stabilito la sospensione. Il governo ha annunciato anche l’invio di ispettori: “È una situazione intollerabile e scandalosa”, ha detto Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa e coordinatore regionale del Nuovo Centrodestra in Campania. Un’indagine interna è stata aperta anche dalla Regione Campania su input del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che ha chiesto di avviare subito le procedure di licenziamento dei responsabili del Pronto soccorso e del presidio ospedaliero. Intanto la Procura ha aperto autonomamente un fascicolo, per ora alla fase esplorativa.
Il direttore diceva: “Meglio così che niente”
“Abbiamo preferito curare le persone a terra piuttosto che non dare loro assistenza – aveva dichiarato a caldo De Stefano. – In ospedale abbiamo 15 barelle, 10 delle quali al pronto soccorso, e sabato ne abbiamo ‘sequestrate’ due alle autoambulanze per far fronte all’emergenza venutasi a creare”. Si tratta dunque di una situazione “eccezionale” provocata, ha sostenuto, dal forte afflusso di utenti nel pronto soccorso tra sabato e domenica. Una situazione che ora sta tornando “verso la normalità”, cioè senza più pazienti sul pavimento. “Tra sabato e domenica sono arrivate 265 persone – ha spiegato – a fronte delle 150 circa che arrivano in media, complice anche il freddo che ha gelato le strade, e che ha costretto molte persone della provincia di Avellino a venire a Nola anziché andare altrove. E quando qualcuno giunge al pronto soccorso non possiamo certo mandarlo via, abbiamo preferito mettere a terra le persone piuttosto che non prestare loro assistenza”. “Una di quelle persone era in arresto cardiaco, ma che dovevamo fare senza letti né barelle, mandarla via?”, ha insistito ancora De Stefano. “I medici hanno preferito fare la defibrillazione sul pavimento, pur di salvarle la vita come è accaduto”. A suo giudizio le immagini mostrate in tv “non hanno dato una bella immagine dell’ospedale, ma era l’unica soluzione per far fronte all’emergenza”. “L’altra persona ritratta a terra – ha raccontato – era stata messa in posizione antisoffocamento perché era in preda al vomito”. Il direttore sanitario spiega che “30 dei 265 utenti arrivati al pronto soccorso sono stati ricoverati e due persone sono state portate in altri nosocomi. Si pensi che c’era anche l’emergenza acqua, ed avevamo allertato la prefettura per poter avere qualche autobotte, poi fornitaci dai vigili del fuoco”. Come spiega il medico al pronto soccorso di Nola arrivano persone “dall’Agro Sarnese, dal Vesuviano, dal Nolano, dall’Avellinese, dall’Acerrano, per un’utenza di circa 300mila persone. Ma i medici fanno il loro dovere e danno assistenza nel migliore dei modi possibili, considerando anche che l’ospedale ha 107 posti letto a disposizione, e ne sarebbero necessari, nella norma, almeno il doppio. Noi non ci scoraggiamo, e siamo sereni, siamo pronti a chiarire tutto quanto ci sarà chiesto di chiarire. Ripeto, quella di sabato è stata un’emergenza che definire eccezionale è poco”.
“Situazione ancora critica, pazienti su sedie e barelle”
Oggi la situazione è che non c’è nessun paziente a terra, ma sono ancora molti gli utenti del pronto soccorso, assiepati su sedie e barelle in attesa di visita o dell’eventuale ricovero, e gli operatori sanitari parlano di situazione che resta comunque “critica”. “Speriamo di non arrivare al punto di sabato – spiega un medico in uscita dall’ospedale – Il 118 è stato allertato, ma le autoambulanze continuano ad arrivare. Per ora abbiamo pazienti sulle sedie e sulle barelle, nessuno fortunatamente a terra”. Molte delle persone giunte nel nosocomio nolano nelle ultime ore, hanno avuto problemi legati all’influenza, complice anche il gelo di questi giorni, con ripercussioni sul sistema respiratorio. “Assistiamo tutti – sottolineano i medici – facciamo quanto possibile, senza lasciare nessuno senza cure, perciò sabato si è arrivati al collasso. Arrivano persone da tutta la provincia di Napoli e di Avellino, siamo al limite. Non possiamo rimandare indietro gli utenti. Speriamo che la situazione migliori”.
C’è chi minimizza come l’Associazione Cattolica Operatori Sanitari, come si legge nel post qui sopra. Ma la questione dei posti-letto e degli ospedali è tra le più delicate in Campania, una sfida per lo stesso governatore De Luca che da poche settimane ha ottenuto di ricoprire il ruolo di commissario per la sanità per la Regione. “De Luca – attacca il forzista Russo – aveva promesso che non saremmo mai più stati ultimi, ci ha ridotti all’indigenza”. Russo chiede al ministro Lorenzin di restituire “il diritto alla salute a un’area che conta 600mila abitanti”.
Boscotrecase senza una caldaia
E’ di ieri la notizia, pubblicata tra gli altri dal quotidiano napoletano Il Mattino, che all’ospedale di Boscotrecase i pazienti sono rimasti al gelo (con l’aggravante della ghiacciata di questi giorni) perché una delle due caldaie della struttura è finita fuori uso, mentre l’altra – di riserva e mal ridotta – ha cominciato a funzionare ma con scarsi risultati. E così sono rimasti al freddo il personale, i parenti degli ammalati e soprattutto i pazienti. A quel punto è partito l’intervento della Protezione civile che è dovuta arrivare con una cinquantina di coperte, anche perché nei magazzini dell’ospedale ce n’erano solo quattro. “Da tempo ho chiesto di avere coperte nuove – ha spiegato il direttore sanitario Nicola Vitiello al Mattino – ma qui tutto deve passare per le gare d’appalto. I tempi sono lunghissimi”.
Campania in coda alle classifiche sui Lea
A fine anno, aveva spiegato lo stesso giornale napoletano, una classifica delle Regioni in materia di sanità aveva registrato la Campania all’ultimo posto per i Lea, i Livelli essenziali di assistenza. Peraltro la Regione era caduta per la prima volta sotto la soglia dei 100 punti nella pagella che il ministero della Salute stila ogni anno per valutare le Regioni che sono in corso di piano di rientro. L’ultima verifica dei ministeri (Salute ed Economia) risale a metà novembre e è relativa al 2015 fino ai primi mesi del 2016. Va detto che il governatore De Luca si è insediato a giugno 2015. La Campania, in ogni caso, è scesa anche rispetto al 2009 (99 punti contro 101), quando – già commissariata da due anni – ha iniziato il percorso per il rientro dal deficit. Dopo tagli ai servizi, introduzione di ticket e tasse e aver salutato almeno 14mila addetti mai rimpiazzati, il debito resta quasi invariato. Anzi affollamenti e carenza di posti-letto erano stati elencati come problemi per i grandi ospedali, come Napoli, Salerno e Caserta. Evidentemente ora il problema è anche di cittadine comunque popolose come Nola.
A quel rapporto, comunque, il presidente De Luca aveva risposto: “Qualcuno fa finta di non capire ma quella classifica si riferisce al 2015, riguarda la precedente gestione, in cui c’era l’ex presidente della giunta regionale come commissario e gli altri commissari nominati non da me”. De Luca ha rivendicato di aver “messo mano – ha detto – nel 2016 ai conti consuntivi delle Asl che non venivano approvati dal 2012, nominato tutti i direttori generali delle Asl in due settimane, puntando su persone di competenza ma anche di temperamento per affrontare problemi di una certa delicatezza”. Tra i provvedimenti in arrivo “il completamento dell’informatizzazione del sistema sanitario. Da gennaio premendo un pulsante sappiamo ogni mattina cosa succede in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private della Campania. Siamo ultimi nella griglia dei Lea anche perché non riusciamo a mandare le informazioni al ministero”.
Cronaca
Campania, all’ospedale di Nola malati curati a terra: arrivano Nas e ispettori. Sospesi direttore e due responsabili
Su facebook rimbalza la foto di alcuni pazienti assistiti sul pavimento. La Lorenzin manda i carabinieri, De Luca avvia un'indagine interna e chiede il licenziamento dei responsabili del pronto soccorso. I vertici: "Ci mancano le barelle, abbiamo preferito curare le persone a terra piuttosto che non dare assistenza". Poi la sospensione in attesa dell’esito delle indagini. A Boscotrecase l'ospedale affronta la "gelata" senza riscaldamento e arriva la Protezione civile con le coperte
Sono stati sospesi dal servizio, in attesa dell’esito delle indagini sulle eventuali responsabilità, il direttore sanitario e altri due dirigenti dell’ospedale Santa Maria della Pietà di Nola, in provincia di Napoli, dove a partire dalla serata del 5 gennaio alcune persone sono state curate per terra, nei corridoi, a causa del sovraffollamento e del blocco di una condotta idrica per il freddo. Dopo le polemiche seguite alla diffusione di un video in cui si vedono una signora distesa su un plaid con al fianco un addetto sanitario e un’altra paziente, girata su un fianco, sul pavimento tra i macchinari sanitari, la responsabile della Asl Napoli 3 Sud Antonietta Costantini ha annunciato la sospensione del direttore sanitario Andreo De Stefano, del responsabile del pronto soccorso Andrea Manzi e di quello della medicina d’urgenza Felice Avella. De Stefano in precedenza si era giustificato dicendo che curare le persone a terra era meglio che non fornire loro alcuna assistenza.
L’immagine, rimbalzata sui social network, era stata rilanciata dal deputato di Forza Italia Paolo Russo: “Altro che De Luca commissario alla Sanità – ha scritto Russo – mi interessa che prima di ogni manfrina politica si restituisca dignità ai miei concittadini”. In mattinata sono arrivati i carabinieri del Nas, inviati dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e nel pomeriggio la Asl ha stabilito la sospensione. Il governo ha annunciato anche l’invio di ispettori: “È una situazione intollerabile e scandalosa”, ha detto Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa e coordinatore regionale del Nuovo Centrodestra in Campania. Un’indagine interna è stata aperta anche dalla Regione Campania su input del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che ha chiesto di avviare subito le procedure di licenziamento dei responsabili del Pronto soccorso e del presidio ospedaliero. Intanto la Procura ha aperto autonomamente un fascicolo, per ora alla fase esplorativa.
Il direttore diceva: “Meglio così che niente”
“Abbiamo preferito curare le persone a terra piuttosto che non dare loro assistenza – aveva dichiarato a caldo De Stefano. – In ospedale abbiamo 15 barelle, 10 delle quali al pronto soccorso, e sabato ne abbiamo ‘sequestrate’ due alle autoambulanze per far fronte all’emergenza venutasi a creare”. Si tratta dunque di una situazione “eccezionale” provocata, ha sostenuto, dal forte afflusso di utenti nel pronto soccorso tra sabato e domenica. Una situazione che ora sta tornando “verso la normalità”, cioè senza più pazienti sul pavimento. “Tra sabato e domenica sono arrivate 265 persone – ha spiegato – a fronte delle 150 circa che arrivano in media, complice anche il freddo che ha gelato le strade, e che ha costretto molte persone della provincia di Avellino a venire a Nola anziché andare altrove. E quando qualcuno giunge al pronto soccorso non possiamo certo mandarlo via, abbiamo preferito mettere a terra le persone piuttosto che non prestare loro assistenza”. “Una di quelle persone era in arresto cardiaco, ma che dovevamo fare senza letti né barelle, mandarla via?”, ha insistito ancora De Stefano. “I medici hanno preferito fare la defibrillazione sul pavimento, pur di salvarle la vita come è accaduto”. A suo giudizio le immagini mostrate in tv “non hanno dato una bella immagine dell’ospedale, ma era l’unica soluzione per far fronte all’emergenza”. “L’altra persona ritratta a terra – ha raccontato – era stata messa in posizione antisoffocamento perché era in preda al vomito”. Il direttore sanitario spiega che “30 dei 265 utenti arrivati al pronto soccorso sono stati ricoverati e due persone sono state portate in altri nosocomi. Si pensi che c’era anche l’emergenza acqua, ed avevamo allertato la prefettura per poter avere qualche autobotte, poi fornitaci dai vigili del fuoco”. Come spiega il medico al pronto soccorso di Nola arrivano persone “dall’Agro Sarnese, dal Vesuviano, dal Nolano, dall’Avellinese, dall’Acerrano, per un’utenza di circa 300mila persone. Ma i medici fanno il loro dovere e danno assistenza nel migliore dei modi possibili, considerando anche che l’ospedale ha 107 posti letto a disposizione, e ne sarebbero necessari, nella norma, almeno il doppio. Noi non ci scoraggiamo, e siamo sereni, siamo pronti a chiarire tutto quanto ci sarà chiesto di chiarire. Ripeto, quella di sabato è stata un’emergenza che definire eccezionale è poco”.
“Situazione ancora critica, pazienti su sedie e barelle”
Oggi la situazione è che non c’è nessun paziente a terra, ma sono ancora molti gli utenti del pronto soccorso, assiepati su sedie e barelle in attesa di visita o dell’eventuale ricovero, e gli operatori sanitari parlano di situazione che resta comunque “critica”. “Speriamo di non arrivare al punto di sabato – spiega un medico in uscita dall’ospedale – Il 118 è stato allertato, ma le autoambulanze continuano ad arrivare. Per ora abbiamo pazienti sulle sedie e sulle barelle, nessuno fortunatamente a terra”. Molte delle persone giunte nel nosocomio nolano nelle ultime ore, hanno avuto problemi legati all’influenza, complice anche il gelo di questi giorni, con ripercussioni sul sistema respiratorio. “Assistiamo tutti – sottolineano i medici – facciamo quanto possibile, senza lasciare nessuno senza cure, perciò sabato si è arrivati al collasso. Arrivano persone da tutta la provincia di Napoli e di Avellino, siamo al limite. Non possiamo rimandare indietro gli utenti. Speriamo che la situazione migliori”.
C’è chi minimizza come l’Associazione Cattolica Operatori Sanitari, come si legge nel post qui sopra. Ma la questione dei posti-letto e degli ospedali è tra le più delicate in Campania, una sfida per lo stesso governatore De Luca che da poche settimane ha ottenuto di ricoprire il ruolo di commissario per la sanità per la Regione. “De Luca – attacca il forzista Russo – aveva promesso che non saremmo mai più stati ultimi, ci ha ridotti all’indigenza”. Russo chiede al ministro Lorenzin di restituire “il diritto alla salute a un’area che conta 600mila abitanti”.
Boscotrecase senza una caldaia
E’ di ieri la notizia, pubblicata tra gli altri dal quotidiano napoletano Il Mattino, che all’ospedale di Boscotrecase i pazienti sono rimasti al gelo (con l’aggravante della ghiacciata di questi giorni) perché una delle due caldaie della struttura è finita fuori uso, mentre l’altra – di riserva e mal ridotta – ha cominciato a funzionare ma con scarsi risultati. E così sono rimasti al freddo il personale, i parenti degli ammalati e soprattutto i pazienti. A quel punto è partito l’intervento della Protezione civile che è dovuta arrivare con una cinquantina di coperte, anche perché nei magazzini dell’ospedale ce n’erano solo quattro. “Da tempo ho chiesto di avere coperte nuove – ha spiegato il direttore sanitario Nicola Vitiello al Mattino – ma qui tutto deve passare per le gare d’appalto. I tempi sono lunghissimi”.
Campania in coda alle classifiche sui Lea
A fine anno, aveva spiegato lo stesso giornale napoletano, una classifica delle Regioni in materia di sanità aveva registrato la Campania all’ultimo posto per i Lea, i Livelli essenziali di assistenza. Peraltro la Regione era caduta per la prima volta sotto la soglia dei 100 punti nella pagella che il ministero della Salute stila ogni anno per valutare le Regioni che sono in corso di piano di rientro. L’ultima verifica dei ministeri (Salute ed Economia) risale a metà novembre e è relativa al 2015 fino ai primi mesi del 2016. Va detto che il governatore De Luca si è insediato a giugno 2015. La Campania, in ogni caso, è scesa anche rispetto al 2009 (99 punti contro 101), quando – già commissariata da due anni – ha iniziato il percorso per il rientro dal deficit. Dopo tagli ai servizi, introduzione di ticket e tasse e aver salutato almeno 14mila addetti mai rimpiazzati, il debito resta quasi invariato. Anzi affollamenti e carenza di posti-letto erano stati elencati come problemi per i grandi ospedali, come Napoli, Salerno e Caserta. Evidentemente ora il problema è anche di cittadine comunque popolose come Nola.
A quel rapporto, comunque, il presidente De Luca aveva risposto: “Qualcuno fa finta di non capire ma quella classifica si riferisce al 2015, riguarda la precedente gestione, in cui c’era l’ex presidente della giunta regionale come commissario e gli altri commissari nominati non da me”. De Luca ha rivendicato di aver “messo mano – ha detto – nel 2016 ai conti consuntivi delle Asl che non venivano approvati dal 2012, nominato tutti i direttori generali delle Asl in due settimane, puntando su persone di competenza ma anche di temperamento per affrontare problemi di una certa delicatezza”. Tra i provvedimenti in arrivo “il completamento dell’informatizzazione del sistema sanitario. Da gennaio premendo un pulsante sappiamo ogni mattina cosa succede in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private della Campania. Siamo ultimi nella griglia dei Lea anche perché non riusciamo a mandare le informazioni al ministero”.
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(Adnkronos) - La richiesta riguarda tutti le tracce trovate nella villetta di via Pascoli dove avviene il delitto, a partire dalle fascette dei rilievi dattiloscopici e le impronte digitali trovate nell'appartamento e sul dispenser portasapone dove - sancisce la Cassazione - si lava l'assassino. L'intenzione degli inquirenti è anche quella di lavorare sui quattro capelli scuri trovati nel lavandino del bagno al piano terra, così come sull'impronta trovata sulla porta d'ingresso dell'abitazione. Per i carabinieri di Milano sul dispenser (oltre alle due impronte di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio) "vi sono numerose impronte papillari sovrapposte che sarebbero state cancellate se il dispenser fosse stato lavato dal sangue" e nel lavandino la presenza di 4 capelli neri lunghi "attestano ovviamente che il lavandino non è mai stato lavato dalla presenza di sangue. Diversamente, i capelli presenti nel lavabo sarebbero stati portati via dall'acqua".
Una tesi smentita dalla stessa Procura di Pavia nella prima archiviazione, di otto anni fa, contro l'indagato Sempio. Un'ipotesi "priva di fondamento logico dal momento che è processualmente accertato che l'assassino aveva le mani imbrattate di sangue e che si è recato in bagno per lavarsi". Il sangue, liquido e solubile in acqua, "viene lavato molto più facilmente dei capelli che, stante la loro forma e lunghezza rimangono molto più facilmente sul fondo della vasca anche dopo il lavaggio del sangue" e si tratta dei capelli di Chiara "recisi a causa dei colpi inferti e rimasti sulle mani insanguinate dell'assassino; la loro presenza attesta semmai che lo stesso si è effettivamente lavato le mani". È peraltro "verosimile che l'assassino non si sia soffermato per verificare l'effetto del risciacquo, ma si sia allontanato rapidamente dalla scena".
I carabinieri sono intenzionati anche ad approfondire un'impronta digitale trovata sulla maniglia della porta di ingresso (ritenuta allora non utile dal Ris di Parma) su cui "non appare sia stata eseguita alcuna indagine biologica mirata ad accertare se quel contatto possa essere stato lasciato da una mano sporca di sangue (della vittima o di altri) o se fosse altra sostanza". Una tesi "oltre che logicamente fallace, non è di alcuna utilità investigativa" essendo stata osservata tre giorni dopo il delitto e trovandosi accanto alla serratura. Una porta toccata da Stasi e da soccorritori e investigatori. "Le tracce papillari, al pari del Dna, non sono databili. È impossibile sapere se quella traccia sia stata deposta il giorno del delitto o nei giorni precedenti (o addirittura in quelli successivi), basti pensare che in sede di rilievo sono state trovate anche le impronte papillari" di alcuni carabinieri coinvolti nelle indagini e di un falegname intervenuto tempo prima nella villetta per effettuare alcuni lavori. Per queste ragioni, concludeva l'archiviazione, "è evidente la totale irrilevanza investigativa della traccia segnalata".
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, l’Italia rappresenta un ponte energetico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente''. Terna, presentando il piano di sviluppo 2025, conferma gli interventi di interconnessione con l’estero, al fine di ''garantire sicurezza, sostenibilità ed efficienza, tramite la possibilità di mutuo soccorso tra sistemi interconnessi. In aggiunta, queste infrastrutture costituiscono un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo, a fronte della variabilità della produzione rinnovabile''.
Tra i principali progetti pianificati Terna segnala 'Sa.Co.I.3', il progetto di ammodernamento e potenziamento dell’attuale interconnessione tra Sardegna, Corsica e Toscana, il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia 'Elmed', il raddoppio interconnessione Italia-Grecia, che ''consentirà la gestione in sicurezza dell’intera Zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni''.
Inoltre, nel piano di sviluppo 2025 sono presenti ulteriori progetti di interconnessione, noti come 'Merchant lines', a cura di altri promotori e/o non titolari di concessioni di trasporto. Il numero di tali iniziative ha subito un’accelerazione negli ultimi anni. Risultano in fase di avvio consultazione 11 richieste per oltre 12 Gw di capacità. Terna segnala che la gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, permette di ''avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 Gw di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 Gw di solare, 110 Gw di eolico on-shore e 86 Gw di eolico off-shore) e 277 Gw per sistemi di accumulo. Questi numeri, che ''superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal documento di descrizione degli scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo'', secondo la società.
In aggiunta, nell’ultimo biennio si è registrata una crescita delle richieste anche per gli utenti di consumo, che prelevano direttamente energia dalla rete di trasmissione nazionale e includono, ad esempio, impianti ad alto consumo energetico. Le richieste di connessione per questi utenti possono riguardare sia l’adeguamento di impianti già operativi sia la connessione di nuovi impianti alla rete. Tale tendenza è attribuibile per larga parte ai centri di elaborazione (data center): al 31 dicembre 2024 le richieste erano pari a circa 30 Gw, dato annuale 24 volte superiore rispetto a quello del 2021. Tali richieste sono principalmente localizzate nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia.
Terna annuncia che ''con lo scopo di favorire una sempre più ampia abilitazione delle rinnovabili e per garantire un’elevata qualità del servizio, in sinergia con i concessionari del servizio di distribuzione, è stato individuato un set di Cabine primarie da potenziare o da connettere alla Rete di trasmissione nazionale''. Il trend di tali richieste di connessione si è ulteriormente ampliato per effetto dei fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr. Terna ha definito un approccio di gestione delle richieste di connessione basato sulla definizione di 76 'microzone' che ''consentono di modellare in modo efficace un perimetro all’interno del quale studiare soluzioni di connessione e quantificare la capacità rinnovabile addizionale che può essere integrata nella rete''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Dallo sviluppo di infrastrutture abilitanti e innovative alla garanzia di stabilità e sicurezza della rete elettrica, passando per la risoluzione delle congestioni locali. Sono gli obiettivi del piano di sviluppo 2025 presentato da Terna. ''Considerato il complesso e sfidante contesto elettrico'' Terna comunica di aver ''svolto una importante attività di definizione delle priorità di sviluppo. Sono stati privilegiati gli interventi che offrono il massimo valore per il sistema, individuando soluzioni 'capital light' al fine di ridurre i costi e massimizzare l'efficacia degli investimenti necessari alla transizione energetica''.
Gli interventi previsti dal piano, che consentiranno di operare con una visione di lungo termine in considerazione delle esigenze della rete, rispondono alla necessità di ''sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia''. Il programma prevede anche di ''risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali''.
Terna punta inoltre a ''rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la Programmazione territoriale efficiente''. Infine sarà garantita ''la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali''.
Nell’orizzonte temporale del piano di sviluppo 2025, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda, come Tyrrhenian Link, il collegamento hvdc sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. ''L’opera consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili''. L’opera sarà completata entro il 2028.
Tra le opere principali Terna segnala Adriatic Link: il collegamento hvdc tra Abruzzo e Marche da 1.000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029. Entro il 2034 sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali tra cui la Dorsale Adriatica: collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì che garantirà il rafforzamento del corridoio adriatico, permettendo un incremento sostanziale della capacità di scambio.
Terna prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale. Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
Il Piano di Sviluppo 2025 di Terna si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo 'capital light', che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete. L’attività di Terna di pianificazione della futura rete elettrica può contare oggi su iter di approvazione semplificati per le grandi infrastrutture da parte di Arera e Mase. In particolare, l’Autorità, attraverso il meccanismo dell’approvazione per fasi, ha semplificato il processo fornendo strumenti per velocizzare il percorso di progettazione, autorizzazione e realizzazione.
Anche a valle delle recenti semplificazioni normative ''è stato possibile raggiungere una significativa riduzione dei tempip''. La realizzazione delle infrastrutture sarà supportata anche da strumenti che assicurano e garantiscono la sicurezza e la flessibilità del sistema. Su tutti, il Capacity market con cui Terna si approvvigiona di capacità tramite contratti aggiudicati attraverso aste competitive, e il Macse (Meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico). La prima asta del Macse sarà svolta da Terna il prossimo 30 settembre.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."