Non c’è solo il trasferimento a Milano. Sky Italia ha annunciato stamattina ai sindacati il piano di riorganizzazione delle redazioni di Sky Tg 24 in cui sono previsti quasi duecento esuberi e un drastico ridimensionamento della sede romana. Se da giorni era attesa la conferma del trasloco degli uffici del notiziario nella sede milanese, i possibili tagli – motivati dalla concorrenza di Netflix e altre piattaforme online – hanno destato più scalpore.
La notizia è arrivata stamattina durante l’incontro tra l’amministratore delegato Andrea Zappia, i responsabili delle risorse umane e i segretari generali e nazionali di categoria (Slc Cgil, Fistec Cisl e Uilcom della Uil). A loro Sky Italia ha annunciato un piano di riorganizzazione del personale del canale all news diretto da Sarah Varetto, un piano che toccherà tre sedi entro la fine del 2017. Dal polo di Roma dovrebbero partire trecento lavoratori diretti a Nord, mentre 120 colleghi potrebbero essere in esubero e gli altri potranno restare nella Capitale: lasceranno gli studi di via Salaria e si sistemeranno negli spazi vicino al Quirinale, dove troveranno posto la redazione politica, la cronaca romana e alcuni uffici. Da Cagliari dieci persone della “control room” dovranno essere trasferite a Milano. Qui, dove l’azienda vuole concentrare tutto, avverranno altri ottanta esuberi dell’area finanza, controllo di qualità e “service & delivery”.
Sky Italia ha motivato questa riorganizzazione con l’intento di competere economicamente non tanto con Rai o Mediaset, ma con Netflix, Amazon e le altre piattaforme che forniscono un servizio di tv online, le cosiddette “Over the top”, che hanno costi di produzione molto più bassi. Per la società le condizioni poste ai sindacati sono quelle necessarie per poter assestare l’andamento in un settore che sta subendo molto la concorrenza delle piattaforme online. L’azienda intende quindi aprire un dialogo con i suoi dipendenti, che presto potrebbero riunirsi in assemblea per capire cosa fare. “Vogliamo Sky Tv a Roma – afferma una delle rappresentanti sindacali, Sonia Lippi, della Slc Cgil -. Faremo qualsiasi cosa affinché il governo, la Regione Lazio e il Comune di Roma intervengano per mantenere 420 lavoratori a Roma, senza dimenticare l’indotto nel quale lavorano altre 500 persone”.
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