Dj Fabo, cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale nel 2014, diventato il simbolo della lotta per una legge sul testamento biologico, è arrivato in Svizzera per chiedere l’eutanasia. Fabo, di 40 anni compiuti il 9 febbraio scorso, ha riferito Filomena Gallo dell’Associazione Luca Coscioni, “si sta sottoponendo alle visite mediche previste dai protocolli. Tuttavia potrebbe ancora cambiare idea”. Appena due giorni fa, dopo il terzo rinvio della discussione del ddl sul Biotestamento in aula alla Camera, Fabo aveva messo in rete un video per esternare la sua indignazione.
Poco più di un mese fa, Fabiano Antoniani (questo il vero nome dell’ex dj) aveva lanciato un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo il suo intervento per “sbloccare lo stato di impasse voluto dai parlamentari”. Oggi la notizia del viaggio in Svizzera è stata diffusa via twitter dallo storico militante radicale Marco Cappato. Con un post sui sui profili Facebook e Twitter, l’esponente dell’Associazione Luca Coscioni, ha annunciato di aver accettato di accompagnarlo in una clinica elvetica. “Fabo mi ha chiesto di accompagnarlo in Svizzera. Ho detto di sì. #FaboLibero – in Svizzera” è scritto nel post.
Fabo mi ha chiesto di accompagnarlo in Svizzera. Ho detto di sì. #fabolibero pic.twitter.com/Li51ySi4Mc
— Marco Cappato (@marcocappato) 26 febbraio 2017
L’ultimo appello di Dj Fabo: “Stato obbliga a emigrare” – “È veramente una vergogna che nessuno dei parlamentari abbia il coraggio di mettere la faccia per una legge che è dedicata alle persone che soffrono, e non possono morire a casa propria, e che devono andare negli altri Paesi per godere di una legge che potrebbe esserci anche in Italia. Schiavi di uno Stato che ci costringe ad andare all’estero per liberarci da una tortura insopportabile e infinita”, ha detto dj Fabo nel suo ultimo appello a favore del ddl sul Biotestamento, il cui approdo in Aula alla camera ha subito un terzo rinvio. Dj Fabo si era rivolto all’Associazione Luca Coscioni per arrivare al cuore della politica. E lo aveva fatto, a gennaio, con un appello al Presidente Mattarella, per chiedergli di “sbloccare lo stato di impasse voluto dai parlamentari”. Senza risultati.
Cappato: “Assenza di volontà della politica” – Cappato, tesoriere dell’Associazione e promotore della campagna “Eutanasia“, ha scritto un post su facebook il 24 febbraio, giorno del terzo rinvio da parte del Parlamento: “Con questo terzo rinvio diventa evidente l’assenza di una volontà politica per approvare la legge. Di fronte a una richiesta sociale sempre più pressante di regole che consentano a tutti di morire senza soffrire, il comportamento irresponsabile del Parlamento contribuisce a togliere credibilità alle istituzioni. C’è da augurarsi che i parlamentari che hanno lavorato seriamente sul testo di legge, a partire dalla relatrice Donata Lenzi, riescano a imporre alla conferenza dei capigruppo di mercoledì 1 marzo una decisione di contingentamento dei tempi per salvare la possibilità di una legge prima delle fine della legislatura”.
Avvenire pubblica l’appello di un giovane disabile grave: “Fabo, non morire” – Matteo Nassigh, 19enne con gravissima disabilità dalla nascita, si rivolge all’uomo si appresta a chiedere l’eutanasia: “Non chiedere di morire, noi non possiamo correre ma siamo pensiero, e il pensiero migliora il mondo”.
Queste le dichiarazioni di Matteo, che non cammina, non parla e non riesce a mangiare, pubblicate su Avvenire, che riprendono le parole pronunciate da papa Francesco ieri all’incontro con la comunità di Capodarco circa la dignità della vita delle persone con disabilità, sia fisici che psichici.