La storia della cronaca giudiziaria recente insegna che in ogni inchiesta in cui molti o alcuni – e i fratelli Occhionero arrestati ieri sono solo gli ultimi di una lunga lista – scrutano abusivamente nelle vite e nelle mail degli altri c’è sempre una talpa. E anche in questa indagine, che ha svelato l’intrusione nel pc di oltre 18mila username comprese e soprattutto quello di uomini di potere, c’è probabilmente qualcuno che ha messo sull’avviso l’ingegnere nucleare e la manager accusati di aver depredato informazioni di ogni livello: un’attività che gli potrebbe costare un’accusa di spionaggio. Il giorno prima di essere perquisito l’ingegnere aveva eliminato dati, file, cartelle, account e credenziali dal suo computer.
Il sospetto di essere indagati
È il 2 ottobre quando Giulio Occhionero, intercettato telematicamente dal 23 agosto 2016, comincia a sospettare di essere finito nel mirino. Da un solo giorno gli investigatori della polizia postale hanno iniziato una intercettazione telematica attiva sul computer connesso alla linea fissa in casa, ma l’uomo è già in allerta: a un’intercettazione sembra che qualcuno lo abbia avvertito. Dopo aver effettuato una verifica sui certificati Microsoft invia una mail alla sorella Francesca Maria: “Ad ogni modo è valido pure sui server (Moscow) americani quindi dubito che abbiano dato ad un’autorità italiana il privilegio di infettare macchine americane“. Lei risponde subito dopo: “Bravo! Possiamo tranquillizzarci (un po’). Il giorno dopo la donna invia un messaggio WhatsApp: “Giulio ti prego di non coinvolgere mamma nei nostri problemi mi sembra che sia già abbastanza coinvolta e che ci sta aiutando più del dovuto. Primo non dobbiamo aggiungere altri problemi è stanca e ha bisogno di riposare e stanotte non ha chiuso occhio secondo non può darci alcun aiuto su queste materie e terzo perché come vedi a volte sono dei falsi allarmi“.
L’operazione di distruzione di dati, file e account
Ma come ha fatto l’ingegnere a capire che c’era qualcosa che non andava? Chi ha messo sull’avviso i due fratelli? Un mistero per ora, ma di certo Giulio – messi da parte i dubbi – a partire dalle 14.41 del 4 ottobre comincia una vera e propria operazione di distruzione di dati. “… elementi di prova a suo carico” scrive il gip Maria Paola Tomaselli nell’ordinanza di custodia cautelare. L’attività dura ore: vengono eliminate credenziali di accesso presenti nel suo ewallet ossia nel gestore di password da lui utilizzato, cassati alcuni account di posta elettronica presenti nel suo pc in locale con l’eliminazione di tre file che contenevano tutti messaggi dei relativi account creati il 10 febbraio 2012: una cancellazione quindi delle copie dei dati esfiltrati dalle vittime. Identica operazione sul server remoto riga. Occhionero passa tutto il pomeriggio premendo il tasto delete per account e stringhe presenti, rimuove valori relativi a precise variabili, cassa due licenze MailBee, elimina altre credenziali e ricerche avanzate che aveva preimposto nel suo pc. Nel disco locale dove è memorizzato il malware cancella alcuni file e cartelle e sottocartelle.
E il giorno dopo i due fratelli vengono perquisiti
Il giorno dopo i due fratelli vengono perquisiti, l’allarme quindi non era falso come pensava la donna. Quando gli agenti si presentano nelle due case dei due fratelli, che li hanno visti grazie a un “complesso sistema di videosorveglianza”, stanno già bloccando i loro computer. Giulio Occhionero blocca l’accesso ai dati, Francesca Maria, perquisita in casa della madre, alla richiesta di fornire la password la digita sbagliata e causa il blocco della smart card utilizzata. Quando gli investigatori arrivano in casa sua la manager si lancia verso il pc acceso e dopo aver tentato di impartire comandi alla tastiera riesce a sfilare la smart card causando il blocco del sistema operativo.
L’interrogatorio: “Mai svolto attività di spionaggio”
Interrogati dal gip i due fratelli si sono difesi: “Non abbiamo mai rubato dati né svolto attività di spionaggio. Gli indirizzi mail sono pubblici e alla portata di tutti e non c’è alcuna prova di sottrazione di dati da parte nostra”. Francesca Maria Occhionero “non sa neppure usare il computer tanto è vero che un giorno ha avuto bisogno di un tecnico per risolvere un problema informatico – afferma Roberto Bottacchiari – Lei è laureata in chimica ha lavorato nell’azienda del fratello, occupandosi di questioni amministrative, fino al 2013, poi si è messa a cercare lavoro, Viaggia su un Fiat 500 usata e non ha nessuna ricchezza da parte né è inserita negli ambienti dell’alta finanza. I due fratelli hanno beneficiato della vendita di una villetta a Santa Marinella, di proprietà della madre, che ha fruttato 150mila euro che i due fratelli si sono divisi. Il fatto di avere indirizzi mail è elemento poco significativo perché ognuno di noi le può avere”. I fratelli Occhionero “non hanno carpito le password – conclude il legale – né dati altrui e non risultano a loro carico neppure tentativi di intrusione illecita“.
Cronaca
Spionaggio, i fratelli Occhionero sapevano dell’indagine. Distrutti dati, file e account il giorno prima della perquisizione
La storia della cronaca giudiziaria recente insegna che in ogni inchiesta in cui molti o alcuni - e i fratelli arrestati ieri sono solo gli ultimi di una lunga lista - scrutano abusivamente nelle vite e nelle mail degli altri c'è sempre una talpa. E anche in questa indagine c'è probabilmente qualcuno che ha messo sull'avviso gli indagati. Che davanti al gip si difendono: "Mai carpito dati"
La storia della cronaca giudiziaria recente insegna che in ogni inchiesta in cui molti o alcuni – e i fratelli Occhionero arrestati ieri sono solo gli ultimi di una lunga lista – scrutano abusivamente nelle vite e nelle mail degli altri c’è sempre una talpa. E anche in questa indagine, che ha svelato l’intrusione nel pc di oltre 18mila username comprese e soprattutto quello di uomini di potere, c’è probabilmente qualcuno che ha messo sull’avviso l’ingegnere nucleare e la manager accusati di aver depredato informazioni di ogni livello: un’attività che gli potrebbe costare un’accusa di spionaggio. Il giorno prima di essere perquisito l’ingegnere aveva eliminato dati, file, cartelle, account e credenziali dal suo computer.
Il sospetto di essere indagati
È il 2 ottobre quando Giulio Occhionero, intercettato telematicamente dal 23 agosto 2016, comincia a sospettare di essere finito nel mirino. Da un solo giorno gli investigatori della polizia postale hanno iniziato una intercettazione telematica attiva sul computer connesso alla linea fissa in casa, ma l’uomo è già in allerta: a un’intercettazione sembra che qualcuno lo abbia avvertito. Dopo aver effettuato una verifica sui certificati Microsoft invia una mail alla sorella Francesca Maria: “Ad ogni modo è valido pure sui server (Moscow) americani quindi dubito che abbiano dato ad un’autorità italiana il privilegio di infettare macchine americane“. Lei risponde subito dopo: “Bravo! Possiamo tranquillizzarci (un po’). Il giorno dopo la donna invia un messaggio WhatsApp: “Giulio ti prego di non coinvolgere mamma nei nostri problemi mi sembra che sia già abbastanza coinvolta e che ci sta aiutando più del dovuto. Primo non dobbiamo aggiungere altri problemi è stanca e ha bisogno di riposare e stanotte non ha chiuso occhio secondo non può darci alcun aiuto su queste materie e terzo perché come vedi a volte sono dei falsi allarmi“.
L’operazione di distruzione di dati, file e account
Ma come ha fatto l’ingegnere a capire che c’era qualcosa che non andava? Chi ha messo sull’avviso i due fratelli? Un mistero per ora, ma di certo Giulio – messi da parte i dubbi – a partire dalle 14.41 del 4 ottobre comincia una vera e propria operazione di distruzione di dati. “… elementi di prova a suo carico” scrive il gip Maria Paola Tomaselli nell’ordinanza di custodia cautelare. L’attività dura ore: vengono eliminate credenziali di accesso presenti nel suo ewallet ossia nel gestore di password da lui utilizzato, cassati alcuni account di posta elettronica presenti nel suo pc in locale con l’eliminazione di tre file che contenevano tutti messaggi dei relativi account creati il 10 febbraio 2012: una cancellazione quindi delle copie dei dati esfiltrati dalle vittime. Identica operazione sul server remoto riga. Occhionero passa tutto il pomeriggio premendo il tasto delete per account e stringhe presenti, rimuove valori relativi a precise variabili, cassa due licenze MailBee, elimina altre credenziali e ricerche avanzate che aveva preimposto nel suo pc. Nel disco locale dove è memorizzato il malware cancella alcuni file e cartelle e sottocartelle.
E il giorno dopo i due fratelli vengono perquisiti
Il giorno dopo i due fratelli vengono perquisiti, l’allarme quindi non era falso come pensava la donna. Quando gli agenti si presentano nelle due case dei due fratelli, che li hanno visti grazie a un “complesso sistema di videosorveglianza”, stanno già bloccando i loro computer. Giulio Occhionero blocca l’accesso ai dati, Francesca Maria, perquisita in casa della madre, alla richiesta di fornire la password la digita sbagliata e causa il blocco della smart card utilizzata. Quando gli investigatori arrivano in casa sua la manager si lancia verso il pc acceso e dopo aver tentato di impartire comandi alla tastiera riesce a sfilare la smart card causando il blocco del sistema operativo.
L’interrogatorio: “Mai svolto attività di spionaggio”
Interrogati dal gip i due fratelli si sono difesi: “Non abbiamo mai rubato dati né svolto attività di spionaggio. Gli indirizzi mail sono pubblici e alla portata di tutti e non c’è alcuna prova di sottrazione di dati da parte nostra”. Francesca Maria Occhionero “non sa neppure usare il computer tanto è vero che un giorno ha avuto bisogno di un tecnico per risolvere un problema informatico – afferma Roberto Bottacchiari – Lei è laureata in chimica ha lavorato nell’azienda del fratello, occupandosi di questioni amministrative, fino al 2013, poi si è messa a cercare lavoro, Viaggia su un Fiat 500 usata e non ha nessuna ricchezza da parte né è inserita negli ambienti dell’alta finanza. I due fratelli hanno beneficiato della vendita di una villetta a Santa Marinella, di proprietà della madre, che ha fruttato 150mila euro che i due fratelli si sono divisi. Il fatto di avere indirizzi mail è elemento poco significativo perché ognuno di noi le può avere”. I fratelli Occhionero “non hanno carpito le password – conclude il legale – né dati altrui e non risultano a loro carico neppure tentativi di intrusione illecita“.
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".