In questi giorni a Bologna si svolgono avvenimenti tra loro apparentemente diversi e lontani ed invece molto intrecciati ed interdipendenti: sono lo specchio dell’Italia di questi tempi difficili. Succede che il Comune ha comunicato al centro sociale XM24, di via Fioravanti in zona Bolognina, che la convenzione in scadenza che regola la concessione dello spazio pubblico al centro sociale, stipulata circa quattro anni prima dall’amministrazione precedente, retta dallo stesso sindaco Virginio Merola, non verrà rinnovata, perché in quell’edificio, verrà realizzata una caserma dei carabinieri, per rafforzare il presidio di sicurezza in un quartiere considerato “a rischio”. E’ da precisare che il progetto di caserma si sa che non è stato condiviso con le autorità competenti.
Il Comune non prende assolutamente in considerazione che il centro sociale XM24 svolge una funzione importante di prevenzione del degrado e di servizio sociale da quindici anni, occupandosi di persone in difficoltà, di migranti, attraverso una serie di attività autogestite che, pur nella loro originalità espressiva, rispondono ad un forte bisogno di socialità, di aggregazione, quindi di lotta all’emarginazione e alla solitudine, problemi di cui soffrono larghi strati di popolazione, soprattutto giovanile in un quartiere molto popolare.
Il comune di Bologna retto da un sindaco che fa ogni giorno professione di fede di sinistra, in verità ondivagando negli schieramenti della diaspora Pd in modo abbastanza disinvolto, non si pone il problema enorme del che fine faranno tutte le attività di aggregazione sociale, culturale e anche di microeconomia. che si svolgono nel centro sociale che è un punto di riferimento per centinaia di persone. Nessuna preoccupazione e nessuna cautela per l’effetto disgregativo sul piano dei rapporti umani che determina la chiusura forzata di un luogo di socializzazione. E meno male che siamo nella terra dell’associazionismo!
Si pone invece il problema di come valorizzare l’intervento edilizio alle spalle del centro sociale, ovvero la trilogia Navile – un progetto faraonico da 300 alloggi – che rappresenta un fallimento per la città, con edifici non terminati e decine di appartamenti invenduti, a causa dell’alto costo conseguente a una pessima pianificazione edilizia che immaginava condizioni di reddito e capacità d’investimento irrealistiche in quella zona già prima della crisi.
Pensa il sindaco che “ripulendo” la zona dall’eccentrica presenza del centro sociale si possa rendere più desiderabile abitare alla trilogia Navile, un quartiere spettrale di gusto architettonico molto dubbio, con le sue torri a cinquanta sfumature di grigio, ma senza alcun appeal! Non si pone il sindaco Merola la preoccupazione di svolgere una funzione maieutica anche verso la diffusa presenza di centri sociali giovanili, in una città frequentata da centomila studenti universitari, cui l’unica aggregazione consentita è quella di sostare davanti ai bar per bere, mentre se si riuniscono per fare attività a loro gradite diventano pericolosi per l’ordine costituito?
Questa è la verità: mentre procedono sgomberi e relative repressioni della polizia, si progettano trasformazioni di aree verdi o di edifici pubblici per realizzare centri commerciali e nuove residenze di cui non c’è alcun bisogno. L’altra città, quella degli affari e dei progetti immobiliari, procede a gonfie vele: si costituiscono mega-varianti per cementificare aree destinate a parco pubblico come nella zona ovest, si demoliscono centri sportivi che non producono utili per aprire qualche supermarket o outlet. La distruzione di aree verdi e la privazione di servizi collettivi vengono allegramente consentite, purché si facciano “affari”, il denaro giri e i soliti noti (oppure occulti finanzieri) continuino ad arricchirsi.
Cosicché ci sono due diverse città, quella dei bisogni e di chi arranca, chi fa i conti con lo stato sociale che evapora, chi non riesce a crescere bene e chi invecchia male, chi vorrebbe almeno organizzarsi e non gli viene permesso, perché la legge è legge, i regolamenti, le procedure, i permessi, i requisiti, i contratti, le obbligazioni, i divieti sono divieti e non si può, mentre chi ha i soldi ottiene i permessi, le varianti, le concessioni in deroga, i favori e tutto gli viene consentito.
Non è un caso, ed è l’anello di congiunzione perfetto, che la Regione stia per approvare una nuova legge urbanistica che di fatto “istituzionalizza” gli accordi privati tra possessori di aree ed edifici come fonte normativa unica per la pianificazione comunale, cosicché saranno esclusivamente i privati a decidere se, come e quando costruire, lo Stato farà da passacarte e da servo di lor signori Poi ci si sorprende se 20 milioni di cittadini al referendum costituzionale mandano a quel paese la “Grande Riforma”,tornando a votare solo per poter gridare il loro No a tutto questo sfacelo. Continuando così, dopo la pioggia arriverà la grandine e “l’inverno del nostro scontento” non scalderà il sole di Bologna, piomberà una glaciazione politica definitiva, state certi è in arrivo.
Sergio Caserta
Mediattivista
Cronaca - 11 Marzo 2017
Bologna, nella città dove l’emergenza è chiudere i centri sociali
In questi giorni a Bologna si svolgono avvenimenti tra loro apparentemente diversi e lontani ed invece molto intrecciati ed interdipendenti: sono lo specchio dell’Italia di questi tempi difficili. Succede che il Comune ha comunicato al centro sociale XM24, di via Fioravanti in zona Bolognina, che la convenzione in scadenza che regola la concessione dello spazio pubblico al centro sociale, stipulata circa quattro anni prima dall’amministrazione precedente, retta dallo stesso sindaco Virginio Merola, non verrà rinnovata, perché in quell’edificio, verrà realizzata una caserma dei carabinieri, per rafforzare il presidio di sicurezza in un quartiere considerato “a rischio”. E’ da precisare che il progetto di caserma si sa che non è stato condiviso con le autorità competenti.
Il Comune non prende assolutamente in considerazione che il centro sociale XM24 svolge una funzione importante di prevenzione del degrado e di servizio sociale da quindici anni, occupandosi di persone in difficoltà, di migranti, attraverso una serie di attività autogestite che, pur nella loro originalità espressiva, rispondono ad un forte bisogno di socialità, di aggregazione, quindi di lotta all’emarginazione e alla solitudine, problemi di cui soffrono larghi strati di popolazione, soprattutto giovanile in un quartiere molto popolare.
Il comune di Bologna retto da un sindaco che fa ogni giorno professione di fede di sinistra, in verità ondivagando negli schieramenti della diaspora Pd in modo abbastanza disinvolto, non si pone il problema enorme del che fine faranno tutte le attività di aggregazione sociale, culturale e anche di microeconomia. che si svolgono nel centro sociale che è un punto di riferimento per centinaia di persone. Nessuna preoccupazione e nessuna cautela per l’effetto disgregativo sul piano dei rapporti umani che determina la chiusura forzata di un luogo di socializzazione. E meno male che siamo nella terra dell’associazionismo!
Si pone invece il problema di come valorizzare l’intervento edilizio alle spalle del centro sociale, ovvero la trilogia Navile – un progetto faraonico da 300 alloggi – che rappresenta un fallimento per la città, con edifici non terminati e decine di appartamenti invenduti, a causa dell’alto costo conseguente a una pessima pianificazione edilizia che immaginava condizioni di reddito e capacità d’investimento irrealistiche in quella zona già prima della crisi.
Pensa il sindaco che “ripulendo” la zona dall’eccentrica presenza del centro sociale si possa rendere più desiderabile abitare alla trilogia Navile, un quartiere spettrale di gusto architettonico molto dubbio, con le sue torri a cinquanta sfumature di grigio, ma senza alcun appeal! Non si pone il sindaco Merola la preoccupazione di svolgere una funzione maieutica anche verso la diffusa presenza di centri sociali giovanili, in una città frequentata da centomila studenti universitari, cui l’unica aggregazione consentita è quella di sostare davanti ai bar per bere, mentre se si riuniscono per fare attività a loro gradite diventano pericolosi per l’ordine costituito?
Questa è la verità: mentre procedono sgomberi e relative repressioni della polizia, si progettano trasformazioni di aree verdi o di edifici pubblici per realizzare centri commerciali e nuove residenze di cui non c’è alcun bisogno. L’altra città, quella degli affari e dei progetti immobiliari, procede a gonfie vele: si costituiscono mega-varianti per cementificare aree destinate a parco pubblico come nella zona ovest, si demoliscono centri sportivi che non producono utili per aprire qualche supermarket o outlet. La distruzione di aree verdi e la privazione di servizi collettivi vengono allegramente consentite, purché si facciano “affari”, il denaro giri e i soliti noti (oppure occulti finanzieri) continuino ad arricchirsi.
Cosicché ci sono due diverse città, quella dei bisogni e di chi arranca, chi fa i conti con lo stato sociale che evapora, chi non riesce a crescere bene e chi invecchia male, chi vorrebbe almeno organizzarsi e non gli viene permesso, perché la legge è legge, i regolamenti, le procedure, i permessi, i requisiti, i contratti, le obbligazioni, i divieti sono divieti e non si può, mentre chi ha i soldi ottiene i permessi, le varianti, le concessioni in deroga, i favori e tutto gli viene consentito.
Non è un caso, ed è l’anello di congiunzione perfetto, che la Regione stia per approvare una nuova legge urbanistica che di fatto “istituzionalizza” gli accordi privati tra possessori di aree ed edifici come fonte normativa unica per la pianificazione comunale, cosicché saranno esclusivamente i privati a decidere se, come e quando costruire, lo Stato farà da passacarte e da servo di lor signori Poi ci si sorprende se 20 milioni di cittadini al referendum costituzionale mandano a quel paese la “Grande Riforma”,tornando a votare solo per poter gridare il loro No a tutto questo sfacelo. Continuando così, dopo la pioggia arriverà la grandine e “l’inverno del nostro scontento” non scalderà il sole di Bologna, piomberà una glaciazione politica definitiva, state certi è in arrivo.
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Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Oggi è San Giuseppe. Buon onomastico a chi porta il suo nome e auguri a tutti i papà! Una preghiera per quelli che continuano a vivere nei nostri ricordi e nel nostro cuore". Lo scrive su X il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Un augurio speciale a tutti quei papà che passano la notte insonni, cullando i propri neonati. A quelli che ogni mattina vestono i bambini con cura e li accompagnano all’asilo o a scuola. A quelli che si fanno in quattro per sostenere i propri figli e la propria famiglia. A quelli che li proteggono da lassù. A chi vive la dolcezza di una vita di coppia e a chi, con il suo amore, riesce a dare tutto anche da solo. A quelli che, ormai con i figli adulti, non smettono mai di preoccuparsi per loro. Grazie a ognuno di voi. Perché papà e mamma sono e rimarranno sempre le parole più belle del mondo. Buona Festa del papà". Lo scrive su Facebook il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Bruxelles, 19 mar. (Adnkronos) - Il riarmo dell'Unione Europea non è contro gli Usa: "ciò di cui l'industria della difesa ha bisogno ora è di contratti a lungo termine da parte degli Stati membri e noi stiamo incoraggiando i Paesi Ue a lavorare a stretto contatto e ad avere una prospettiva di lungo termine con gli investimenti". Lo dice al Corriere della Sera Henna Virkkunen, uno dei vicepresidenti esecutivi della Commissione Europea, che ha guidato la preparazione di Safe, lo strumento che mette a disposizione dei Paesi Ue 150 miliardi di euro di prestiti per la difesa.
"La politica di difesa è di competenza degli Stati membri, ma sappiamo che viviamo in un mondo molto pericoloso e la situazione della nostra sicurezza è molto allarmante - spiega Virkkunen - Il ruolo dell'Unione europea è quindi quello di occuparsi della parte finanziaria, di come sostenere il finanziamento e di come rafforzare la nostra industria della difesa e la sua competitività. E poi c'è un terzo elemento: la mobilità militare, per la quale disponiamo di fondi oggi troppo esigui, ma sappiamo che gli Stati membri ne hanno bisogno. Gli Stati membri che si trovano più a Est vedono le minacce in modo molto più drammatico rispetto a quelli che non sono così vicini al confine orientale".
"Le tecnologie Usa sono spesso le migliori al mondo in molti settori - conclude - Nella nostra strategia per l'industria della difesa, abbiamo già detto che nel 2030 dovremmo avere una base industriale tale da poter acquistare il 50% dai mercati europei. In futuro continueremo ad acquistare anche fuori dell'Ue. Questo non è contro gli Usa. Non siamo ancora arrivati a questo punto: stiamo proponendo lo strumento sicuro di prestito, la clausola nazionale di salvaguardia, la flessibilità per i fondi di coesione. Ma abbiamo promesso di esaminare anche altri strumenti e stiamo anche preparando il nuovo bilancio Ue".
Berlino, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - Vladimir "Putin sta giocando". E' il commento della Germania dopo i nuovi attacchi russi denunciati dall'Ucraina, il giorno dopo l'accordo per una tregua limitata concluso dal presidente russo con il suo omologo americano Donald Trump durante la loro lunga telefonata di ieri.
"Abbiamo riscontrato che gli attacchi alle infrastrutture civili non sono assolutamente diminuiti durante la prima notte dopo questa telefonata apparentemente rivoluzionaria e formidabile", ha detto il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius in un'intervista televisiva.
Tel Aviv, 19 mar. (Adnkronos/afp) - Il governo israeliano ha approvato nella notte il ritorno di Itamar Ben Gvir alla carica di ministro della Sicurezza nazionale. Lo ha indicato in un comunicato stampa l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.
"Il governo ha approvato all'unanimità la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu di rinominare il deputato Itamar Ben Gvir ministro della Sicurezza nazionale", si legge nel testo. Ben Gvir si è dimesso dal suo incarico il 19 gennaio, in disaccordo con la decisione di tregua con Hamas che ha definito “scandalosa”.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Almeno 10 attacchi americani hanno colpito alcune zone dello Yemen, tra cui la provincia di Saada e Hodeidah. Lo hanno riferito i media Houthi dello Yemen. Gli Stati Uniti hanno lanciato un'ondata di attacchi nelle zone dello Yemen controllate dagli Houthi, alleati dell'Iran, che la scorsa settimana hanno dichiarato di voler riprendere gli attacchi alle navi mercantili del Mar Rosso per sostenere i palestinesi a Gaza.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno condotto una "operazione militare di alta qualità" contro la USS Harry S Truman. Lo ha reso noto un portavoce dell'organizzazione terroristica, secondo cui l'operazione, la quarta in 72 ore, prevedeva anche un attacco a "diverse navi da guerra nemiche" e ha sventato "un attacco aereo che si stava preparando contro il nostro Paese".