Si chiamava Khalid Massood, aveva 52 anni ed era nato nel Kent. L’identità del killer autore dell’attentato davanti al Parlamento di Westminister a Londra, che il 22 marzo ha fatto cinque morti e decine di feriti, è stata rivelata poche ore dopo la rivendicazione dell’attacco da parte dello Stato islamico. “È stato un soldato del Califfato“, ha annunciato Site, riprendendo l’agenzia di propaganda Amaq. L’attentatore non era mai stato condannato per terrorismo, ma era noto alle forze dell’ordine per possesso di armi, lesioni aggravate e disturbo della quiete pubblica. La prima condanna risale al 1983 per danni, l’ultima al 2003 per il possesso di un coltello. Secondo il Daily Mail, di recente risiedeva a Birmingham e lì avrebbe noleggiato il suv utilizzato per compiere l’attacco. Nel corso della giornata sono state arrestate otto persone in sei diversi indirizzi tra Londra e Birmingham: gli arrestati sono considerati fiancheggiatori, ma non complici.
La premier Theresa May nel primo pomeriggio ha parlato alla Camera dei Comuni: “Non cederemo mai al terrorismo”, ha detto, “non gliela daremo mai vinta. Il male non ci sconfiggerà, i nostri valori sono più forti e vinceranno. Non abbiamo paura”. La prima ministra britannica, dopo aver ricordato le vittime e ringraziato la polizia, ha annunciato che l’allarme è alto e che “sono possibili altri attentati“. E ha anche aggiunto che, come avvenuto per la maggior parte degli attacchi avvenuti negli ultimi mesi in Europa, l’attentatore cittadino britannico, era noto ai servizi: era stato già investigato dall’MI5 “per i suoi legami con l’estremismo”. La May ha rivelato anche che “tredici attacchi terroristici” sono stati sventati negli ultimi mesi. Lo stragista, definito “figura marginale” dalla May, per gli inquirenti sarebbe stato “ispirato dal terrorismo internazionale“.
Chi era Khalid Massood – L’identità dell’attentatore è stata resa nota da Scotland Yard, dopo che lo Stato islamico ha rivendicato l’attentato attraverso l’agenzia di stampa vicina agli estremisti Amaq, che non ha fatto riferimento alla sua identità e mentre non è chiaro se l’uomo fosse direttamente connesso al gruppo jihadista. La polizia ha riferito che Masood aveva 52 anni, era nato nella contea di Kent e di recente aveva vissuto nella regione delle Midlands Occidentali. Era noto con diversi alias. Secondo la Bbc, “era un tipo strano” e “i suoi vicini lo chiamavano ‘Il vampiro’ perché era solito uscire di notte vestito di nero”.
“Non era soggetto ad alcuna indagine al momento e non ci sono informazioni precedenti su una sua intenzione di compiere un attacco terroristico, ha dichiarato la Metropolitan Police in una nota. Non era mai stato condannato per terrorismo, sebbene la sua prima condanna per altri reati risalga al 1983 e l’ultima al 2003 per possesso di un’arma da taglio. “Tuttavia, era noto alla polizia e aveva alle spalle diverse precedenti condanne per aggressione”, possesso di armi e reati contro l’ordine pubblico”. La premier britannica Theresa May in precedenza aveva dichiarato in Parlamento che l’assalitore era stato oggetto di indagini da parte dei servizi Mi5 per preoccupazioni sull’estremismo violento, ma era considerato una “figura periferica”. Sempre May aveva detto che si riteneva l’assalitore fosse stato ispirato da ideologia islamista. L’uomo ha affittato l’auto Hyundai con cui ha travolto i passanti sul ponte di Westminster in un’agenzia della compagnia Enterprise di Birmingham, città delle Midlands Occidentali. A confermarlo è stato un portavoce della stessa agenzia, che ha spiegato: “Un dipendente ha identificato il veicolo dopo aver visto la targa in una fotografia, siamo corsi a controllare e abbiamo subito contatto le autorità”. Nella stessa città di Birmingham, soprannominata ‘piccolo califfato’ per l’alta percentuale di musulmani che vi risiede, durante la notte la polizia aveva condotto diverse perquisizioni in alcune abitazioni. Altre erano state effettuate a Londra e in altri punti del Paese. In tutto sono state arrestate otto persone.
May: “È con le azioni di normalità che si batte il terrorismo”
“Dobbiamo reagire con fermezza a queste minacce. Siamo qui per proteggere la nostra comunità, per rassicurare tutti i nostri cittadini. Abbiamo deciso di aumentare le nostre misure di sicurezza. Dopo giugno 2013, abbiamo aumentato le spese contro il terrorismo. Così come abbiamo aumentato il personale responsabile della nostra Agenzia di sicurezza”, ha detto May. “Dobbiamo essere chiari su un punto: l’attentatore è stato fermato a pochi metri del cancello, quindi il suo attacco non è andato a buon fine – ha aggiunto – vogliamo vedere il meglio di quanto accaduto: chi si è dato da fare per gli altri, i servizi di emergenza che sono corsi incontro al pericolo. Dico grazie a tutti loro per il lavoro svolto. Vorrei esprimere le nostre condoglianze a tutte le forze dell’ordine. La risposte possiamo offrire non è in quel che diremo, ma quel che faremo quotidianamente tutti stiamo cercando di tornare alle nostre vite, tutto ricomincia. È con le azioni di normalità che si batte il terrorismo. Così dimostriamo che non gliela daremo mai vinta. L’agente di sicurezza ha perso la sua vita per proteggerne altre. Il male non ci sconfiggerà, è questo il messaggio che la nostra Camera vuole lanciare”. La regina Elisabetta offre i suoi ”pensieri, preghiere e la più profonda solidarietà” a quanti coinvolti dalla “terribile violenza”. “Addolorato” Papa Francesco “per la perdita di vite e per i feriti causati dall’attentato nel centro di Londra”.
La ricerca dell’attentatore e i primi sospettati
La polizia per tutta la giornata ha chiesto di non divulgare il nome dei sospettati. Nella serata di ieri Channel 4 aveva diffuso il nome di Trevor Brooks, noto come Abu Izzadeen, indicato come il possibile assalitore. Imam di Clapton, di origini giamaicane ma nato nell’East London, Brooks è considerato un “predicatore d’odio“. Brooks era noto alle autorità fin dal 2006, come portavoce di Al Ghurabaa, organizzazione musulmana messa fuori legge nello stesso anno. Nel 2015 aveva fatto perdere le proprie tracce, prima di essere arrestato dalla polizia ungherese su un treno diretto a Bucarest, in Romania, e quindi rispedito in patria. Passano poche ore, però, è la notizia viene smentita: non è Abu Izzadeen l’attentatore di Westminster Bridge. Secondo la stessa Channel 4, che cita l’avvocato e il fratello dell’uomo, Brooks è ancora in prigione.
Il sindaco Khan: “I londinesi non si faranno intimidire”
“I londinesi non si faranno mai intimidire né piegare dal terrorismo” dice il sindaco di Londra Sadiq Khan. Nel centro della città è visibile il rafforzamento delle forze di polizia, con molti più agenti armati dislocati negli obiettivi sensibili. Per ricordare i morti le bandiere sono a mezz’asta a Downing Street e in altri luoghi pubblici. In mattinata è stato rispettato un minuto di silenzio mentre per stasera è in programma una fiaccolata a Trafalgar Square. Questa mattina si è tenuta una nuova riunione del comitato per le emergenze Cobra, presieduta da Theresa May. Il ministro dell’Interno Amber Rudd, che ieri era all’estero, come il suo collega di governo e ministro degli Esteri Boris Johnson, sono rientrati nella capitale britannica. Un minuto di silenzio in ricordo delle vittime è stato rispettato alle 9.33 ora locali (le 10.33 in Italia) nel Regno Unito.
È tornato quindi a colpire un lone wolf, un lupo solitario, come già accaduto il 19 dicembre scorso al mercato di Natale a Berlino. E ancora una volta le armi utilizzate sono di uso comune, un coltello da cucina, fotografato mentre il sospetto veniva soccorso dopo essere stato colpito dalla polizia, e un veicolo lanciato ad alta velocità. E molti ricordano il precedente di Michael Olumide Adebolajo e Michael Oluwatobi Adebowale, i due terroristi britannici di origini nigeriane che nel 2013 nel sud di Londra uccisero il soldato di Sua Maestà Lee Rigby con una mannaia, dopo averlo investito. L’utilizzo di auto e coltelli sono “imprevedibili e tengono sotto scacco anche Israele” dice Lorenzo Vidino, direttore del programma Estremismo del Centro per la Cybersecurity e Sicurezza Interna della George Washington’s University a ilfattoquotidiano.it.
Condanna dei paesi islamici
Condanna unanime dai Paesi islamici per l’attacco. Yousef Bin Ahmad Al-Othaimeen, segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic), di cui fanno parte 57 Paesi a maggioranza musulmana, ha affermato che gli atti di terrorismo contraddicono le fondamenta dell’Islam. Anche il Consiglio di cooperazione del Golfo, di cui fanno parte Arabia Saudita, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Kuwait, descrive l’attacco come “un terribile crimine che è incompatibile con tutti i valori e principi dell’umanità”. Il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul-Gheit, ha a sua volta “fortemente condannato” l’attentato, definendolo “un orribile crimine che contraddice tutti i valori e i principi umani e morali”. Il re saudita Salman bin Abd al Saud ha inoltre personalmente inviato un messaggio di condoglianze alla premier britannica Theresa May in cui afferma che il regno saudita “condanna con forza questo atto terroristico”.
Mondo
Attentato Londra, Site: “Isis rivendica”. Identificato terrorista Khalid Massood: aveva 52 anni ed era nato nel Kent
Il primo ministro al Parlamento: "Tredici attentati sventati". Scotland Yard: "Aggressore ispirato dal terrorismo internazionale". Le otto persone fermate sono considerate fiancheggiatori, ma non complici dell'uomo. Il sindaco di Londra Sadiq Khan "I londinesi non si faranno mai intimidire né piegare dal terrorismo". La regina Elisabetta offre i suoi ''pensieri, preghiere e la più profonda solidarietà” a quanti coinvolti dalla “terribile violenza”
Si chiamava Khalid Massood, aveva 52 anni ed era nato nel Kent. L’identità del killer autore dell’attentato davanti al Parlamento di Westminister a Londra, che il 22 marzo ha fatto cinque morti e decine di feriti, è stata rivelata poche ore dopo la rivendicazione dell’attacco da parte dello Stato islamico. “È stato un soldato del Califfato“, ha annunciato Site, riprendendo l’agenzia di propaganda Amaq. L’attentatore non era mai stato condannato per terrorismo, ma era noto alle forze dell’ordine per possesso di armi, lesioni aggravate e disturbo della quiete pubblica. La prima condanna risale al 1983 per danni, l’ultima al 2003 per il possesso di un coltello. Secondo il Daily Mail, di recente risiedeva a Birmingham e lì avrebbe noleggiato il suv utilizzato per compiere l’attacco. Nel corso della giornata sono state arrestate otto persone in sei diversi indirizzi tra Londra e Birmingham: gli arrestati sono considerati fiancheggiatori, ma non complici.
La premier Theresa May nel primo pomeriggio ha parlato alla Camera dei Comuni: “Non cederemo mai al terrorismo”, ha detto, “non gliela daremo mai vinta. Il male non ci sconfiggerà, i nostri valori sono più forti e vinceranno. Non abbiamo paura”. La prima ministra britannica, dopo aver ricordato le vittime e ringraziato la polizia, ha annunciato che l’allarme è alto e che “sono possibili altri attentati“. E ha anche aggiunto che, come avvenuto per la maggior parte degli attacchi avvenuti negli ultimi mesi in Europa, l’attentatore cittadino britannico, era noto ai servizi: era stato già investigato dall’MI5 “per i suoi legami con l’estremismo”. La May ha rivelato anche che “tredici attacchi terroristici” sono stati sventati negli ultimi mesi. Lo stragista, definito “figura marginale” dalla May, per gli inquirenti sarebbe stato “ispirato dal terrorismo internazionale“.
Chi era Khalid Massood – L’identità dell’attentatore è stata resa nota da Scotland Yard, dopo che lo Stato islamico ha rivendicato l’attentato attraverso l’agenzia di stampa vicina agli estremisti Amaq, che non ha fatto riferimento alla sua identità e mentre non è chiaro se l’uomo fosse direttamente connesso al gruppo jihadista. La polizia ha riferito che Masood aveva 52 anni, era nato nella contea di Kent e di recente aveva vissuto nella regione delle Midlands Occidentali. Era noto con diversi alias. Secondo la Bbc, “era un tipo strano” e “i suoi vicini lo chiamavano ‘Il vampiro’ perché era solito uscire di notte vestito di nero”.
“Non era soggetto ad alcuna indagine al momento e non ci sono informazioni precedenti su una sua intenzione di compiere un attacco terroristico, ha dichiarato la Metropolitan Police in una nota. Non era mai stato condannato per terrorismo, sebbene la sua prima condanna per altri reati risalga al 1983 e l’ultima al 2003 per possesso di un’arma da taglio. “Tuttavia, era noto alla polizia e aveva alle spalle diverse precedenti condanne per aggressione”, possesso di armi e reati contro l’ordine pubblico”. La premier britannica Theresa May in precedenza aveva dichiarato in Parlamento che l’assalitore era stato oggetto di indagini da parte dei servizi Mi5 per preoccupazioni sull’estremismo violento, ma era considerato una “figura periferica”. Sempre May aveva detto che si riteneva l’assalitore fosse stato ispirato da ideologia islamista. L’uomo ha affittato l’auto Hyundai con cui ha travolto i passanti sul ponte di Westminster in un’agenzia della compagnia Enterprise di Birmingham, città delle Midlands Occidentali. A confermarlo è stato un portavoce della stessa agenzia, che ha spiegato: “Un dipendente ha identificato il veicolo dopo aver visto la targa in una fotografia, siamo corsi a controllare e abbiamo subito contatto le autorità”. Nella stessa città di Birmingham, soprannominata ‘piccolo califfato’ per l’alta percentuale di musulmani che vi risiede, durante la notte la polizia aveva condotto diverse perquisizioni in alcune abitazioni. Altre erano state effettuate a Londra e in altri punti del Paese. In tutto sono state arrestate otto persone.
May: “È con le azioni di normalità che si batte il terrorismo”
“Dobbiamo reagire con fermezza a queste minacce. Siamo qui per proteggere la nostra comunità, per rassicurare tutti i nostri cittadini. Abbiamo deciso di aumentare le nostre misure di sicurezza. Dopo giugno 2013, abbiamo aumentato le spese contro il terrorismo. Così come abbiamo aumentato il personale responsabile della nostra Agenzia di sicurezza”, ha detto May. “Dobbiamo essere chiari su un punto: l’attentatore è stato fermato a pochi metri del cancello, quindi il suo attacco non è andato a buon fine – ha aggiunto – vogliamo vedere il meglio di quanto accaduto: chi si è dato da fare per gli altri, i servizi di emergenza che sono corsi incontro al pericolo. Dico grazie a tutti loro per il lavoro svolto. Vorrei esprimere le nostre condoglianze a tutte le forze dell’ordine. La risposte possiamo offrire non è in quel che diremo, ma quel che faremo quotidianamente tutti stiamo cercando di tornare alle nostre vite, tutto ricomincia. È con le azioni di normalità che si batte il terrorismo. Così dimostriamo che non gliela daremo mai vinta. L’agente di sicurezza ha perso la sua vita per proteggerne altre. Il male non ci sconfiggerà, è questo il messaggio che la nostra Camera vuole lanciare”. La regina Elisabetta offre i suoi ”pensieri, preghiere e la più profonda solidarietà” a quanti coinvolti dalla “terribile violenza”. “Addolorato” Papa Francesco “per la perdita di vite e per i feriti causati dall’attentato nel centro di Londra”.
La ricerca dell’attentatore e i primi sospettati
La polizia per tutta la giornata ha chiesto di non divulgare il nome dei sospettati. Nella serata di ieri Channel 4 aveva diffuso il nome di Trevor Brooks, noto come Abu Izzadeen, indicato come il possibile assalitore. Imam di Clapton, di origini giamaicane ma nato nell’East London, Brooks è considerato un “predicatore d’odio“. Brooks era noto alle autorità fin dal 2006, come portavoce di Al Ghurabaa, organizzazione musulmana messa fuori legge nello stesso anno. Nel 2015 aveva fatto perdere le proprie tracce, prima di essere arrestato dalla polizia ungherese su un treno diretto a Bucarest, in Romania, e quindi rispedito in patria. Passano poche ore, però, è la notizia viene smentita: non è Abu Izzadeen l’attentatore di Westminster Bridge. Secondo la stessa Channel 4, che cita l’avvocato e il fratello dell’uomo, Brooks è ancora in prigione.
Il sindaco Khan: “I londinesi non si faranno intimidire”
“I londinesi non si faranno mai intimidire né piegare dal terrorismo” dice il sindaco di Londra Sadiq Khan. Nel centro della città è visibile il rafforzamento delle forze di polizia, con molti più agenti armati dislocati negli obiettivi sensibili. Per ricordare i morti le bandiere sono a mezz’asta a Downing Street e in altri luoghi pubblici. In mattinata è stato rispettato un minuto di silenzio mentre per stasera è in programma una fiaccolata a Trafalgar Square. Questa mattina si è tenuta una nuova riunione del comitato per le emergenze Cobra, presieduta da Theresa May. Il ministro dell’Interno Amber Rudd, che ieri era all’estero, come il suo collega di governo e ministro degli Esteri Boris Johnson, sono rientrati nella capitale britannica. Un minuto di silenzio in ricordo delle vittime è stato rispettato alle 9.33 ora locali (le 10.33 in Italia) nel Regno Unito.
È tornato quindi a colpire un lone wolf, un lupo solitario, come già accaduto il 19 dicembre scorso al mercato di Natale a Berlino. E ancora una volta le armi utilizzate sono di uso comune, un coltello da cucina, fotografato mentre il sospetto veniva soccorso dopo essere stato colpito dalla polizia, e un veicolo lanciato ad alta velocità. E molti ricordano il precedente di Michael Olumide Adebolajo e Michael Oluwatobi Adebowale, i due terroristi britannici di origini nigeriane che nel 2013 nel sud di Londra uccisero il soldato di Sua Maestà Lee Rigby con una mannaia, dopo averlo investito. L’utilizzo di auto e coltelli sono “imprevedibili e tengono sotto scacco anche Israele” dice Lorenzo Vidino, direttore del programma Estremismo del Centro per la Cybersecurity e Sicurezza Interna della George Washington’s University a ilfattoquotidiano.it.
Condanna dei paesi islamici
Condanna unanime dai Paesi islamici per l’attacco. Yousef Bin Ahmad Al-Othaimeen, segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic), di cui fanno parte 57 Paesi a maggioranza musulmana, ha affermato che gli atti di terrorismo contraddicono le fondamenta dell’Islam. Anche il Consiglio di cooperazione del Golfo, di cui fanno parte Arabia Saudita, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Kuwait, descrive l’attacco come “un terribile crimine che è incompatibile con tutti i valori e principi dell’umanità”. Il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul-Gheit, ha a sua volta “fortemente condannato” l’attentato, definendolo “un orribile crimine che contraddice tutti i valori e i principi umani e morali”. Il re saudita Salman bin Abd al Saud ha inoltre personalmente inviato un messaggio di condoglianze alla premier britannica Theresa May in cui afferma che il regno saudita “condanna con forza questo atto terroristico”.
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Sankt Moritz, 13 mar. -(Adnkronos) - La prima tappa della Coppa delle Alpi by 1000 Miglia 2025, partita da Brescia alle 9:00 di stamattina, è in conclusione. La classifica aggiornata alla Prova di Media sul Passo Eira vede Francesco e Giuseppe di Petra in testa a bordo della loro Fiat 508C del 1938, seguiti da Belotti-Plebani sulla Bugatti T 37 A del 1927 e da un’altra 508C ma del 1937, quella di Aliverti-Polini. Conclusa la sosta per il pranzo a Tirano, gli equipaggi hanno iniziato a risalire la Valtellina toccando prima Grosio, con la vista del Castello Vecchio di San Faustino sullo sfondo, e poi Bormio, che ha ospitato un controllo timbro in pieno centro storico. Una volta lasciata alle spalle la cittadina, hanno iniziato a profilarsi i primi scorci imbiancati. Ben presto, gli equipaggi si sono visti immersi in un panorama completamente innevato, reso ancor più bello dalla luce del sole del pomeriggio.
Sul Passo Eira, ad un’altitudine di 2000 metri, si è tenuta la prima Prova di Media della manifestazione, dopodiché il convoglio è giunto a Livigno, che ha accolto i piloti per un coffee break nella Piazza del Comune. Il benvenuto del centro cittadino è stato caloroso, con una folla entusiasta che si è riunita nei pressi dell’arco all’arrivo nella cittadina, partner della Coppa delle Alpi 2025. Costeggiando il lago di Livigno, ghiacciato dalle rigide temperature invernali, gli equipaggi sono entrati in Svizzera passando dal tunnel Munt la Schera. Le vetture sono infine giunte a St. Moritz, primo traguardo di tappa della Coppa delle Alpi 2025.
Lasciandosi alle spalle la Torre Pendente di San Maurizio, hanno effettuato le ultime prove di giornata e, dopo aver costeggiato il lago di St. Moritz, sono finalmente giunte al Controllo Orario finale nella centralissima via Serlas sotto una consistente nevicata.
Verona, 13 mar. - (Adnkronos) - "Abbiamo voluto e portato all’interno di una manifestazione fieristica un progetto di natura sociale, per la prima volta in assoluto, in quanto non era mai accaduto che si dedicasse un intero padiglione alla fiera del sociale. Lo abbiamo fatto per la prima volta in occasione del primo evento di LetExpo, e ora siamo alla quarta edizione. Siamo partiti con tre organizzazioni tra fondazioni e associazioni: Fondazione Grimaldi, la Comunità Lautari e l’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon, con la sua Fondazione. Oggi sono più di 50 organizzazioni, c’è stata una crescita esponenziale. Sono felice di aver condiviso tutte queste annate con il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, che ha condiviso con noi questi momenti”. Lo ha detto Eugenio Grimaldi, executive manager del Gruppo Grimaldi e presidente di Alis per il Sociale alla quarta edizione di LetExpo, la fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, in programma a Verona fino al 14 marzo. La fiera è promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere, LetExpo rappresenta l’evento nazionale e internazionale di riferimento della filiera, con un focus sulle attuali dinamiche geopolitiche e sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale.
“Il ministro Locatelli ha ascoltato le istanze di queste fondazioni e organizzazioni, ci ha invitato a Palazzo Chigi, dove abbiamo avuto modo di parlare delle loro criticità e ascoltandole credo che nei nuovi decreti abbiano potuto portare e sollevare delle linee guida presenti oggi in questi nuovi decreti. Quindi, rappresenta un risultato tangibile che ci dà grande soddisfazione - afferma Grimaldi - Ho avuto la percezione anche di una crescita per i prossimi anni e questo dà sicuramente grande soddisfazione e ancora più voglia di lavorare”.
“E’ stato un momento di grande soddisfazione aver avuto momenti di condivisione con i gruppi del ministero della Difesa, come l’esercizio, che hanno partecipato in senso attivo non solo nel padiglione, dove c'è l'organizzazione del Ministero della Difesa, ma si sono avvicinati al padiglione 1, dedicato al sociale - spiega - Già abbiamo condiviso che l'anno prossimo avremo una partecipazione anche all’interno dell’organizzazione da parte loro. Abbiamo avuto anche l'Aeronautica militare, che con la Fanfara ha aperto il padiglione nella giornata inaugurale”. “Voglio ringraziare tutte le imprese, che rappresentano il senso di questo evento e le aziende che hanno già portato a termine alcuni progetti con la Comunità Lautari e con la Fondazione Grimaldi, ma soprattutto che hanno portato a compimento già con la Fondazione Santobono. C'è un senso pratico e tangibile del lavoro espresso in questo padiglione e in questa fiera, che porta sicuramente dei risultati nel terzo settore, dove ci sono i più fragili”, conclude Grimaldi.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano.
Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre.
Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano.
Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre.
Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Gruppo Webuild ha chiuso il 2024 con risultati record, superando gli impegnativi obiettivi previsti per l’anno grazie a una crescita a doppia cifra, con ricavi pari a 12 miliardi (+20% sul 2023) mentre l'Ebitda ammonta a 967 milioni (+18%, rispetto a una guidance fissata sopra i 900 milioni), corrispondente a un margine del’8,1%. Il gruppo sottolinea come la struttura finanziaria si è rafforzata ulteriormente mantenendo per il quarto anno consecutivo una posizione di cassa netta, che si attesta a 1.445 milioni nel 2024 (ben superiore agli oltre 400 milioni fissati nella guidance) mentre la leva finanziaria si è ridotta a 2,9x, attestandosi ad un livello migliore rispetto ai principali player internazionali di settore.
La crescita - si sottolinea - è trainata dallo sviluppo delle attività in Italia (Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria MilanoGenova e Verona-Padova, Alta Velocità ferroviaria Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina), in Australia (Snowy Hydro 2.0, SSTOM Sydney Metro, Perdaman e North East Link di Melbourne) e in Arabia Saudita (Trojena Dams e Connector South).
Il Gruppo ha continuato a consolidare la propria leadership in Italia e nei principali mercati internazionali, tra cui Europa, Australia, Stati Uniti e Medio Oriente, che nel 2024 hanno contribuito per oltre il 90% ai ricavi, a conferma del proseguimento dell’impegno nella politica di de-risking.
A fine 2024 il portafoglio ordini totale di Weibuld risultava pari a 63,2 miliardi di euro, di cui 54,3 miliardi relativi a construction e 8,9 miliardi riferiti a concessions e operation & maintenance. Il backlog construction - si sottolinea in una nota - "si conferma tra i più alti rispetto ai principali peers europei nel segmento construction". Peraltro, ricorda Webuild, circa il 90% del backlog construction del Gruppo è relativo a progetti legati all’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. In termini di geografie il portafoglio ordini risulta prevalentemente distribuito tra Italia, paesi dell’Europa Centrale e del Nord, Stati Uniti, Medio Oriente ed Australia - principalmente in segmenti legati alla mobilità sostenibile quali l’alta velocità, il settore ferroviario e il settore stradale - portando i progetti in queste geografie a quasi il 90% del backlog construction.
Alla luce dei risultati record raggiunti nel 2024, ma anche "del consolidato posizionamento in un mercato in forte espansione e della robusta piattaforma costruita nel tempo", Webuild ha rivisto al rialzo i target 2025, definiti nel piano "Roadmap al 2025 – The Future is Now", che già prevedevano obiettivi ambiziosi. La nuova guidance prevede per il 2025 ricavi superiori a 12,5 miliardi (il target precedente era di 10,5-11 miliardi), un Ebitda maggiore di 1,1 miliardi, rispetto ad un precedente target di €990-1.050 milioni, e una solida cassa netta superiore a 700 milioni, rispetto all’indicazione di una cassa netta positiva.
Webuild ha chiuso il 2024 con un utile netto attribuibile ai Soci della Controllante adjusted di 247 milioni di euro contro i 236 milioni del 2023.Il risultato prima delle imposte adjusted si attesta a 434 milioni con un aumento del 10% rispetto all’esercizio precedente mentre le Imposte sul reddito adjusted ammontano a 181 milioni. La Posizione finanziaria netta delle attività continuative al 31 dicembre 2024 era positiva per 1.445 (€1.431 milioni al 31 dicembre 2023), registrando un risultato superiore alle attese. Questo risultato - si sottolinea in una nota - "conferma l’efficacia delle strategie adottate per ottimizzare la gestione del capitale circolante e riflette i successi commerciali conseguiti dal Gruppo anche nel 2024, assumendo ancora maggiore rilevanza alla luce degli investimenti in dotazioni tecniche e beni in leasing (970 milioni) per l’avvio dei grandi progetti in corso".
A fine esercizio l’indebitamento lordo, al netto dell’effetto temporaneo di incremento del debito legato all’operazione di liability management di ottobre 2024, si attesta a 2,765 miliardi (2,609 miliardi nel 2023), con un rapporto Indebitamento lordo/EBITDA di 2,9x, in riduzione rispetto al dato di 3,2x al 31 dicembre 2023. Alla luce dei risultati nell'assemblea che sarà convocata per il 16 aprile sarà proposto un dividendo di 0,081 euro per azione ordinaria (+14%) e di 0,26 euro per ciascuna azione di risparmio.
Napoli, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In una Campania in crescita, ma ancora segnata dal fenomeno della fuga di talenti, il legame tra formazione universitaria e sviluppo economico diventa cruciale. Se ne è discusso presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriale Napoli, durante l’evento 'Muoversi nelle professioni e sul territorio', promosso dalla Luiss e dedicato alle lauree magistrali dell’Ateneo.
“La Luiss lavora in prima linea per costruire corsi di laurea magistrale strettamente legati alle necessità del mercato del lavoro. Pur avendo sede a Roma, dedichiamo particolare attenzione alla Campania, seconda regione di provenienza dei nostri studenti e territorio ricco di opportunità nei settori chiave come turismo, agroalimentare e aerospazio. Il nostro obiettivo è collaborare con le imprese campane affinché i nostri studenti possano realizzarsi professionalmente all’interno di esse, raggiungendo posizioni apicali”, ha spiegato Enzo Peruffo, Dean della Graduate School Luiss e responsabile dello sviluppo dei percorsi magistrali dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate anche le caratteristiche dell’offerta formativa Luiss: “E' importante farsi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi, ma anche essere pronti a sviluppare nuove competenze trasversali, saper dialogare con l’intelligenza artificiale con solide competenze verticali e lavorare sulle life skills, le cosiddette competenze della vita. Solo così si potranno affrontare le trasformazioni attuali e future. Per noi è fondamentale interagire con tutte le realtà del territorio, da cui traiamo spunto per disegnare un’offerta formativa sempre più aderente alle esigenze del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo è formare studenti altamente preparati, motivati e appassionati, in grado non solo di entrare nel mondo del lavoro, ma di costruire percorsi di carriera soddisfacenti e di successo”.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si è conclusa oggi la terza edizione del Welfare day evento di riferimento per il mondo del welfare aziendale, organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, player globale leader nei benefit aziendali e nell’employee engagement. La giornata, ospitata presso Palazzo dell’Informazione in Roma e trasmessa in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, ha offerto spunti concreti su come le imprese possano integrare il welfare nelle proprie strategie, favorendo sostenibilità, engagement dei dipendenti e innovazione.
L'evento si è aperto con il Keynote Speech di Pluxee Italia, in cui Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo - rispettivamente Chief Growth Officer e Managing Director di Pluxee Italia - hanno evidenziato come il welfare aziendale stia evolvendo in una strategia collettiva, guidata dalla digitalizzazione e dalla crescente personalizzazione dei servizi. Attraverso dati e case study, è emerso come la tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere dei dipendenti, rendendolo più accessibile ed efficace. Durante l’evento Pluxee ha presentato anche la nuova piattaforma welfare: un’innovazione che amplia l’offerta dei servizi offerti, basata su flessibilità, accessibilità e ampiezza del network.
Nel corso delle tre sessioni talk show, con la partecipazione di Chro, welfare manager e altre figure hr chiave di aziende del Paese, sono stati affrontati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del welfare. Nel primo, 'Welfare strategico: l’alleanza tra hr e business e la creazione di valore sostenibile', con la conduzione di Esther Intile di Enel Group, è stato approfondito il legame tra il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese. Tra i punti emersi, la necessità di un approccio integrato tra hr e business per massimizzare l’impatto positivo del welfare sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Nel secondo panel, “Il ruolo dei benefit aziendali all'interno della strategia di welfare”, si è discusso di come i benefit siano passati da strumenti standardizzati a soluzioni sempre più personalizzate, grazie all’ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti e all’uso di piattaforme digitali. Relatori e relatrici hanno sottolineato l'importanza di costruire un ecosistema aziendale basato sulla flessibilità e sull’inclusione, ma hanno anche posto l’accento su una criticità diffusa: troppi dipendenti non conoscono o non sfruttano i benefit a loro disposizione. Servono quindi strategie di comunicazione più efficaci per favorire un reale engagement.
Il terzo e ultimo talk show, “La centralità del welfare nelle strategie di attraction e retention”, ha posto l’attenzione sulla crescente importanza del welfare come strumento di attrazione e fidelizzazione dei talenti. Tra le best practice emerse, il rafforzamento di benefit legati alla salute, al sostegno alla genitorialità e al benessere psicologico, aspetti ormai fondamentali per le nuove generazioni di lavoratori.
La sfida è coniugare ascolto e personalizzazione, superando l’approccio one-size-fits-all e costruendo soluzioni di welfare sempre più dinamiche, scalabili e in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Un welfare aziendale davvero efficace non solo migliora il benessere di lavoratori e lavoratrici, ma genera un impatto positivo sull'intera organizzazione, contribuendo alla sostenibilità e alla crescita nel lungo periodo. Durante l’evento hanno condiviso la loro esperienza le seguenti aziende: Altergon Italia, Atac, Eidosmedia, Fater, Fedegroup, Fendi, Hewlett Packard Enterprise, Philip Morris International, Procter & Gamble, Rheinmetall Italia, Ria Money Transfer e Tim. L’evento potrà a breve essere riascoltato su www.comunicazione.tv. L’appuntamento con il Welfare day si rinnova per il 2026, con l’obiettivo di continuare a tracciare il futuro del welfare aziendale in Italia.