“Se i malati terminali potessero bloccare le strade, le stazioni o il traffico come altri hanno fatto la legge sull’eutanasia l’avremmo avuta quarant’anni fa”. E’ quanto ha affermato l’esponete radicale Marco Cappato, poco prima di entrare nella caserma dei carabinieri in centro a Milano per ‘autodenunciarsi’ e raccontare come ha aiutato dj Fabo a raggiungere una clinica in Svizzera dove è morto. “Entrerò e racconterò semplicemente quello che ho fatto – ha aggiunto Cappato – e come ho aiutato Fabo ad ottenere assistenza medica alla morte volontaria. Sarà poi compito dello Stato – ha proseguito – decidere se girare la testa dall’altra parte o consentire di difendere le mie ragioni in un’aula di tribunale”. Cappato sottolinea infine come “non può essere che se tu hai diecimila euro e la condizione di trasportabilità vai in Svizzera e se invece stai inchiodato al letto e non hai soldi devi subire o il suicidio nelle condizioni più terribili o una tortura di vita che non vorresti”.
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