Sono nati sabato scorso a Roma, dopo varie scissioni e ricongiungimenti, per “costruire un nuovo progetto di centrosinistra”. Ma il primo problema di “Articolo 1 – Movimento democratico e progressista“, il nuovo soggetto politico di Speranza, Rossi e Bersani, potrebbe non essere il dibattito sul Jobs Act o sul welfare, bensì il loro nome e simbolo. Il primo a sollevare la questione è stato il dem Ernesto Carbone: il nome “Democratici e progressisti” esiste già. Poi si è aggiunto Alessandro La Cava, presidente di “Art.1”. Entrambi hanno promesso azioni legali: “Ci hanno copiato

dp-calabria-carbone-200Carbone, noto per il “ciaone” ai sostenitori del referendum anti-trivelle, spiega: “Sognavano di nascere originali e invece si scoprirono copie. Quel nome non si tocca. La lista Democratici e progressisti non è altra cosa rispetto al Pd come invece vogliono rivendicare Speranza e co.”. “Democratici e progressisti” fu già usato per una lista presentata alle elezioni regionali della Calabria, nel novembre 2014, a sostegno dell’allora candidato alla presidenza Mario Oliverio. È stato regolarmente depositato alla Camera nel 2014, con tanto di simbolo, dai deputati del Partito democratico Aiello e Carbone, insieme al consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea. E i tre esponenti dem hanno affermato che non lasceranno l’uso del nome al nuovo partito. Anzi, starebbero valutando azioni legali per difenderne la paternità.

La prima linea difensiva sarebbe stata che “Democratici e progressisti” è un’abbreviazione (necessaria) dei giornali e che il nome intero del nuovo soggetto politico è “Articolo 1 – Movimento democratico e progressista”. Ma a rivendicare l’origine della prima parte del nome è La Cava: “Art.1 è presente come forza politica dal 2012 a Lipari, anche con dei consiglieri comunali all’interno del Comune. Presenteremo ricorso in ogni sede nei confronti degli scissionisti del Pd che hanno chiamato il nuovo loro soggetto politico come il nostro”. Oltre a essere un partito politico, “Art.1” è anche un associazione presente su tutto il territorio della provincia di Messina. “È pronta una diffida per il nuovo ‘partito di Bersani e D’Alema’”, ha avvertito La Cava.

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