Per tanti italiani la scadenza del contratto è un incubo, per quelli a diretto contatto col potere può essere solo una formalità, tanto da vederselo rinnovare anche tre mesi prima che sia scaduto e con pure l’aumento. Succede ad alcuni “esperti” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che pur avendo 263 tra direttori generali e dirigenti, 27 capi dipartimento e 44 stretti collaboratori del Presidente che ci costano 32 milioni di euro, si fregia di avere anche 80 tra consulenti ed esperti esterni per i quali sborsa ulteriori 5,7 milioni. Alcuni esperti sono più “speciali” di altri: sono tra i 25 che lavorano al Dipartimento per la programmazione economica (Dipe) della Presidenza, che nella corsa agli esperti fa la parte del leone con una spesa di 1,7 milioni l’anno.
Sono 9 e lavorano sotto l’acronimo Nars, che sta poi per “Nucleo di consulenza per l’attuazione delle linee guida per la regolazione dei servizi di pubblica utilità”, a stretto contatto con il capo dipartimento e braccio destro di Luca Lotti, Ferruccio Sepe, tra i premiati da Renzi al 100% nonostante indicatori economici non proprio esaltanti. Quanto siano “speciali” lo dimostra la rocambolesca storia dei rinnovi anticipati. La storia inizia il primo gennaio 2016, con l’entrata in vigore della legge finanziaria che per motivi di risparmio sopprime l’Unità Tecnica (UTFP) specializzata nella finanza di progetto trasferendone funzioni e competenze direttamente al Dipe. La legge prevede una nuova selezione con nuove regole per il reclutamento degli esperti in finanza di progetto e a supporto del NARS. Ma c’è chi per questi ultimi vuole fare eccezione: tra i nove 5 hanno il contratto in scadenza tra settembre e ottobre 2016. Con quanta determinazione siano stati “resuscitati” prima del tempo, è il bello della storia.
C’E IN BALLO LA NAZIONE – Per assicurare al Dipe lo svolgimento delle funzioni della soppressa Unità ed il supporto al NARS la stessa legge prevede massimo 18 esperti da selezionare con criteri stabiliti, entro febbraio 2016, con un Decreto del Presidente del Consiglio che il Dipe predispone subito ma che viene firmato solo l’8 agosto. Sepe – aspettando il decreto – il 7 luglio, con tre mesi di anticipo rispetto alle scadenze dei contratti, propone a Lotti di rinnovare i 5 contratti per altri due anni. Lotti lo stesso giorno firma i 5 rinnovi senza aspettare i nuovi criteri per l’attribuzione di tutti gli incarichi.
L’anomalia non passa inosservata alla magistratura contabile che il 2 settembre, facendo intendere che ci sarebbero i tempi per procedere con una nuova selezione pubblica, chiede lumi. Alla Corte sfugge che il rinnovo comporta aumenti da 5mila euro lordi ciascuno. Sepe risponde il 6 settembre, quattro giorni dopo, scrivendo che gli esperti sono indispensabili al Dipartimento per svolgere funzioni e compiti di “rilevanza strategica nazionale” ed è meglio mantenere in vita per ancora due anni i loro contratti.
IL BRACCIO DI FERRO COI GIUDICI – I magistrati non sono convinti dei due anni e allora Sepe il 21 settembre scrive una seconda lettera, rassicurando che la durata degli incarichi non supererà il tempo necessario per fare la nuova selezione e conferire quelli nuovi. Ma non va proprio così, perché Lotti nel frattempo si è portato avanti il lavoro e – il 14 settembre – ha già firmato il nuovo provvedimento “salva esperti”, nel quale si prevede che gli incarichi prorogati durino per “un periodo massimo di due anni e comunque non superiore al tempo necessario all’acquisizione dell’efficacia dei provvedimenti di incarico di esperto da conferire all’esito della procedura…”. Come dire: mentre la mano destra tranquillizzava i magistrati quella sinistra metteva nero su bianco che sarebbero potuti durare fino agli agognati due anni.
A 14 mesi dall’entrata in vigore della legge e 7 da quella del decreto coi nuovi criteri però la procedura di selezione non è mai partita: nessun avviso pubblico è apparso sul sito del Dipe. I magistrati sembrano però accontentarsi, lasciando i cinque esperti ben felici di continuare ad occupare le stesse poltrone con i contratti rinnovati in anticipo e i compensi aumentati di quel po’.
I MAGNIFICI CINQUE – Uno è l’avvocato savonese Paolo Piacenza, 37 anni. Come gli altri esperti NARS ha garantito all’amministrazione la sua disponibilità a tempo pieno ma dal 12 giugno 2016 ricopre anche l’incarico di Amministratore Unico di Ire Spa, un’Agenzia Regionale ligure con sede a Genova. Sostituisce un dipendente della Regione Liguria che correttamente devolveva alla stessa il compenso da 30mila euro l’anno. Piacenza no, perché è un libero professionista, e alle casse liguri cui il predecessore non costava nulla costa pure il doppio: per l’esattezza 67 mila e 900 euro. “E’ qui tutti i giorni”, assicurano dall’amministrazione di IRE, e allora: come farà a guadagnarsi altrettanto come esperto NARS della Presidenza del Consiglio a Roma?
Pasquale Marasco, pietra miliare del Dipartimento ed esperto di lunga data tra il NARS e la soppressa Unità che si occupava di finanza di progetto. Da 15 anni si fa apprezzare e non solo dal Dipe: lo scorso novembre ha infatti ottenuto dalla Regione Veneto un incarico per il quale ha percepito 15.000 euro per un solo mese di consulenza. Risorse pubbliche che, forse, si sarebbero potute risparmiare chiedendo la consulenza direttamente al Dipe. In fatto di aumenti Piacenza, Surdi e Marasco in massimo tre anni si sono visti aumentare la retribuzione annuale del 50%, da 51mila a 75mila euro. Tranquilli è passato da 51mila a 65mila.
C’è poi Giuseppe Surdi che proviene dalla LUISS con la quale ha un contratto integrativo d’insegnamento di Economia Industriale anche per l’AA 2016/2017. La mascotte del gruppo è Marco Tranquilli che si è laureato nel luglio 2010 e a ottobre, dopo appena tre mesi e a soli 25 anni, era già un esperto del Dipe. Il padre è il professor Carlo Tranquilli, già direttore dell’Istituto di medicina e scienza della Sport del Coni e Medico Federale della FIGC, federazioni sulle quali da ministro vigila Lotti, lo stesso che da sottosegretario firmò il decreto anticipato di re-incarico al figlio.
Niente aumenti per Gemma Gigli, funzionaria della Presidenza del Consiglio ormai prossima alla pensione: grazie all’incarico di esperto NARS percepisce 85mila euro l’anno lordi guadagnando di fatto come un dirigente. Non è stato possibile darle di più, come ai colleghi, perché già supera di 10mila euro il limite massimo consentito dal Decreto dell’8 agosto 2016. Più esperta di così, insomma, non si poteva.
Riceviamo e pubblichiamo dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri
a) L ‘articolo afferma che su 80 consulenti ed esperti esterni in servizio alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, presso il DIPE, prestino la propria collaborazione 25 esperti a fronte di una spesa annua di 1,7 mln euro. A riguardo si precisa che l’organico degli esperti a valere sulle risorse del DIPE si ragguaglia in 33 posizioni. Ad oggi risultano coperte di queste solo 25 posizioni, di cui 14 in carico al Nucleo tecnico Politica Economica a diretto supporto e coordinamento del Presidente del Consiglio, per un totale di spesa complessiva nell’anno solare 2016 pari a Euro 1,35 mln e non Euro 1,7 mln. Per quanto attiene alle 11 posizioni funzionalmente riferibili al DIPE e che includono 9 posizioni per il NARS e 2 per l’esercizio delle funzioni trasferite al DIPE a seguito della soppressione dell’Unità Tecnica Finanza di Progetto – UTFP (Legge di Stabilità 2016), il totale della spesa sostenuta nel 2016 era pari a Euro 680 mila. Nel 2012, prima dell’insediamento del Governo Renzi (e del nuovo capo dipartimento), il totale delle spese delle medesime strutture era pari a Euro 2, 217 mln di euro di cui 746.000 di euro riferibili al costo dell’Unità tecnica finanza di Progetto. E’ evidente, pertanto, che la razionalizzazione ha comportato un risparmio di costi effettivi, al netto della riduzione strutturale del contingente di esperti, pari a circa il 38% sul totale e pari al 40% se si guarda alle sole strutture NARS ed ex UTFP.
b) L ‘articolo afferma che il DIPE ha proceduto ai rinnovi di esperti prima della scadenza degli incarichi e prima dell’entrata in vigore dei nuovi criteri stabiliti dal DPCM firmato in data 8 agosto 2016. Si fa presente in proposito che il rinnovo degli incarichi in questione è stato effettuato, come chiarito anche agli organi di controllo, attingendo alle professionalità selezionate per la short list predisposta a seguito di regolare procedura ad evidenza pubblica conseguente alla pubblicazione di un avviso pubblicato in data 16 gennaio 2015 sul sito del DIPE. Tale short list, come consuetudine e prassi consolidata in tali procedure di selezione, aveva una durata predefinita nell’avviso stesso (nella fattispecie con scadenza al 31 dicembre 2016). Per gli incarichi degli esperti NARS, in base al vigente DPCM 25 novembre 2008 come modificato dal DPCM 2 agosto 2010, non è prevista una durata massima che è rimessa all’autorità politica che dispone la nomina. Pertanto, aver limitato a soli due anni la durata degli incarichi risulta scelta connotata da particolare prudenza da parte del Ministro Lotti autorità politica delegata. Infine, in ordine alle considerazioni contenute nell’articolo in merito ai singoli esperti, va rilevato che la loro posizione giuridica non integra in alcun modo un rapporto lavorativo di natura subordinata con vincolo di esclusiva, come peraltro ribadito da ultimo dalla stessa giurisprudenza (sentenza Tribunale del lavoro di Roma Sez. III -12 novembre 2016 n. 9589/2016). Tali esperti tuttavia sono tenuti, ai sensi dell’art. 53, comma 14, del decreto legislativo 165/2001, a dichiarare sotto la loro responsabilità (anche di natura penale) di non essere in conflitto di interesse con le attività svolte presso il DIPE.
La risposta dell’autore
I numeri riportati sono nella sezione Trasparenza del sito della Presidenza: sommando gli importi annui dei 25 esperti del Dipe la spesa risulta di 1,7 milioni di euro. Apprendiamo che i contratti degli esperti dell’UTFP annullati dalla Legge finanziaria sono stati poi resuscitati dall’art. 7 del DPCM 8 agosto 2016 proposto dal Dipe. Quanto alla “prudenza” usata dal Ministro Lotti nel limitare la durata dei contratti NARS a due anni ricordiamo che nel 2012 gli stessi contratti avevano la durata di uno soltanto, quindi erano decisamente più “prudenti”. Nei Decreti di incarico, infine, si legge che la scelta degli importi riconosciuti ai 5 esperti è stata fatta a seguito della loro qualificazione e della loro “disponibilità a tempo”, come recitano i decreti di nomina. Ora la Presidenza è al corrente che non è sempre così e dei vari incarichi ricoperti presso altri enti. A questo punto attendiamo l’avviso pubblico con l’elenco degli incaricati secondo i corretti criteri.
Palazzi & Potere
Palazzo Chigi: doppi incarichi, rinnovi anticipati e selezioni mai fatte. La dura vita dell’esercito di esperti e consulenti
La Presidenza del Consiglio ha oltre 300 dirigenti ma dà lavoro anche a un'ottantina di professionisti esterni ai quali riserva molte attenzioni: l'ex sottosegretario Luca Lotti ha autorizzato contratti con tre mesi di anticipo sempre in attesa di "selezione pubblica". E senza colpo ferire sono passati aumenti di stipendio, conflitti d'interesse e doppi incarichi (anche da 15mila euro per un mese) a fronte di asserite disponibilità a tempo pieno. Ecco come funziona
Per tanti italiani la scadenza del contratto è un incubo, per quelli a diretto contatto col potere può essere solo una formalità, tanto da vederselo rinnovare anche tre mesi prima che sia scaduto e con pure l’aumento. Succede ad alcuni “esperti” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che pur avendo 263 tra direttori generali e dirigenti, 27 capi dipartimento e 44 stretti collaboratori del Presidente che ci costano 32 milioni di euro, si fregia di avere anche 80 tra consulenti ed esperti esterni per i quali sborsa ulteriori 5,7 milioni. Alcuni esperti sono più “speciali” di altri: sono tra i 25 che lavorano al Dipartimento per la programmazione economica (Dipe) della Presidenza, che nella corsa agli esperti fa la parte del leone con una spesa di 1,7 milioni l’anno.
Sono 9 e lavorano sotto l’acronimo Nars, che sta poi per “Nucleo di consulenza per l’attuazione delle linee guida per la regolazione dei servizi di pubblica utilità”, a stretto contatto con il capo dipartimento e braccio destro di Luca Lotti, Ferruccio Sepe, tra i premiati da Renzi al 100% nonostante indicatori economici non proprio esaltanti. Quanto siano “speciali” lo dimostra la rocambolesca storia dei rinnovi anticipati. La storia inizia il primo gennaio 2016, con l’entrata in vigore della legge finanziaria che per motivi di risparmio sopprime l’Unità Tecnica (UTFP) specializzata nella finanza di progetto trasferendone funzioni e competenze direttamente al Dipe. La legge prevede una nuova selezione con nuove regole per il reclutamento degli esperti in finanza di progetto e a supporto del NARS. Ma c’è chi per questi ultimi vuole fare eccezione: tra i nove 5 hanno il contratto in scadenza tra settembre e ottobre 2016. Con quanta determinazione siano stati “resuscitati” prima del tempo, è il bello della storia.
C’E IN BALLO LA NAZIONE – Per assicurare al Dipe lo svolgimento delle funzioni della soppressa Unità ed il supporto al NARS la stessa legge prevede massimo 18 esperti da selezionare con criteri stabiliti, entro febbraio 2016, con un Decreto del Presidente del Consiglio che il Dipe predispone subito ma che viene firmato solo l’8 agosto. Sepe – aspettando il decreto – il 7 luglio, con tre mesi di anticipo rispetto alle scadenze dei contratti, propone a Lotti di rinnovare i 5 contratti per altri due anni. Lotti lo stesso giorno firma i 5 rinnovi senza aspettare i nuovi criteri per l’attribuzione di tutti gli incarichi.
L’anomalia non passa inosservata alla magistratura contabile che il 2 settembre, facendo intendere che ci sarebbero i tempi per procedere con una nuova selezione pubblica, chiede lumi. Alla Corte sfugge che il rinnovo comporta aumenti da 5mila euro lordi ciascuno. Sepe risponde il 6 settembre, quattro giorni dopo, scrivendo che gli esperti sono indispensabili al Dipartimento per svolgere funzioni e compiti di “rilevanza strategica nazionale” ed è meglio mantenere in vita per ancora due anni i loro contratti.
IL BRACCIO DI FERRO COI GIUDICI – I magistrati non sono convinti dei due anni e allora Sepe il 21 settembre scrive una seconda lettera, rassicurando che la durata degli incarichi non supererà il tempo necessario per fare la nuova selezione e conferire quelli nuovi. Ma non va proprio così, perché Lotti nel frattempo si è portato avanti il lavoro e – il 14 settembre – ha già firmato il nuovo provvedimento “salva esperti”, nel quale si prevede che gli incarichi prorogati durino per “un periodo massimo di due anni e comunque non superiore al tempo necessario all’acquisizione dell’efficacia dei provvedimenti di incarico di esperto da conferire all’esito della procedura…”. Come dire: mentre la mano destra tranquillizzava i magistrati quella sinistra metteva nero su bianco che sarebbero potuti durare fino agli agognati due anni.
A 14 mesi dall’entrata in vigore della legge e 7 da quella del decreto coi nuovi criteri però la procedura di selezione non è mai partita: nessun avviso pubblico è apparso sul sito del Dipe. I magistrati sembrano però accontentarsi, lasciando i cinque esperti ben felici di continuare ad occupare le stesse poltrone con i contratti rinnovati in anticipo e i compensi aumentati di quel po’.
I MAGNIFICI CINQUE – Uno è l’avvocato savonese Paolo Piacenza, 37 anni. Come gli altri esperti NARS ha garantito all’amministrazione la sua disponibilità a tempo pieno ma dal 12 giugno 2016 ricopre anche l’incarico di Amministratore Unico di Ire Spa, un’Agenzia Regionale ligure con sede a Genova. Sostituisce un dipendente della Regione Liguria che correttamente devolveva alla stessa il compenso da 30mila euro l’anno. Piacenza no, perché è un libero professionista, e alle casse liguri cui il predecessore non costava nulla costa pure il doppio: per l’esattezza 67 mila e 900 euro. “E’ qui tutti i giorni”, assicurano dall’amministrazione di IRE, e allora: come farà a guadagnarsi altrettanto come esperto NARS della Presidenza del Consiglio a Roma?
Pasquale Marasco, pietra miliare del Dipartimento ed esperto di lunga data tra il NARS e la soppressa Unità che si occupava di finanza di progetto. Da 15 anni si fa apprezzare e non solo dal Dipe: lo scorso novembre ha infatti ottenuto dalla Regione Veneto un incarico per il quale ha percepito 15.000 euro per un solo mese di consulenza. Risorse pubbliche che, forse, si sarebbero potute risparmiare chiedendo la consulenza direttamente al Dipe. In fatto di aumenti Piacenza, Surdi e Marasco in massimo tre anni si sono visti aumentare la retribuzione annuale del 50%, da 51mila a 75mila euro. Tranquilli è passato da 51mila a 65mila.
C’è poi Giuseppe Surdi che proviene dalla LUISS con la quale ha un contratto integrativo d’insegnamento di Economia Industriale anche per l’AA 2016/2017. La mascotte del gruppo è Marco Tranquilli che si è laureato nel luglio 2010 e a ottobre, dopo appena tre mesi e a soli 25 anni, era già un esperto del Dipe. Il padre è il professor Carlo Tranquilli, già direttore dell’Istituto di medicina e scienza della Sport del Coni e Medico Federale della FIGC, federazioni sulle quali da ministro vigila Lotti, lo stesso che da sottosegretario firmò il decreto anticipato di re-incarico al figlio.
Niente aumenti per Gemma Gigli, funzionaria della Presidenza del Consiglio ormai prossima alla pensione: grazie all’incarico di esperto NARS percepisce 85mila euro l’anno lordi guadagnando di fatto come un dirigente. Non è stato possibile darle di più, come ai colleghi, perché già supera di 10mila euro il limite massimo consentito dal Decreto dell’8 agosto 2016. Più esperta di così, insomma, non si poteva.
Riceviamo e pubblichiamo dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri
a) L ‘articolo afferma che su 80 consulenti ed esperti esterni in servizio alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, presso il DIPE, prestino la propria collaborazione 25 esperti a fronte di una spesa annua di 1,7 mln euro. A riguardo si precisa che l’organico degli esperti a valere sulle risorse del DIPE si ragguaglia in 33 posizioni. Ad oggi risultano coperte di queste solo 25 posizioni, di cui 14 in carico al Nucleo tecnico Politica Economica a diretto supporto e coordinamento del Presidente del Consiglio, per un totale di spesa complessiva nell’anno solare 2016 pari a Euro 1,35 mln e non Euro 1,7 mln. Per quanto attiene alle 11 posizioni funzionalmente riferibili al DIPE e che includono 9 posizioni per il NARS e 2 per l’esercizio delle funzioni trasferite al DIPE a seguito della soppressione dell’Unità Tecnica Finanza di Progetto – UTFP (Legge di Stabilità 2016), il totale della spesa sostenuta nel 2016 era pari a Euro 680 mila. Nel 2012, prima dell’insediamento del Governo Renzi (e del nuovo capo dipartimento), il totale delle spese delle medesime strutture era pari a Euro 2, 217 mln di euro di cui 746.000 di euro riferibili al costo dell’Unità tecnica finanza di Progetto. E’ evidente, pertanto, che la razionalizzazione ha comportato un risparmio di costi effettivi, al netto della riduzione strutturale del contingente di esperti, pari a circa il 38% sul totale e pari al 40% se si guarda alle sole strutture NARS ed ex UTFP.
b) L ‘articolo afferma che il DIPE ha proceduto ai rinnovi di esperti prima della scadenza degli incarichi e prima dell’entrata in vigore dei nuovi criteri stabiliti dal DPCM firmato in data 8 agosto 2016. Si fa presente in proposito che il rinnovo degli incarichi in questione è stato effettuato, come chiarito anche agli organi di controllo, attingendo alle professionalità selezionate per la short list predisposta a seguito di regolare procedura ad evidenza pubblica conseguente alla pubblicazione di un avviso pubblicato in data 16 gennaio 2015 sul sito del DIPE. Tale short list, come consuetudine e prassi consolidata in tali procedure di selezione, aveva una durata predefinita nell’avviso stesso (nella fattispecie con scadenza al 31 dicembre 2016). Per gli incarichi degli esperti NARS, in base al vigente DPCM 25 novembre 2008 come modificato dal DPCM 2 agosto 2010, non è prevista una durata massima che è rimessa all’autorità politica che dispone la nomina. Pertanto, aver limitato a soli due anni la durata degli incarichi risulta scelta connotata da particolare prudenza da parte del Ministro Lotti autorità politica delegata. Infine, in ordine alle considerazioni contenute nell’articolo in merito ai singoli esperti, va rilevato che la loro posizione giuridica non integra in alcun modo un rapporto lavorativo di natura subordinata con vincolo di esclusiva, come peraltro ribadito da ultimo dalla stessa giurisprudenza (sentenza Tribunale del lavoro di Roma Sez. III -12 novembre 2016 n. 9589/2016). Tali esperti tuttavia sono tenuti, ai sensi dell’art. 53, comma 14, del decreto legislativo 165/2001, a dichiarare sotto la loro responsabilità (anche di natura penale) di non essere in conflitto di interesse con le attività svolte presso il DIPE.
La risposta dell’autore
I numeri riportati sono nella sezione Trasparenza del sito della Presidenza: sommando gli importi annui dei 25 esperti del Dipe la spesa risulta di 1,7 milioni di euro. Apprendiamo che i contratti degli esperti dell’UTFP annullati dalla Legge finanziaria sono stati poi resuscitati dall’art. 7 del DPCM 8 agosto 2016 proposto dal Dipe. Quanto alla “prudenza” usata dal Ministro Lotti nel limitare la durata dei contratti NARS a due anni ricordiamo che nel 2012 gli stessi contratti avevano la durata di uno soltanto, quindi erano decisamente più “prudenti”. Nei Decreti di incarico, infine, si legge che la scelta degli importi riconosciuti ai 5 esperti è stata fatta a seguito della loro qualificazione e della loro “disponibilità a tempo”, come recitano i decreti di nomina. Ora la Presidenza è al corrente che non è sempre così e dei vari incarichi ricoperti presso altri enti. A questo punto attendiamo l’avviso pubblico con l’elenco degli incaricati secondo i corretti criteri.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.