“I tagli al Fondo non autosufficienze e a quello per le politiche sociali sono inaccettabili, un atto gravissimo e umilante che colpisce le persone con disabilità e le fasce più deboli della popolazione”. A dirlo è il presidente della Fand (Federazione associazioni nazionali disabili), Franco Bettoni, che si dice “pronto alla mobilitazione” contro un provvedimento ritenuto del “tutto ingiusto e inaspettato”. “E’ un atto politico più che operativo. Le recenti conquiste delle associazioni delle persone con disabilità sono state annullate”, rincara il direttore responsabile di HandyLex.org, Carlo Giacobini. Che aggiunge: “I soldi in più erano arrivati al termine di presìdi e proteste e dopo un impegno concreto del ministro Poletti. Lo stesso Parlamento lo aveva approvato. Ora in altri tavoli e in altri contesti quella conquista viene azzerata“.
Bettoni spiega a Ilfattoquotidiano.it che “è evidente che la riduzione del Fondo per le non autosufficienze siglata lo scorso 23 febbraio avrà un impatto negativo sulla vita delle tante persone disabili e delle loro famiglie che tramite l’accesso a quelle risorse possono contare, ad oggi, su erogazioni monetarie mensili aggiuntive che coprono, ad esempio, l’assistenza domiciliare necessaria a garantire una soddisfacente qualità di vita”. Non solo: “Al di là delle ricadute negative sui cittadini che sono certe e che condanneranno molte persone alla povertà e all’emarginazione, il segnale giunto dal governo Gentiloni è certamente negativo rispetto alla strutturazione dei livelli essenziali di assistenza in una logica di garanzia di diritti certi”. Per di più ieri il Senato ha approvato il disegno di legge che introduce un sostegno “universale” per gli indigenti, del quale però di fatto potrà beneficiare solo una piccola percentuale degli italiani in condizione di povertà.
Questi tagli condanneranno molte persone con disabilità alla povertà e all’emarginazione
La sforbiciata è prevista dall’intesa tra Stato e Regioni sul contributo degli enti locali all’equilibrio di bilancio. I risparmi imposti alle Amministrazioni regionali, spiega la Fand, andranno a incidere pesantemente sul welfare, visto che si prevede che “per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica” il Fondo per la non autosufficienza e quello sulle politiche sociali vengano tagliati rispettivamente a quota 450 milioni e 99,7 milioni di euro. Il primo scende quindi al livello cui era stato portato con l’ultima legge di Bilancio, perdendo i 50 milioni aggiuntivi promessi lo scorso novembre dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti ai malati di Sla e sbloccati il 22 febbraio. L’incremento era stato inserito nel decreto legge sul Sud. “Il fatto è di una gravità inaudita e quel che ancor più sconcerta – afferma Bettoni – è il fatto che la Fand che, in questi mesi, ha partecipato ad incontri e confronti con il ministro del Lavoro proprio per arrivare ad un aumento del Fondo per la non autosufficienza, non abbia ricevuto alcuna informativa al riguardo e ne sia venuta a conoscenza per altri canali; questo atteggiamento certamente non giova ed anzi mette in discussione la qualità dei rapporti fino ad oggi intercorsi con gli organismi istituzionali”.
Nessuna informativa alle associazioni che hanno partecipato agli incontri con il ministro del Lavoro
Per la Fand il governo guidato da Paolo Gentiloni, con questa mossa, fa un passo indietro rispetto al recente passato lasciando “terribilmente senza parole” le associazioni dei disabili. “Mi sento comunque in dovere di rimarcare l’assoluta buona fede e correttezza del ministro Poletti – sottolinea il numero uno della Fand che riunisce organizzazioni di persone con deficit sensoriali, disabilità intellettive, disturbi del comportamento e autismo – Ma nonostante la parola del ministro è stato ridotto per scelte certamente non sue, poiché artefici della manovra risultano viceversa essere gli assessori al bilancio ed i presidenti delle Regioni ed il ministero dell’Economia“. Queste politiche “sono sbagliate e inopportune, e non solo feriscono i più vulnerabili, negando diritti ed inclusione sociale, ma paralizzano l’Italia. È puro autolesionismo tagliare in maniera incisiva questi fondi anziché utilizzarli come un formidabile investimento per creare sviluppo, innovazione e buona occupazione. Per tali ragioni, come Fand stiamo valutando tutte le possibili iniziative per contrastare questa grave scelta politica, sia chiedendo un confronto diretto con il Presidente del Consiglio dei ministri e con il ministro dell’Economia, sia organizzando, se del caso, una ampia mobilitazione del mondo della disabilità, oggi così pesantemente colpito”, conclude Bettoni. “Certo ci sono degli effetti sui cittadini interessati dai servizi che quel Fondo dovrebbe garantire, ci sono anche dei risvolti più subdoli e che avranno un impatto più significativo sulle reali politiche sociali in questo paese”, aggiunge Giacobini. Secondo uno dei maggiori esperti italiani sulle leggi che riguardano i disabili ci sono due questioni. “La prima è un segnale forte: il Fondo è stato incrementato proprio di 50 milioni di euro grazie ad un’azione di pressione molto sentita di organizzazioni di persone con grave disabilità. Quei soldi sono arrivati al termine di presìdi e proteste e dopo un impegno concreto del ministro Poletti. Lo stesso Parlamento lo aveva approvato. Ora in altri tavoli e in altri contesti quella conquista viene azzerata e, a ben vedere, anche umiliata“. E il clima di sfiducia che ne deriva è deleterio per i successivi confronti tra istituzioni e associazioni.
Serve un Piano generale per garantire un livello omogeneo di servizi su tutto il territorio nazionale
“L’altro elemento politico riguarda lo specifico Tavolo per la non autosufficienza e il piano che questo tavolo dovrebbe elaborare. Ricordiamo che al tavolo partecipano sia le organizzazioni delle persone con disabilità ma anche i sindacati, i ministeri competenti, le Regioni. Un’occasione unica per giungere finalmente alla definizione di livelli essenziali delle prestazioni per le persone con maggiore necessità di assistenza intensiva… ma non solo”. “Per raggiungere questo traguardo e questa pianificazione è necessario che vi sia un pensiero condiviso ma anche che le risorse messe a disposizione, anche progressivamente, siano certe oltre che adeguate. È evidente, quindi, che in questi giorni ci si interroghi sulla reale futura cogenza di un Piano che garantisca un livello omogeneo di servizi su tutto il territorio nazionale. E lo stesso Tavolo rischia di produrre indicazioni poi vanificate in altri luoghi”. Sullo sfondo, evidenzia Giacobini, rimangono molti dubbi e ombre sulla decisione concordata dagli assessori al bilancio delle Regioni e dal Mef (intesa Stato Regioni del 23 febbraio): perché colpire proprio il sociale e non altro?
Il Fondo nazionale per la non autosufficienza è stato istituito nel 2006 con il preciso intento di fornire sostegno a persone con disabilità grave e gravissima, oltre che ad anziani non autosufficienti al fine di favorirne una dignitosa permanenza presso il proprio domicilio e per garantire, su tutto il territorio nazionale, l’attuazione di Livelli essenziali delle prestazioni assistenziali. Il Fondo in sostanza è destinato a finanziare contributi, voucher, prestazioni o servizi per le persone non autosufficienti gravi (nella misura del 60%) o gravissime (nella misura del 40%). Viene ripartito annualmente tra le Regioni e ciascun ente stabilisce poi i criteri con cui erogare concretamente i fondi alle persone e come ripartirlo fra Comuni ed Aziende sanitarie locali.
Diritti
Disabili, fondo non autosufficienze tagliato. “50 milioni concessi poi negati. Siamo umiliati e pronti a mobilitazione”
Le reazioni all'accordo siglato in Conferenza Stato-Regioni, che ha ridotto le risorse da 500 a 450 milioni. Il presidente della Fand: "Quei soldi servono tra le altre cose per l'assistenza domiciliare necessaria a garantire una soddisfacente qualità di vita. Tolti senza nemmeno avvisarci". Il direttore di HandyLex.org: "Le recenti conquiste delle organizzazioni sono state annullate all'improvviso. Serve un Piano per garantire servizi omogenei in tutta Italia"
“I tagli al Fondo non autosufficienze e a quello per le politiche sociali sono inaccettabili, un atto gravissimo e umilante che colpisce le persone con disabilità e le fasce più deboli della popolazione”. A dirlo è il presidente della Fand (Federazione associazioni nazionali disabili), Franco Bettoni, che si dice “pronto alla mobilitazione” contro un provvedimento ritenuto del “tutto ingiusto e inaspettato”. “E’ un atto politico più che operativo. Le recenti conquiste delle associazioni delle persone con disabilità sono state annullate”, rincara il direttore responsabile di HandyLex.org, Carlo Giacobini. Che aggiunge: “I soldi in più erano arrivati al termine di presìdi e proteste e dopo un impegno concreto del ministro Poletti. Lo stesso Parlamento lo aveva approvato. Ora in altri tavoli e in altri contesti quella conquista viene azzerata“.
Bettoni spiega a Ilfattoquotidiano.it che “è evidente che la riduzione del Fondo per le non autosufficienze siglata lo scorso 23 febbraio avrà un impatto negativo sulla vita delle tante persone disabili e delle loro famiglie che tramite l’accesso a quelle risorse possono contare, ad oggi, su erogazioni monetarie mensili aggiuntive che coprono, ad esempio, l’assistenza domiciliare necessaria a garantire una soddisfacente qualità di vita”. Non solo: “Al di là delle ricadute negative sui cittadini che sono certe e che condanneranno molte persone alla povertà e all’emarginazione, il segnale giunto dal governo Gentiloni è certamente negativo rispetto alla strutturazione dei livelli essenziali di assistenza in una logica di garanzia di diritti certi”. Per di più ieri il Senato ha approvato il disegno di legge che introduce un sostegno “universale” per gli indigenti, del quale però di fatto potrà beneficiare solo una piccola percentuale degli italiani in condizione di povertà.
La sforbiciata è prevista dall’intesa tra Stato e Regioni sul contributo degli enti locali all’equilibrio di bilancio. I risparmi imposti alle Amministrazioni regionali, spiega la Fand, andranno a incidere pesantemente sul welfare, visto che si prevede che “per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica” il Fondo per la non autosufficienza e quello sulle politiche sociali vengano tagliati rispettivamente a quota 450 milioni e 99,7 milioni di euro. Il primo scende quindi al livello cui era stato portato con l’ultima legge di Bilancio, perdendo i 50 milioni aggiuntivi promessi lo scorso novembre dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti ai malati di Sla e sbloccati il 22 febbraio. L’incremento era stato inserito nel decreto legge sul Sud. “Il fatto è di una gravità inaudita e quel che ancor più sconcerta – afferma Bettoni – è il fatto che la Fand che, in questi mesi, ha partecipato ad incontri e confronti con il ministro del Lavoro proprio per arrivare ad un aumento del Fondo per la non autosufficienza, non abbia ricevuto alcuna informativa al riguardo e ne sia venuta a conoscenza per altri canali; questo atteggiamento certamente non giova ed anzi mette in discussione la qualità dei rapporti fino ad oggi intercorsi con gli organismi istituzionali”.
Per la Fand il governo guidato da Paolo Gentiloni, con questa mossa, fa un passo indietro rispetto al recente passato lasciando “terribilmente senza parole” le associazioni dei disabili. “Mi sento comunque in dovere di rimarcare l’assoluta buona fede e correttezza del ministro Poletti – sottolinea il numero uno della Fand che riunisce organizzazioni di persone con deficit sensoriali, disabilità intellettive, disturbi del comportamento e autismo – Ma nonostante la parola del ministro è stato ridotto per scelte certamente non sue, poiché artefici della manovra risultano viceversa essere gli assessori al bilancio ed i presidenti delle Regioni ed il ministero dell’Economia“. Queste politiche “sono sbagliate e inopportune, e non solo feriscono i più vulnerabili, negando diritti ed inclusione sociale, ma paralizzano l’Italia. È puro autolesionismo tagliare in maniera incisiva questi fondi anziché utilizzarli come un formidabile investimento per creare sviluppo, innovazione e buona occupazione. Per tali ragioni, come Fand stiamo valutando tutte le possibili iniziative per contrastare questa grave scelta politica, sia chiedendo un confronto diretto con il Presidente del Consiglio dei ministri e con il ministro dell’Economia, sia organizzando, se del caso, una ampia mobilitazione del mondo della disabilità, oggi così pesantemente colpito”, conclude Bettoni. “Certo ci sono degli effetti sui cittadini interessati dai servizi che quel Fondo dovrebbe garantire, ci sono anche dei risvolti più subdoli e che avranno un impatto più significativo sulle reali politiche sociali in questo paese”, aggiunge Giacobini. Secondo uno dei maggiori esperti italiani sulle leggi che riguardano i disabili ci sono due questioni. “La prima è un segnale forte: il Fondo è stato incrementato proprio di 50 milioni di euro grazie ad un’azione di pressione molto sentita di organizzazioni di persone con grave disabilità. Quei soldi sono arrivati al termine di presìdi e proteste e dopo un impegno concreto del ministro Poletti. Lo stesso Parlamento lo aveva approvato. Ora in altri tavoli e in altri contesti quella conquista viene azzerata e, a ben vedere, anche umiliata“. E il clima di sfiducia che ne deriva è deleterio per i successivi confronti tra istituzioni e associazioni.
“L’altro elemento politico riguarda lo specifico Tavolo per la non autosufficienza e il piano che questo tavolo dovrebbe elaborare. Ricordiamo che al tavolo partecipano sia le organizzazioni delle persone con disabilità ma anche i sindacati, i ministeri competenti, le Regioni. Un’occasione unica per giungere finalmente alla definizione di livelli essenziali delle prestazioni per le persone con maggiore necessità di assistenza intensiva… ma non solo”. “Per raggiungere questo traguardo e questa pianificazione è necessario che vi sia un pensiero condiviso ma anche che le risorse messe a disposizione, anche progressivamente, siano certe oltre che adeguate. È evidente, quindi, che in questi giorni ci si interroghi sulla reale futura cogenza di un Piano che garantisca un livello omogeneo di servizi su tutto il territorio nazionale. E lo stesso Tavolo rischia di produrre indicazioni poi vanificate in altri luoghi”. Sullo sfondo, evidenzia Giacobini, rimangono molti dubbi e ombre sulla decisione concordata dagli assessori al bilancio delle Regioni e dal Mef (intesa Stato Regioni del 23 febbraio): perché colpire proprio il sociale e non altro?
Il Fondo nazionale per la non autosufficienza è stato istituito nel 2006 con il preciso intento di fornire sostegno a persone con disabilità grave e gravissima, oltre che ad anziani non autosufficienti al fine di favorirne una dignitosa permanenza presso il proprio domicilio e per garantire, su tutto il territorio nazionale, l’attuazione di Livelli essenziali delle prestazioni assistenziali. Il Fondo in sostanza è destinato a finanziare contributi, voucher, prestazioni o servizi per le persone non autosufficienti gravi (nella misura del 60%) o gravissime (nella misura del 40%). Viene ripartito annualmente tra le Regioni e ciascun ente stabilisce poi i criteri con cui erogare concretamente i fondi alle persone e come ripartirlo fra Comuni ed Aziende sanitarie locali.
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Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - "In merito all'accusa del sangue pubblicata dalla 'Commissione d'inchiesta': è uno dei peggiori casi di accusa del sangue che il mondo abbia mai visto (e il mondo ne ha visti molti). Accusa le vittime dei crimini commessi contro di loro. Hamas è l'organizzazione che ha commesso orrendi crimini sessuali contro gli israeliani. È davvero un documento malato che solo un'organizzazione antisemita come l'Onu potrebbe produrre". Lo ha scritto su X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Oren Marmorstein.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - Si terrà la prossima settimana, probabilmente giovedì 20 marzo, una seduta straordinaria della Camera dei deputati di tre ore e mezza per discutere le mozioni delle opposizioni sull'emergenza carceri. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Ramallah, 13 mar. (Adnkronos) - Secondo la Società dei prigionieri palestinesi e la Commissione per gli affari dei prigionieri ed ex prigionieri, almeno 25 palestinesi sono stati arrestati dalle forze israeliane durante le ultime incursioni nella Cisgiordania occupata. Tra gli arrestati ci sono una donna e diversi ex prigionieri, si legge nella dichiarazione congiunta su Telegram. Aumentano gli arresti a Hebron, dove secondo l'agenzia di stampa Wafa oggi sono state arrestate 12 persone, tra cui 11 ex prigionieri.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - "Non c'è stato l'affidamento da parte del governo di infrastrutture critiche del Paese a Starlink" e "come già rassicurato dal presidente Meloni ogni eventuale ulteriore sviluppo su questa questione sarà gestito secondo le consuete procedure". Lo ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani in Senato rispondendo a una interrogazione del Pd.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - Per quel che riguarda il piano 'Italia a 1 giga', "con riferimento alle aree più remote, il governo sta valutando con Starlink e altri operatori l'ipotesi di integrazione della tecnologia satellitare come complemento alle infrastrutture esistenti". Lo ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani rispondendo in Senato a una interrogazione del Pd.
"Nel caso specifico di Starlink, sono in corso delle interlocuzioni con alcune regioni italiane - del nord, del centro e del sud - per sperimentare la fornitura di un 'servizio space-based' rivolto ad aree remote o prive di infrastrutture terrestri. In ogni caso, si ribadisce che non sono stati firmati contratti nè sono stati conclusi accordi tra il governo italiano e la società Space X per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink per coprire le aree più remote del territorio", ha chiarito Ciriani.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - "Presso la presidenza del Consiglio non è stato istituito alcun tavolo tecnico operativo per lo studio della concessione a Starlink della gestione delle infrastrutture di connessione e telecomunicazione delle sedi diplomatiche italiane o delle stazioni mobili delle navi militari italiane". Lo ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani rispondendo al Senato a una interpellanza del Pd.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - "Credo che l'esperienza viva possa essere più forte di qualunque altro elemento: io da giovane sono stata vittima di violenza, ho avuto un fidanzato che non capiva il senso del no". Lo ha detto in aula alla Camera la deputata del M5s Anna Laura Orrico, nel dibattito sulla Pdl sulle intercettazioni e in particolare sull'emendamento sul limite all'uso delle intercettazioni stesse.
"Quando l'ho lasciato ha iniziato a seguirmi sotto casa, si faceva trovare dietro gli angoli del mio quartiere. Venti anni fa non si parlava di violenza contro le donne, non c'era nessun meccanismo di prevenzione nè strumenti per agire -ha proseguito Orrico-. Il mio appello alla Camera è di sostenere questo emendamento, oggi gli strumenti ci sono ma non sono sufficienti. Le intercettazioni sono tra questi strumenti e nessuna donna è tutelata se non è consapevole".