All’Italia va il record di detenuti per droga fra i 47 Paesi membri del Consiglio d’Europa: nel 2015 nel nostro Paese erano addirittura un terzo del totale dei condannati in via definitiva al carcere, la quota più alta. I dati, che fotografano la situazione al primo settembre di due anni fa, provengono dalla ricerca Space, lo studio sul sistema penitenziario commissionato ogni anno da Strasburgo all’Istituto di criminologia dell’Università di Losanna, che riunisce informazioni provenienti da 45 amministrazioni penitenziarie e 47 servizi di libertà vigilata.
Dall’analisi emerge che nel continente europeo nel 2015 quasi un quinto di tutti i detenuti scontava una pena per reati connessi alla droga. Questa categoria di carcerati è in percentuale la più elevata e il suo peso in rapporto alle persone condannate per altri reati non ha fatto altro che crescere negli ultimi 10 anni, come si legge nel rapporto. Tra tutti i paesi analizzati, l’Italia si colloca al primo posto con il 31,1% del totale. Seguono la Georgia, l’Azerbaijan, l’Estonia e Cipro. I dati evidenziano anche che in Italia il 19% dei detenuti sconta una pena per omicidio e tentato omicidio, contro una media europea del 13,2%, ma lontano dal record dell’Albania (39,4%) e della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina (35,4%) o dalle percentuali della Russia (27,8).
L’Italia è anche uno dei 15 paesi europei che nel 2015 ha continuato “a soffrire di sovraffollamento carcerario”, recita il report rispetto a uno dei problemi che da sempre affligge il sistema penitenziario del nostro Paese. La ricerca rileva che al primo settembre 2015 c’erano 105,6 detenuti per ogni 100 posti disponibili, una situazione comunque migliore dell’anno precedente, quando il rapporto era di 109,8. Il miglioramento, si legge in una nota, è da attribuire “agli effetti degli interventi legislativi registrati nel 2014 che hanno portato a una diminuzione del numero di detenuti”, passati da 54.252 a 52.389.
Ma dal rapporto emerge anche che la questione del sovraffollamento potrebbe essere legata al fatto che in Italia lo spazio minimo di una cella occupata da un solo detenuto è definito per legge in 9 metri quadrati, più altri 5 per ogni letto aggiunto. “Tenendo conto che il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa raccomanda come spazio minimo della cella singola 6 mq, più 4 per ogni altro detenuto, e che molti Stati scelgono questo come parametro, si sottolinea che da un calcolo simulato, il rapporto tra capacità e detenuti nel 2015 sarebbe positivo“, conclude il documento.