Rivendicano strategie differenti, proposte autonome sull’immigrazione, così come sulle scelte economiche e sull’ambiente. Ma diversi deputati del Movimento 5 Stelle non prendono del tutto le distanze da Donald Trump, neo presidente degli Stati Uniti. “Non sono qui per giudicare un presidente straniero e non condanno nessuno”, dichiara Manlio Di Stefano. “Gli executive orders di Trump sull’immigrazione? Dipende da come vengono riportati. C’è chi dice sia un Muslim ban, ma Trump nega che sia così sul suo profilo Facebook”, sottolinea Carlo Sibilia. Non è il solo. “Se condanno i decreti di Trump? Non in toto”, aggiunge l’ex capogruppo alla Camera Laura Castelli. Per poi aggiungere, in merito al muro che Trump intende costruire nel confine tra Stati Uniti e Messico: “Certo, noi crediamo che non vada fatta discriminazione religiosa, perché va contro il diritto internazionale. E che costruire muri non sia la soluzione. Queste risorse potrebbero essere spese in intelligence”. Si discosta più nettamente Matteo Mantero: “Su immigrazione, ambiente e sanità non lo condivido”, spiega. E proprio sulle tematiche ambientali c’è maggiore coesione anti-Trump da parte degli eletti M5S. “Condivisibile la frase “l’ambientalismo è fuori controllo“? Su questo punto non ci troviamo per nulla d’accordo”, spiega la stessa Laura Castelli. E in campo economico? Il filo protezionismo trumpiano trova sponde nel Movimento 5 Stelle: “Ci vorrebbe un po’ di sano protezionismo”, suggerisce Di Stefano. “Non significa essere razzisti, ma solo difendere il made in Italy”. D’accordo anche Giorgio Sorial: “Le nostre imprese vanno protette di più”.
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