Fine della convalescenza per il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Il capo del governo ha lasciato il Policlinico Gemelli, dove era ricoverato da martedì sera per l’impianto di uno stent. A mezzogiorno Gentiloni presiederà il consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. Ad accompagnarlo all’uscita dal Policlinico, il presidente della Fondazione Gemelli Giovanni Raimondi. Prima dell’uscita dal reparto di degenza, Gentiloni ha salutato l’equipe di medici e operatori sanitari che lo hanno assistito in questi giorni con i professori Filippo Crea, Massimo Antonelli, Massimo Massetti e Antonio Rebuzzi. Tra i primi a salutare l’uscita del presidente del Consiglio dall’ospedale il deputato del Pd Dario Ginefra: “Ben tornato presidente – twitta – Al netto di qualche inaspettato #gufo dell’ultima ora tifiamo tutti per te!”.
Il presidente del Consiglio, dopo tre giorni di ricovero, si rimetterà subito al lavoro, dunque: ha intenzione anche di confermare l’agenda di incontri internazionali, a partire dal vertice di mercoledì a Berlino, presenziando con Angela Merkel al meeting Industria 4.0 con il gotha degli imprenditori italiani e tedeschi. Poi il 27 un bilaterale a Madrid e il 28 il vertice dei premier socialisti a Lisbona.
Già ieri, ancora all’ospedale, Gentiloni ha fatto il punto con gli impegni del governo con la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. Nella sua ultima giornata di ricovero in ospedale, Gentiloni ha incontrato anche Matteo Renzi: è il primo colloquio di persona dopo il passaggio di consegne a Palazzo Chigi ed è l’occasione per fare il punto sui dossier aperti.
L’ordine del giorno del cdm non è stato ancora diffuso ma sul tavolo della riunione dovrebbero esserci tre decreti attuativi delle unioni civili (tra l’altro, su uso del cognome e scioglimento), un primo esame dei nove decreti attuativi della riforma della scuola e alcune nomine, tra cui quelle (dovrebbe essere la proroga di un anno) del comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette (indagato nell’inchiesta Consip) del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, e del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico.