Una delibera della Giunta capitolina per blindare la posizione dell’amministrazione comunale agli occhi dell’As Roma e dei soggetti proponenti. Cosa che però potrebbe non bastare per evitare l’allungamento dei tempi per la posa della prima pietra, anche di 10-12 mesi. A meno di sorprese, non passerà per l’Assemblea Capitolina la “delibera di novazione” che permetterà al Campidoglio di modificare di fatto il progetto precedente e di recepire i termini della stretta di mano fra Virginia Raggi e il dg giallorosso Mauro Baldissoni del 27 febbraio scorso. Questo procedimento, tuttavia, porterebbe alla quasi automatica chiusura dell’attuale conferenza dei servizi da parte della Regione Lazio e all’apertura di un nuovo iter amministrativo, con un nuovo progetto, nuovi pareri da fornire e nuove verifiche da effettuare. E una nuova delibera di interesse pubblico. In poche parole: si ricomincia da capo. Come confermato, in parte, dallo stesso presidente giallorosso, James Pallotta: “Lo stadio – ha spiegato il manager statunitense – sfortunatamente avrà un anno di ritardo, non ci saranno più le torri, gli uffici anche. Ma abbiamo bisogno di questo stadio per competere con le altre squadre”.
NIENTE RENDERING – L’indizio più concreto è arrivato ieri nel primo pomeriggio, quando erano attesi in assessorato capitolino all’Urbanistica gli emissari dell’As Roma per la consegna del nuovo progetto. A quanto si apprende, in realtà i funzionari inviati da Trigoria hanno consegnato soltanto delle planimetrie che, in sostanza, avvierebbero il lavoro per il futuro ma che non sarebbero sufficienti per modificare l’imponente progetto precedente nel giro di 10 giorni. Ne è seguita una riunione a cui hanno partecipato, oltre ai tecnici di Roma Capitale e dei proponenti, l’assessore all’urbanistica Luca Montuori e l’assessora alla Città in movimento Linda Meleo: “Abbiamo ricevuto delle schede tecniche – ha dichiarato Montuori alla fine dell’incontro – e altri elaborati che ci permettono di verificare la sussistenza dell’interesse pubblico del progetto e di lavorare alla definizione di un approfondimento necessario, perché ovviamente i progetti sono cose serie e non si fanno né in una notte, né in due giorni. Ci vuole tutto il tempo per valutare, vedere e approfondire, ma direi che siamo nella direzione giusta”.
ECCO LA STRADA – Insomma, sarà molto difficile portare in Consiglio comunale entro il 31 marzo una nuova delibera di interesse pubblico, dettagliata e con tanto di “convenzione” per le opere pubbliche. E allora che fare? L’iter è tracciato: la Giunta capitolina approverà una “delibera di novazione” dove verranno sostanzialmente messi nero su bianco i termini del nuovo accordo arrivato il 27 febbraio scorso dopo la riunione fra la sindaca e i vertici giallorossi. Contemporaneamente, l’Assemblea Capitolina dovrà approvare un ordine del giorno in cui si impegna a sostenere l’interesse pubblico dell’opera, nonostante i mal di pancia di una parte minoritaria (i cosiddetti “ortodossi” del gruppo M5S). E la conferenza dei servizi? “Quella non dipende da noi – ammette Pietro Calabrese, vicepresidente della commissione Trasporti – la nuova delibera traccerà il perimetro del nuovo interesse pubblico, che mi pare abbastanza scontato visto che andiamo a le cubature”.
IL NUOVO ITER – Abbastanza scontato, a quanto si apprende anche da fonti regionali, che davanti a questo disegno l’iter della conferenza dei servizi sia destinato a ricominciare da capo. Bisognerà, infatti, rifare la pianificazione del trasporto pubblico, realizzare i nuovi sondaggi per le costruzioni “basse” che verranno costruite al posto dei grattacieli di Libeskind, verificare la vicenda del vincolo sulle tribune dell’Ippodromo di Tor di Valle. Proprio su quest’ultimo punto e’ intervenuto ieri mattina l’assessore allo Sport, Daniele Frongia: “Noi sul Mibact – ha dichiarato all’emittente Radio Radio – non abbiamo possibilità di controllo, naturalmente dialogheremo con tutti i soggetti, compresa la Regione e il Mibact, su questo ma non possiamo prevedere nulla relativamente all’apposizione del vincolo, non saprei prevedere il futuro”.