Niente liquidazione per L’Unità. Ma il futuro dei 28 redattori del giornale resta a rischio. Giovedì i soci Piesse ed Eyu hanno “assunto decisioni anche in merito al riequilibrio della situazione patrimoniale della società”. Sarà Piesse ad occuparsi della ricapitalizzazione, che la vedrà salire dall’80 al 90% mentre la partecipazione della fondazione creata dal Pd scenderà dal 20 al 10%. Per rimpinguare le casse della società, che ha chiuso l’ultimo bilancio con un passivo di circa 4 milioni di euro, verranno messi sul piatto 1,5 milioni.
Il progetto, però, prevede tagli al personale. La rappresentanza sindacale dei giornalisti (cdr) precisa: “L’Unità è viva, ma non è ancora salva”. Il cdr continua specificando di non aver avuto “risposte concrete sui progetti editoriali e sulla salvaguardia dei posti di lavoro”. E continua: “Non sono ancora arrivate, infatti, garanzie sulla salvaguardia dei livelli occupazionali e smentite sulle voci secondo le quali sarebbe intenzione dell’azienda procedere ad un pesante intervento di riduzione del costo del lavoro“.
Sergio Staino, direttore della testata fondata nel 1924 da Gramsci, ostenta fiducia: “Sono stati bravi sia la società che il partito, anche se ci saranno conseguenze dolorose per il ridimensionamento della forza lavoro”. E prosegue: “non conosco ancora i dettagli economici della decisione, ma dopo aver sistemato la situazione economica occorrerà ripensare il giornale, mettere mano al progetto editoriale sia dell’edizione cartacea che del sito”. Secondo l’accordo, Staino ha 60 giorni per mettere a punto il nuovo piano editoriale. Intanto il blog Unita.tv, attualmente realizzato da una redazione esterna, passerà sotto la testata Unita.it.
La decisione dei soci arriva mentre l’ipotesi di scissione del Pd è alle porte e dopo una dura lotta condotta dalla redazione contro i licenziamenti collettivi senza ammortizzatori sociali che erano stati annunciati nelle scorse settimane dall’ad Guido Stefanelli. Una mobilitazione culminata negli appelli e nei successivi contrasti del direttore con il segretario del partito Matteo Renzi. Oggi Staino ha scritto un sms a Renzi, “perché da quando gli ho dato del cafone non mi parla più”: “Si riparte. In prognosi riservata ma si riparte”. E l’ha ringraziato.