Il primo, vero atto parlamentare del neonato Movimento Democratici e Progressisti punta a colpire il braccio destro di Matteo Renzi. Gli scissionisti del Partito democratico, infatti, hanno annunciato che presenteranno una mozione di sfiducia individuale contro il ministro dello Sport Luca Lotti. Obiettivo: le sue dimissioni o, in alternativa, un atto forte del premier Gentiloni. A quest’ultimo, in mancanza di un passo indietro da parte dell’ex sottosegretario, sarà chiesto di ritirare le deleghe a Lotti fino a quando non sarà chiarita tutta la vicenda. Il documento è pronto e sarà depositato al Senato nelle prossime ore. All’interno del testo si legge: “Il governo deve potere operare al riparo da dubbi su comportamenti non irreprensibili dei suoi componenti, per potere portare avanti i suoi impegnativi obiettivi. Per questo impegna il Governo, e in particolare il Presidente del Consiglio: a valutare la necessità di sospendere le deleghe al ministro dello sport Luca Lotti“.
L’iniziativa è stata annunciata dalla presidente dei senatori Mdp Cecilia Guerra, che ha incontrato i giornalisti in vista della seduta di Palazzo Madama in programma mercoledì 15 marzo. In questa occasione, sarà votata la mozione di sfiducia individuale presentata dal Movimento 5 Stelle contro il ministro, indagato nell’ambito dell’inchiesta Consip per rivelazione di segreto e favoreggiamento. Gli scissionisti, a tal proposito, hanno annunciato che non voteranno il provvedimento presentato dai grillini. Il governo, tuttavia, ha ribadito la piena fiducia a Lotti. L’ennesima conferma dalle parole del ministro per i Rapporti col Parlamento Anna Finocchiaro: “A fronte delle diverse mozioni parlamentari presentate e annunciate nei confronti del ministro dello Sport Luca Lotti il governo ribadisce la piena fiducia nel suo operato” si legge in una nota ufficiale.
EMILIANO: “BISOGNA LIBERARE IL GOVERNO DEL DUBBIO CHE CI SIA UN GIOCO IN CUI QUALCUNO HA MENTITO”
Sia la mozione pentastellata che quella degli scissionisti dem hanno poche possibilità di passare, ma l’iniziativa del movimento di Roberto Speranza e Pierluigi Bersani ha un significato politico ben diverso, che va nel solco anche di quanto chiesto da personalità rimaste nel Pd. Tra questi c’è anche il governatore pugliese Michele Emiliano, che nel forum di Repubblica non ha chiesto le dimissioni di Lotti, ma ha sottolineato che al posto del titolare dello Sport si sarebbe dimesso: “Ognuno decide con la propria coscienza, mi pare di aver capito che il suo presidente del Consiglio ha detto che non è necessario dimettersi” ha detto Emiliano, sottolineando che “bisogna capire se le sue dimissioni aiutano o indeboliscono il governo. Io mi sarei dimesso, così come avrei fatto se fossi stato il comandante generale dell’Arma o l’ad di Consip – ha aggiunto – Bisogna liberare il governo, i Carabinieri e la maggiore centrale di acquisti in Italia del dubbio che ci sia un gioco in cui qualcuno ha mentito. Gli individui sono meno importanti dei governi ma il renzismo ha fatto venire meno anche questa abitudine del passato”. Un attacco frontale quello di Emiliano, che si è candidato contro Matteo Renzi alle primarie del Pd in programma il 30 aprile prossimo.
Ad appoggiare l’ex segretario e premier ci sarà il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, che dà per spacciate entrambe le mozioni ed è convinto che il suo collega di governa debba rimanere al suo posto nonostante il coinvolgimento nell’inchiesta per cui è indagato anche il padre di Renzi, Tiziano, per concorso in traffico di influenze. “Credo che tutte le mozioni che prevedono le dimissioni di Lotti o varianti di questo genere, verranno respinte” ha detto Martina a Cartabianca su Raitre, commentando il documento firmato dagli scissionisti del Pd.
SLITTA L’UDIENZA SU ROMEO AL RIESAME
Sul fronte dell’inchiesta, invece, da sottolineare lo slittamento al 22 marzo dell’udienza davanti al tribunale del riesame per Alfredo Romeo, l’imprenditore napoletano arrestato il primo marzo scorso per corruzione nell’ambito dell’inchiesta Consip. Il rinvio dell’udienza, fissata in un primo momento per il 16 marzo, è legato ad un’istanza presentata dalla difesa di Romeo che ha chiesto più giorni per poter riesaminare gli atti depositati dalla Procura di Roma. Nel frattempo, invece, è attesa nei prossimi giorni la risposta dell’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, all’invito dall’avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi, ad essere sottoposto ad interrogatorio nell’ambito delle indagini consentite ai legali degli indagati. Nell’eventualità che Marroni manifestasse l’indisponibilità ad essere interrogato o si avvalesse della facoltà di non rispondere, il difensore di Tiziano Renzi, così come previsto dalle norme sull’esercizio delle attività difensive, potrà chiedere alla procura di Roma di procedere all’interrogatorio in sua presenza.
IL TESTO DELLA MOZIONE DI MDP CONTRO LOTTI
Ecco il testo della mozione presentata dal Movimento Democratici e Progressisti contro il ministro Luca Lotti: “La vicenda Consip, a prescindere dal suo eventuale rilievo penale, mette in luce comportamenti familistici e clientelari nella gestione del potere, che disvelano come questioni di interesse pubblico siano state affrontate grazie a un ruolo preminente dei rapporti di origine famigliare, personale, privatistica e amicale basati su legami di solidarietà predominanti sugli interessi della collettività e sui principi della libera concorrenza e della meritocrazia”. “Purtroppo – prosegue il testo – non si tratta di un caso isolato, ma di una condotta più generale, una sorta di ‘groviglio del potere cresciuto intorno a Matteo Renzi’, come autorevolmente sostenuto in un editoriale da Ezio Mauro su la Repubblica. La gestione del potere pubblico, infatti, non può avvenire mediante la nomina di soggetti di provata fedeltà personale o di una determinata provenienza geografica a discapito di una verifica delle loro intrinseche qualità professionali. Tale comportamento rischia di alimentare l’affermazione e il favoreggiamento di interessi privati e domestici in cui la famiglia, la fazione, la consorteria si sovrappongono allo Stato fino a confondersi con esso a detrimento della necessaria autorevolezza che deve accompagnare l’esercizio della funzione pubblica. Senza trascurare, infine, nel delicato ambito del finanziamento delle fondazioni e dell’attività politica in generale l’indebito intreccio che viene a crearsi, quasi inevitabilmente, tra quanti hanno continuato ad avere rapporti di lavoro con la Consip o sono risultati vincitori di appalti pubblici e, contemporaneamente, come soggetti privati, hanno continuato a finanziare l’attività politica e la fondazione legata a Matteo Renzi o, addirittura, a presiederla. È questo il caso, ad esempio, dell’avvocato Alberto Bianchi“.
“COMMISTIONE TRA AFFARI E POLITICA HA DATO LUOGO A INTRECCIO DANNOSO PER ISTITUZIONI”
“Non è necessario attendere che la giustizia faccia il suo corso per rendersi conto di come nella vicenda Consip la commistione tra affari e politica abbia dato luogo a un intreccio dannoso per l’autorevolezza e la rispettabilità delle istituzioni. Sarebbe opportuno che la politica si autoregolamentasse elevando l’asticella del rigore e della probità dei comportamenti nella gestione della cosa pubblica e si dotasse di standard di condotta omogenei per non ingenerare il sospetto di una doppia morale e di un garantismo a intermittenza, che trasformano quel principio di civiltà in una mera condotta opportunistica, da rivendicarsi soltanto quando sono coinvolti i propri amici o compagni di partito”. Nella mozione, inoltre, è sottolineato che “il ministro Lotti non ha ritenuto opportuno compiere un passo indietro, mentre, in questi ultimi anni, alcuni ministri della Repubblica, anche non coinvolti direttamente in vicende di carattere penale, come Nunzia De Girolamo (gennaio 2014), Maurizio Lupi (marzo 2015) e Federica Guidi (marzo 2016) si sono dimessi dal loro incarico, e ciò è avvenuto a seguito di pressanti campagne di stampa e richieste di dimissioni da parte dello stesso Matteo Renzi per supposte ragioni di stile e di opportunità politica”.
Intanto Tiziano Renzi ha deciso di autosospendersi da segretario del Pd di Rignano sull’Arno (Firenze). “In questo momento sono un attrattore di polemiche” ha scritto in una lettera di sei righe che viene citata dagli iscritti.
Politica
Inchiesta Consip, scissionisti presentano mozione: “Lotti si dimetta o Gentiloni gli ritiri le deleghe”
Il Movimento democratici progressisti fa sapere che mercoledì al Senato non voterà il testo del M5S: “Ne presenteremo uno noi in cui chiediamo che si dimetta o, in alternativa, che il premier lo esautori”
Il primo, vero atto parlamentare del neonato Movimento Democratici e Progressisti punta a colpire il braccio destro di Matteo Renzi. Gli scissionisti del Partito democratico, infatti, hanno annunciato che presenteranno una mozione di sfiducia individuale contro il ministro dello Sport Luca Lotti. Obiettivo: le sue dimissioni o, in alternativa, un atto forte del premier Gentiloni. A quest’ultimo, in mancanza di un passo indietro da parte dell’ex sottosegretario, sarà chiesto di ritirare le deleghe a Lotti fino a quando non sarà chiarita tutta la vicenda. Il documento è pronto e sarà depositato al Senato nelle prossime ore. All’interno del testo si legge: “Il governo deve potere operare al riparo da dubbi su comportamenti non irreprensibili dei suoi componenti, per potere portare avanti i suoi impegnativi obiettivi. Per questo impegna il Governo, e in particolare il Presidente del Consiglio: a valutare la necessità di sospendere le deleghe al ministro dello sport Luca Lotti“.
L’iniziativa è stata annunciata dalla presidente dei senatori Mdp Cecilia Guerra, che ha incontrato i giornalisti in vista della seduta di Palazzo Madama in programma mercoledì 15 marzo. In questa occasione, sarà votata la mozione di sfiducia individuale presentata dal Movimento 5 Stelle contro il ministro, indagato nell’ambito dell’inchiesta Consip per rivelazione di segreto e favoreggiamento. Gli scissionisti, a tal proposito, hanno annunciato che non voteranno il provvedimento presentato dai grillini. Il governo, tuttavia, ha ribadito la piena fiducia a Lotti. L’ennesima conferma dalle parole del ministro per i Rapporti col Parlamento Anna Finocchiaro: “A fronte delle diverse mozioni parlamentari presentate e annunciate nei confronti del ministro dello Sport Luca Lotti il governo ribadisce la piena fiducia nel suo operato” si legge in una nota ufficiale.
EMILIANO: “BISOGNA LIBERARE IL GOVERNO DEL DUBBIO CHE CI SIA UN GIOCO IN CUI QUALCUNO HA MENTITO”
Sia la mozione pentastellata che quella degli scissionisti dem hanno poche possibilità di passare, ma l’iniziativa del movimento di Roberto Speranza e Pierluigi Bersani ha un significato politico ben diverso, che va nel solco anche di quanto chiesto da personalità rimaste nel Pd. Tra questi c’è anche il governatore pugliese Michele Emiliano, che nel forum di Repubblica non ha chiesto le dimissioni di Lotti, ma ha sottolineato che al posto del titolare dello Sport si sarebbe dimesso: “Ognuno decide con la propria coscienza, mi pare di aver capito che il suo presidente del Consiglio ha detto che non è necessario dimettersi” ha detto Emiliano, sottolineando che “bisogna capire se le sue dimissioni aiutano o indeboliscono il governo. Io mi sarei dimesso, così come avrei fatto se fossi stato il comandante generale dell’Arma o l’ad di Consip – ha aggiunto – Bisogna liberare il governo, i Carabinieri e la maggiore centrale di acquisti in Italia del dubbio che ci sia un gioco in cui qualcuno ha mentito. Gli individui sono meno importanti dei governi ma il renzismo ha fatto venire meno anche questa abitudine del passato”. Un attacco frontale quello di Emiliano, che si è candidato contro Matteo Renzi alle primarie del Pd in programma il 30 aprile prossimo.
Ad appoggiare l’ex segretario e premier ci sarà il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, che dà per spacciate entrambe le mozioni ed è convinto che il suo collega di governa debba rimanere al suo posto nonostante il coinvolgimento nell’inchiesta per cui è indagato anche il padre di Renzi, Tiziano, per concorso in traffico di influenze. “Credo che tutte le mozioni che prevedono le dimissioni di Lotti o varianti di questo genere, verranno respinte” ha detto Martina a Cartabianca su Raitre, commentando il documento firmato dagli scissionisti del Pd.
SLITTA L’UDIENZA SU ROMEO AL RIESAME
Sul fronte dell’inchiesta, invece, da sottolineare lo slittamento al 22 marzo dell’udienza davanti al tribunale del riesame per Alfredo Romeo, l’imprenditore napoletano arrestato il primo marzo scorso per corruzione nell’ambito dell’inchiesta Consip. Il rinvio dell’udienza, fissata in un primo momento per il 16 marzo, è legato ad un’istanza presentata dalla difesa di Romeo che ha chiesto più giorni per poter riesaminare gli atti depositati dalla Procura di Roma. Nel frattempo, invece, è attesa nei prossimi giorni la risposta dell’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, all’invito dall’avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi, ad essere sottoposto ad interrogatorio nell’ambito delle indagini consentite ai legali degli indagati. Nell’eventualità che Marroni manifestasse l’indisponibilità ad essere interrogato o si avvalesse della facoltà di non rispondere, il difensore di Tiziano Renzi, così come previsto dalle norme sull’esercizio delle attività difensive, potrà chiedere alla procura di Roma di procedere all’interrogatorio in sua presenza.
IL TESTO DELLA MOZIONE DI MDP CONTRO LOTTI
Ecco il testo della mozione presentata dal Movimento Democratici e Progressisti contro il ministro Luca Lotti: “La vicenda Consip, a prescindere dal suo eventuale rilievo penale, mette in luce comportamenti familistici e clientelari nella gestione del potere, che disvelano come questioni di interesse pubblico siano state affrontate grazie a un ruolo preminente dei rapporti di origine famigliare, personale, privatistica e amicale basati su legami di solidarietà predominanti sugli interessi della collettività e sui principi della libera concorrenza e della meritocrazia”. “Purtroppo – prosegue il testo – non si tratta di un caso isolato, ma di una condotta più generale, una sorta di ‘groviglio del potere cresciuto intorno a Matteo Renzi’, come autorevolmente sostenuto in un editoriale da Ezio Mauro su la Repubblica. La gestione del potere pubblico, infatti, non può avvenire mediante la nomina di soggetti di provata fedeltà personale o di una determinata provenienza geografica a discapito di una verifica delle loro intrinseche qualità professionali. Tale comportamento rischia di alimentare l’affermazione e il favoreggiamento di interessi privati e domestici in cui la famiglia, la fazione, la consorteria si sovrappongono allo Stato fino a confondersi con esso a detrimento della necessaria autorevolezza che deve accompagnare l’esercizio della funzione pubblica. Senza trascurare, infine, nel delicato ambito del finanziamento delle fondazioni e dell’attività politica in generale l’indebito intreccio che viene a crearsi, quasi inevitabilmente, tra quanti hanno continuato ad avere rapporti di lavoro con la Consip o sono risultati vincitori di appalti pubblici e, contemporaneamente, come soggetti privati, hanno continuato a finanziare l’attività politica e la fondazione legata a Matteo Renzi o, addirittura, a presiederla. È questo il caso, ad esempio, dell’avvocato Alberto Bianchi“.
“COMMISTIONE TRA AFFARI E POLITICA HA DATO LUOGO A INTRECCIO DANNOSO PER ISTITUZIONI”
“Non è necessario attendere che la giustizia faccia il suo corso per rendersi conto di come nella vicenda Consip la commistione tra affari e politica abbia dato luogo a un intreccio dannoso per l’autorevolezza e la rispettabilità delle istituzioni. Sarebbe opportuno che la politica si autoregolamentasse elevando l’asticella del rigore e della probità dei comportamenti nella gestione della cosa pubblica e si dotasse di standard di condotta omogenei per non ingenerare il sospetto di una doppia morale e di un garantismo a intermittenza, che trasformano quel principio di civiltà in una mera condotta opportunistica, da rivendicarsi soltanto quando sono coinvolti i propri amici o compagni di partito”. Nella mozione, inoltre, è sottolineato che “il ministro Lotti non ha ritenuto opportuno compiere un passo indietro, mentre, in questi ultimi anni, alcuni ministri della Repubblica, anche non coinvolti direttamente in vicende di carattere penale, come Nunzia De Girolamo (gennaio 2014), Maurizio Lupi (marzo 2015) e Federica Guidi (marzo 2016) si sono dimessi dal loro incarico, e ciò è avvenuto a seguito di pressanti campagne di stampa e richieste di dimissioni da parte dello stesso Matteo Renzi per supposte ragioni di stile e di opportunità politica”.
Intanto Tiziano Renzi ha deciso di autosospendersi da segretario del Pd di Rignano sull’Arno (Firenze). “In questo momento sono un attrattore di polemiche” ha scritto in una lettera di sei righe che viene citata dagli iscritti.
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Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.