Debora Serracchiani, numero due del Pd e presidente di Regione è anche socia di uno studio legale che tra le altre cose ha scelto di difendere non gli operai ma il “padrone”, cioé la megacooperativa che alla fine di una lunga vertenza li ha licenziati. Scelta singolare, politicamente parlando, per chi è alla testa di un partito che già viene accusato di essersi dimenticato della difesa dei lavoratori. Qualcuno per quello studio adombra però anche il sospetto di un conflitto d’interesse su di lei. E allora tocca capire, perché lei è “la” Serracchiani, vicesegretario del Pd e governatore del Friuli Venezia Giulia.
Il fatto che sta attirando una certa attenzione è che a Udine da tempo se ne aggira un’altra, che di nome fa sempre Debora Serracchiani, è avvocato e ha lo studio al civico 57 di via Francesco Crispi, proprio di fronte al Tribunale. In realtà sono la stessa persona perché la prima Debora, quella che conosciamo come ligia osservante delle leggi qual è, all’inizio del mandato si è correttamente autosospesa dall’esercizio della pratica forense per non incorrere nell’incompatibilità di legge, ma ecco che quattro mesi dopo quell’altra le ha fatto il dispetto (o il favore) di aprire uno studio legale in pieno centro con targa dorata: è lo studio legale associato Lorenzo Gennari & Debora Serracchiani.
Una scritta che può confondere il cittadino ma soprattutto lo sprovveduto cliente che si rivolgesse allo studio sperando mai di avere maggior tutela esibendo mandati, diffide, lettere di citazione e parcelle su carta intestata dell’altra Debora, incidentalmente presidente della Regione. E viceversa, in caso vicende legali nelle quali la Regione tocca palla finissero mai per essere trattate dallo studio della presidente. E ancora, se alcune scelte che in Regione si fanno avessero a che fare con quell’altra Debora, l’avvocato formalmente sospeso.
Il caso della doppia veste di “Debby”, va detto, non è nuovo. E’ stato anche oggetto di un’interrogazione in consiglio regionale e il fatto che non riceva risposta da oltre 500 giorni contribuisce a tener vivo il sospetto, soprattutto se il potenziale conflitto di interessi in capo alle due Serracchiani lascia sul terreno semi che germogliano. E’ successo, ad esempio, nel novembre 2015 con la nomina nel cda di Autovie Venete di Amedeo De Toma, classe 1966, avvocato con una riconosciuta esperienza nel settore giuslavoristico ma nessuna in quello dei trasporti. De Toma però, finché lei non si è sospesa dall’albo, è stato il socio di studio della Serrachiani. L’imbeccata arriva dal sito ilperbenista.it e il vicecapogruppo del Pdl in consiglio regionale deposita la sua interrogazione inevasa. Ma c’è di più.
Nello stesso studio Serracchiani-De Toma ha lavorato anche il socio attuale di Debora e consigliere comunale PD a Pagnacco, Lorenzo Gennari. Come lei è specializzato in diritto del lavoro, che esercita anche a difesa delle grandi cooperative contro le pretese dei lavoratori. “Certamente la informo delle attività dello studio che è anche suo – dice il socio della Serracchiani- ma da quando si è sospesa me ne occupo solo ed esclusivamente io: lei fa il governatore di questa regione e io l’avvocato”. Ed è vero che nella dichiarazione dei redditi della Serracchiani-presidente non figurano utili da attività libero professionali della Serracchiani-avvocato. Lo conferma il socio Gennari: “Dal notaio sono stati ben divisi oneri e onori dell’attività”. Il punto non sono i profitti, insistono i detrattori, ma l’opportunità stessa di tenere in piedi uno studio che grazie al suo nome può aumentare il portfolio clienti e a causa di quel nome creare situazioni opache. “Lo dico chiaramente”, puntualizza Gennari: “non spendo il suo nome in nessun ambito e se un cliente cerca qui un aggancio politico con l’onorevole sbaglia indirizzo”.
Ma non è escluso che possa capitare che le due Serracchiani finiscano per incontrarsi, anche involontariamente. Ed è puntualmente successo. A Udine ha sede una megacooperativa da 120 milioni di fatturato attiva nei servizi di pulizia per enti e ospedali di tutta Italia. Si chiama Euro&promos, ha circa 6mila dipendenti e molti appalti pubblici. Facile che capiti qualche grana sindacale. Nel 2014 si apre una crisi perché alcuni appalti vengono meno e l’azienda mette in cassa 140 lavoratori. Il 14 ottobre di quell’anno i delegati di Cgil, Cisl e Uil incontrano presso la sede nazionale di Legacoop il direttore del personale per tentare un accordo tra le parti. C’è anche l’avvocato che difende la cooperativa e – sorpresa – è proprio Lorenzo Gennari, il socio della Serracchiani.
Ora, il mondo degli avvocati del lavoro a Udine è davvero piccolo ma la città può contare su 580 civilisti. Perché Euro&promos sceglie proprio il socio di studio della Serracchiani? Tocca domandarlo all’imprenditore Sergio Bini, fondatore e presidente della cooperativa con un occhio sempre attento alla politica, in un tempo ormai lontanissimo come coordinatore dei giovani della DC, un domani non molto lontano come candidato indipendente alla poltrona della Serracchiani, alle regionali 2018. Bini è un tipo loquace ma sul fatto specifico gli si scuce ben poco, se non che: “Abbiamo affidato diversi mandati a quello studio e siamo molto soddisfatti perché lavorano bene e costano anche poco: con loro, di solito, vinciamo i contenziosi”. E in effetti la crisi – si apprende da fonti sindacali – viene risolta dopo tre anni, ma con il licenziamento di 18 lavoratori che non avevano accettano la proposta di trasferimento fatta balenare dalla cooperativa. Fine.
In ogni caso la discesa in campo dell’imprenditore apre uno scenario competitivo singolare in Friuli Venezia Giulia, perché la rivale cui domani vuol far le scarpe è la presidente della Regione in cui fa le gare (e vince: Arpa, Autovie Venete, Assl…) nonché il suo legale in caso di grane sindacali, seppur tramite il socio di studio. Che nelle vertenze, altro dato non proprio di colore per la numero due del Pd, non difende mica i lavoratori bensì il “padrone”, e con buona soddisfazione di quest’ultimo. Proprio così. Alla fine, grazie al terzo incomodo, le due Serracchiani hanno finito per ritrovarsi.
La versione di Debora
Alla Serracchiani, in Argentina in questi giorni, abbiamo rivolto alcune domande sulla vicenda ma è giunta solo una dichiarazione tramite il portavoce: “La costituzione di un’associazione professionale è stata valutata da Debora Serracchiani con l’avvallo del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Udine. Serracchiani, da quando si è autosospesa ad aprile 2013, non ha più firmato un atto e non ha più percepito alcunché dall’attività professionale, senza mai interfacciarsi con la clientela. L’attività professionale viene svolta solo e soltanto dall’avvocato Lorenzo Gennari il quale è l’unico interlocutore con i clienti e l’unico che gestisce lo studio, firma i mandati e tutti gli atti relativi allo studio. Serracchiani non segue alcuna pratica dello studio, né direttamente né indirettamente. Autosospendersi significa non avere la possibilità di esercitare e di trarre profitto dall’attività professionale, ma permette di conservare il titolo di avvocato, professione alla quale Serracchiani vuole poter tornare una volta esaurito il suo ciclo in politica”.
Politica
Serracchiani, la n.2 del Pd ha anche uno studio legale. Che difende il colosso delle pulizie nel licenziamento di 18 lavoratori
Appena eletta governatore si è autosospesa dalla pratica di Avvocato, ma poi ha aperto uno studio associato a Udine che ha scelto di difendere non gli operai ma l'azienda che li ha licenziati. E nel cda di Autovie Venete, controllata regionale, è finito il suo ex socio De Toma. Le opposizioni l'accusano di conflitto di interessi, da 500 giorni non hanno risposta. Il portavoce: "Mantiene lo studio perché esaurito il suo ciclo in politica tornerà a praticare"
Debora Serracchiani, numero due del Pd e presidente di Regione è anche socia di uno studio legale che tra le altre cose ha scelto di difendere non gli operai ma il “padrone”, cioé la megacooperativa che alla fine di una lunga vertenza li ha licenziati. Scelta singolare, politicamente parlando, per chi è alla testa di un partito che già viene accusato di essersi dimenticato della difesa dei lavoratori. Qualcuno per quello studio adombra però anche il sospetto di un conflitto d’interesse su di lei. E allora tocca capire, perché lei è “la” Serracchiani, vicesegretario del Pd e governatore del Friuli Venezia Giulia.
Il fatto che sta attirando una certa attenzione è che a Udine da tempo se ne aggira un’altra, che di nome fa sempre Debora Serracchiani, è avvocato e ha lo studio al civico 57 di via Francesco Crispi, proprio di fronte al Tribunale. In realtà sono la stessa persona perché la prima Debora, quella che conosciamo come ligia osservante delle leggi qual è, all’inizio del mandato si è correttamente autosospesa dall’esercizio della pratica forense per non incorrere nell’incompatibilità di legge, ma ecco che quattro mesi dopo quell’altra le ha fatto il dispetto (o il favore) di aprire uno studio legale in pieno centro con targa dorata: è lo studio legale associato Lorenzo Gennari & Debora Serracchiani.
Il caso della doppia veste di “Debby”, va detto, non è nuovo. E’ stato anche oggetto di un’interrogazione in consiglio regionale e il fatto che non riceva risposta da oltre 500 giorni contribuisce a tener vivo il sospetto, soprattutto se il potenziale conflitto di interessi in capo alle due Serracchiani lascia sul terreno semi che germogliano. E’ successo, ad esempio, nel novembre 2015 con la nomina nel cda di Autovie Venete di Amedeo De Toma, classe 1966, avvocato con una riconosciuta esperienza nel settore giuslavoristico ma nessuna in quello dei trasporti. De Toma però, finché lei non si è sospesa dall’albo, è stato il socio di studio della Serrachiani. L’imbeccata arriva dal sito ilperbenista.it e il vicecapogruppo del Pdl in consiglio regionale deposita la sua interrogazione inevasa. Ma c’è di più.
Nello stesso studio Serracchiani-De Toma ha lavorato anche il socio attuale di Debora e consigliere comunale PD a Pagnacco, Lorenzo Gennari. Come lei è specializzato in diritto del lavoro, che esercita anche a difesa delle grandi cooperative contro le pretese dei lavoratori. “Certamente la informo delle attività dello studio che è anche suo – dice il socio della Serracchiani- ma da quando si è sospesa me ne occupo solo ed esclusivamente io: lei fa il governatore di questa regione e io l’avvocato”. Ed è vero che nella dichiarazione dei redditi della Serracchiani-presidente non figurano utili da attività libero professionali della Serracchiani-avvocato. Lo conferma il socio Gennari: “Dal notaio sono stati ben divisi oneri e onori dell’attività”. Il punto non sono i profitti, insistono i detrattori, ma l’opportunità stessa di tenere in piedi uno studio che grazie al suo nome può aumentare il portfolio clienti e a causa di quel nome creare situazioni opache. “Lo dico chiaramente”, puntualizza Gennari: “non spendo il suo nome in nessun ambito e se un cliente cerca qui un aggancio politico con l’onorevole sbaglia indirizzo”.
Ma non è escluso che possa capitare che le due Serracchiani finiscano per incontrarsi, anche involontariamente. Ed è puntualmente successo. A Udine ha sede una megacooperativa da 120 milioni di fatturato attiva nei servizi di pulizia per enti e ospedali di tutta Italia. Si chiama Euro&promos, ha circa 6mila dipendenti e molti appalti pubblici. Facile che capiti qualche grana sindacale. Nel 2014 si apre una crisi perché alcuni appalti vengono meno e l’azienda mette in cassa 140 lavoratori. Il 14 ottobre di quell’anno i delegati di Cgil, Cisl e Uil incontrano presso la sede nazionale di Legacoop il direttore del personale per tentare un accordo tra le parti. C’è anche l’avvocato che difende la cooperativa e – sorpresa – è proprio Lorenzo Gennari, il socio della Serracchiani.
Ora, il mondo degli avvocati del lavoro a Udine è davvero piccolo ma la città può contare su 580 civilisti. Perché Euro&promos sceglie proprio il socio di studio della Serracchiani? Tocca domandarlo all’imprenditore Sergio Bini, fondatore e presidente della cooperativa con un occhio sempre attento alla politica, in un tempo ormai lontanissimo come coordinatore dei giovani della DC, un domani non molto lontano come candidato indipendente alla poltrona della Serracchiani, alle regionali 2018. Bini è un tipo loquace ma sul fatto specifico gli si scuce ben poco, se non che: “Abbiamo affidato diversi mandati a quello studio e siamo molto soddisfatti perché lavorano bene e costano anche poco: con loro, di solito, vinciamo i contenziosi”. E in effetti la crisi – si apprende da fonti sindacali – viene risolta dopo tre anni, ma con il licenziamento di 18 lavoratori che non avevano accettano la proposta di trasferimento fatta balenare dalla cooperativa. Fine.
In ogni caso la discesa in campo dell’imprenditore apre uno scenario competitivo singolare in Friuli Venezia Giulia, perché la rivale cui domani vuol far le scarpe è la presidente della Regione in cui fa le gare (e vince: Arpa, Autovie Venete, Assl…) nonché il suo legale in caso di grane sindacali, seppur tramite il socio di studio. Che nelle vertenze, altro dato non proprio di colore per la numero due del Pd, non difende mica i lavoratori bensì il “padrone”, e con buona soddisfazione di quest’ultimo. Proprio così. Alla fine, grazie al terzo incomodo, le due Serracchiani hanno finito per ritrovarsi.
La versione di Debora
Alla Serracchiani, in Argentina in questi giorni, abbiamo rivolto alcune domande sulla vicenda ma è giunta solo una dichiarazione tramite il portavoce: “La costituzione di un’associazione professionale è stata valutata da Debora Serracchiani con l’avvallo del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Udine. Serracchiani, da quando si è autosospesa ad aprile 2013, non ha più firmato un atto e non ha più percepito alcunché dall’attività professionale, senza mai interfacciarsi con la clientela. L’attività professionale viene svolta solo e soltanto dall’avvocato Lorenzo Gennari il quale è l’unico interlocutore con i clienti e l’unico che gestisce lo studio, firma i mandati e tutti gli atti relativi allo studio. Serracchiani non segue alcuna pratica dello studio, né direttamente né indirettamente. Autosospendersi significa non avere la possibilità di esercitare e di trarre profitto dall’attività professionale, ma permette di conservare il titolo di avvocato, professione alla quale Serracchiani vuole poter tornare una volta esaurito il suo ciclo in politica”.
Articolo Precedente
Sondaggi elettorali, il Pd perde quasi due punti in una settimana. Cresce il M5s
Articolo Successivo
Primarie Pd, le proposte con cui sostengo Renzi segretario
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Trump mette alla porta Zelensky: incontro finito dopo venti minuti. “Giochi con la terza guerra mondiale. Torna quando sei pronto per la pace” | Testo integrale
Politica
Meloni: “Vertice Usa-Ue-alleati per parlare di sfide come l’Ucraina”. Salvini: “Forza Trump”. Da Tusk a Macron, i leader europei con Kiev
Mondo
La rottura – Zelensky chiede agli Usa garanzie di sicurezza per Kiev: salta l’accordo sulle materie prime
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Il bullismo di Stato di Trump&Vance nei confronti di Zelensky rappresenta il punto più basso della storia degli Usa. Il mondo libero e l’Europa agiscano senza tentennamenti: non è più tempo di giocare a nascondino e anche per Giorgia Meloni è il momento di dire da che parte sta". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, sui social.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Dopo quanto di inaudito è accaduto oggi nello studio ovale della Casa Bianca e il trattamento profondamente ingiusto riservato da Trump e Vance nei confronti del Presidente Zelensky, occorre che la Ue e l’Italia, con misura ma con assoluta fermezza, ribadiscano il sostegno pieno e leale all’Ucraina che si difende dall’aggressione putiniana". Lo afferma il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova.
"Se Trump abdica al ruolo americano di difesa della democrazia e della libertà di una paese sovrano e democratico, forse pensando che l’Ucraina sia lontana dai confini americani, l’Europa non può sottrarsi. Ne va del nostro futuro, del futuro della nostra sovranità. A questo punto, però, la presidente Meloni non potrà sottrarsi dal confronto con il Parlamento per chiarire qual è la posizione del suo governo, visto che sostiene giustamente la resistenza ucraina, ma che contemporaneamente cerca di coltivare un rapporto privilegiato con Trump”.
Milano, 28 feb. (Adnkronos) - La denuncia presentata dalla difesa di Fares Bouzidi - l'amico alla guida dello scooter su cui è morto Ramy Elgaml - ha come conseguenza (come atto dovuto) l'apertura di un fascicolo 'parallelo' in procura a Milano che vede come indagati i due carabinieri alla guida dell'auto protagonista dell'inseguimento dello scorso 24 novembre lungo le strade del centro di Milano.
Da quanto si apprende il militare alla guida è indagato di lesioni e falso, solo di falso deve rispondere il collega che viaggiava sulla stessa gazzella. Entrambi hanno firmato il verbale in cui hanno dichiarato che non c'è stato nessun urto tra l'auto di servizio e lo scooter.
La procura - dopo la relazione cinematica che dovrà ricostruire le fasi dell'incidente attesa per la prossima settimana - dovrà quindi decidere quale strada percorrere: l'altro fascicolo vede indagati per omicidio stradale Fares e il carabiniere alla guida, una tesi (in contrasto con il fascicolo sulle lesioni) che ipotizza una responsabilità del ventiduenne nell'incidente avvenuto in zona Corvetto, all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Conosco bene la questione dell’energia nucleare, molti giornalisti mi stanno incalzando per avere un parere critico sul ddl approvato dal Consiglio dei ministri questa mattina. Ho sempre detto e pensato che nessuno può porre limiti alla ricerca sul nucleare sostenibile e questo provvedimento la garantisce. Sarà secondo me più difficile giungere al micro nucleare da fissione che più razionalmente alla fusione, che invece risolve più problemi di quanti ne crei. Ma non possiamo dare noi il verdetto, staremo a vedere cosa ci riserverà la scienza". E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia.
"Il ddl è gravido di vincoli di sicurezza, è un testo completo e molto rispettoso della salute dei cittadini, cita perfino il rispetto dell’art. 9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio. Se fosse stato applicato per parchi fotovoltaici ed eolici oggi non produrremmo un solo kw da queste fonti. Tutti auspichiamo che ci sia una strada possibile per avere energia pulita, sovrana, rinnovabile, programmabile, immediatamente disponibile, ad alto potenziale e a basso costo. E non è un sogno. Questa energia esiste ed è l’idroelettrico".
"Da un lato negoziando in Europa, per espungere la messa a gara della gestione dei nostri bacini idrici primari dalle condizionalità del Pnrr volute da Draghi, dall’altro recuperando almeno il 35% dell’acqua piovana (siamo al 4%), investendo sulla manutenzione dei grandi bacini idrici, sulla riattivazione di quelli dismessi nonché sullo sviluppo di un micro idroelettrico a conduzione forzata che appare molto più concreto e tempestivo degli Smr. L’acqua è pragmaticamente il presente, da cui possiamo trarre il 40% del nostro fabbisogno di energia prodotta, risorsa italiana e pulita con cui alimentare anche l’industria pesante, superando il gas e invertendo la tendenza. Sul futuro si vedrà, senza pregiudizi".
Roma, 28 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Btm 2025 si conclude con una conferma del successo della manifestazione, che ha ribadito la sua centralità nel panorama turistico nazionale. Oltre 500 gli espositori, inclusi comuni, associazioni di categoria e aziende dei vari segmenti, su 16mila metri quadrati di area espositiva, la partecipazione di 80 buyer nazionali e internazionali, più di 100 eventi e 400 relatori hanno animato tre giorni intensi di incontri, approfondimenti e opportunità di business che hanno visto 49.950 ingressi alla Fiera del Levante di Bari, con numeri in leggero aumento rispetto al 2024.
Il tema di questa edizione, 'Il viaggio nel viaggio', ha riscosso grande interesse, portando alla luce nuove prospettive sul concetto stesso di viaggio e sulle trasformazioni che stanno investendo il settore. Mary Rossi, responsabile eventi Btm, ha sottolineato il valore di questa riflessione: "Da Btm 2025 ci portiamo a casa tante interessanti riflessioni. Uno degli aspetti chiave che volevamo far emergere con il tema 'Il viaggio nel viaggio' è il percorso verso la destinazione scelta, perché crediamo che sia proprio il cammino a generare emozioni, sensazioni e pensieri che ci fanno crescere. Abbiamo affrontato il tema in molteplici declinazioni, spingendoci anche oltre i confini terrestri con il turismo spaziale. Btm è stata un’occasione di confronto che ha arricchito operatori e professionisti con nuovi strumenti da applicare nel loro lavoro".
L’edizione 2025 ha messo al centro argomenti chiave come digitalizzazione, sostenibilità, intelligenza artificiale, turismo esperienziale, extralberghiero e wedding tourism. Tra i momenti più apprezzati, i panel su smart destination, big data per il turismo, nuove strategie di marketing e il ruolo della narrazione nella scelta delle destinazioni. Numerosi gli interventi istituzionali e dei principali protagonisti del settore. Il ministro del Turismo, Daniela Santanché, ha aperto la manifestazione con un intervento in streaming sulle strategie nazionali per la crescita del turismo, sottolineando l’importanza dell’innovazione e della sostenibilità per il futuro del settore. Tra i tanti interventi, l’onorevole Gianluca Caramanna, il senatore Gianmarco Centinaio, la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, Alessandro Callari, Regional Manager di Booking.com, Antonio Laveneziana,Territory Manager Italy di Airbnb, Valentina Sumini, Architetta dello spazio e Roberta Milano, marketing strategist.
Tra le novità più apprezzate di questa edizione, il focus sul turismo extralberghiero, che ha visto una grande partecipazione da parte di operatori e property manager, e il T-Trade, ampliato con un’area business dedicata al turismo organizzato e alle destinazioni internazionali che ha visto ampia vivacità durante i tre giorni grazie alla presenza di espositori di spicco come Msc Crociere, Azemar, Croazia, Malta, Polonia, Seychelles, Visit Brussels e Repubblica Ceca. Confermata l’ottima accoglienza per le sezioni Btm Gusto, che ha valorizzato il turismo enogastronomico, e Btm Say Yes, dedicato al wedding tourism, con un proprio programma buyer. Grande fermento anche per l’Apulia Tourism Investment, che ha ospitato il Forum della Tornanza, un momento di confronto sulle nuove opportunità di investimento e sviluppo per il turismo in Puglia.
Nevio D’Arpa, Ceo & founder di Btm, ha espresso soddisfazione per il successo dell’evento e ha voluto ringraziare le istituzioni: "Un plauso particolare va all’assessore al Turismo, Gianfranco Lopane, per il supporto che ha dato alla manifestazione e per la visione strategica sul futuro del turismo in Puglia. La differenza che rende Btm unica è il nostro investimento nei contenuti: qui non ci limitiamo a mettere in mostra prodotti e destinazioni, ma costruiamo un dibattito di qualità che aiuta gli operatori a comprendere e anticipare i cambiamenti del settore. Il Comitato scientifico di Btm ha lavorato con grande attenzione per costruire un programma ricco di spunti e soluzioni. I numeri ci vedono in una leggera ma costante crescita, segno che il format funziona e che BtmM continua a rappresentare un punto di riferimento per il turismo del Sud Italia".
Gaetano Frulli, presidente della Fiera del Levante, ha sottolineato il valore strategico dell’evento: "La grande partecipazione e l’alta qualità degli operatori presenti hanno ribadito l’importanza di questa manifestazione".
L’assessore al turismo di Regione Puglia, Gianfranco Lopane, ha aggiunto: “I progressi fatti da Btm negli anni sono sotto gli occhi di tutti, già oggi è uno dei più importanti eventi fieristici del turismo e ci auguriamo che questa crescita prosegua in futuro per il bene del turismo e della Puglia”
Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione, ha evidenziato il valore della collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo turistico della regione: "La proficua sinergia tra gli operatori del turismo realizzata a Btm, in collaborazione con il Buy Puglia Meet & Connect a cura di Pugliapromozione, rappresenta una solida base per la crescita qualitativa del turismo in Puglia. E per questo motivo la collaborazione tra pubblico e privato resta essenziale".
Dopo il successo di questa edizione, l’organizzazione di Btm è già al lavoro per l’edizione 2026, con l’obiettivo di ampliare ulteriormente l’evento e offrire nuovi spunti di riflessione sul turismo del futuro.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Nello studio ovale è andata in scena la rappresentazione plastica del bullismo diplomatico con cui la nuova amministrazione americana intenderebbe governare il mondo. Trump bullizza e umilia Zelensky e attraverso di lui il popolo ucraino che da tre anni resiste alla violenta aggressione russa, difendendo i confini e con essi i valori dell’Europa. Cosa ne pensa Meloni dell’atteggiamento indegno del suo amico Trump verso Zelensky? La premier condannerà l’atteggiamento del presidente americano o fuggirà anche stavolta facendo finta di nulla?”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Bulli che aggrediscono nello studio ovale, davanti alla stampa, un leader coraggioso che guida un popolo che difende la sua libertà dall’aggressione di un dittatore assassino. A questo sono ridotti gli Usa oggi. I leader europei dovrebbero mostrare meno compiacenza e più forza. I bulli si affrontano così. #StandWithUkraine oggi e sempre". Lo scrive Carlo Calenda.