Più di ventimila euro a Goffredo Bettini per organizzargli un incontro con Gianni Letta. E poi le mazzette elargite a Luca Odevaine. Aveva anticipato l’intenzione di “aprire” il libro dei ricordi, concentrandosi sul capitolo più delicato: quello dei soldi ai politici. E in effetti, Salvatore Buzzi sta continuando a snocciolare nomi e cifre, nel corso del suo interrogatorio al processo a Mafia capitale, che lo vede tra i principali imputati. I racconti del ras delle coop, però, sono tutti da verificare. In fase d’indagine preliminare, infatti, il procuratore aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Paolo Ielo lo hanno interrogato per 5 volte, ed erano arrivati alla conclusione che Buzzi non è credibile perché cercava di minimizzare i suoi rapporti con Gianni Alemanno e Massimo Carminati.
Proprio l’ex Nar era stato il protagonista dell’ultima udienza del processo, quando aveva omaggiato l’amico Buzzi facendo il saluto romano collegato dal carcere di Parma. E nell’udienza in cui il pm Luca Tescaroli ha cmafia hiesto la trasmissione del video alla procura, per valutare se contestare a Carminati l’eventuale reato di apologia di fascismo, Buzzi continua il suo interrogatorio. “Goffredo Bettini ha organizzato, rapportandosi personalmente col mio vicepresidente Guarany, un mio incontro con Gianni Letta. In cambio io gli versai la somma complessiva di 21.800 euro“, ha detto l’ex dominus della cooperativa 29 giugno, spiegando di avere fornito quel denaro “mediante bonifici per coprire le sue spese elettorali“.
L’esponente del Pd ha subito replicato alle affermazione dell’imputato. “Prendo atto che Buzzi è tornato su episodi da me ampiamente spiegati qualche mese fa in aula del tribunale in qualità di testimone, dicendo inaccettabili falsità. Secondo una strategia difensiva che sembra voler colpire quelli che egli stesso definisce i suoi avversari, e non i suoi amici. Ho dato incarico ai miei legali di sporgere querela“, ha detto Bettini.
Poi, Buzzi ha ricostruito il suo rapporto con Luca Odevaine, l’uomo che gestiva il business dell’immigrazione per Mafia capitale, che ha già patteggiato 2 anni e 8 mesi per le tangen ti sul Cara di Mineo. “Odevaine si propose come facilitatore. In cambio mi resi disponibile, su sua richiesta, a pagare l’affitto mensile di due appartamenti di cui fruiva unitamente ad una somma di 5 mila euro al mese”. Poi “in una occasione diede all’ex componente del tavolo sui migranti anche diecimila euro in nero per pagare i componenti di una commissione che ci aveva aggiudicato una gara. Mi disse che avrebbe risolto tutti i miei problemi col prefetto Gabrielli (estraneo ai fatti), di cui Odevaine era amico, per quanto concerne i pagamenti per l’accoglienza dei migranti”. Buzzi ha spiegato che Odevaine “garantiva i nostri rapporti con i più importanti prefetti e funzionari del ministero dell’interno. Quando viaggiavo con lui mi sentivo ‘il presidente‘, ci spostavamo con la scorta della polizia“.
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Mafia capitale, il racconto di Buzzi: “Diedi soldi a Goffredo Bettini per un incontro con Gianni Letta”
Il ras delle coop sta continuando a snocciolare nomi e cifre nel corso del suo interrogatorio al processo sulla Terra di mezzo, che lo vede tra i principali imputati. Dichiarazioni tutte da valutare visto che per i pm non era credibile, perché cercava di minimizzare i suoi rapporti con Gianni Alemanno e Massimo Carminati. L'esponente del Pd: "Inaccettabili falsità, querelo"
Più di ventimila euro a Goffredo Bettini per organizzargli un incontro con Gianni Letta. E poi le mazzette elargite a Luca Odevaine. Aveva anticipato l’intenzione di “aprire” il libro dei ricordi, concentrandosi sul capitolo più delicato: quello dei soldi ai politici. E in effetti, Salvatore Buzzi sta continuando a snocciolare nomi e cifre, nel corso del suo interrogatorio al processo a Mafia capitale, che lo vede tra i principali imputati. I racconti del ras delle coop, però, sono tutti da verificare. In fase d’indagine preliminare, infatti, il procuratore aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Paolo Ielo lo hanno interrogato per 5 volte, ed erano arrivati alla conclusione che Buzzi non è credibile perché cercava di minimizzare i suoi rapporti con Gianni Alemanno e Massimo Carminati.
Proprio l’ex Nar era stato il protagonista dell’ultima udienza del processo, quando aveva omaggiato l’amico Buzzi facendo il saluto romano collegato dal carcere di Parma. E nell’udienza in cui il pm Luca Tescaroli ha cmafia hiesto la trasmissione del video alla procura, per valutare se contestare a Carminati l’eventuale reato di apologia di fascismo, Buzzi continua il suo interrogatorio. “Goffredo Bettini ha organizzato, rapportandosi personalmente col mio vicepresidente Guarany, un mio incontro con Gianni Letta. In cambio io gli versai la somma complessiva di 21.800 euro“, ha detto l’ex dominus della cooperativa 29 giugno, spiegando di avere fornito quel denaro “mediante bonifici per coprire le sue spese elettorali“.
L’esponente del Pd ha subito replicato alle affermazione dell’imputato. “Prendo atto che Buzzi è tornato su episodi da me ampiamente spiegati qualche mese fa in aula del tribunale in qualità di testimone, dicendo inaccettabili falsità. Secondo una strategia difensiva che sembra voler colpire quelli che egli stesso definisce i suoi avversari, e non i suoi amici. Ho dato incarico ai miei legali di sporgere querela“, ha detto Bettini.
Poi, Buzzi ha ricostruito il suo rapporto con Luca Odevaine, l’uomo che gestiva il business dell’immigrazione per Mafia capitale, che ha già patteggiato 2 anni e 8 mesi per le tangen ti sul Cara di Mineo. “Odevaine si propose come facilitatore. In cambio mi resi disponibile, su sua richiesta, a pagare l’affitto mensile di due appartamenti di cui fruiva unitamente ad una somma di 5 mila euro al mese”. Poi “in una occasione diede all’ex componente del tavolo sui migranti anche diecimila euro in nero per pagare i componenti di una commissione che ci aveva aggiudicato una gara. Mi disse che avrebbe risolto tutti i miei problemi col prefetto Gabrielli (estraneo ai fatti), di cui Odevaine era amico, per quanto concerne i pagamenti per l’accoglienza dei migranti”. Buzzi ha spiegato che Odevaine “garantiva i nostri rapporti con i più importanti prefetti e funzionari del ministero dell’interno. Quando viaggiavo con lui mi sentivo ‘il presidente‘, ci spostavamo con la scorta della polizia“.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.