In questo inizio di 2017 sono stati registrati in Italia quasi gli stessi casi di morbillo di tutto il 2016. A fronte degli 884 segnalati in tutto lo scorso anno, da gennaio a oggi ne sono stati individuati più di 700. Un preoccupante aumento di oltre il 230%, “in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori”. A spiegarlo è il ministero della Salute, che ha diffuso i dati. Il vaccino trivalente MPR, che agisce anche contro il morbillo, è finito al centro di una vicenda giudiziaria basata sull’ipotesi di un nesso causale con l’insorgere dell’autismo. Dopo una sentenza di primo grado del tribunale di Rimini, che nel 2012 ha riconosciuto questo nesso (tra le proteste della comunità medica e scientifica), in appello i giudici di Bologna hanno annullato questa ipotesi, spiegando nelle motivazioni che “l’apparente assenza di altre cause” per l’insorgere della malattia non poteva bastare per dare la responsabilità alla vaccinazione. Ma, nonostante la verità giudiziaria, l’associazione vaccino Mpr-autismo ha continuato ad animare il dibattito tra favorevoli e contrari ai vaccini.
“Il Ministero attiverà ogni possibile procedura per garantire la piena realizzazione degli obiettivi del recente Piano nazionale di prevenzione vaccinale e per riguadagnare rapidamente le coperture vaccinali che si sono abbassate pericolosamente nel corso degli ultimi anni”, ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, commentando il forte aumento dei casi di morbillo, che ha colpito soprattutto le persone fra i 15 e i 39 anni, con particolari concentrazioni in Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana.
“Nonostante il Piano di eliminazione del morbillo sia partito nel 2005 e la vaccinazione sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo nei bambini a 24 mesi è stata dell’85,3%, ancora lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione”, ha spiegato Lorenzin. “È ora indispensabile – ha aggiunto il ministro – promuovere una campagna di ulteriore responsabilizzazione da parte dei genitori e delle persone non immuni di tutte le età, affinché non rinuncino a questa fondamentale opportunità di prevenire una malattia che può essere anche letale“.
Il vaccino contro il morbillo viene somministrato insieme a quello contro parotite e rosolia. È appunto il cosiddetto vaccino MPR. Il primo a sostenere la tesi che il vaccino trivalente potesse portare all’autismo è stato Andrew Wakefield. Le sue teorie, ritrattate dalla rivista scientifica che le aveva pubblicate e per le quali è stato cancellato dall’albo dei medici statunitensi nel 2011, hanno conosciuto nuova fama dopo l’uscita del film Vaxxed – from cover up to catastrophe, di cui Wakefield è regista. A settembre 2016 fu vietata la sua proiezione al Senato. Per l’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani “è un film palesemente antiscientifico che cavalca teorie supportate da dati fraudolenti”. “Sono credenze diffuse da moderni stregoni senza scrupoli”, secondo il vice-presidente dell’Acoi, Pierluigi Marini. Non esistono al momento studi riconosciuti dalla comunità scientifica che dimostrino una correlazione tra questo vaccino e l’autismo.
“Quello che si è sempre temuto si sta verificando – ha commentato Alberto Villani, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e Presidente della Società italiana di pediatria – con questo atteggiamento nei confronti delle vaccinazioni mettiamo a rischio soprattutto i più piccoli, quelli che non hanno l’età o non possono vaccinarsi. Il morbillo è una malattia pericolosa, in un caso su mille dà encefalite, in uno su diecimila porta alla morte“. Il vaccino MPR in Italia non è obbligatorio: viene somministrato ai bambini intorno al primo anno di età, con una seconda dose prima di cominciare la scuola a 5 anni.