“Una trattativa in corso”. È così che Onorato Corbelli, il sindaco di Montemonaco, in provincia di Ascoli Piceno, definisce il tira e molla tra l’amministrazione locale e il vescovo di San Benedetto del Tronto. Un tira e molla in cui ballano più di 25mila euro: cifra non indifferente per un Comune montano di 650 persone alle prese con un’emergenza sismica tutt’altro che risolta. Motivo del contenzioso? L’affitto di Casa Gioiosa, una “casa per ferie” di proprietà della Curia che per tre mesi è stata messa a disposizione degli abitanti terremotati di Montemonaco e dei vari operatori intervenuti a supporto della popolazione. Ebbene, la Curia ora pretende che il Comune paghi l’affitto per tutte le persone ospitate; il sindaco Corbelli non ci sta, e chiede che nel computo totale non si tenga conto dei volontari della Protezione civile e dei Vigili del Fuoco che hanno mangiato e dormito a Casa Gioiosa. “Che senso ha – spiega il primo cittadino – esigere una quota anche per chi ci ha soccorso e ha, tra l’altro, messo in sicurezza le nostre Chiese?”. Sta qui, il motivo del contendere.

Corbelli chiarisce di “voler evitare polemiche”. E pur ribadendo che la richiesta della Curia “è oggettivamente sbagliata”, si sente in dovere di placare il dibattito che si è acceso nelle scorse ore tra i suoi concittadini ed è subito divampato su Facebook. Scherza Corbelli: “Si sa, sul web si butta di tutto, per cui è meglio raccontare la storia sin dall’inizio”. Lo fanno i responsabili della Colonna mobile della Protezione civile del Veneto, arrivati a Montemonaco subito dopo il terremoto del 30 ottobre, che spiegano come la decisione di allestire un campo d’accoglienza a Casa Gioiosa abbia rappresentato una soluzione di ripiego. “All’inizio installammo una tendopoli nel campo sportivo del paese: ma dopo pochi giorni una tromba d’aria ha distrutto tutto, e allora sistemammo gli sfollati all’esterno della struttura di proprietà della Curia che non era stata danneggiata dalle scosse”. Nel cortile di Casa Gioiosa vengono piazzati dei container ad uso abitativo; i locali interni della “casa per ferie” sono utilizzati come mensa e dormitorio per i volontari e i Vigili del Fuoco. Fino ad oggi, almeno. Sabato 11 il campo verrà smantellato. Su Facebook si è parlato di uno “sfratto forzato” imposto dalla Curia. “Ma non è così”, precisa Corbelli: “A tutti gli sfollati, una trentina di persone nel complesso, è stata trovata una soluzione alternativa migliore rispetto ai container”.

Il problema, adesso, riguarda il pagamento dell’affitto alla Curia. La trattativa è stata complessa sin dall’inizio. Ricorda il sindaco: “A novembre chiedemmo l’utilizzo di Casa Gioiosa per 3 mesi, proponendo un risarcimento forfettario di 7mila euro. Ci sembrava una cifra congrua per compensare gli incassi a cui la struttura avrebbe dovuto rinunciare nelle vacanze natalizie: periodo durante il quale ogni anno vengono ospitati gruppi di turisti, non soltanto religiosi”. Offerta rigettata, però. “La Curia pretese 12 euro a persona al giorno; la nostra controproposta a quel punto fu di 10 euro, e venne accettata”. Ma l’accordo evidentemente non era stato discusso nei dettagli. “Noi – afferma Corbelli – davamo per scontato che avremmo dovuto pagare solo per i cittadini di Montemonaco. E invece la Curia pretende la quota anche per i volontari e gli operatori: in tutto circa 30 persone”. La differenza non è di poco conto. Calcolatrice alla mano, si tratta di quasi 27mila euro in più o in meno, su un totale di 54mila. La metà, grosso modo. La Curia, da parte sua, in un comunicato precisa che “fino ad ora non ha ricevuto un solo euro, da nessuno, per questa ospitalità”. E che, “non volendo che ci fosse neppure lontanamente l’impressione che volesse fare opera di speculazione, ha posto ufficialmente un quesito in merito a come comportarsi al Vice Commissario per il terremoto, Luca Ceriscioli, Presidente della Regione Marche e al Presidente Anci Marche, Maurizio Mangialardi, ed è in attesa di una risposta. La Curia – conclude il comunicato – si atterrà scrupolosamente a quanto le autorità preposte comunicheranno”. (Foto da profilo Facebook)

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