Sono mesi che va avanti lo scontro tra Roma e Berlino sul caso emissioni. Oggi però dalla Germania, che aveva già inviato una lettera Bruxelles per sollecitare l’apertura di un tavolo di consultazioni per cercare di risolvere il disaccordo sull’esito dei test sulle auto Fca, è arrivata una richiesta ufficiale: il ministero dei Trasporti tedesco ha chiesto che per i modelli Fiat 500, Doblò e Jeep Renegade sia garantito il richiamo per le presunte violazioni sulle emissioni. “I modelli testati sono Fiat 500, Fiat Doblò e Jeep Renegade”, ha detto il portavoce del ministro Alexander Dobrindt in conferenza stampa a Berlino rispondendo a una domanda. Sulla questione, poi, è intervenuta anche l’Unione europea, che ha anticipato la possibilità di intervenire in prima persona in caso di mancata risposta dell’Italia nell’ambito del processo di mediazione con la Germania. Tra le ipotesi di intervento di Bruxelles c’è anche la procedura di infrazione, come spiegato da fonti Ue. “Abbiamo ripetutamente chiesto alle autorità italiane di presentare risposte convincenti al più presto possibile. Siamo a corto di tempo, perché abbiamo intenzione di concludere i colloqui sulla conformità della Fiat a breve” ha sottolineato la portavoce della Commissione Ue per l’Industria, Lucia Caudet. La Commissione europea, nel frattempo, sta cercando di fissare una data per un incontro con le due parti per gli inizi di febbraio, perché è intenzionata a chiudere il dossier entro le prossime settimane.
LA RISPOSTA ITALIANA – DELRIO: “RICHIESTA IRRICEVIBILE”
Non si è fatta attendere la risposta dell’Italia, prima con le parole del ministro dei Trasporti Graziano Delrio, poi con un tweet del responsabile dell’Ambiente Gian Luca Galletti. In entrambi i casi non si è trattato di posizioni di apertura nei confronti dell’azione di Berlino. “La richiesta di Berlino è totalmente irricevibile. Non ci sono dispositivi illeciti dimostrati” ha assicurato Delrio. “I tedeschi hanno detto che, tra i dispositivi legali, ci sono alcuni componenti anomali, ma noi abbiamo detto che non è così” ha continuato, sottolineando che “sono le Autorità di omologazione di ogni stato che decidono se un dispositivo è lecito o no. Come noi non abbiamo detto niente su Volkswagen, dobbiamo esigere” che si rispetti la regola che siano le Autorità a decidere. “Siccome noi abbiamo rispettato loro – ha aggiunto – loro devono rispettare noi”. Meno diplomatico Gian Luca Galletti: “Sulle emissioni auto Italia non accetta lezioni: rigore e trasparenza a partire da caso Volkswagen, impegno Ue è test su strada in 2017” ha detto il ministro dell’Ambiente.
LA NOTA DEL MINISTERO DEI TRASPORTI: “VEICOLI CONFORMI”
In serata è stata diramata anche una nota ufficiale del ministero dei Trasporti (leggi il comunicato integrale), che ha rispedito al mittente le accuse rivolte da Berlino. L’Italia – è scritto nel comunicato – sta rispondendo “regolarmente” all’Ue sul caso delle emissioni di Fca e la Fiat 500 “è conforme”. Non solo. A sentire il dicastero guidato da Graziano Delrio, “l’Italia sta lealmente collaborando per gli incontri alla commissione di mediazione Ue su Fiat 500 X. Non è stato disdetto alcun appuntamento. Dai test sulle emissioni sui veicoli Fca, compresa la Fiat 500 X, i veicoli risultano conformi”, ha precisato il Mit, secondo cui “non risulta che la Commissione Europea abbia verifiche proprie che confermino i test tedeschi sui veicoli Fca”. Sulla stessa linea d’onda il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che al Tg3 ha spiegato di non vedere “elementi di scontro con la Germania che ha avuto un caso simile”. A sentire Padoan, “le posizioni del ministro Delrio sono assolutamente quelle giuste”.
LA GERMANIA: “FCA HA UTILIZZATO UN MECCANISMO ILLEGALE DI SPEGNIMENTO”
Il presunto meccanismo illegale di spegnimento a bordo della auto Fiat-Chrysler è stato rilevato nell’ambito delle analisi degli esperti della commissione d’inchiesta tedesca, istituita all’indomani del Dieselgate per cui Volkswagen ha ammesso la truffa e patteggiato una multa da 4,3 miliardi negli Stati Uniti. Il portavoce del ministero dei Trasporti ha spiegato che dopo “la rivelazione delle manipolazioni Vw, nel 2015, il ministro Dobrindt ha istituito una commissione d’inchiesta, che ha lavorato fino a maggio, alla quale sono stati sottoposti moltissimi veicoli. Fra questi anche diversi della Fiat-Chrysler. E la risposta senza dubbi dei periti è stata che su questi veicoli fosse utilizzato un meccanismo illegale di spegnimento“. “La Commissione ne avrebbe parlato volentieri con la Fiat, ma la Fiat ha rifiutato di collaborare. Alla fine di agosto, il nostro ministero ha inviato i nostri risultati al ministero dei Trasporti italiano e ha consultato la Commissione europea, e coloro che dovevano attivarsi”, ha spiegato il portavoce. Ad ottobre c’è stata una nuova sollecitazione, ha aggiunto, e “la Commissione europea si è attivata ed ha avviato un procedimento di mediazione”. “L’Ue ha presentato gli esiti delle proprie indagini che confermano gli esiti delle nostre. Ha chiesto all’Italia di prendere posizione. La seduta successiva – ha continuato – di questa procedura di mediazione era prevista per fine gennaio, inizi febbraio, ma dal lato italiano è stata disdetta. E fino a oggi non vi è nessuna posizione sugli esiti della nostra commissione e su quelli della commissione Ue”, ha concluso il portavoce, motivando così la decisione di Dobrindt di chiedere all’Ue di farsi garante del richiamo dei modelli coinvolti.
LE TAPPE DELLA GUERRA TRA BERLINO E ROMA
Le prime accuse a Fca, infatti, erano arrivate quasi un anno fa, lo scorso febbraio dall’associazione ambientalista tedesca Deutsche Umwelthilfe, che in seguito a una serie di prove condotte in collaborazione con l’università di Berna sosteneva di avere riscontrato anomalie sulla Fiat 500X, che nel corso delle prove avrebbe superato i limiti di NOx da 11 a 22 volte nelle prove a caldo, in condizioni dunque diverse da quelle del test di omologazione europeo e più simili a quelle di guida reali su strada. Deutsche Umwelthilfe parlava di “chiara presenza di defeat devices”. Cuore del contendere la riduzione del controllo delle emissioni dopo 22 minuti. Il ministero tedesco aveva convocato per il 19 maggio i rappresentanti di Fca, che però non si erano presentati. E a difesa della casa automobilistica era sceso in campo il ministro dei Trasporti Graziano Delrio che aveva garantito “piena collaborazione” precisando che “il confronto sulle emissioni dei veicoli Fca deve avvenire tramite le due autorità di omologazione nazionali”.
Qualche giorno dopo, il 7 giugno, il ministro Graziano Delrio, in riferimento a una serie di test condotti in Italia su sette modelli di Fca, tra cui non c’era il modello identico a quello messo sotto accusa dai tedeschi, anticipa i risultati del report che verrà concluso solo a fine luglio, escludendo l’utilizzo di defeat devices sulle vetture testate. I sospetti sull’utilizzo di defeat devices non riguardano più solo i motori diesel montati su modelli di Fiat 500 X, ma anche su Doblò e Jeep Renegade. Intanto anche la commissione Emis si occupa della faccenda. A ottobre vengono chiamati in audizione a rispondere delle accuse tedesche sia il dirigente del ministero Antonio Erario, che il responsabile tecnologico di Fca Harald Wester. Entrambi ribadiscono quella che è sempre stata la linea: nessun sistema di controllo emissioni viene disattivato dopo 22 minuti, ma solo “modulato”. E il tutto serve a proteggere il motore da guasti. Altrimenti, ha sostenuto qualche giorno giorni fa Erario, il motore rischia di spegnersi all’improvviso.
DBRS METTE SOTTO OSSERVAZIONE IL RATING DI FCA
Ieri la penultima puntata di questa diatriba. Berlino ha accusato Roma di essere consapevoli “da mesi” delle presunte “anomalie di Fca”. Il ministro Dobrindt alla Bild am Sonntag aveva detto: “Da mesi le autorità italiane sapevano che secondo l’opinione dei nostri esperti Fca usava dispositivi di spegnimento illegali“. La risposta italiana è arrivata per bocca del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: “Berlino, se si occupa di Volkswagen, non fa un soldo di danno”. Oggi, invece, l’ennesimo capitolo della vicenda. E di certo non sarà l’ultimo. L’agenzia di rating canadese Dbrs, intanto, ha messo sotto osservazione con ‘developing implication‘ il rating di Fca dopo le accuse dell’Agenzia per la Protezione ambientale sulla violazione delle emissioni sui diesel. A sentire Dbrs è “prematuro stimare i costi delle accuse” e, osservando come Fca è in grado di assorbire eventuali sanzioni, ha messo in evidenza che “ogni costo significativo potrebbe” mettere a rischio l’attuale piano industriale.
Numeri & News
Dieselgate, Berlino all’Ue: “Ritirare Fiat 500, Doblò e Jeep Renegade”. Bruxelles valuta procedura di infrazione
Le prime accuse erano arrivate lo scorso febbraio dall’associazione ambientalista tedesca Deutsche Umwelthilfe, che in seguito a una serie di prove condotte in collaborazione con l’università di Berna sosteneva di avere riscontrato anomalie sulla Fiat 500X. L'Ue sollecita risposte, pena possibili sanzioni. Il ministero dei Trasporti: "Italia sta rispondendo all'Unione europea. 500x è conforme"
Sono mesi che va avanti lo scontro tra Roma e Berlino sul caso emissioni. Oggi però dalla Germania, che aveva già inviato una lettera Bruxelles per sollecitare l’apertura di un tavolo di consultazioni per cercare di risolvere il disaccordo sull’esito dei test sulle auto Fca, è arrivata una richiesta ufficiale: il ministero dei Trasporti tedesco ha chiesto che per i modelli Fiat 500, Doblò e Jeep Renegade sia garantito il richiamo per le presunte violazioni sulle emissioni. “I modelli testati sono Fiat 500, Fiat Doblò e Jeep Renegade”, ha detto il portavoce del ministro Alexander Dobrindt in conferenza stampa a Berlino rispondendo a una domanda. Sulla questione, poi, è intervenuta anche l’Unione europea, che ha anticipato la possibilità di intervenire in prima persona in caso di mancata risposta dell’Italia nell’ambito del processo di mediazione con la Germania. Tra le ipotesi di intervento di Bruxelles c’è anche la procedura di infrazione, come spiegato da fonti Ue. “Abbiamo ripetutamente chiesto alle autorità italiane di presentare risposte convincenti al più presto possibile. Siamo a corto di tempo, perché abbiamo intenzione di concludere i colloqui sulla conformità della Fiat a breve” ha sottolineato la portavoce della Commissione Ue per l’Industria, Lucia Caudet. La Commissione europea, nel frattempo, sta cercando di fissare una data per un incontro con le due parti per gli inizi di febbraio, perché è intenzionata a chiudere il dossier entro le prossime settimane.
LA RISPOSTA ITALIANA – DELRIO: “RICHIESTA IRRICEVIBILE”
Non si è fatta attendere la risposta dell’Italia, prima con le parole del ministro dei Trasporti Graziano Delrio, poi con un tweet del responsabile dell’Ambiente Gian Luca Galletti. In entrambi i casi non si è trattato di posizioni di apertura nei confronti dell’azione di Berlino. “La richiesta di Berlino è totalmente irricevibile. Non ci sono dispositivi illeciti dimostrati” ha assicurato Delrio. “I tedeschi hanno detto che, tra i dispositivi legali, ci sono alcuni componenti anomali, ma noi abbiamo detto che non è così” ha continuato, sottolineando che “sono le Autorità di omologazione di ogni stato che decidono se un dispositivo è lecito o no. Come noi non abbiamo detto niente su Volkswagen, dobbiamo esigere” che si rispetti la regola che siano le Autorità a decidere. “Siccome noi abbiamo rispettato loro – ha aggiunto – loro devono rispettare noi”. Meno diplomatico Gian Luca Galletti: “Sulle emissioni auto Italia non accetta lezioni: rigore e trasparenza a partire da caso Volkswagen, impegno Ue è test su strada in 2017” ha detto il ministro dell’Ambiente.
LA NOTA DEL MINISTERO DEI TRASPORTI: “VEICOLI CONFORMI”
In serata è stata diramata anche una nota ufficiale del ministero dei Trasporti (leggi il comunicato integrale), che ha rispedito al mittente le accuse rivolte da Berlino. L’Italia – è scritto nel comunicato – sta rispondendo “regolarmente” all’Ue sul caso delle emissioni di Fca e la Fiat 500 “è conforme”. Non solo. A sentire il dicastero guidato da Graziano Delrio, “l’Italia sta lealmente collaborando per gli incontri alla commissione di mediazione Ue su Fiat 500 X. Non è stato disdetto alcun appuntamento. Dai test sulle emissioni sui veicoli Fca, compresa la Fiat 500 X, i veicoli risultano conformi”, ha precisato il Mit, secondo cui “non risulta che la Commissione Europea abbia verifiche proprie che confermino i test tedeschi sui veicoli Fca”. Sulla stessa linea d’onda il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che al Tg3 ha spiegato di non vedere “elementi di scontro con la Germania che ha avuto un caso simile”. A sentire Padoan, “le posizioni del ministro Delrio sono assolutamente quelle giuste”.
LA GERMANIA: “FCA HA UTILIZZATO UN MECCANISMO ILLEGALE DI SPEGNIMENTO”
Il presunto meccanismo illegale di spegnimento a bordo della auto Fiat-Chrysler è stato rilevato nell’ambito delle analisi degli esperti della commissione d’inchiesta tedesca, istituita all’indomani del Dieselgate per cui Volkswagen ha ammesso la truffa e patteggiato una multa da 4,3 miliardi negli Stati Uniti. Il portavoce del ministero dei Trasporti ha spiegato che dopo “la rivelazione delle manipolazioni Vw, nel 2015, il ministro Dobrindt ha istituito una commissione d’inchiesta, che ha lavorato fino a maggio, alla quale sono stati sottoposti moltissimi veicoli. Fra questi anche diversi della Fiat-Chrysler. E la risposta senza dubbi dei periti è stata che su questi veicoli fosse utilizzato un meccanismo illegale di spegnimento“. “La Commissione ne avrebbe parlato volentieri con la Fiat, ma la Fiat ha rifiutato di collaborare. Alla fine di agosto, il nostro ministero ha inviato i nostri risultati al ministero dei Trasporti italiano e ha consultato la Commissione europea, e coloro che dovevano attivarsi”, ha spiegato il portavoce. Ad ottobre c’è stata una nuova sollecitazione, ha aggiunto, e “la Commissione europea si è attivata ed ha avviato un procedimento di mediazione”. “L’Ue ha presentato gli esiti delle proprie indagini che confermano gli esiti delle nostre. Ha chiesto all’Italia di prendere posizione. La seduta successiva – ha continuato – di questa procedura di mediazione era prevista per fine gennaio, inizi febbraio, ma dal lato italiano è stata disdetta. E fino a oggi non vi è nessuna posizione sugli esiti della nostra commissione e su quelli della commissione Ue”, ha concluso il portavoce, motivando così la decisione di Dobrindt di chiedere all’Ue di farsi garante del richiamo dei modelli coinvolti.
LE TAPPE DELLA GUERRA TRA BERLINO E ROMA
Le prime accuse a Fca, infatti, erano arrivate quasi un anno fa, lo scorso febbraio dall’associazione ambientalista tedesca Deutsche Umwelthilfe, che in seguito a una serie di prove condotte in collaborazione con l’università di Berna sosteneva di avere riscontrato anomalie sulla Fiat 500X, che nel corso delle prove avrebbe superato i limiti di NOx da 11 a 22 volte nelle prove a caldo, in condizioni dunque diverse da quelle del test di omologazione europeo e più simili a quelle di guida reali su strada. Deutsche Umwelthilfe parlava di “chiara presenza di defeat devices”. Cuore del contendere la riduzione del controllo delle emissioni dopo 22 minuti. Il ministero tedesco aveva convocato per il 19 maggio i rappresentanti di Fca, che però non si erano presentati. E a difesa della casa automobilistica era sceso in campo il ministro dei Trasporti Graziano Delrio che aveva garantito “piena collaborazione” precisando che “il confronto sulle emissioni dei veicoli Fca deve avvenire tramite le due autorità di omologazione nazionali”.
Qualche giorno dopo, il 7 giugno, il ministro Graziano Delrio, in riferimento a una serie di test condotti in Italia su sette modelli di Fca, tra cui non c’era il modello identico a quello messo sotto accusa dai tedeschi, anticipa i risultati del report che verrà concluso solo a fine luglio, escludendo l’utilizzo di defeat devices sulle vetture testate. I sospetti sull’utilizzo di defeat devices non riguardano più solo i motori diesel montati su modelli di Fiat 500 X, ma anche su Doblò e Jeep Renegade. Intanto anche la commissione Emis si occupa della faccenda. A ottobre vengono chiamati in audizione a rispondere delle accuse tedesche sia il dirigente del ministero Antonio Erario, che il responsabile tecnologico di Fca Harald Wester. Entrambi ribadiscono quella che è sempre stata la linea: nessun sistema di controllo emissioni viene disattivato dopo 22 minuti, ma solo “modulato”. E il tutto serve a proteggere il motore da guasti. Altrimenti, ha sostenuto qualche giorno giorni fa Erario, il motore rischia di spegnersi all’improvviso.
DBRS METTE SOTTO OSSERVAZIONE IL RATING DI FCA
Ieri la penultima puntata di questa diatriba. Berlino ha accusato Roma di essere consapevoli “da mesi” delle presunte “anomalie di Fca”. Il ministro Dobrindt alla Bild am Sonntag aveva detto: “Da mesi le autorità italiane sapevano che secondo l’opinione dei nostri esperti Fca usava dispositivi di spegnimento illegali“. La risposta italiana è arrivata per bocca del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: “Berlino, se si occupa di Volkswagen, non fa un soldo di danno”. Oggi, invece, l’ennesimo capitolo della vicenda. E di certo non sarà l’ultimo. L’agenzia di rating canadese Dbrs, intanto, ha messo sotto osservazione con ‘developing implication‘ il rating di Fca dopo le accuse dell’Agenzia per la Protezione ambientale sulla violazione delle emissioni sui diesel. A sentire Dbrs è “prematuro stimare i costi delle accuse” e, osservando come Fca è in grado di assorbire eventuali sanzioni, ha messo in evidenza che “ogni costo significativo potrebbe” mettere a rischio l’attuale piano industriale.
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Napoli , 6 mar. - (Adnkronos) - Max blitz antidroga dei carabinieri tra Napoli e Salerno: smantellate 15 piazze di spaccio e indagato a piede per favoreggiamento anche un sacerdote. I militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, nei confronti di 51 soggetti (dei quali 15 in carcere, 17 agli arresti domiciliari e 19 sottoposti all'obbligo di presentazione alla p.g.) gravemente indiziati dei reati di detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti di 48 indagati, mentre dei restanti tre, due sono attualmente all'estero e il terzo è tuttora attivamente ricercato. Tra questi anche il tiktoker Antonio Gemignani, noto come Papusciello.
Avvalendosi di corrieri della droga provenienti da Napoli e Roma - si legge in una nota a firma del procuratore Nunzio Fragliasso - gli indagati avrebbero posto in essere un giro di affari di circa otto milioni di euro, con oltre 500.000 euro in contanti sequestrati dagli inquirenti nel corso delle indagini. Le investigazioni, condotte attraverso una poderosa attività di intercettazione telefonica e ambientale, che si è protratta per diversi mesi, hanno consentito di documentare e ricostruire le dinamiche relative alla gestione dell'attività di spaccio in ben 15 piazze di diverse città, in provincia di Napoli e di Salerno, nonché di recuperare e sequestrare complessivamente 19 chilogrammi di cocaina. Dalle indagini è emerso che alcuni indagati si servivano delle abitazioni di soggetti incensurati e anziani per occultare ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, mentre altri sfruttavano la presenza di neonati per eludere eventuali controlli.
E tra gli indagati figura anche un sacerdote di Torre Annunziata. Inoltre, una donna è stata ripresa durante lo spaccio di droga con un neonato in braccio. L'approvvigionamento delle varie piazze di spaccio avveniva mediante il ricorso a fidati corrieri che, a tal fine, utilizzavano autovetture dotate di scomparti segreti in cui lo stupefacente veniva abilmente occultato. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno operato sette arresti in flagranza di reato, individuando anche soggetti in possesso di armi detenute illegalmente.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Domani, venerdì 7 marzo, dalle ore 15 alle ore 17, presso ExtraLibera, Via Stamira 5, a Roma, si terrà l’assemblea dei soggetti che fanno parte del comitato promotore del Referendum cittadinanza. Interverranno, tra gli altri, Emma Bonino, Riccardo Magi, Elly Schlein, Angelo Bonelli, Deepika Salhan, Sonny Olumati, Francesca Druetti, Antonella Soldo, Katia Scannavini, Pippo Civati, Paolo Bonetti, Natale Di Cola, Ileana Bello, Walter Massa e molti altri.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la Bce, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025. E’ quanto si legge nel comunicato diffuso dall’Eurotower.
Il consiglio direttivo “è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine” soprattutto “nelle attuali condizioni caratterizzate da crescente incertezza, definirà l’orientamento di politica monetaria adeguato seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, viene evidenziato nella nota.
L’approccio della Banca centrale continuerà ad essere basato sui dati e a procedere ‘riunione per riunione’, ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa a Francoforte. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo in materia di tassi di interesse “si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si impegna a seguire un particolare percorso dei tassi”, ha sottolineato Lagarde, per la quale "i rischi per la crescita economica rimangono orientati verso il basso”.
“Un'escalation delle tensioni commerciali ridurrebbe la crescita dell’eurozona, frenando le esportazioni e indebolendo l'economia globale” e “il perdurare dell'incertezza sulle politiche commerciali globali potrebbe trascinare al ribasso gli investimenti”. Allo stesso modo “le tensioni geopolitiche, come la guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono un'importante fonte di incertezza. La crescita potrebbe diminuire se gli effetti ritardati dell'inasprimento della politica monetaria durassero più a lungo del previsto”.
La crescita dell’eurozona “potrebbe essere più elevata se le condizioni di finanziamento più facili e il calo dell'inflazione consentiranno una ripresa più rapida dei consumi e degli investimenti interni. Anche un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe contribuire alla crescita”, ha detto ancora la presidente della Bce.
Infine Lagarde spiega che "l'incertezza è aumentata e probabilmente peserà sugli investimenti e sulle esportazioni più di quanto previsto in precedenza”. La crescita “dovrebbe essere sostenuta dall'aumento dei redditi e dalla riduzione dei costi di finanziamento” e secondo le proiezioni dei tecnici “anche le esportazioni dovrebbero essere sostenute dall'aumento della domanda globale, a patto che le tensioni commerciali non si intensifichino ulteriormente”.
Le decisioni della Bce sui tassi di interesse quindi continueranno ad essere basate “sulla valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
L'inflazione complessiva, indicano gli esperti, ora "si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione complessiva per il 2025 riflette la più vigorosa dinamica dei prezzi dell’energia”. “L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all’1,9% nel 2027”. Le misure dell’inflazione di fondo “suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine. L’inflazione interna resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione”, evidenzia Francoforte. Tuttavia, “il processo disinflazionistico è ben avviato. L’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti”.
“La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera”, si legge nella nota diffusa dalla Bce al termine del consiglio direttivo. “Al tempo stesso – sottolinea però l’Eurotower – l’allentamento delle condizioni di finanziamento è contrastato dai passati rialzi dei tassi di interesse che si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere, e il volume dei prestiti resta nel complesso contenuto”.
La Bce rende inoltre noto che l’economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027.
Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026, sottolinea l'Eurotower, "riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale. L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti dei rialzi passati dei tassi di interesse restano le principali determinanti alla base dell’atteso incremento della domanda nel corso del tempo".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "C'è bisogno di un'Europa più coraggiosa, più forte e più giusta. Per questo è necessario andare avanti sulla strada del rafforzamento dell'Unione europea e della sua capacità di iniziativa politica". Così Pierfrancesco Majorino, componente della segreteria nazionale Pd.
"In questo quadro il vertice odierno del Pse ha visto in campo le proposte del Partito Democratico. Il contributo di Elly Schlein è stato essenziale e ha inevitabilmente messo in luce anche le contraddizioni del piano di Ursula von der Leyen. Un piano che ad oggi non porta alla difesa comune, ma al semplice riarmo generalizzato dei singoli Stati nazionali e a inevitabili tagli di voci che vanno invece assolutamente potenziate. Penso a coesione sociale e welfare".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Innovazione protagonista nella serata di ieri a Key - The Energy Transition Expo, nella seconda edizione del Premio 'Lorenzo Cagnoni', che è stato consegnato agli espositori per i sette progetti più innovativi presentati in fiera, uno per ogni settore merceologico della manifestazione, e alle tre Start-up dell’Innovation District dal più alto potenziale innovativo.
A premiare gli espositori, Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group, Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green&Technolgy di Ieg, Christian Previati, Exhibition Manager di Key, Francesco Naso, segretario generale Motus-E e Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys.
Le aziende premiate sono state: Horay Solar Co., Ltd, Italian Wind Technologies, Energy Dome, Rina, Renovis, Camel Energy GmbH e Alperia. Le tre Start-up che hanno ricevuto il riconoscimento sono state: Trailslight, Reefilla e Sizable Energy.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Innovazione protagonista nella serata di ieri a Key - The Energy Transition Expo, nella seconda edizione del Premio 'Lorenzo Cagnoni', che è stato consegnato agli espositori per i sette progetti più innovativi presentati in fiera, uno per ogni settore merceologico della manifestazione, e alle tre Start-up dell’Innovation District dal più alto potenziale innovativo.
A premiare gli espositori, Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group, Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green&Technolgy di Ieg, Christian Previati, Exhibition Manager di Key, Francesco Naso, segretario generale Motus-E e Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys.
Le aziende premiate sono state: Horay Solar Co., Ltd, Italian Wind Technologies, Energy Dome, Rina, Renovis, Camel Energy GmbH e Alperia. Le tre Start-up che hanno ricevuto il riconoscimento sono state: Trailslight, Reefilla e Sizable Energy.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Una riunione al vertice del Pse molto importante e impegnativa. Con la piena consapevolezza della gravità della situazione e della necessità di una risposta europea. La segretaria Elly Schlein ha portato il nostro punto di vista. Riarmare 27 eserciti nazionali non fa deterrenza". Così il responsabile Esteri nella segreteria nazionale Pd, Giuseppe Provenzano, appena terminato il prevertice socialista a Bruxelles a cui ha partecipato con la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Più che prestiti ai singoli paesi servirebbero investimenti europei in progetti comuni. Ma la sfida è più grande. Serve investire in sicurezza comune, ma non solo. Per l’autonomia strategica serve una politica estera, un’economia forte, una società coesa. La risposta dev’essere più coraggiosa, come è stato con la pandemia".
"Di certo, non si possono sostituire le spese sociali con le spese militari, consentendo di dirottare i fondi di coesione. Su questa nostra priorità, c’è stato consenso tra i socialisti europei. La nostra critica al Piano di Von der Leyen non è dunque per frenare la risposta europea. Ma per rafforzarla, per costruire un’Europa davvero unita, capace di compiere la svolta politica necessaria a costruire pace, giustizia e sicurezza".