Quanti sono a conoscenza del fatto che in Italia esistono ancora allevamenti in cui gli animali vengono scuoiati per farne pellicce? Sembra una pratica così anacronistica, così distante dalla nostra vita quotidiana, tanto che viene condannata dall’86% degli italiani secondo l’Eurispes. Eppure esiste ancora. E ogni anno sono 180.000 visoni a rimetterci la pelle, in senso letterale.
La società sta cambiando ed è un dato di fatto. Lo si voglia o meno la sensibilità nei confronti degli animali non è più la stessa di 30 o 40 anni fa e i dati del settore pellicceria in Italia danno un calo annuo dell’8%. Dati non di poco conto.
Eppure nelle campagne della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna esistono ancora luoghi dove, dietro a recinzioni e filo spinato, in migliaia di minuscole gabbie, una accanto all’altra, i visoni trascorrono la loro vita. Sollevati dal terreno, costretti a camminare sulla rete di metallo e con poche decine di centimetri in cui muoversi. Questo è tutto il loro mondo. (Guarda le foto).
Non è strano che animali non addomesticati e ancora di indole selvatica impazziscano in simili condizioni. Da qui le aggressioni, le ferite, le mutilazioni. Segni di una sofferenza quotidiana in cui vivono, in attesa di essere chiusi in camere a gas e poi trasformati in capi di alta moda.
Essere Animali ha documentato questi allevamenti già nel 2013, quando per la prima volta immagini dell’uccisione dei visoni uscirono sui media nazionali. Due anni dopo altre immagini di maltrattamenti e uccisioni in un’artigianale camera a gas. In entrambi i casi una grande attenzione, un grande scalpore. Ma ancora oggi nulla è cambiato.
Il Team investigativo di Essere Animali è tornato negli scorsi mesi a documentare questi allevamenti e in un nuovo video narrato da Rosita Celentano mostriamo come ancora la prigionia, gli animali feriti e morti siano ancora lì, a prova di un mondo di terribile sofferenza.
In Europa già otto paesi hanno vietato questa attività per motivi etici. E un simile passo, che sarebbe in pieno accordo con la sensibilità degli italiani, è quanto chiedono ben tre proposte di legge, firmate da senatori e deputati di numerosi partiti. Proposte ad oggi non ancora calendarizzate, forse perché dei diritti degli animali non si trova mai tempo di parlare o forse perché non si vuole andare a toccare una qualsivoglia attività economica.
Eppure in Olanda, la Corte suprema ha avuto il coraggio di sancire che la sofferenza dei visoni ha un valore più alto rispetto al profitto degli allevatori. Questa decisione ha chiuso anni di diatribe sul divieto votato nel Paese e che nel 2024 porterà alla chiusura degli allevamenti che ogni anno producono 5,5 milioni di pelli. Trenta volte tanto la produzione italiana.
E se l’hanno fatto loro, come dice Rosita Celentano nel video, “ora tocca noi”.