Ha comprato il silenzio delle sue ex ospiti su ciò che accadeva a villa San Martino per essere reticenti o mentire durante il primo processo sul caso Ruby. Le ha pagate per mesi per un importo complessivo di 10 milioni di euro – di cui sette soltanto a Karima El Mahroug – anche se lui giustificava quei soldi come una compensazione perché le ragazze erano state “rovinate” dalle indagini milanesi. Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio con l’accusa di corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta Ruby Ter. Il gup di Milano Carlo Ottone De Marchi ha così accolto la richiesta della Procura e il processo per l’ex premier si aprirà il 5 aprile davanti alla quarta sezione penale del Tribunale. Nell’ambito della stessa inchiesta, altre 22 persone sono state rinviate a giudizio: tra loro anche l’avvocato Luca Giuliante, il giornalista Carlo Rossella, la senatrice Mariarosaria Rossi. E non sarebbero 4 ma 13 le “olgettine” che, secondo la Procura di Milano, ha continuato a pagare fino a novembre 2016 tramite il ragioniere Giuseppe Spinelli, al quale consegnava i contanti per le ragazze.
“Il fatto concreto è che si processerà Silvio Berlusconi per il reato di generosità”, ha detto l’avvocato del leader di Forza Italia Federico Cecconi, che lo difende insieme al professor Franco Coppi. “Prendiamo atto di questo rinvio a giudizio – ha spiegato il legale – in dibattimento confidiamo nella possibilità di dimostrare l’estraneità di Silvio Berlusconi ai fatti contestati”. Prima della decisione del gup i legali del leader di Forza Italia – Federico Cecconi e Franco Coppi – avevano ribadito l’istanza di non luogo a procedere.
Per tanti in Forza Italia la decisione di oggi rappresenta l’ennesimo episodio di “accanimento giudiziario” e un nuovo “processo politico”. Per Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione del partito, “mentre si torna a parlare di elezioni e di una rinnovata agibilità politica in arrivo da Strasburgo per Silvio Berlusconi puntuale interviene certa magistratura con il solito accanimento ai danni del leader dei moderati italiani. È un copione fin troppo noto e prevedibile, che tuttavia continua a farci indignare: è un nuovo colpo alla democrazia del nostro Paese”. Il capogruppo alla Camera Renato Brunetta invece definisce “fissata” la magistratura, il senatore Lucio Malan parla di “accanimento”, mentre Mara Carfagna parla di “accusa assurda”. “Sono ormai 20 anni – dice – che assistiamo ad un’invasione di campo da parte di una piccola parte della magistratura che usa gli strumenti a sua disposizione per tentare di abbattere e screditare quelli che vengono ritenuti avversari politici. Avevamo sperato che questa stagione si fosse finalmente conclusa, invece, con l’ennesimo rinvio a giudizio ai danni di Silvio Berlusconi, abbiamo capito che purtroppo non è così. Il Presidente Berlusconi ha dimostrato di essere più forte di qualsiasi accanimento ed azione giudiziaria pretestuosa e strumentale, ha dimostrato che nulla lo può piegare e di certo non lo farà questa ennesima assurda accusa“.