I soldi ci sono, anche se secondo alcuni non basteranno fino al termine dell’anno scolastico. Eppure gli studenti non vedenti e non udenti della provincia di Milano continuano a vedersi negati i propri diritti dallo scorso 9 gennaio. Mancano comunicazioni operative per gli assistenti che si occupano delle disabilità sensoriali, quindi il servizio è sospeso. Nonostante le rassicurazioni e le promesse di Regione Lombardia e Città Metropolitana. “Si sta negando un diritto essenziale che riguarda centinaia di bambini e ragazzi. Con ricadute sulla didattica e problemi per le loro famiglie”, dice il presidente provinciale dell’Ente nazionali sordi, Virginio Castelnuovo. Gli fa eco Emanuele Bana, presidente della cooperativa Comin, una delle dieci organizzazioni firmatarie di un appello per sbloccare il momento d’impasse: “Denunciamo la gravità della sospensione del servizio e chiediamo che ai proclami seguano i fatti. Ovvero che il servizio sia ripristinato quanto prima. La gravità è su tre fronti – afferma – La sospensione del servizio per minori e famiglie e, dal punto di vista del lavoro, per gli educatori impiegati nel servizio scolastico e per le organizzazioni che si fanno carico dei livelli occupazionali degli operatori assunti”.
Richiedono un intervento immediato i rappresentanti del consiglio d’istituto e le assistenti alla comunicazione dell’ICS Jacopo Barozzi di Milano, unico plesso della provincia in cui dal 2008 è attivo un progetto per l’inclusione e l’inserimento scolastico di allievi con sordità: “Serve sicurezza del diritto al lavoro e serve che gli studenti imparino ogni giorno, che la scuola possa occuparsi di didattica inclusiva e non di burocrazia. Servono servizi che seguano il calendario scolastico e che non creino discriminazione – spiegano le nove firmatarie della lettera che assistono alunni provenienti anche da fuori Milano – Serve che lo Stato si impegni a garantire tutto questo nel rispetto di tutti. Dunque chiediamo alle Istituzioni di essere promotrici dei diritti, che fino ad oggi sono stati lesi, trovando soluzioni celeri e informando per iscritto su quali sono le risorse economiche, per far sì che le scuole possano ripartire”.
La comunicazione della sospensione del servizio è arrivata durante le vacanze di Natale. E da allora sono stati i genitori di alcuni studenti a pagare di tasca propria le assistenti perché continuassero a seguire almeno per alcune ore a settimana i loro figli. Ma cosa è successo e da dove ha origine la sospensione? Nel Milanese sono circa 2.400 le famiglie investite dal problema. Storicamente sono state le Province a occuparsi dell’assistenza, con un progressivo intervento della Regione per le note economie di bilancio degli enti provinciali. La legge di Stabilità 2017-2019 trasferisce ogni competenza al Pirellone dal prossimo 1° agosto. Ma la Città Metropolitana non ha le risorse per garantire il servizio fino al termine dell’anno scolastico.
“A Lecco, Sondrio, Mantova, Bergamo, amministrazioni evidentemente più sensibili al problema, hanno messo soldi extra. Perché non lo ha fatto anche Milano?”, si chiedono dall’Ens, che ha sollecitato anche il Miur. Economicamente impossibile, secondo la Città Metropolitana, che ha quindi cercato una sponda nella Regione. Lo scorso 10 gennaio, un comunicato chiudeva la vicenda. In teoria. “Trovato l’accordo, già nei prossimi giorni la Regione erogherà i fondi”, si legge nella nota del consigliere delegato al Bilancio, Franco D’Alfonso. “Non ci è giunta alcuna comunicazione operativa, quindi siamo fermi e i ragazzi senza assistenza”, ribatte Bana a sedici giorni di distanza.
Contattati da ilfattoquotidiano.it, la Città Metropolitana e l’assessore al Bilancio della Regione Massimo Garavaglia rassicurano sullo stanziamento di 3,4 milioni di euro, presi dal fondo statale, per la ripresa del servizio. Che ancora però non c’è e all’orizzonte si intravede già un altro problema: quei soldi – sostengono Ens e le cooperative – non bastano fino al termine dell’anno scolastico, che impegna mediamente 12 milioni tra trasporto e assistenza in aula. Le risorse messe a disposizione copriranno le spese fino a marzo, probabilmente. Mentre in alcuni comuni, come nel Rodense, gli interventi sono continuati grazie all’impegno delle stesse amministrazioni locali, la situazione degli studenti non vedenti e non udenti resta critica in città con alcune famiglie che si stanno facendo carico dei costi, per tamponare l’emergenza. L’ultimo baluardo, scrive l’Ens, per evitare “l’afflizione dello stare in classe senza essere coinvolto, senza partecipare, senza imparare, con un gran senso di perdere il proprio tempo; un tempo che per gli studenti, bisognosi di sapere e di apprendere, non sarà probabilmente mai più recuperabile”.
Scuola
Scuola, nel Milanese sospesa l’assistenza agli studenti non vedenti e non udenti. “Negato un diritto essenziale”
Il problema riguarda 2.400 famiglie e gli educatori delle cooperative che si occupano delle disabilità sensoriali. La competenza è passata dalla Provincia alla Città metropolitana, che non ha sufficienti risorse. Così alcuni genitori pagano di tasca propria le assistenti. L'assessore al Bilancio promette uno stanziamento di 3,4 milioni, ma non basteranno per tutto l'anno scolastico
I soldi ci sono, anche se secondo alcuni non basteranno fino al termine dell’anno scolastico. Eppure gli studenti non vedenti e non udenti della provincia di Milano continuano a vedersi negati i propri diritti dallo scorso 9 gennaio. Mancano comunicazioni operative per gli assistenti che si occupano delle disabilità sensoriali, quindi il servizio è sospeso. Nonostante le rassicurazioni e le promesse di Regione Lombardia e Città Metropolitana. “Si sta negando un diritto essenziale che riguarda centinaia di bambini e ragazzi. Con ricadute sulla didattica e problemi per le loro famiglie”, dice il presidente provinciale dell’Ente nazionali sordi, Virginio Castelnuovo. Gli fa eco Emanuele Bana, presidente della cooperativa Comin, una delle dieci organizzazioni firmatarie di un appello per sbloccare il momento d’impasse: “Denunciamo la gravità della sospensione del servizio e chiediamo che ai proclami seguano i fatti. Ovvero che il servizio sia ripristinato quanto prima. La gravità è su tre fronti – afferma – La sospensione del servizio per minori e famiglie e, dal punto di vista del lavoro, per gli educatori impiegati nel servizio scolastico e per le organizzazioni che si fanno carico dei livelli occupazionali degli operatori assunti”.
Richiedono un intervento immediato i rappresentanti del consiglio d’istituto e le assistenti alla comunicazione dell’ICS Jacopo Barozzi di Milano, unico plesso della provincia in cui dal 2008 è attivo un progetto per l’inclusione e l’inserimento scolastico di allievi con sordità: “Serve sicurezza del diritto al lavoro e serve che gli studenti imparino ogni giorno, che la scuola possa occuparsi di didattica inclusiva e non di burocrazia. Servono servizi che seguano il calendario scolastico e che non creino discriminazione – spiegano le nove firmatarie della lettera che assistono alunni provenienti anche da fuori Milano – Serve che lo Stato si impegni a garantire tutto questo nel rispetto di tutti. Dunque chiediamo alle Istituzioni di essere promotrici dei diritti, che fino ad oggi sono stati lesi, trovando soluzioni celeri e informando per iscritto su quali sono le risorse economiche, per far sì che le scuole possano ripartire”.
La comunicazione della sospensione del servizio è arrivata durante le vacanze di Natale. E da allora sono stati i genitori di alcuni studenti a pagare di tasca propria le assistenti perché continuassero a seguire almeno per alcune ore a settimana i loro figli. Ma cosa è successo e da dove ha origine la sospensione? Nel Milanese sono circa 2.400 le famiglie investite dal problema. Storicamente sono state le Province a occuparsi dell’assistenza, con un progressivo intervento della Regione per le note economie di bilancio degli enti provinciali. La legge di Stabilità 2017-2019 trasferisce ogni competenza al Pirellone dal prossimo 1° agosto. Ma la Città Metropolitana non ha le risorse per garantire il servizio fino al termine dell’anno scolastico.
“A Lecco, Sondrio, Mantova, Bergamo, amministrazioni evidentemente più sensibili al problema, hanno messo soldi extra. Perché non lo ha fatto anche Milano?”, si chiedono dall’Ens, che ha sollecitato anche il Miur. Economicamente impossibile, secondo la Città Metropolitana, che ha quindi cercato una sponda nella Regione. Lo scorso 10 gennaio, un comunicato chiudeva la vicenda. In teoria. “Trovato l’accordo, già nei prossimi giorni la Regione erogherà i fondi”, si legge nella nota del consigliere delegato al Bilancio, Franco D’Alfonso. “Non ci è giunta alcuna comunicazione operativa, quindi siamo fermi e i ragazzi senza assistenza”, ribatte Bana a sedici giorni di distanza.
Contattati da ilfattoquotidiano.it, la Città Metropolitana e l’assessore al Bilancio della Regione Massimo Garavaglia rassicurano sullo stanziamento di 3,4 milioni di euro, presi dal fondo statale, per la ripresa del servizio. Che ancora però non c’è e all’orizzonte si intravede già un altro problema: quei soldi – sostengono Ens e le cooperative – non bastano fino al termine dell’anno scolastico, che impegna mediamente 12 milioni tra trasporto e assistenza in aula. Le risorse messe a disposizione copriranno le spese fino a marzo, probabilmente. Mentre in alcuni comuni, come nel Rodense, gli interventi sono continuati grazie all’impegno delle stesse amministrazioni locali, la situazione degli studenti non vedenti e non udenti resta critica in città con alcune famiglie che si stanno facendo carico dei costi, per tamponare l’emergenza. L’ultimo baluardo, scrive l’Ens, per evitare “l’afflizione dello stare in classe senza essere coinvolto, senza partecipare, senza imparare, con un gran senso di perdere il proprio tempo; un tempo che per gli studenti, bisognosi di sapere e di apprendere, non sarà probabilmente mai più recuperabile”.
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Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "I continui rinvii del governo Meloni sembravano indirizzati a portare a compimento qualcosa di più della semplice propaganda, ma invece si va verso il nulla. Tre miliardi rispetto alla marea di aumenti sulle bollette sono davvero poca cosa, quasi una presa in giro. Milioni di cittadini stanno subendo rincari di quasi il 40%, migliaia di aziende rischiano la chiusura e altrettanti lavoratori il proprio posto. Ma d'altronde sbagliamo noi a stupirci. Per il governo Meloni il modello d'imprenditoria è quello della ministra Santanchè. Sbaglia chi si spacca la schiena come i cittadini che cercano di far quadrare i conti a fine mese o le imprese che fanno di tutto per stare sul mercato. Per Giorgia Meloni la cosa migliore è cercare qualche santo in paradiso o, meglio ancora, qualche amicizia che conti". Così in una nota Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Ci sono modalità diverse con le quali ci si rapporta a Trump. Credo che la presidente Meloni senta la responsabilità di essere un ponte fra l'Europa e l'America dati i suoi buoni rapporti con Trump". Lo ha detto l'eurodeputata di Fi, Letizia Moratti, a Otto e mezzo su La7.
"Sul tema dei dazi, credo che Trump sia uno shock per l'Europa, uno stimolo positivo perché l'Ue può mettere in atto le riforme richieste nel rapporto Draghi e Letta che chiedono un'Europa più competitiva, più favorevole agli investimenti, con una transizione energetica sostenibile e quindi in grado di sostenere il welfare."
"Siamo alleati storici degli Usa - continua Moratti - e in questo momento dobbiamo avere la consapevolezza di dover comunque avere a che fare con un presidente eletto ed anche amato dai cittadini americani. L'Europa non può permettersi di non avere un dialogo con Trump. Sono moderata e liberale e il suo stile non mi appartiene ma nell'ambito del mio ruolo di parlamentare europea credo sia dovere rispondergli con fermezza e immediatezza ma cercando sempre il dialogo che porta vantaggi reciproci, come ha detto oggi la presidente Metsola."
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Nel momento in cui Donald Trump "fa saltare l'ordine internazionale basato sul multilateralismo" e "mette a rischio l'unità europea", è importante non far mancare "il nostro sostegno all'Ucraina" parallelamente ai negoziati che "non potranno coinvolgere Europa e Ucraina". Così Alessandro Alfieri, coordinatore di Energia Popolare, alla Direzione del Pd.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - “Il giorno in cui Eni annuncia un utile di 14,3 miliardi di euro, la maggioranza presenta un decreto truffa che non affronta la vera questione di come ridurre il peso delle bollette. Il Governo Meloni per aiutare veramente le famiglie italiane avrebbe dovuto tassare gli extraprofitti, rivedere la decisione di trasferire 4,5 milioni di famiglie dal mercato tutelato a quello libero, e puntare sulle rinnovabili invece che sul gas". Così Angelo Bonelli, Co-Portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.
"La realtà dei fatti resta una sola: il governo di Giorgia Meloni ha favorito i grandi colossi energetici, che hanno accumulato extraprofitti per oltre 60 miliardi di euro, mentre le famiglie italiane hanno visto raddoppiare le bollette e molte sono costrette a non riscaldarsi per paura di non poterle pagare".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - “Benissimo il governo sulle bollette: previsti tre miliardi che andranno a sostegno di imprese e almeno 8 milioni di famiglie. Dalle parole ai fatti”. Così Armando Siri, Consigliere per le politiche economiche del Vicepremier Matteo Salvini e coordinatore dipartimenti Lega.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Alcune veloci considerazioni a partire dalle cose che credo vadano meglio precisate. La prima: non siamo stati e non siamo di fronte a postura bellicista dell’Europa. Non è mai stata l’Ue a voler fare o a voler continuare la guerra e non è nemmeno vero che la mancanza di iniziative di pace siano dipese da una mancanza di volontà politica della ue. È stato Putin a rifiutare sempre ogni dialogo, quel dialogo che oggi riconosce a Trump perché lo legittima come suo alleato", Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, alla Direzione del Pd.
"Occorre spingere con forza per un’autonomia strategica e politica dell’Europa, iniziando subito il percorso di cooperazione sulla difesa perché non saranno le buone intenzioni a rendere forte l’Unione Europea ma la capacità di imporsi e esercitare deterrenza, non escludendo nessuna opzione che sarà necessario adottare e che sarà stabilita in quadro di solidarietà europea".
"Per noi, democratici e europei, è il tempo di decidere - aggiunge Picierno- se essere solo un pezzetto di un Risiko in cui altri tirano i dadi o se essere un continente libero e forte. E va chiarito tanto ai nemici della democrazia quanto ai nostri alleati, senza perdere altro tempo e senza cincischiare noi: l’unica lotta che definisce il nostro tempo e il campo della politica, oggi, è quella dell’europeismo e in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli".
"Siamo noi tutti in questo campo? Pensiamo ad un'alternativa alla destra che parta da questo campo? A me onestamente non è ancora chiaro. Sarei felice di essere smentita, ovviamente. Ma servono parole chiare che vanno pronunciate senza più giocare a nascondino. Crediamo tutti in un’Europa competitiva, con attori strategici del mercato più grandi e forti, un’Europa pronta ad affrontare le crisi internazionali sul piano politico e militare? Perchè questa è l’Europa che serve al mondo e agli europei. Non domani, oggi".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni, "nell’incontro di Parigi c’era in ritardo e di malavoglia. Intanto partecipa con trasporto e passione agli incontri della destra mondiale che considera l’Europa un incidente della storia. A Kyiv alle celebrazioni per il terzo anno della resistenza, non c’era proprio. A dir il vero ero sola proprio come italiana, ma con tanti colleghi progressisti e socialisti, c’era il mondo libero, i leader e parlamentari progressisti consapevoli della sfida che abbiamo di fronte e che il tempo di agire è ora". Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, alla Direzione del Pd.