La crisi diplomatica tra Olanda e Turchia, scatenata dallo stop ai comizi pre referendari di due ministri turchi che avrebbero dovuto svolgersi a Rotterdam, si allarga al resto dell’Unione europea. Il premier danese Lars Lokke Rasmussen ha chiesto all’omologo turco Binali Yildrim di posticipare la visita a Copenhagen prevista a fine marzo per via degli “attacchi” di Ankara, il cui presidente Recep Tayyp Erdogan ha tacciato gli olandesi di “nazismo“. Intanto in Francia il Front national ha criticato violentemente la decisione di permettere un intervento pubblico del ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu a Metz dopo che L’Aja gli aveva invece impedito di atterrare sul suolo olandese e la Svizzera gli aveva chiesto di rinviare la visita prevista per domenica. Dalla Germania, primo Paese Ue a vietare i comizi dei ministri turchi attirando le ire di Erdogan, il ministro degli Esteri Thomas de Maiziere ribadisce poi che ci sono “chiari limiti” e “chiunque insulti la Germania o il suo ordine costituzionale e lo derida in modo calunnioso è passibile di essere perseguito“.
Front National contro il comizio a Metz: “Perché tollerarlo se altri lo rifiutano?” – “Perché dovremmo tollerare sul nostro suolo discorsi che altre democrazie rifiutano? Niente campagna elettorale turca in Francia”, ha twittato Marine Le Pen. Il vice presidente del Front national, Florian Philippot, da parte sua ha definito “irresponsabile” la scelta del governo Cazeneuve. “La Francia è uno Stato di diritto. In assenza di una minaccia confermata all’ordine pubblico, non c’era ragione per vietare questa riunione che non presentava alcuna possibilità di ingerenza sulla vita politica francese”, ha replicato il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault. In un comunicato del Quai d’Orsay si legge che il comizio rientra “nel regime di libertà di riunione” e si invoca la “calma” nella crisi turco-olandese. Erdogan ha ringraziato la Francia per “non essere caduta nella trappola” di vietare il comizio.
Erdogan: “Sanzioni contro l’Olanda” – Sempre più alta, poi, la tensione con l’Olanda: Erdogan parlato a un evento nella provincia di Kocaeli, vicino Istanbul, ha chiesto alle organizzazioni internazionali di imporre sanzioni al Paese, che secondo lui sta agendo come una “Repubblica delle banane”.
Cavusoglu ha poi accusato oggi il governo olandese di violare la Convenzione di Vienna per non avere permesso alla ministra della Famiglia Fatma Betul Sayan Kaya di entrare nel consolato turco a Rotterdam. “Il nostro incaricato d’affari consolari e la nostra ministra non sono potuti entrare nel loro consolato. Inoltre il console, che era all’interno, non è potuto uscire, non gli hanno dato il permesso”. E ancora: “Queste pratiche sono razzismo. Sono xenofobia, ostilità all’islam, violazione della democrazia, violazione delle libertà”, ha detto il capo della diplomazia turca all’agenzia di stampa Anadolu durante la visita a Metz. Il premier olandese Rutte ha detto che queste “dichiarazioni provocatorie” non contribuiranno certo a una distensione dei rapporti e che l’Olanda non ha cercato lo scontro, ma dovrà valutare ulteriori azioni se la Turchia non smetterà di fare commenti di questo tipo.