“E’ finita, Aamps è ufficialmente salva“. Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin esulta: la sezione fallimentare del tribunale ha infatti disposto l’omologa del concordato preventivo richiesto da Aamps, la società di gestione dei rifiuti partecipata al 100 per cento dal Comune per mesi al centro di roventi polemiche. Per i prossimi cinque anni, dunque, l’azienda opererà sotto l’ombrello del controllo del tribunale, con l’obbligo del pagamento dei creditori (che in larga parte hanno approvato il piano) e cercando di rendere solida la struttura aziendale. Il via libera dei giudici è sulla fattibilità del percorso scelto da Nogarin e dalla giunta M5s che ora rivendicano il risultato: “Ci siamo persino presi un avviso di garanzia – ricorda il sindaco – per aver provato a risanare una partecipata senza ricorrere ai soldi dei livornesi” dichiara il sindaco via facebook, facendo riferimento alle indagini a suo carico per abuso d’ufficio, bancarotta fraudolenta e falso in bilancio nell’ambito dell’inchiesta “Città pulita”. “All’improvviso tutti gli ‘espertoni’ che attaccavano Nogarin tacciono – twitta il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio – Grande sindaco, grande giunta, grande squadra”.
“Il tribunale ci ha promosso a pieni voti”
L’ok da parte dell’adunanza dei creditori al piano di concordato era già arrivato lo scorso 14 gennaio: “Risultato epocale” affermò Beppe Grillo. Ora è arrivata l’omologa: “Oggi il tribunale ha promosso il nostro progetto a pieni voti” dichiara Nogarin. A esprimere “grande soddisfazione” è anche lo stesso cda. Il M5S ha sempre accusato il Pd di aver lasciato Aamps con un passivo di oltre 40 milioni di euro: “Quella che ieri era una partecipata schiacciata da debiti e inefficienze – afferma il grillino – oggi sta cominciando a macinare utili, a modernizzarsi e ciò che più conta a riorganizzarsi al proprio interno”.
“…quei profeti di sventura”
La decisione di percorrere la strada del concordato preventivo (e non quella della ricapitalizzazione) era stata presa a fine 2015, in un clima di alta tensione, scontri politici, sindacati infuriati e soprattutto scioperi dei netturbini. Nogarin ora si toglie qualche sassolino dalla scarpa e punta il dito contro “i profeti di sventura che nel 2015 hanno dipinto Livorno come una pattumiera a cielo aperto e noi come dei dilettanti improvvisati, destinati a far fallire l’azienda e ridurre sul lastrico le famiglie di 400 dipendenti“.
“Abbiamo subito pressioni pesantissime”
La crisi di Aamps viene definita dallo stesso primo cittadino una vicenda “che ha tolto il sonno” alla giunta, al gruppo consiliare “e all’intero Movimento 5 Stelle“. Nogarin ricorda infatti le “pressioni pesantissime” messe in campo “da parte di lavoratori comprensibilmente preoccupati, ma anche da giornali, tv, partiti politici, sindacati e associazioni di categoria che hanno tentato di cavalcare questa storia in ogni modo pur di darci una spallata che ci facesse cadere”. Per concluderee la dedica: “Quella di oggi non è solo una vittoria di questa amministrazione, né solo del Movimento 5 stelle. E’ una vittoria di tutti i livornesi”.
Il tribunale insiste: “Aamps è pubblica ma può andare a concordato”
Ma c’è un’altra questione che emerge, sotto il profilo del diritto, dal decreto firmato dai giudici Luigi Nannipieri, Gianmarco Marinai e Franco Pastorelli. E’ la conferma delle diverse linee di pensiero – che già ilfatto.it aveva raccontato – tra il tribunale fallimentare e la Procura che ha aperto l’inchiesta e indagato tra gli altri Nogarin, il suo assessore al Bilancio Gianni Lemmetti e i loro predecessori Alessandro Cosimi e Valter Nebbiai (Pd) per bancarotta. Il collegio di giudici infatti ancora una volta sostiene la “fallibilità” della cosiddetta società in house “e dunque l’assoggettibilità alla procedura di concordato preventivo”.
Politica
Aamps, l’ok definitivo al concordato dal tribunale fallimentare. Nogarin: “Abbiamo vinto, l’azienda è salva”
I giudici danno l'omologa: per 5 anni la società dei rifiuti resterà sotto "l'ombrello" dei giudici finché non tornerà ad avere una struttura solida. Il sindaco: "Non c'ho dormito la notte, ma mi sono preso un avviso di garanzia per aver provato a risanare una partecipata senza ricorrere ai soldi dei livornesi"
“E’ finita, Aamps è ufficialmente salva“. Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin esulta: la sezione fallimentare del tribunale ha infatti disposto l’omologa del concordato preventivo richiesto da Aamps, la società di gestione dei rifiuti partecipata al 100 per cento dal Comune per mesi al centro di roventi polemiche. Per i prossimi cinque anni, dunque, l’azienda opererà sotto l’ombrello del controllo del tribunale, con l’obbligo del pagamento dei creditori (che in larga parte hanno approvato il piano) e cercando di rendere solida la struttura aziendale. Il via libera dei giudici è sulla fattibilità del percorso scelto da Nogarin e dalla giunta M5s che ora rivendicano il risultato: “Ci siamo persino presi un avviso di garanzia – ricorda il sindaco – per aver provato a risanare una partecipata senza ricorrere ai soldi dei livornesi” dichiara il sindaco via facebook, facendo riferimento alle indagini a suo carico per abuso d’ufficio, bancarotta fraudolenta e falso in bilancio nell’ambito dell’inchiesta “Città pulita”. “All’improvviso tutti gli ‘espertoni’ che attaccavano Nogarin tacciono – twitta il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio – Grande sindaco, grande giunta, grande squadra”.
“Il tribunale ci ha promosso a pieni voti”
L’ok da parte dell’adunanza dei creditori al piano di concordato era già arrivato lo scorso 14 gennaio: “Risultato epocale” affermò Beppe Grillo. Ora è arrivata l’omologa: “Oggi il tribunale ha promosso il nostro progetto a pieni voti” dichiara Nogarin. A esprimere “grande soddisfazione” è anche lo stesso cda. Il M5S ha sempre accusato il Pd di aver lasciato Aamps con un passivo di oltre 40 milioni di euro: “Quella che ieri era una partecipata schiacciata da debiti e inefficienze – afferma il grillino – oggi sta cominciando a macinare utili, a modernizzarsi e ciò che più conta a riorganizzarsi al proprio interno”.
“…quei profeti di sventura”
La decisione di percorrere la strada del concordato preventivo (e non quella della ricapitalizzazione) era stata presa a fine 2015, in un clima di alta tensione, scontri politici, sindacati infuriati e soprattutto scioperi dei netturbini. Nogarin ora si toglie qualche sassolino dalla scarpa e punta il dito contro “i profeti di sventura che nel 2015 hanno dipinto Livorno come una pattumiera a cielo aperto e noi come dei dilettanti improvvisati, destinati a far fallire l’azienda e ridurre sul lastrico le famiglie di 400 dipendenti“.
“Abbiamo subito pressioni pesantissime”
La crisi di Aamps viene definita dallo stesso primo cittadino una vicenda “che ha tolto il sonno” alla giunta, al gruppo consiliare “e all’intero Movimento 5 Stelle“. Nogarin ricorda infatti le “pressioni pesantissime” messe in campo “da parte di lavoratori comprensibilmente preoccupati, ma anche da giornali, tv, partiti politici, sindacati e associazioni di categoria che hanno tentato di cavalcare questa storia in ogni modo pur di darci una spallata che ci facesse cadere”. Per concluderee la dedica: “Quella di oggi non è solo una vittoria di questa amministrazione, né solo del Movimento 5 stelle. E’ una vittoria di tutti i livornesi”.
Il tribunale insiste: “Aamps è pubblica ma può andare a concordato”
Ma c’è un’altra questione che emerge, sotto il profilo del diritto, dal decreto firmato dai giudici Luigi Nannipieri, Gianmarco Marinai e Franco Pastorelli. E’ la conferma delle diverse linee di pensiero – che già ilfatto.it aveva raccontato – tra il tribunale fallimentare e la Procura che ha aperto l’inchiesta e indagato tra gli altri Nogarin, il suo assessore al Bilancio Gianni Lemmetti e i loro predecessori Alessandro Cosimi e Valter Nebbiai (Pd) per bancarotta. Il collegio di giudici infatti ancora una volta sostiene la “fallibilità” della cosiddetta società in house “e dunque l’assoggettibilità alla procedura di concordato preventivo”.
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Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb (Adnkronos) - Opposizioni compatte domani alla Camera per il doppio appuntamento con la sfiducia. Destinatari delle mozioni sono i ministri della Giustizia Carlo Nordio e del Turismo Daniela Santanchè. Solo nel secondo caso, però, l'aula di Montecitorio si esprimerà con un voto. Per un 'verdetto' su Nordio, salvo clamorosi (e inattesi) cambiamenti dell'ordine del giorno, questa settimana non se ne farà nulla.
La mozione contro il ministro della Giustizia nasce dalla vicenda Almasri e dalle 11 di domani è prevista solo la discussione generale. Politicamente (e anche formalmente) la sfiducia a Nordio ha una base ampia, pur se perimetrata al solo campo dell'opposizione. La mozione è stata presentata dalla capogruppo del Pd Chiara Braga ed è stata sottoscritta dai capigruppo M5s (Riccardo Ricciardi), Avs (Luana Zanella), Iv (Davide Faraone), +Europa (Riccardo Magi). Il leader di Azione Carlo Calenda si è invece detto più volte contrario alla sfiducia al ministro.
Diverso il discorso per la mozione Santanchè, legata alle vicende giudiziarie delle sue società. Nell'aula della Camera si è già svolta la discussione generale e per domani, dalle 15,30, è in programma il seguito della discussione. A partire dalla replica della ministra del Turismo attesa, salvo novità, in apertura di seduta. A seguire il voto. Anche qui il fronte delle opposizioni risulta compatto. La mozione Santanchè è del M5s, prima firma dell'ex capogruppo Francesco Silvestri, ed è stata sottoscritta dalle capogruppo del Pd (Braga) e di Avs (Zanella). Formalmente mancano all'atto le firme di +Europa e Azione, che però avrebbero assicurato il proprio supporto al momento del voto, e di Italia viva.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Un ente come Fondazione Bicocca è assolutamente innovativo perché apre totalmente al privato. Una formula coerente con le intenzioni del governo, che sta novellando le norme legate al partenariato pubblico-privato per un equilibrato rapporto tra gli interessi pubblici e l'interesse privato”. Così Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Bicocca, pertanto, sta facendo una bellissima esperienza: una start up all'interno della start up. Ci auguriamo, quindi, che il buon successo di questa iniziativa possa essere preso come esempio da molti altri. Il giusto e sano collegamento tra un'accademia, come questa l'università, e le imprese è una cosa buona e giusta che perseguiamo con grande attenzione”, conclude.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - "Oggi presentiamo Fondazione Bicocca a tutta la comunità e a tutti i nostri possibili stakeholders. Lo scopo della Fondazione è quello di mettere in relazione il territorio con l'università. È un facilitatore e quindi speriamo di ottenere dei grossi risultati. Oggi il primo evento di una lunga serie”. Così Marco Orlandi prorettore vicario dell'università Milano-Bicocca e presidente di Fondazione Bicocca durante l'evento "Connessioni per il futuro". Un incontro pensato per presentare Fondazione Bicocca, un nuovo ente in grado di supportare e valorizzare le attività di alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico dell’ateneo. “Siamo molto orgogliosi, siamo un'università giovane nata 26 anni fa, ma in questi 26 anni abbiamo ottenuto degli ottimi risultati e questo era il momento di dotarsi di un altro strumento per essere ancora più attrattivi per il territorio e per i nostri stakeholders" conclude Orlandi.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “La presentazione di Fondazione Bicocca è un momento importante perché Bicocca ha già dimostrato, spostandosi in quest'area geografica della città, di fare tanto per il territorio in cui è immersa, con una trasformazione ambientale e strutturale". Lo afferma Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
"Basti pensare - dice - a tutti gli investimenti sul verde che ha fatto e che circondano quest'area, ma soprattutto culturale, sulla parte che riguarda la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, la possibilità di avvicinare e orientare ancora di più tante ragazze e ragazzi alle materie che l’Università Bicocca rappresenta in questo territorio. Ora attraverso la Fondazione, si cerca di creare quel ponte ancora più esplicito, ancora più forte con il mercato del lavoro”.
"L’obiettivo della Fondazione è trasformare da un lato il mercato del lavoro, avvicinandolo sempre di più alle aspettative di tante ragazze e ragazzi, dall'altro lato avvicinare questo patrimonio di giovani alle proposte che ci sono nel mercato del lavoro, orientandoli e formandoli nel modo corretto a fronte delle tante vacancies che ci sono in diversi settori. Un obiettivo molto utile non solo a Milano, ma al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il costo delle bollette in Italia ha raggiunto picchi insostenibili per famiglie e imprese. Oggi la segretaria Schlein ha dimostrato che sono possibili interventi urgenti e immediati per abbassare il costo dell’energia. Nello stesso giorno in cui il governo Meloni fa slittare il cdm per affrontare la questione: sono nel caos. Seguano le proposte del Pd, perché gli italiani non possono rimetterci di tasca propria per l’incompetenza di questa destra". Lo scrive sui social Alessandro Zan del Pd.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.