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Viareggio e le altre stragi. “Condanne non cambiano il sistema. C’è protezione a livello politico, servono i danni punitivi”

La sentenza sull'incidente ferroviario di quasi otto anni fa può mettere un primo punto fermo su quanto avvenuto. "Quello che verrà deciso oggi sarà la cartina al tornasole di come vengono giudicati i grandi disastri nei trasporti - spiega l'avvocato Massimiliano Gabrielli - l'unico linguaggio che parlano le aziende è quello economico"
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Sette stragi in ventisei anni, 273 morti che attendono giustizia. Non c’è alcun colpevole accertato in via definitiva, ancora. E in alcuni casi, come quello del Moby Prince, la verità appare sempre più lontana. La sentenza sull’incidente di Viareggio può mettere un primo punto fermo su quanto avvenuto in Toscana quasi otto anni fa. “Quello che verrà deciso oggi sarà un po’ la cartina al tornasole di come vengono giudicati i grandi disastri nei trasporti. La Procura di Lucca ha fatto una scelta fuori dal coro, arrivando fino ai vertici di Ferrovie con richieste pesanti”, spiega l’avvocato Massimiliano Gabrielli, che con i colleghi Alessandra Guarini e Cesare Bulgheroni si occupa da anni degli incidenti nel mondo delle ferrovie e delle navi.

“Ma le richieste di condanna e le condanne non cambiano il sistema. C’è una protezione anche a livello politico. Lo spiego con due casi: la richiesta di pena per l’ex ad Moretti è stata definita “sproporzionata” dal ministro Graziano Delrio – dice Gabrielli -. Nel processo per il Jolly Nero, il pm Walter Cotugno, con una scelta prevista dalla legge ma innovativa perché mai utilizzata, ha chiesto il commissariamento della Ignazio Messina visto che ancora oggi la compagnia ha alle sue dipendenze Giampaolo Olmetti, responsabile morale della tragedia, e non ha fatto nulla per migliorare le proprie navi. In quel caso, è sceso in campo Stefano Parisi, parlando di scelta inopportuna”.

Cosa serve, quindi? “I danni punitivi, perché l’unico linguaggio che parlano le aziende è quello economico. Se da Viareggio verrà fuori una sentenza severa, resta da implementare la sicurezza del trasporto delle merci pericolose. Bisogna andare oltre i danni tabellari, perché il processo non si chiuda senza aver inciso sul futuro. Affiancando alle pene delle sanzioni esemplari si esce dal singolo caso, trasformando una sentenza in un precedente importante, come avvenuto con il rogo Thyssen-Krupp“. Sempre che a una verità definita e completa si arrivi. Ecco le sei stragi in attesa di verità, come andò e a che punto è l’accertamento delle responsabilità.

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