Tutti i giorni la realtà si incarica di smentire la visione del mondo paranoica e razzista che costituisce una via d’uscita davvero a buon mercato dalle difficoltà di interpretazione del mondo attuale. Vediamo ad esempio quanto accaduto a Bergamo, dove uno scippatore autoctono è stato bloccato da due profughi nigeriani e consegnato alle forze dell’ordine. Roba da far venire un attacco di bile a Matteo Salvini, che da anni si sforza di convincerci che clandestini, migranti, profughi e simili costituiscono il vero problema dell’Italia e la minaccia alla sicurezza dei cittadini. Il che è davvero poco sostenibile, specie in un Paese dove l’Italia dove territori sempre più ampi (compresi sempre più quelli del Nord) sono alla mercé di una serie ampia e articolata di mafie che prosperano per l’assenteismo di poteri pubblici spesso inefficienti e corrotti (compresi ovviamente molte volte quelli della Lega Nord).
Il progetto politico di Salvini, se così possiamo denominarlo, si basa, come quello di Trump, sul ricorso sistematico alla discriminazione, razziale o di altra natura, come soluzione dei problemi sociali. Ciò avviene esaltando episodi deteriori di razzismo minore, come quello avvenuto a Follonica con le due Rom rinchiuse in gabbia. Un brutto episodio che andava sicuramente condannato ma senza ingigantirne la portata, chiedendo ai giovani lavoratori che se ne erano resi responsabili di fare ammenda e restaurando un clima di comprensione civile che mettesse al bando ogni razzismo. Invece che ti fa il buon Salvini? Esprime “solidarietà ai lavoratori” nell’intento di attribuire una dignità politica a comportamenti ingiustificabili da ogni punto di vista. Salvini è con i lavoratori quando sfogano le loro frustrazioni sui più devoli, in altre occasioni è con Marchionne e con i padroni in genere. Sempre dalla parte del più forte.
Davvero inaudito e incredibile quello che è successo ieri a Napoli, dove prefetto e governo hanno imposto antidemocraticamente la presenza di Salvini ordinando alla Mostra di Oltremare di ospitare la sua manifestazione alla quale hanno partecipato solo pochi aficionados. Dietro la presa di posizione del Prefetto c’è la decisione del tale Minniti, ministro dell’Interno del governo tappabuchi nato dopo la sconfitta referendaria di Renzi & C. , di cui occorre augurarsi al più presto la dipartita. Dopo gli scontri tra le forze dell’ordine e qualche centinaio di manifestanti, Salvini ha rincarato la dose, annunciando la sua intenzione di tenere la prossima manifestazione a piazza Plebiscito. E’ evidente come il leader della Lega tenti costantemente di elevare il livello dello scontro con le sue provocazioni.
Si afferma che il rispetto delle regole democratiche impone comunque quello del diritto di Salvini a manifestare esprimendo, per così dire, il suo “pensiero”. Ma occorre chiedersi perché mai i napoletani dovessero tollerare la presenza sul loro territorio di un “poeta” che qualche anno fa declamò pubblicamente la seguente filastrocca: ““Senti che puzza / scappano anche i cani / Sono arrivati i napoletani … / Son colerosi e terremotati / con il sapone non si son mai lavati … / Napoli merda / Napoli colera”. Si badi bene che non si tratta solo di goliardia, per quanto deteriore. Non sono solo cori da stadio, ma la “filosofia politica” di una formazione come la Lega Nord che, nell’attuale situazione di crisi e disastro sociale che sta vivendo l’Italia per colpa di chi fin qui ha solo fatto finta di governarla, vuole trarre un capitale di consensi dall’odio nei confronti di determinate categorie sociali.
Non è casuale che Salvini abbia scelto proprio Napoli per inscenare la sua provocazione. Si tratta infatti della città che è sede di un esperimento, molto avanzato e molto di successo, di governo che si basa su di un ampio consenso della cittadinanza e sul rapporto tra amministrazione e movimenti sociali, in netta controtendenza sia rispetto ai fallimenti targati Pd o destra (Lega compresa), sia rispetto ai farfugliamenti tipo Raggi che non stanno certo facendo del bene a Roma. Quello che è certo che il ripudio dei napoletani nei confronti di Salvini è totale e incondizionato e fatalmente si estende al governo che ne ha voluto imporre la sgradita presenza alla città.
Bisogna chiedersi se il leader della Lega Nord rappresenti oggi solo un’espressione folkloristica, ovvero solo un avventuriero politico un po’ patetico in cerca di pubblicità a tutti i costi, ovvero anche il tentativo di esasperare, nella e grazie alla crisi, determinati sentimenti di odio sociale e la ricerca del capro espiatorio, secondo uno schemino già visto all’opera con risultati disastrosi qualche decennio fa in Europa. In questa ultima eventualità non andrebbe certamente preso sottogamba, specie considerando il clima di intolleranza razziale e di disattenzione nei confronti dei più elementari principi di umanità che si sta creando in varie parti del mondo. Brodo di coltura infetto e contagioso per le peggiori aberrazioni di stampo razzista. Un bacino di odio e inciviltà che va prosciugato con tutti i mezzi opportuni.
Fabio Marcelli
Giurista internazionale
Politica - 12 Marzo 2017
Scontri a Napoli, è stato antidemocratico imporre il comizio di Salvini
Tutti i giorni la realtà si incarica di smentire la visione del mondo paranoica e razzista che costituisce una via d’uscita davvero a buon mercato dalle difficoltà di interpretazione del mondo attuale. Vediamo ad esempio quanto accaduto a Bergamo, dove uno scippatore autoctono è stato bloccato da due profughi nigeriani e consegnato alle forze dell’ordine. Roba da far venire un attacco di bile a Matteo Salvini, che da anni si sforza di convincerci che clandestini, migranti, profughi e simili costituiscono il vero problema dell’Italia e la minaccia alla sicurezza dei cittadini. Il che è davvero poco sostenibile, specie in un Paese dove l’Italia dove territori sempre più ampi (compresi sempre più quelli del Nord) sono alla mercé di una serie ampia e articolata di mafie che prosperano per l’assenteismo di poteri pubblici spesso inefficienti e corrotti (compresi ovviamente molte volte quelli della Lega Nord).
Il progetto politico di Salvini, se così possiamo denominarlo, si basa, come quello di Trump, sul ricorso sistematico alla discriminazione, razziale o di altra natura, come soluzione dei problemi sociali. Ciò avviene esaltando episodi deteriori di razzismo minore, come quello avvenuto a Follonica con le due Rom rinchiuse in gabbia. Un brutto episodio che andava sicuramente condannato ma senza ingigantirne la portata, chiedendo ai giovani lavoratori che se ne erano resi responsabili di fare ammenda e restaurando un clima di comprensione civile che mettesse al bando ogni razzismo. Invece che ti fa il buon Salvini? Esprime “solidarietà ai lavoratori” nell’intento di attribuire una dignità politica a comportamenti ingiustificabili da ogni punto di vista. Salvini è con i lavoratori quando sfogano le loro frustrazioni sui più devoli, in altre occasioni è con Marchionne e con i padroni in genere. Sempre dalla parte del più forte.
Davvero inaudito e incredibile quello che è successo ieri a Napoli, dove prefetto e governo hanno imposto antidemocraticamente la presenza di Salvini ordinando alla Mostra di Oltremare di ospitare la sua manifestazione alla quale hanno partecipato solo pochi aficionados. Dietro la presa di posizione del Prefetto c’è la decisione del tale Minniti, ministro dell’Interno del governo tappabuchi nato dopo la sconfitta referendaria di Renzi & C. , di cui occorre augurarsi al più presto la dipartita. Dopo gli scontri tra le forze dell’ordine e qualche centinaio di manifestanti, Salvini ha rincarato la dose, annunciando la sua intenzione di tenere la prossima manifestazione a piazza Plebiscito. E’ evidente come il leader della Lega tenti costantemente di elevare il livello dello scontro con le sue provocazioni.
Si afferma che il rispetto delle regole democratiche impone comunque quello del diritto di Salvini a manifestare esprimendo, per così dire, il suo “pensiero”. Ma occorre chiedersi perché mai i napoletani dovessero tollerare la presenza sul loro territorio di un “poeta” che qualche anno fa declamò pubblicamente la seguente filastrocca: ““Senti che puzza / scappano anche i cani / Sono arrivati i napoletani … / Son colerosi e terremotati / con il sapone non si son mai lavati … / Napoli merda / Napoli colera”. Si badi bene che non si tratta solo di goliardia, per quanto deteriore. Non sono solo cori da stadio, ma la “filosofia politica” di una formazione come la Lega Nord che, nell’attuale situazione di crisi e disastro sociale che sta vivendo l’Italia per colpa di chi fin qui ha solo fatto finta di governarla, vuole trarre un capitale di consensi dall’odio nei confronti di determinate categorie sociali.
Non è casuale che Salvini abbia scelto proprio Napoli per inscenare la sua provocazione. Si tratta infatti della città che è sede di un esperimento, molto avanzato e molto di successo, di governo che si basa su di un ampio consenso della cittadinanza e sul rapporto tra amministrazione e movimenti sociali, in netta controtendenza sia rispetto ai fallimenti targati Pd o destra (Lega compresa), sia rispetto ai farfugliamenti tipo Raggi che non stanno certo facendo del bene a Roma. Quello che è certo che il ripudio dei napoletani nei confronti di Salvini è totale e incondizionato e fatalmente si estende al governo che ne ha voluto imporre la sgradita presenza alla città.
Bisogna chiedersi se il leader della Lega Nord rappresenti oggi solo un’espressione folkloristica, ovvero solo un avventuriero politico un po’ patetico in cerca di pubblicità a tutti i costi, ovvero anche il tentativo di esasperare, nella e grazie alla crisi, determinati sentimenti di odio sociale e la ricerca del capro espiatorio, secondo uno schemino già visto all’opera con risultati disastrosi qualche decennio fa in Europa. In questa ultima eventualità non andrebbe certamente preso sottogamba, specie considerando il clima di intolleranza razziale e di disattenzione nei confronti dei più elementari principi di umanità che si sta creando in varie parti del mondo. Brodo di coltura infetto e contagioso per le peggiori aberrazioni di stampo razzista. Un bacino di odio e inciviltà che va prosciugato con tutti i mezzi opportuni.
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Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "I continui rinvii del governo Meloni sembravano indirizzati a portare a compimento qualcosa di più della semplice propaganda, ma invece si va verso il nulla. Tre miliardi rispetto alla marea di aumenti sulle bollette sono davvero poca cosa, quasi una presa in giro. Milioni di cittadini stanno subendo rincari di quasi il 40%, migliaia di aziende rischiano la chiusura e altrettanti lavoratori il proprio posto. Ma d'altronde sbagliamo noi a stupirci. Per il governo Meloni il modello d'imprenditoria è quello della ministra Santanchè. Sbaglia chi si spacca la schiena come i cittadini che cercano di far quadrare i conti a fine mese o le imprese che fanno di tutto per stare sul mercato. Per Giorgia Meloni la cosa migliore è cercare qualche santo in paradiso o, meglio ancora, qualche amicizia che conti". Così in una nota Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Ci sono modalità diverse con le quali ci si rapporta a Trump. Credo che la presidente Meloni senta la responsabilità di essere un ponte fra l'Europa e l'America dati i suoi buoni rapporti con Trump". Lo ha detto l'eurodeputata di Fi, Letizia Moratti, a Otto e mezzo su La7.
"Sul tema dei dazi, credo che Trump sia uno shock per l'Europa, uno stimolo positivo perché l'Ue può mettere in atto le riforme richieste nel rapporto Draghi e Letta che chiedono un'Europa più competitiva, più favorevole agli investimenti, con una transizione energetica sostenibile e quindi in grado di sostenere il welfare."
"Siamo alleati storici degli Usa - continua Moratti - e in questo momento dobbiamo avere la consapevolezza di dover comunque avere a che fare con un presidente eletto ed anche amato dai cittadini americani. L'Europa non può permettersi di non avere un dialogo con Trump. Sono moderata e liberale e il suo stile non mi appartiene ma nell'ambito del mio ruolo di parlamentare europea credo sia dovere rispondergli con fermezza e immediatezza ma cercando sempre il dialogo che porta vantaggi reciproci, come ha detto oggi la presidente Metsola."
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Nel momento in cui Donald Trump "fa saltare l'ordine internazionale basato sul multilateralismo" e "mette a rischio l'unità europea", è importante non far mancare "il nostro sostegno all'Ucraina" parallelamente ai negoziati che "non potranno coinvolgere Europa e Ucraina". Così Alessandro Alfieri, coordinatore di Energia Popolare, alla Direzione del Pd.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - “Il giorno in cui Eni annuncia un utile di 14,3 miliardi di euro, la maggioranza presenta un decreto truffa che non affronta la vera questione di come ridurre il peso delle bollette. Il Governo Meloni per aiutare veramente le famiglie italiane avrebbe dovuto tassare gli extraprofitti, rivedere la decisione di trasferire 4,5 milioni di famiglie dal mercato tutelato a quello libero, e puntare sulle rinnovabili invece che sul gas". Così Angelo Bonelli, Co-Portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.
"La realtà dei fatti resta una sola: il governo di Giorgia Meloni ha favorito i grandi colossi energetici, che hanno accumulato extraprofitti per oltre 60 miliardi di euro, mentre le famiglie italiane hanno visto raddoppiare le bollette e molte sono costrette a non riscaldarsi per paura di non poterle pagare".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - “Benissimo il governo sulle bollette: previsti tre miliardi che andranno a sostegno di imprese e almeno 8 milioni di famiglie. Dalle parole ai fatti”. Così Armando Siri, Consigliere per le politiche economiche del Vicepremier Matteo Salvini e coordinatore dipartimenti Lega.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Alcune veloci considerazioni a partire dalle cose che credo vadano meglio precisate. La prima: non siamo stati e non siamo di fronte a postura bellicista dell’Europa. Non è mai stata l’Ue a voler fare o a voler continuare la guerra e non è nemmeno vero che la mancanza di iniziative di pace siano dipese da una mancanza di volontà politica della ue. È stato Putin a rifiutare sempre ogni dialogo, quel dialogo che oggi riconosce a Trump perché lo legittima come suo alleato", Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, alla Direzione del Pd.
"Occorre spingere con forza per un’autonomia strategica e politica dell’Europa, iniziando subito il percorso di cooperazione sulla difesa perché non saranno le buone intenzioni a rendere forte l’Unione Europea ma la capacità di imporsi e esercitare deterrenza, non escludendo nessuna opzione che sarà necessario adottare e che sarà stabilita in quadro di solidarietà europea".
"Per noi, democratici e europei, è il tempo di decidere - aggiunge Picierno- se essere solo un pezzetto di un Risiko in cui altri tirano i dadi o se essere un continente libero e forte. E va chiarito tanto ai nemici della democrazia quanto ai nostri alleati, senza perdere altro tempo e senza cincischiare noi: l’unica lotta che definisce il nostro tempo e il campo della politica, oggi, è quella dell’europeismo e in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli".
"Siamo noi tutti in questo campo? Pensiamo ad un'alternativa alla destra che parta da questo campo? A me onestamente non è ancora chiaro. Sarei felice di essere smentita, ovviamente. Ma servono parole chiare che vanno pronunciate senza più giocare a nascondino. Crediamo tutti in un’Europa competitiva, con attori strategici del mercato più grandi e forti, un’Europa pronta ad affrontare le crisi internazionali sul piano politico e militare? Perchè questa è l’Europa che serve al mondo e agli europei. Non domani, oggi".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni, "nell’incontro di Parigi c’era in ritardo e di malavoglia. Intanto partecipa con trasporto e passione agli incontri della destra mondiale che considera l’Europa un incidente della storia. A Kyiv alle celebrazioni per il terzo anno della resistenza, non c’era proprio. A dir il vero ero sola proprio come italiana, ma con tanti colleghi progressisti e socialisti, c’era il mondo libero, i leader e parlamentari progressisti consapevoli della sfida che abbiamo di fronte e che il tempo di agire è ora". Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, alla Direzione del Pd.