“Bruno Caccia aveva molti nemici esterni, ma anche interni, cioè alcuni magistrati”. Mentre ricomincia il processo a Rocco Schirripa, accusato di aver ucciso il giudice nel 1983, nel libro “Tutti i nemici del Procuratore” (Ed. Laterza) Paola Bellone ricostruisce il contesto di connivenza tra criminalità organizzata e una parte di magistratura “inquinata”. Una connivenza “bloccata dalla presenza di Caccia” sostiene il procuratore generale Francesco Saluzzo che ha partecipato alla presentazione del libro a Torino insieme ai suoi predecessori, Marcello Maddalena e Giancarlo Caselli. “I fatti che riguardano quei magistrati sono di un’assoluta gravità – spiega Caselli – anche se le conseguenze sia sul piano penale sia su quello disciplinare si sono ridotte a poca cosa. Il problema della responsabilità dei giudici rimane ancora aperto. In questo caso il Csm dimostrò troppa disattenzione, ai limiti del surreale”. Mentre il libro indaga il contesto storico nel quale è maturato l’omicidio, la procura di Milano prosegue l’inchiesta sul secondo esecutore materiale rivelato da un giovane pentito. Il nome, finora coperto da omissis, sarà rivelato in questi giorni.
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