Nonostante la sconfitta elettorale, fino all’ultimo non ha voluto mollare il potere che deteneva da 22 anni. Ma dopo l’arrivo delle truppe senegalesi in Gambia, Yahya Jammeh ha lasciato il Paese e l’incarico presidenziale al suo legittimo successore, Adama Barrow. Se n’è andato a bordo di un jet privato e non a mani vuote: il dittatore è fuggito in esilio portando con sé oltre 11 milioni di dollari – ovvero l’1 per cento del Pil – prelevati dalle casse dello Stato, oltre ad auto di lusso e altri oggetti di valore, caricati su un aereo cargo del Chad. Al momento si ritiene sia in Guinea Equatoriale, anche se non ci sono conferme ufficiali da parte delle autorità locali.
Un gruppo di esperti, ha riferito da Dakar Mai Ahmad Fatty, consigliere di Barrow, sta valutando l’esatto ammontare del ‘bottino’. “Le casse sono praticamente vuote, c’è la conferma dei tecnici del ministero delle Finanze e della Banca centrale del Gambia“, ha continuato Fatty. Jammeh, che ha lasciato il Gambia sabato, a lungo si era rifiutato di cedere il potere a Barrow, vincitore delle elezioni. La sua partenza alla fine è stata favorita dalla mediazione dei leader africani della regione e dalla minaccia dell’intervento armato di una coalizione di cinque nazioni africane, guidate dal Senegal. I militari della coalizione domenica 23 gennaio sono entrati nella capitale Banjul per preparare l’arrivo di Barrow, che in queste settimane è rimasto in Senegal in attesa di poter assumere i suoi poteri.