Settantamila euro pagati per attivare “un canale per arrivare al governo visto che finora sono sempre stato boicottato a livello politico nell’assegnazione delle gare”. Parola di Alfredo Romeo, l’imprenditore napoletano che è al centro dell’inchiesta sulla Consip, la centrale acquisti dello Stato. Era Romeo a confidare il “costo” per l’apertura di quel “canale per arrivare al governo” a Marco Gasparri, il funzionario Consip suo amico, ora accusato di corruzione. Come racconta il Corriere dell Sera, quei soldi sarebbero stati destinati a Carlo Russo, l’imprenditore toscano indagato per traffico d’influenze insieme al Tiziano Renzi, il padre di Matteo.
Renzi senior e Russo sono accusati di essersi mossi per favorire Romeo nell’assegnazione di alcuni lotti del mega appalto da 2.7 miliardi di euro della Consip. Ed è lo stesso Romeo a parlare di quei 70 mila euro versati a Russo, in una conversazione intercettata dai carabinieri del Noe. Solo una delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi. Si tratta della costola capitolina dell’indagine principale, quella aperta a Napoli che ha portato all’indagine sul ministro dello Sport Luca Lotti, accusato a sua volta di rivelazione di segreto e favoreggiamento al pari del generale dei carabinieri Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dei carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia.
Gli elementi raccolti fino ad ora hanno portato gli inquirenti ad indagare anche su Russo e Renzi senior, con il primo che avrebbe chiesto denaro a Romeo anche a nome del secondo. Chiave di volte dell’indagine dei pm, oltre ai “pizzini” con iniziali e cifre trovati nella spazzatura dell’ufficio dell’imprenditore – compreso quello con scritto “30 mila euro al mese T.”– sono i colloqui intercettati tra Romeo e Italo Bocchino, l’ex deputato di Futuro e Libertà ora diventato suo collaboratore. In un dialogo del gennaio 2016 i due parlano anche di Lotti, che in quel momento è sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “Romeo – annotano gli investigatori – riferisce quello che Luca Lotti avrebbe detto all’omino e che potrebbe identificarsi in Carlo Russo, riguardo la mancata assegnazione di bandi di gara a Romeo: Non mi strappo i capelli se perde Romeo, così ha detto Lotti all’omino”.
Poi, a febbraio è Romeo a sottolineare sempre a Bocchino di avere pagato Russo, l’imprenditore amico della famiglia Renzi. L’ex leader di Fli, dunque, gli consiglia che “se dovesse pervenire una richiesta di denaro Romeo li dovrebbe sborsare”. L’imprenditore però non è d’accordo. “Romeo – annotano sempre i carabinieri nei brogliacci riassuntivi delle intercettazioni – ricorda che Russo, dopo le elezioni regionali, verosimilmente in Toscana, gli avrebbe chiesto di saldare una fattura di 70, 80 mila euro di una ditta di catering il cui conto è in sospeso e che pare Romeo abbia saldato a fronte di alcune entrature che probabilmente non hanno dato i frutti sperati. E proprio perché pare che Romeo non sia rimasto pienamente soddisfatto, nel caso Russo chiedesse altri soldi ‘ce lo mando…”
Secondo il quotidiano di via Solferino, però, i rapporti tra Romeo e Russo diventano in seguito molto stretti. Nel decreto di perquisizione che la settimana scorsa ha portato al sequestro dei pizzini di Romeo – considerati il “libro mastro delle tangenti” dell’imprenditore – i pm parlano genericamente di intercettazioni “con faccendieri e facilitatori nel corso dei quali si fa riferimento a fittizi contratti di consulenza pianificando l’emissione di fatture per prestazioni inesistenti”. Si riferiscono a Russo? Di certo c’è che l’imprenditore nelle conversazioni assicura Romeo di aver sembra informato Tiziano Renzi delle loro discussioni. Se si tratta di millantato credito o meno sarà il padre dell’ex premier a doverlo spiegare nell’interrogatorio con i pm di piazzale Clodio in programma la prossima settimana.
Giustizia & Impunità
Consip, la fattura da 70 mila euro pagata da Alfredo Romeo all’amico di Tiziano Renzi
"Attivare un canale per arrivare al governo visto che finora sono sempre stato boicottato a livello politico nell'assegnazione delle gare", è quello che confida di aver fatto l'imprenditore napoletano, mentre gli investigatori lo intercettano. Si tratta di un conto in sospeso con una ditta di catering che Russo, l'amico di famiglia dell'ex premier, "dopo le elezioni regionali, verosimilmente in Toscana, gli avrebbe chiesto di saldare", scrivono i carabinieri, come riporta il Corsera
Settantamila euro pagati per attivare “un canale per arrivare al governo visto che finora sono sempre stato boicottato a livello politico nell’assegnazione delle gare”. Parola di Alfredo Romeo, l’imprenditore napoletano che è al centro dell’inchiesta sulla Consip, la centrale acquisti dello Stato. Era Romeo a confidare il “costo” per l’apertura di quel “canale per arrivare al governo” a Marco Gasparri, il funzionario Consip suo amico, ora accusato di corruzione. Come racconta il Corriere dell Sera, quei soldi sarebbero stati destinati a Carlo Russo, l’imprenditore toscano indagato per traffico d’influenze insieme al Tiziano Renzi, il padre di Matteo.
Renzi senior e Russo sono accusati di essersi mossi per favorire Romeo nell’assegnazione di alcuni lotti del mega appalto da 2.7 miliardi di euro della Consip. Ed è lo stesso Romeo a parlare di quei 70 mila euro versati a Russo, in una conversazione intercettata dai carabinieri del Noe. Solo una delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi. Si tratta della costola capitolina dell’indagine principale, quella aperta a Napoli che ha portato all’indagine sul ministro dello Sport Luca Lotti, accusato a sua volta di rivelazione di segreto e favoreggiamento al pari del generale dei carabinieri Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dei carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia.
Gli elementi raccolti fino ad ora hanno portato gli inquirenti ad indagare anche su Russo e Renzi senior, con il primo che avrebbe chiesto denaro a Romeo anche a nome del secondo. Chiave di volte dell’indagine dei pm, oltre ai “pizzini” con iniziali e cifre trovati nella spazzatura dell’ufficio dell’imprenditore – compreso quello con scritto “30 mila euro al mese T.”– sono i colloqui intercettati tra Romeo e Italo Bocchino, l’ex deputato di Futuro e Libertà ora diventato suo collaboratore. In un dialogo del gennaio 2016 i due parlano anche di Lotti, che in quel momento è sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “Romeo – annotano gli investigatori – riferisce quello che Luca Lotti avrebbe detto all’omino e che potrebbe identificarsi in Carlo Russo, riguardo la mancata assegnazione di bandi di gara a Romeo: Non mi strappo i capelli se perde Romeo, così ha detto Lotti all’omino”.
Poi, a febbraio è Romeo a sottolineare sempre a Bocchino di avere pagato Russo, l’imprenditore amico della famiglia Renzi. L’ex leader di Fli, dunque, gli consiglia che “se dovesse pervenire una richiesta di denaro Romeo li dovrebbe sborsare”. L’imprenditore però non è d’accordo. “Romeo – annotano sempre i carabinieri nei brogliacci riassuntivi delle intercettazioni – ricorda che Russo, dopo le elezioni regionali, verosimilmente in Toscana, gli avrebbe chiesto di saldare una fattura di 70, 80 mila euro di una ditta di catering il cui conto è in sospeso e che pare Romeo abbia saldato a fronte di alcune entrature che probabilmente non hanno dato i frutti sperati. E proprio perché pare che Romeo non sia rimasto pienamente soddisfatto, nel caso Russo chiedesse altri soldi ‘ce lo mando…”
Secondo il quotidiano di via Solferino, però, i rapporti tra Romeo e Russo diventano in seguito molto stretti. Nel decreto di perquisizione che la settimana scorsa ha portato al sequestro dei pizzini di Romeo – considerati il “libro mastro delle tangenti” dell’imprenditore – i pm parlano genericamente di intercettazioni “con faccendieri e facilitatori nel corso dei quali si fa riferimento a fittizi contratti di consulenza pianificando l’emissione di fatture per prestazioni inesistenti”. Si riferiscono a Russo? Di certo c’è che l’imprenditore nelle conversazioni assicura Romeo di aver sembra informato Tiziano Renzi delle loro discussioni. Se si tratta di millantato credito o meno sarà il padre dell’ex premier a doverlo spiegare nell’interrogatorio con i pm di piazzale Clodio in programma la prossima settimana.
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Vertice Ue, veto di Orban su sostegno a Kiev. Zelensky: martedì summit tra i “volenterosi”. Meloni: “Riarmo? Termine non chiaro. No all’uso dei fondi di coesione”
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.