“Mi sono candidato perché il Pd è sulla luna dal punto di vista delle cose che accadono nel Paese”. Michele Emiliano torna a parlare delle primarie del Partito Democratico e, intervenendo ad Agorà su RaiTre, annuncia: “Se vinco, non faccio il candidato premier“. “Posso vincere molto a breve – spiega il governatore della Puglia, che ha lanciato la sfida per la guida della segreteria a Matteo Renzi – la mia non è lotta immediata, ma decisione di rimanere nel Pd. Senza Pd non è possibile governare il Paese”.
Date le contingenze, che vedono due persone vicinissime all’ex premier – il padre Tiziano e il ministro dello Sport Luca Lotti – coinvolte nell’inchiesta Consip, da giorni circola l’ipotesi di un rinvio del congresso: “Far saltare il congresso per l’inchiesta Consip? Non so se esiste il rischio ma è possibile che qualcuno pensi che sia giusto rinviarlo”, premette Emiliano, ma “dire che il Pd non è in grado di fare il congresso corrisponderebbe a un ulteriore fallimento. Io non ci sto al rinvio e non mi faccio da parte”, ha concluso il candidato alla segreteria dichiarandosi non coinvolto nello scandalo. E sferrando una nuova stoccata all’ex premier: “Renzi chiede di aspettare le sentenze (per il padre, ndr), ma non ha dato a Ignazio Marino lo stesso tempo. Questa continua contraddizione e disuguaglianza di trattamento diventa misura delle cose quotidiane”.
A chi lo accusa di aver fatto una giravolta, annunciando l’addio insieme a Bersani, Rossi e Speranza e poi restando nel Pd all’ultimo momento, Emiliano risponde: “Siamo riusciti a fermare Renzi, stava andando sparato verso le elezioni a giugno. Gentiloni deve essere grato a me, Speranza e Rossi: spero che loro due ritornino presto nel Pd. Se me ne vado dal Pd faccio a Renzi il più grande favore che possa capitargli. Io non me ne vado”.