Un reddito imponibile riferito al 2015 di 224mila euro. Azioni Microsoft per un valore, all’attuale corso di borsa, di quasi 38mila dollari. La proprietà di due fabbricati a Milano e di uno a Sestri Levante, in provincia di Genova. Sono questi i dati tenuti nascosti per settimane ai cittadini milanesi e appena pubblicati da Roberta Cocco, assessora alla Trasformazione digitale e dirigente in aspettativa della multinazionale americana, dopo le polemiche degli ultimi giorni sul suo rifiuto di rispettare la legge sulla trasparenza del 2013. La svolta è stata annunciata nella serata di giovedì dal sindaco Giuseppe Sala, che a margine della seduta del consiglio comunale ha raccontato: “Cocco è venuta da me disponibile a rassegnare le dimissioni. Io considero il lavoro che sta facendo straordinario, ha una qualità e un’esperienza notevole e non volendo privarmi del suo supporto le ho chiesto di ripensarci e di fornire questi dati”.
Ora nella dichiarazione pubblicata non si parla di azioni “non ancora maturate”, ma del possesso dello 0,0000076% di Microsoft Corp, per un valore di quasi 38mila dollari al valore odierno di mercato. Il potenziale conflitto di interessi deriva dal fatto che la multinazionale della Cocco, come confermato dall’amministratore delegato della filiale italiana Carlo Purassanta, potrà puntare ai bandi che Palazzo Marino, proprio sotto la responsabilità dell’assessora, lancerà nelle prossime settimane per l’innovazione informatica degli uffici comunali.
Oltre alle azioni di Microsoft e agli immobili, Cocco ha dichiarato il possesso di quote azionarie inferiori allo 0,0000000001% di Enel, Telecom, Expedia e Tripadvisor, oltre che la proprietà di una Volkswagen Polo. La sua retromarcia sulla vicenda si è resa necessaria dopo che avevano mostrato imbarazzo sul caso anche gli esponenti della maggioranza di centrosinistra e dopo gli attacchi di M5S, Forza Italia e Lega, arrivati ormai a chiedere apertamente le dimissioni dell’assessora. Sulla vicenda aveva aperto un’istruttoria l’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, il quale aveva risposto ieri su Repubblica ai dubbi del sindaco Sala sulla correttezza della legge che impone la trasparenza su redditi e proprietà degli amministratori pubblici: “E’ una legge che esiste ovunque, non solo in Italia”, questo il parere di Cantone.
Twitter @gigi_gno