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Venezia a rischio per i troppi turisti: il governatore Zaia vuole il numero chiuso

In una lettera al Corriere della Sera, il governatore del Veneto Luca Zaia si scaglia contro il turismo incontrollato nella Laguna e contro la presunta inefficienza di Roma, arrivando ad auspicare l'autonomia della regione
Venezia a rischio per i troppi turisti: il governatore Zaia vuole il numero chiuso
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“Io credo al numero chiuso”: il governatore Zaia non fa giri di parole, e in una lettera pubblicata oggi sul Corriere della Sera affronta il problema del turismo incontrollato a Venezia. Secondo Zaia, infatti, la città “non può sopportare più di un certo numero di visitatori al giorno, quindi i flussi vanno rigorosamente regolamentati nei due unici punti di accesso a Venezia: piazzale Roma e la stazione ferroviaria”. Tuttavia precisa di essere contrario “al versamento di una somma per ingresso e visita: Venezia deve restare alla portata di tutti”. E aggiunge: “Sono convinto che un obolo – anche simbolico – ogni italiano lo debba mettere in conto, come contributo e segno di rispetto per una città universale; ma non concordo sul fatto che la visita diventi accessibile per reddito”.

Nella lettera, Zaia accenna anche al problema delle grandi navi nella Laguna (“è sufficiente un rapido esame in archivio per vedere declinata la mia frase: ‘Fuori le navi dal bacino di San Marco!'”) e alla presunta corruzione di Roma, che per il governatore “resta ladrona“. “Intendendo per Roma tutti quei poteri, quei palazzi, quegli organi che pesano sui conti pubblici, specialisti in adempimenti inutili, che nulla producono se non far gravare sulle imprese del secondo Pil italiano un total rate tax di oltre il 68% contro una media Ue del 46″.

Anche l’Associazione Veneziana Albergatori ritiene importante “organizzare il turismo, dividendo i flussi: chi vive, lavora, studia e dorme a Venezia ha diritto di arrivare fino a piazzale Roma, diversamente i turisti pendolari vanno fermati sulla grande lagunare”. Il presidente Claudio Scarpa ribadisce la necessità di dirottare i turisti verso i grandi parcheggi, che tuttavia “hanno un numero preciso di posti e quindi, nei periodi di maggior flusso, saranno obbligatorie le prenotazioni”. E aggiunge che l’Ava appoggia l’idea di Zaia di un obolo per Venezia.

La risposta del sindaco, Luigi Brugnaro, non è tardata. “Attenzione a lanciare certi allarmi, a demonizzare il settore, perché i turisti non sono tutti uguali”. E ha ammesso: “A me non dispiace che gli alberghi si riempiano”. Certo, il problema del turismo “straccione, maleducato e selvaggio” resta, ma Brugnaro è intenzionato a “regolamentare e limitare quel flusso”, promettendo presto misure e provvedimenti per ridurre l’impatto dei turisti sulla città e promuovere un turismo attento al patrimonio culturale. Tra i progetti del sindaco, un controllo più serrato degli affittacamere abusivi e un blocco per delle attività che continuano a invadere il centro, guarda caso pizzerie e kebab. Per Zaia, invece, esiste un’unica soluzione: “L’autonomia del Veneto e uno stato federale”. E continua: “Più autonomia nei territori virtuosi, più Stato in quelli falliti. Ci arriveremo democraticamente, attraverso il referendum.” Referendum che, però, non ha ancora una data.

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