“Mia moglie ha il cancro e per me la cosa più importante è trovare soldi con ogni mezzo”. E’ uno dei passaggi centrali del colloquio tra Giulio Regeni e Mohammed Abdallah, ripreso in un video girato di nascosto dal capo del sindacato degli ambulanti egiziani che ha ammesso di aver denunciato il ricercatore italiano ai servizi segreti del Cairo. Le riprese, acquisite anche dagli inquirenti italiani, sono state trasmesse ieri dalla tv di stato egiziana. Un estratto di 4 minuti – il video originale dura complessivamente un’ora e 55 minuti – che spiega come il capo dei sindacalisti dei venditori di strada spinga per usare a fini personali i soldi del progetto finanziato da Antipode, la fondazione inglese che offre un finanziamento di 10mila sterline per la promozione e lo sviluppo per le ricerche in campo sociale. Giulio risponde imbarazzato, prende tempo, chiede informazioni sul progetto che Abdallah vorrebbe fosse finanziato e poi si mostra inflessibile alla proposta di destinare il denaro ad altri scopi. Un atteggiamento che il ricercatore di Fiumicello commenta nel suo diario come “un segno di miseria umana”. I servizi egiziani hanno ammesso di aver ricevuto, ma non di aver richiesto questo video e sostengono che Abdallah abbia deciso di riprendere furtivamente il ricercatore italiano di sua iniziativa.
Ma la versione non convince. Il fimato è stato girato il 6 gennaio 2016, secondo quanto si apprende, con una apparecchiatura in dotazione alla polizia del Cairo nascosta in un bottone della camicia di Abdallah: per chi indaga in Italia è la conferma del coinvolgimento della polizia nella realizzazione del video. Secondo quanto accertato da inquirenti ed investigatori italiani, il sindacalista avrebbe denunciato Regeni alla polizia prima del 6 gennaio, dunque prima del colloquio videoripreso, e non il 7 gennaio come indicato in un primo momento dai magistrati egiziani ai colleghi romani, forse perché tratti in inganno dalla stessa polizia. Dopo la denuncia di Abdallah la polizia si sarebbe d’accordo con Abdallah per girare il video.
“Io ho una situazione familiare disagiata – è uno dei passaggi cruciali del discorso con il quale Abdallah chiede a Giulio di usare il denaro in modi non consentiti – mia figlia è stata operata il cinque. Mia moglie deve essere operata per cancro. Per cui io sono disposto a buttarmi su qualsiasi cosa, l’importante che ne escano fuori dei soldi!”. Regeni risponde in modo chiaro: “Senti, Mohammed, questi soldi non sono i miei. Io non posso utilizzarli a mio piacimento perché sono un accademico e non posso comunicare all’istituto britannico che intendo usare i soldi per fini personali. Si creerebbe un grande problema per i britannici!”. Abdallah lo incalza: “Ma non c’è una scappatoia per poter utilizzarli a fini personali?”. E Giulio non arretra di un passo: “Non so che dirti! Questi soldi provengono tramite me, ma dalla Gran Bretagna e dal Centro Egiziano. E da quest’ultimo ai venditori ambulanti. Non c’è altra via!”.
Qui la traduzione di parte conversazione
Regeni: Tu sei convinto che io possiedo molta autorità. In verità io non ho alcuna autorità! il programma parte dalla Gran Bretagna. Io non conosco le persone operanti all’interno dell’istituto competente per i soldi! Che posso fare? Vuoi che gli scriva una mail dicendogli che ci servono i soldi subito perché fra due settimane c’è la ricorrenza del 25 gennaio?! (ultima frase detta ironicamente N.d.T.).
Abdallah: Si può fare?
Regeni: Ma certo che no. Per me non è professionale.
Regeni: Eh lo so. Capisco. Io … col mio tempo (frase senza senso, detta in un arabo scorretto e quindi incomprensibile N.d.T.). Non ho nessuna autorità. Io sono solamente uno straniero in Egitto. Sono un ricercatore e mi interessa procedere nella mia ricerca – progetto. Io, Giulio, il mio interesse è questo. E mi interessa che voi come venditori ambulanti fruiate del denaro in modo ufficiale, come previsto dal progetto e dai britannici. Questo è l’importante per me.
Abdallah: Ok.
Regeni: Non ho altri interessi. E mi auguro che sia lo stesso obiettivo di quelli del Centro.
Regeni: Ah ok. No, allora, io questo voglio saperlo da te! Voglio che proponi idee \ proposte e dopodiché discutiamo i particolari. Ho però prima bisogno di idee \ proposte come, ad esempio: disponiamo dei soldi, per quanto siano pochi, e vogliamo usarli che ne so … in … (e mima con le mani la forma di una struttura N.d.T.).
Abdallah: No … allora … Giulio … non riesci a capirmi! Questi soldi li useremo in progetti di affitto di spazi per bancarelle eccetera, oppure li useremo per progetti politici per promuovere la libertà …
Regeni: Fare politica la vedo difficile in questo frangente!
Regeni: Allora, se sul piatto si mette una buona idea e intendiamo ottenere sovvenzionamento, sempreché ce li concedano, mi auguro di sì, allora ci saranno eventualmente molti progetti provenienti da diverse parti del mondo per i quali poter ottenere del denaro. Quindi, quello che voglio spiegare è che la cosa non è sicura al cento per cento, ma dobbiamo tentare e sperare. Se noi sul piatto abbiamo delle idee, magari proveniente, ad esempio, da te, allora, una volta ottenute le informazioni (relative alle eventuali idee e progetti N.d.T.) …
Abdallah: Informazioni relative a cosa, tipo cosa? Così incomincio a reperirle. Mi metto subito all’opera.
Abdallah: No, non ero teso \ preoccupato \ ansioso. Giulio, ascolta. Noi ormai siamo amici, giusto? Io ho una situazione familiare disagiata. Mia figlia è stata operata il cinque. Mia moglie deve essere operata per cancro. Per cui io sono disposto a buttarmi su qualsiasi cosa, l’importante che ne escano fuori dei soldi!
Regeni: Senti, Mohammed, questi soldi non sono i miei. Io non posso utilizzarli a mio piacimento perché sono un accademico e non posso comunicare all’istituto britannico che intendo usare i soldi per fini personali. Si creerebbe un grande problema per i britannici!
Abdallah: Ma non c’è una scappatoia per poter utilizzarli a fini personali?
Regeni: Non so che dirti! Questi soldi provengono tramite me, ma dalla Gran Bretagna e dal Centro Egiziano. E da quest’ultimo ai venditori ambulanti. Non c’è altra via!
(pausa caffè N.d.T.) altri 30 secondi
Abdallah: Dico bene?
Regeni: Giusto.
Abdallah: Seconda cosa, mia figlia ha subito un intervento e necessita di essere sottoposta ad un ulteriore intervento e quindi mi trovo in condizioni di bisogno economico.
Regeni: Mi dispiace, ma questa è un’altra questione. Io non so cosa dirti in relazione ai soldi! Soldi che, tra l’altro, potrebbero arrivare dopo marzo e non adesso. Non possiamo fruire di altri soldi prima dell’arrivo dei soldi dell’istituto britannico!
Aggiornato da redazione web alle 14.34
Mondo - 23 Gennaio 2017
Giulio Regeni, il video dell’incontro con il sindacalista Abdallah che l’ha denunciato ai servizi segreti
La Playlist Mondo
"Mia moglie deve essere operata per cancro. Sono disposto a buttarmi su qualsiasi cosa, l’importante che ne escano fuori dei soldi!". E' uno dei passaggi del colloquio tra il ricercatore italiano e il capo del sindacato degli ambulanti egiziani, che ha filmato l'incontro con una microcamera nascosta in un bottone della camicia. Alla richiesta di usare i fondi in maniera illecita, Regeni rispondeva di no: "I soldi non sono miei, non posso usarli per fini personali"
“Mia moglie ha il cancro e per me la cosa più importante è trovare soldi con ogni mezzo”. E’ uno dei passaggi centrali del colloquio tra Giulio Regeni e Mohammed Abdallah, ripreso in un video girato di nascosto dal capo del sindacato degli ambulanti egiziani che ha ammesso di aver denunciato il ricercatore italiano ai servizi segreti del Cairo. Le riprese, acquisite anche dagli inquirenti italiani, sono state trasmesse ieri dalla tv di stato egiziana. Un estratto di 4 minuti – il video originale dura complessivamente un’ora e 55 minuti – che spiega come il capo dei sindacalisti dei venditori di strada spinga per usare a fini personali i soldi del progetto finanziato da Antipode, la fondazione inglese che offre un finanziamento di 10mila sterline per la promozione e lo sviluppo per le ricerche in campo sociale. Giulio risponde imbarazzato, prende tempo, chiede informazioni sul progetto che Abdallah vorrebbe fosse finanziato e poi si mostra inflessibile alla proposta di destinare il denaro ad altri scopi. Un atteggiamento che il ricercatore di Fiumicello commenta nel suo diario come “un segno di miseria umana”. I servizi egiziani hanno ammesso di aver ricevuto, ma non di aver richiesto questo video e sostengono che Abdallah abbia deciso di riprendere furtivamente il ricercatore italiano di sua iniziativa.
Ma la versione non convince. Il fimato è stato girato il 6 gennaio 2016, secondo quanto si apprende, con una apparecchiatura in dotazione alla polizia del Cairo nascosta in un bottone della camicia di Abdallah: per chi indaga in Italia è la conferma del coinvolgimento della polizia nella realizzazione del video. Secondo quanto accertato da inquirenti ed investigatori italiani, il sindacalista avrebbe denunciato Regeni alla polizia prima del 6 gennaio, dunque prima del colloquio videoripreso, e non il 7 gennaio come indicato in un primo momento dai magistrati egiziani ai colleghi romani, forse perché tratti in inganno dalla stessa polizia. Dopo la denuncia di Abdallah la polizia si sarebbe d’accordo con Abdallah per girare il video.
“Io ho una situazione familiare disagiata – è uno dei passaggi cruciali del discorso con il quale Abdallah chiede a Giulio di usare il denaro in modi non consentiti – mia figlia è stata operata il cinque. Mia moglie deve essere operata per cancro. Per cui io sono disposto a buttarmi su qualsiasi cosa, l’importante che ne escano fuori dei soldi!”. Regeni risponde in modo chiaro: “Senti, Mohammed, questi soldi non sono i miei. Io non posso utilizzarli a mio piacimento perché sono un accademico e non posso comunicare all’istituto britannico che intendo usare i soldi per fini personali. Si creerebbe un grande problema per i britannici!”. Abdallah lo incalza: “Ma non c’è una scappatoia per poter utilizzarli a fini personali?”. E Giulio non arretra di un passo: “Non so che dirti! Questi soldi provengono tramite me, ma dalla Gran Bretagna e dal Centro Egiziano. E da quest’ultimo ai venditori ambulanti. Non c’è altra via!”.
Qui la traduzione di parte conversazione
Regeni: Tu sei convinto che io possiedo molta autorità. In verità io non ho alcuna autorità! il programma parte dalla Gran Bretagna. Io non conosco le persone operanti all’interno dell’istituto competente per i soldi! Che posso fare? Vuoi che gli scriva una mail dicendogli che ci servono i soldi subito perché fra due settimane c’è la ricorrenza del 25 gennaio?! (ultima frase detta ironicamente N.d.T.).
Abdallah: Si può fare?
Regeni: Ma certo che no. Per me non è professionale.
Regeni: Eh lo so. Capisco. Io … col mio tempo (frase senza senso, detta in un arabo scorretto e quindi incomprensibile N.d.T.). Non ho nessuna autorità. Io sono solamente uno straniero in Egitto. Sono un ricercatore e mi interessa procedere nella mia ricerca – progetto. Io, Giulio, il mio interesse è questo. E mi interessa che voi come venditori ambulanti fruiate del denaro in modo ufficiale, come previsto dal progetto e dai britannici. Questo è l’importante per me.
Abdallah: Ok.
Regeni: Non ho altri interessi. E mi auguro che sia lo stesso obiettivo di quelli del Centro.
Regeni: Ah ok. No, allora, io questo voglio saperlo da te! Voglio che proponi idee \ proposte e dopodiché discutiamo i particolari. Ho però prima bisogno di idee \ proposte come, ad esempio: disponiamo dei soldi, per quanto siano pochi, e vogliamo usarli che ne so … in … (e mima con le mani la forma di una struttura N.d.T.).
Abdallah: No … allora … Giulio … non riesci a capirmi! Questi soldi li useremo in progetti di affitto di spazi per bancarelle eccetera, oppure li useremo per progetti politici per promuovere la libertà …
Regeni: Fare politica la vedo difficile in questo frangente!
Regeni: Allora, se sul piatto si mette una buona idea e intendiamo ottenere sovvenzionamento, sempreché ce li concedano, mi auguro di sì, allora ci saranno eventualmente molti progetti provenienti da diverse parti del mondo per i quali poter ottenere del denaro. Quindi, quello che voglio spiegare è che la cosa non è sicura al cento per cento, ma dobbiamo tentare e sperare. Se noi sul piatto abbiamo delle idee, magari proveniente, ad esempio, da te, allora, una volta ottenute le informazioni (relative alle eventuali idee e progetti N.d.T.) …
Abdallah: Informazioni relative a cosa, tipo cosa? Così incomincio a reperirle. Mi metto subito all’opera.
Abdallah: No, non ero teso \ preoccupato \ ansioso. Giulio, ascolta. Noi ormai siamo amici, giusto? Io ho una situazione familiare disagiata. Mia figlia è stata operata il cinque. Mia moglie deve essere operata per cancro. Per cui io sono disposto a buttarmi su qualsiasi cosa, l’importante che ne escano fuori dei soldi!
Regeni: Senti, Mohammed, questi soldi non sono i miei. Io non posso utilizzarli a mio piacimento perché sono un accademico e non posso comunicare all’istituto britannico che intendo usare i soldi per fini personali. Si creerebbe un grande problema per i britannici!
Abdallah: Ma non c’è una scappatoia per poter utilizzarli a fini personali?
Regeni: Non so che dirti! Questi soldi provengono tramite me, ma dalla Gran Bretagna e dal Centro Egiziano. E da quest’ultimo ai venditori ambulanti. Non c’è altra via!
(pausa caffè N.d.T.) altri 30 secondi
Abdallah: Dico bene?
Regeni: Giusto.
Abdallah: Seconda cosa, mia figlia ha subito un intervento e necessita di essere sottoposta ad un ulteriore intervento e quindi mi trovo in condizioni di bisogno economico.
Regeni: Mi dispiace, ma questa è un’altra questione. Io non so cosa dirti in relazione ai soldi! Soldi che, tra l’altro, potrebbero arrivare dopo marzo e non adesso. Non possiamo fruire di altri soldi prima dell’arrivo dei soldi dell’istituto britannico!
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.