“Eh l’ho rotto (…) gli ho fatto la via d’accesso bikini (…) per allenarmi (…) oggi ho fatto una vecchietta per allenarmi no!”. Sono parole – intercettate – del primario di ortopedia dell’ospedale Gaetano Pini di Milano, Norberto Confalonieri, che raccontava di aver “provocato la rottura di un femore a una paziente 78enne, operata” nella struttura pubblica, “a suo dire per ‘allenarsi’ con la tecnica d’accesso anteriore ‘bikini'” in vista di un “intervento privato“. Questa ricostruzione è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare con cui il gip Teresa De Pascale ha disposto gli arresti domiciliari per l’ortopedico, accusato di corruzione e turbativa d’asta. Secondo gli inquirenti, Confalonieri tra il 2012 e il 2015 ha “costantemente asservito la sua funzione agli interessi di società fornitrici di protesi ortopediche“, favorendo le società Johnson&Johnson Medical e B. Braun Milano in cambio di contratti di consulenza occulti e altre utilità materiali (viaggi all’estero per lui e la sua famiglia, ospitate in programmi televisivi, inviti a convegni), estese anche ai suoi familiari. Confalonieri, inoltre, è indagato anche per definire eventuali responsabilità del chirurgo in relazione ad alcuni interventi conclusi con gravi danni fisici per i pazienti.
INDAGINI SU DANNI SUBITI DA ALCUNI PAZIENTI
Gli inquirenti, da quanto si è saputo, stanno facendo accertamenti sui danni subiti da almeno tre o quattro persone (al vaglio, però, ci sono anche altri casi) che sono state operate, soprattutto per protesi alle ginocchia, con la tecnica della “navigazione chirurgica computerizzata” alla casa di cura San Camillo di Milano, dove il medico faceva interventi in regime privato. Stando alle indagini, poi, alcuni pazienti, viste le complicazioni dopo gli interventi al San Camillo, sarebbero stati operati al Pini in regime pubblico. E l’intercettazione testimonierebbe proprio questo. La via d’accesso bikini di cui parla l’ortopedico, nella fattispecie, è una pratica di impianto di protesi all’anca con tecnica mini-invasiva e incisione chirurgica anteriore consigliata per soggetti giovani (si chiama bikini perché la cicatrice può essere facilmente coperta), senza marcate osteoporosi, con artrosi non gravi e non in sovrappeso. Non esattamente una signora di 78 anni. La Procura di Milano aveva chiesto il carcere per Confalonieri anche per tre casi di lesioni su pazienti, ma il gip ha disposto gli arresti domiciliari e solo per episodi di corruzione e turbativa d’asta, spiegando nell’ordinanza che “allo stato attuale delle indagini, non possono ritenersi sussistenti i gravi indizi di colpevolezza” sulle presunte lesioni e “appare necessario procedere ai conseguenti accertamenti di natura sostanziale sulla documentazione clinica, neppure acquisita in atti”. Così come emerge dalle intercettazioni, tuttavia, scrive ancora il gip, “il modus operandi di Confalonieri sembra porsi in netto contrasto con i principi di etica medica”.
DALLE CRAVATTE AI VIAGGI. E QUEL PROGRAMMA SU RAI 3
Confalonieri, secondo chi indaga, ha stretto un “accordo occulto” con i “referenti commerciali” della multinazionale per favorire l’acquisto delle protesi fornite dalla società all’ospedale ricevendo in cambio, tra le altre cose, anche la “pubblicità connessa alla sponsorizzazione” da parte dell’azienda del “servizio di approfondimento sulla chirurgia mini invasiva e computer assistita” andato in onda “su Rai 2 il 16 novembre 2015” nella rubrica ‘Medicina 33‘. Nel provvedimento restrittivo il gip indica come “utilità” per il medico anche queste “apparizioni televisive su reti nazionali con significativi ritorni d’immagine ed economici” per il primario. Anche nei suoi rapporti con la multinazionale B. Braun il primario avrebbe ricevuto poi “bonifici”, ma anche il pagamento di cene “per 30 invitati” e “due cravatte marca ‘E.Marinella per 2 invitati”.
LE ALTRE MISURE CAUTELARI: 5 PERSONE COINVOLTE
A eseguire l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, emessa dal gip del tribunale di Milano Teresa De Pascale, è stato il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Nell’ambito dell’operazione ribattezzata ‘Special One’ e che ha consentito di ricostruire “una ramificata e consolidata rete di relazioni corruttive con al centro Confalonieri” sono state emesse altre misure interdittive nei confronti di altri 5 indagati. Una riguarda, in particolare, Luigi Ortaglio, responsabile del Provveditorato Economato dell’Azienda Socio-sanitaria territoriale Nord Milano di Sesto San Giovanni, accusato di turbativa d’asta e per cui è stata disposta la sospensione dall’esercizio della pubblica funzione per un anno. Per altri 4 indagati accusati di corruzione e turbativa, invece, è stata emessa la misura del “divieto temporaneo di esercitare le rispettive attività professionali e imprenditoriali nonché ogni altro ufficio direttivo delle persone giuridiche delle imprese” per un anno. Si tratta di dipendenti di multinazionali fornitrici di protesi che Confalonieri “sponsorizzava”: Natalia Barberis e Stefania Feroleto (rispettivamente agente di commercio e dipendente della ‘DePuy Orthopaedics‘ in Johnson&Johnson Medical spa), Fabio Barzaghi e Sabrina Consonni, rispettivamente agente distributore e dipendente della B. Braun Milano spa.
CONFALONIERI E LE PRATICHE UTILIZZATE
Stando alle indagini della Gdf e dei pm milanesi, come detto, Confalonieri avrebbe ‘spinto’, anche in casi in cui non era necessario, nell’utilizzo della tecnica delle protesi con “navigazione computerizzata”. Tecnica di cui parla anche nel suo sito online, dove si legge che la tecnica “permette al chirurgo di conoscere, durante una procedura chirurgica, dati precisi, visivi e numerici, sul suo operato. In Ortopedia – è scritto nel sito – la navigazione può essere utilizzata in diversi campi: protesi totali dell’anca, del ginocchio, ricostruzione del legamento crociato anteriore, vari tipi di osteosintesi per fratture di femore e di bacino, complesse osteotomie di bacino e in chirurgia della colonna”.
I CASI/1 – L’INTERVENTO SBAGLIATO A UNA 40ENNE
Nelle carte dell’operazione ‘Special One’ si legge che il primario di Ortopedia del Gaetano Pini era preoccupato che una paziente 40enne, alla quale nel corso di un’operazione alla clinica privata San Camillo di Milano aveva rotto un femore, fosse curata da altri medici perché, come spiega in un’intercettazione del 7 aprile 2016, “se va in mano a un altro collega sono finito” e aggiunge “questa scalpita ma io adesso la porto al Cto (l’ospedale Gaetano Pini, ndr.) per un mese“. Il progetto di Confalonieri era di operare nuovamente la paziente “con la mutua“, visto che il primo intervento non era andato a buon fine. Così Confalonieri fa pressioni alla coordinatrice del reparto infermieristico del suo reparto per trovare un letto alla 40enne. “Ho bisogno di un posto letto per domani – dice – se riesci a farlo perché ho rotto un femore a una paziente del San Camillo e devo rifarlo se riesci a darmi anche una stanza singola”. Per “allenarsi” a quell’intervento, effettuato con la tecnica chirurgica “bikini“, che non lascia cicatrici visibili, l’ortopedico aveva operato pochi giorni prima una paziente 78enne in cura al Pini. Alla moglie il medico confida che se avesse operato la 40enne con la tecnica tradizionale il femore “non si rompeva”, “era più tranquillo – aggiunge – capivo subito che era osteoporotica. Gli mettevo un’altra protesi”.
I CASI/2 – “INVECE DEI PUNTI HO MESSO UNA CERNIERA, COSI’ LA APRO PIU’ FACILE”
“Invece dei punti gli ho messo una cerniera così la apro più facile”. Il caso è lo stesso e a parlare è sempre Norberto Confalonieri, che – intercettato – ha fatto anche una “battuta” seguita “da una risata” sulle condizioni di salute ella 40enne da lui operata in regime privato, e a cui aveva rotto un femore, e che voleva rioperare all’ospedale in regime pubblico. E’ quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. Il 18 aprile del 2016, infatti, il medico contattava un coordinatore infermieristico del Pini per “richiedere un posto letto” per la paziente “da lui operata privatamente” il 30 marzo. E intercettato diceva: “Ho bisogno di un posto letto per domani (…) se riesci a farlo perché ho rotto un femore a una paziente della San Camillo (casa di cura privata, ndr) e devo rifarlo (…) se riesci a farmi anche una stanza singola“. E in un’altra telefonata diceva ancora: “Se va in mano ad un altro collega sono finito”.
I CASI/3 – IL PAZIENTE OPERATO: “35MILA EURO DI DEBITI, MI SUICIDO”
Un paziente operato dal primario, “mesi dopo le complicanze sofferte” il 10 aprile del 2016 “si rivolge nuovamente a Confalonieri con toni disperati e in una telefonata”, intercettata dagli inquirenti, dice: “Per evitare di aspettare 9 mesi perché altrimenti l’infezione sarebbe andata avanti ho dovuto pagare di tasca mia. Sono senza lavoro – aggiunge il paziente – senza casa, con 35mila euro di debiti, io mi suicido”. Affermazioni alle quali Confalonieri replica dicendo: “Mi scusi , bastava che lei venisse da me e glielo facevo con la mutua“. Il paziente, come scrive il gip, avrebbe subito “complicanze post operatorie” a seguito di un “impianto di protesi al ginocchio” al Pini eseguito da Confalonieri. E le “conseguenze negative dell’intervento di protesizzazione apparivano prevedibili già a priori, alla luce del quadro clinico“. Di fronte alle contestazioni del paziente sul suo operato il medico, scrive il gip, manifesta la “sua spregiudicata propensione all’intervento” e ridendo gli dice: “Lei è un bel tipo … abbiamo tentato gliel’ho già detto abbiamo tentato”.
I CASI/4 – CONFALONIERI SPINSE COLLEGA A OPERARE NONOSTANTE AVESSE LA VARICELLA
Sempre nell’ordinanza si legge che Norberto Confalonieri “pur essendo a conoscenza che un membro della sua équipe fosse altamente infettivo” perché aveva preso la varicella “è arrivato al punto di consigliargli di operare malgrado rischiasse di contagiare il paziente“. Lo scrive il gip di Milano Teresa De Pascale in un passaggio dell’ordinanza. “Ma che c.. devi fare – dice il primario al collega – con un pò di varicella” . Quando il collaboratore esita, Confalonieri aggiunge: “Vai, vai tranquillo!”.
I CASI/5 – LA DISABILE CHE IL PRIMARIO VOLLE OPERARE E MORI’ PER INSUFFICIENZA RESPIRATORIA
Il primario anestesista del Pini, Rocco Rizzo, ha messo a verbale che le “operazioni chirurgiche, in alcuni casi, sono state esasperate, a causa del suo interventismo”. Per esempio, ha raccontato, “ricordo di un caso, avvenuto circa 8-9 anni fa, di una ragazza disabile, paziente del Dottor Confalonieri” poi morta “per insufficienza respiratoria acuta” dopo l’ operazione. “Pur volendo il chirurgo intervenire, l’intervento è stato rinviato per due volte” e infine “si è deciso di effettuare un intervento di minore impatto chirurgico”, visti “i numerosi solleciti del chirurgo Confalonieri e della madre della paziente”. La disabile è poi morta dopo l’operazione e “l’azienda ospedaliera ha dovuto risarcire i genitori della ragazza”.
CHIESTO IL SEQUESTRO DI 62 CARTELLE CLINICHE
Bisogna “procedere al sequestro delle 62 cartelle cliniche” dei pazienti operati da Norberto Confalonieri “per verificare se sono state impiantate protesi senza alcuna necessità clinica e la gravità delle lesioni cagionate”. Lo scrive il gip nell’ordinanza con cui ha disposto i domiciliari per episodi di corruzione e turbativa d’asta, ma non la misura in carcere come avevano chiesto i pm anche per tre casi di lesioni su pazienti. A detta del giudice per le indagini preliminari, gli inquirenti devono indagare ancora su quei casi e anche su molti altri interventi, tanto che nel provvedimento il giudice riporta altre intercettazioni su un’altra decina di operazioni effettuate da Confalonieri. In una telefonata del 29 ottobre del 2015, ad esempio, il medico diceva: “Ho rivisto una … revisione di protesi d’anca … puttana Eva si era staccata … è un vecchietto di 91 anni“. E ancora: “Ho finito adesso di fare un disastro di revisione d’anca che l’avevo cementato … mi è saltato tutto il cemento“. Per il gip Confalonieri potrebbe inquinare le prove, prendendo “contatto con i pazienti, il personale ospedaliero, nonché con gli altri indagati coinvolti nella vicenda”. Il primario, spiega ancora il gip, “risulta avere un particolare carisma nei rapporti con pazienti e colleghi, che riesce a circuire e influenzare nelle decisioni”.
ORDINE DEI MEDICI DI MILANO: “LO SOSPENDEREMO APPENA LA PROCURA COMUNICHERA’ L’ARRESTO”
Il presidente dell’Ordine dei medici di Milano Roberto Carlo Rossi ha spiegato all’AdnKronos che “quando la Procura di Milano ci comunicherà ufficialmente l’arresto di Norberto Confalonieri, per il medico scatterà la sospensione di diritto. Questo prevedono le regole”. Ci deve infatti essere una comunicazione in via ufficiale da parte dell’autorità competente. Il numero uno dei camici meneghini, “da uomo, prima che da presidente dell’Ordine”, ha espresso “sdegno per il contenuto delle intercettazioni che vengono riportate in queste ore. Se fosse vero tutto questo lascia esterrefatti, sarebbe una cosa esecrabile per un uomo e ancora di più per un medico. Come sempre si fa in questi casi, capiremo cosa è successo e aspettiamo di avere notizie dalla Procura. Poi ci muoveremo sulla base degli atti che i magistrati ci daranno. Si entrerà nel merito della vicenda quando sarà il momento, prima non ci si può esprimere, o precostituirei un giudizio”.
Giustizia & Impunità
Milano, ai domiciliari il chirurgo Norberto Confalonieri. Diceva: “Ho rotto un femore per allenarmi”
Per i pm, il direttore di Ortopedia e Traumatologia all’ospedale Gaetano Pini ha favorito alcune società in cambio di contratti di consulenza e altri benefit: "Asservito a interessi di società fornitrici di protesi". Le accuse sono di corruzione e turbativa d'asta. Indagati anche quattro tra agenti e dipendenti delle aziende da cui la struttura comprava le protesi - LE INTERCETTAZIONI
“Eh l’ho rotto (…) gli ho fatto la via d’accesso bikini (…) per allenarmi (…) oggi ho fatto una vecchietta per allenarmi no!”. Sono parole – intercettate – del primario di ortopedia dell’ospedale Gaetano Pini di Milano, Norberto Confalonieri, che raccontava di aver “provocato la rottura di un femore a una paziente 78enne, operata” nella struttura pubblica, “a suo dire per ‘allenarsi’ con la tecnica d’accesso anteriore ‘bikini'” in vista di un “intervento privato“. Questa ricostruzione è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare con cui il gip Teresa De Pascale ha disposto gli arresti domiciliari per l’ortopedico, accusato di corruzione e turbativa d’asta. Secondo gli inquirenti, Confalonieri tra il 2012 e il 2015 ha “costantemente asservito la sua funzione agli interessi di società fornitrici di protesi ortopediche“, favorendo le società Johnson&Johnson Medical e B. Braun Milano in cambio di contratti di consulenza occulti e altre utilità materiali (viaggi all’estero per lui e la sua famiglia, ospitate in programmi televisivi, inviti a convegni), estese anche ai suoi familiari. Confalonieri, inoltre, è indagato anche per definire eventuali responsabilità del chirurgo in relazione ad alcuni interventi conclusi con gravi danni fisici per i pazienti.
INDAGINI SU DANNI SUBITI DA ALCUNI PAZIENTI
Gli inquirenti, da quanto si è saputo, stanno facendo accertamenti sui danni subiti da almeno tre o quattro persone (al vaglio, però, ci sono anche altri casi) che sono state operate, soprattutto per protesi alle ginocchia, con la tecnica della “navigazione chirurgica computerizzata” alla casa di cura San Camillo di Milano, dove il medico faceva interventi in regime privato. Stando alle indagini, poi, alcuni pazienti, viste le complicazioni dopo gli interventi al San Camillo, sarebbero stati operati al Pini in regime pubblico. E l’intercettazione testimonierebbe proprio questo. La via d’accesso bikini di cui parla l’ortopedico, nella fattispecie, è una pratica di impianto di protesi all’anca con tecnica mini-invasiva e incisione chirurgica anteriore consigliata per soggetti giovani (si chiama bikini perché la cicatrice può essere facilmente coperta), senza marcate osteoporosi, con artrosi non gravi e non in sovrappeso. Non esattamente una signora di 78 anni. La Procura di Milano aveva chiesto il carcere per Confalonieri anche per tre casi di lesioni su pazienti, ma il gip ha disposto gli arresti domiciliari e solo per episodi di corruzione e turbativa d’asta, spiegando nell’ordinanza che “allo stato attuale delle indagini, non possono ritenersi sussistenti i gravi indizi di colpevolezza” sulle presunte lesioni e “appare necessario procedere ai conseguenti accertamenti di natura sostanziale sulla documentazione clinica, neppure acquisita in atti”. Così come emerge dalle intercettazioni, tuttavia, scrive ancora il gip, “il modus operandi di Confalonieri sembra porsi in netto contrasto con i principi di etica medica”.
DALLE CRAVATTE AI VIAGGI. E QUEL PROGRAMMA SU RAI 3
Confalonieri, secondo chi indaga, ha stretto un “accordo occulto” con i “referenti commerciali” della multinazionale per favorire l’acquisto delle protesi fornite dalla società all’ospedale ricevendo in cambio, tra le altre cose, anche la “pubblicità connessa alla sponsorizzazione” da parte dell’azienda del “servizio di approfondimento sulla chirurgia mini invasiva e computer assistita” andato in onda “su Rai 2 il 16 novembre 2015” nella rubrica ‘Medicina 33‘. Nel provvedimento restrittivo il gip indica come “utilità” per il medico anche queste “apparizioni televisive su reti nazionali con significativi ritorni d’immagine ed economici” per il primario. Anche nei suoi rapporti con la multinazionale B. Braun il primario avrebbe ricevuto poi “bonifici”, ma anche il pagamento di cene “per 30 invitati” e “due cravatte marca ‘E.Marinella per 2 invitati”.
LE ALTRE MISURE CAUTELARI: 5 PERSONE COINVOLTE
A eseguire l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, emessa dal gip del tribunale di Milano Teresa De Pascale, è stato il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Nell’ambito dell’operazione ribattezzata ‘Special One’ e che ha consentito di ricostruire “una ramificata e consolidata rete di relazioni corruttive con al centro Confalonieri” sono state emesse altre misure interdittive nei confronti di altri 5 indagati. Una riguarda, in particolare, Luigi Ortaglio, responsabile del Provveditorato Economato dell’Azienda Socio-sanitaria territoriale Nord Milano di Sesto San Giovanni, accusato di turbativa d’asta e per cui è stata disposta la sospensione dall’esercizio della pubblica funzione per un anno. Per altri 4 indagati accusati di corruzione e turbativa, invece, è stata emessa la misura del “divieto temporaneo di esercitare le rispettive attività professionali e imprenditoriali nonché ogni altro ufficio direttivo delle persone giuridiche delle imprese” per un anno. Si tratta di dipendenti di multinazionali fornitrici di protesi che Confalonieri “sponsorizzava”: Natalia Barberis e Stefania Feroleto (rispettivamente agente di commercio e dipendente della ‘DePuy Orthopaedics‘ in Johnson&Johnson Medical spa), Fabio Barzaghi e Sabrina Consonni, rispettivamente agente distributore e dipendente della B. Braun Milano spa.
CONFALONIERI E LE PRATICHE UTILIZZATE
Stando alle indagini della Gdf e dei pm milanesi, come detto, Confalonieri avrebbe ‘spinto’, anche in casi in cui non era necessario, nell’utilizzo della tecnica delle protesi con “navigazione computerizzata”. Tecnica di cui parla anche nel suo sito online, dove si legge che la tecnica “permette al chirurgo di conoscere, durante una procedura chirurgica, dati precisi, visivi e numerici, sul suo operato. In Ortopedia – è scritto nel sito – la navigazione può essere utilizzata in diversi campi: protesi totali dell’anca, del ginocchio, ricostruzione del legamento crociato anteriore, vari tipi di osteosintesi per fratture di femore e di bacino, complesse osteotomie di bacino e in chirurgia della colonna”.
I CASI/1 – L’INTERVENTO SBAGLIATO A UNA 40ENNE
Nelle carte dell’operazione ‘Special One’ si legge che il primario di Ortopedia del Gaetano Pini era preoccupato che una paziente 40enne, alla quale nel corso di un’operazione alla clinica privata San Camillo di Milano aveva rotto un femore, fosse curata da altri medici perché, come spiega in un’intercettazione del 7 aprile 2016, “se va in mano a un altro collega sono finito” e aggiunge “questa scalpita ma io adesso la porto al Cto (l’ospedale Gaetano Pini, ndr.) per un mese“. Il progetto di Confalonieri era di operare nuovamente la paziente “con la mutua“, visto che il primo intervento non era andato a buon fine. Così Confalonieri fa pressioni alla coordinatrice del reparto infermieristico del suo reparto per trovare un letto alla 40enne. “Ho bisogno di un posto letto per domani – dice – se riesci a farlo perché ho rotto un femore a una paziente del San Camillo e devo rifarlo se riesci a darmi anche una stanza singola”. Per “allenarsi” a quell’intervento, effettuato con la tecnica chirurgica “bikini“, che non lascia cicatrici visibili, l’ortopedico aveva operato pochi giorni prima una paziente 78enne in cura al Pini. Alla moglie il medico confida che se avesse operato la 40enne con la tecnica tradizionale il femore “non si rompeva”, “era più tranquillo – aggiunge – capivo subito che era osteoporotica. Gli mettevo un’altra protesi”.
I CASI/2 – “INVECE DEI PUNTI HO MESSO UNA CERNIERA, COSI’ LA APRO PIU’ FACILE”
“Invece dei punti gli ho messo una cerniera così la apro più facile”. Il caso è lo stesso e a parlare è sempre Norberto Confalonieri, che – intercettato – ha fatto anche una “battuta” seguita “da una risata” sulle condizioni di salute ella 40enne da lui operata in regime privato, e a cui aveva rotto un femore, e che voleva rioperare all’ospedale in regime pubblico. E’ quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. Il 18 aprile del 2016, infatti, il medico contattava un coordinatore infermieristico del Pini per “richiedere un posto letto” per la paziente “da lui operata privatamente” il 30 marzo. E intercettato diceva: “Ho bisogno di un posto letto per domani (…) se riesci a farlo perché ho rotto un femore a una paziente della San Camillo (casa di cura privata, ndr) e devo rifarlo (…) se riesci a farmi anche una stanza singola“. E in un’altra telefonata diceva ancora: “Se va in mano ad un altro collega sono finito”.
I CASI/3 – IL PAZIENTE OPERATO: “35MILA EURO DI DEBITI, MI SUICIDO”
Un paziente operato dal primario, “mesi dopo le complicanze sofferte” il 10 aprile del 2016 “si rivolge nuovamente a Confalonieri con toni disperati e in una telefonata”, intercettata dagli inquirenti, dice: “Per evitare di aspettare 9 mesi perché altrimenti l’infezione sarebbe andata avanti ho dovuto pagare di tasca mia. Sono senza lavoro – aggiunge il paziente – senza casa, con 35mila euro di debiti, io mi suicido”. Affermazioni alle quali Confalonieri replica dicendo: “Mi scusi , bastava che lei venisse da me e glielo facevo con la mutua“. Il paziente, come scrive il gip, avrebbe subito “complicanze post operatorie” a seguito di un “impianto di protesi al ginocchio” al Pini eseguito da Confalonieri. E le “conseguenze negative dell’intervento di protesizzazione apparivano prevedibili già a priori, alla luce del quadro clinico“. Di fronte alle contestazioni del paziente sul suo operato il medico, scrive il gip, manifesta la “sua spregiudicata propensione all’intervento” e ridendo gli dice: “Lei è un bel tipo … abbiamo tentato gliel’ho già detto abbiamo tentato”.
I CASI/4 – CONFALONIERI SPINSE COLLEGA A OPERARE NONOSTANTE AVESSE LA VARICELLA
Sempre nell’ordinanza si legge che Norberto Confalonieri “pur essendo a conoscenza che un membro della sua équipe fosse altamente infettivo” perché aveva preso la varicella “è arrivato al punto di consigliargli di operare malgrado rischiasse di contagiare il paziente“. Lo scrive il gip di Milano Teresa De Pascale in un passaggio dell’ordinanza. “Ma che c.. devi fare – dice il primario al collega – con un pò di varicella” . Quando il collaboratore esita, Confalonieri aggiunge: “Vai, vai tranquillo!”.
I CASI/5 – LA DISABILE CHE IL PRIMARIO VOLLE OPERARE E MORI’ PER INSUFFICIENZA RESPIRATORIA
Il primario anestesista del Pini, Rocco Rizzo, ha messo a verbale che le “operazioni chirurgiche, in alcuni casi, sono state esasperate, a causa del suo interventismo”. Per esempio, ha raccontato, “ricordo di un caso, avvenuto circa 8-9 anni fa, di una ragazza disabile, paziente del Dottor Confalonieri” poi morta “per insufficienza respiratoria acuta” dopo l’ operazione. “Pur volendo il chirurgo intervenire, l’intervento è stato rinviato per due volte” e infine “si è deciso di effettuare un intervento di minore impatto chirurgico”, visti “i numerosi solleciti del chirurgo Confalonieri e della madre della paziente”. La disabile è poi morta dopo l’operazione e “l’azienda ospedaliera ha dovuto risarcire i genitori della ragazza”.
CHIESTO IL SEQUESTRO DI 62 CARTELLE CLINICHE
Bisogna “procedere al sequestro delle 62 cartelle cliniche” dei pazienti operati da Norberto Confalonieri “per verificare se sono state impiantate protesi senza alcuna necessità clinica e la gravità delle lesioni cagionate”. Lo scrive il gip nell’ordinanza con cui ha disposto i domiciliari per episodi di corruzione e turbativa d’asta, ma non la misura in carcere come avevano chiesto i pm anche per tre casi di lesioni su pazienti. A detta del giudice per le indagini preliminari, gli inquirenti devono indagare ancora su quei casi e anche su molti altri interventi, tanto che nel provvedimento il giudice riporta altre intercettazioni su un’altra decina di operazioni effettuate da Confalonieri. In una telefonata del 29 ottobre del 2015, ad esempio, il medico diceva: “Ho rivisto una … revisione di protesi d’anca … puttana Eva si era staccata … è un vecchietto di 91 anni“. E ancora: “Ho finito adesso di fare un disastro di revisione d’anca che l’avevo cementato … mi è saltato tutto il cemento“. Per il gip Confalonieri potrebbe inquinare le prove, prendendo “contatto con i pazienti, il personale ospedaliero, nonché con gli altri indagati coinvolti nella vicenda”. Il primario, spiega ancora il gip, “risulta avere un particolare carisma nei rapporti con pazienti e colleghi, che riesce a circuire e influenzare nelle decisioni”.
ORDINE DEI MEDICI DI MILANO: “LO SOSPENDEREMO APPENA LA PROCURA COMUNICHERA’ L’ARRESTO”
Il presidente dell’Ordine dei medici di Milano Roberto Carlo Rossi ha spiegato all’AdnKronos che “quando la Procura di Milano ci comunicherà ufficialmente l’arresto di Norberto Confalonieri, per il medico scatterà la sospensione di diritto. Questo prevedono le regole”. Ci deve infatti essere una comunicazione in via ufficiale da parte dell’autorità competente. Il numero uno dei camici meneghini, “da uomo, prima che da presidente dell’Ordine”, ha espresso “sdegno per il contenuto delle intercettazioni che vengono riportate in queste ore. Se fosse vero tutto questo lascia esterrefatti, sarebbe una cosa esecrabile per un uomo e ancora di più per un medico. Come sempre si fa in questi casi, capiremo cosa è successo e aspettiamo di avere notizie dalla Procura. Poi ci muoveremo sulla base degli atti che i magistrati ci daranno. Si entrerà nel merito della vicenda quando sarà il momento, prima non ci si può esprimere, o precostituirei un giudizio”.
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Sankt Moritz, 13 mar. -(Adnkronos) - La prima tappa della Coppa delle Alpi by 1000 Miglia 2025, partita da Brescia alle 9:00 di stamattina, è in conclusione. La classifica aggiornata alla Prova di Media sul Passo Eira vede Francesco e Giuseppe di Petra in testa a bordo della loro Fiat 508C del 1938, seguiti da Belotti-Plebani sulla Bugatti T 37 A del 1927 e da un’altra 508C ma del 1937, quella di Aliverti-Polini. Conclusa la sosta per il pranzo a Tirano, gli equipaggi hanno iniziato a risalire la Valtellina toccando prima Grosio, con la vista del Castello Vecchio di San Faustino sullo sfondo, e poi Bormio, che ha ospitato un controllo timbro in pieno centro storico. Una volta lasciata alle spalle la cittadina, hanno iniziato a profilarsi i primi scorci imbiancati. Ben presto, gli equipaggi si sono visti immersi in un panorama completamente innevato, reso ancor più bello dalla luce del sole del pomeriggio.
Sul Passo Eira, ad un’altitudine di 2000 metri, si è tenuta la prima Prova di Media della manifestazione, dopodiché il convoglio è giunto a Livigno, che ha accolto i piloti per un coffee break nella Piazza del Comune. Il benvenuto del centro cittadino è stato caloroso, con una folla entusiasta che si è riunita nei pressi dell’arco all’arrivo nella cittadina, partner della Coppa delle Alpi 2025. Costeggiando il lago di Livigno, ghiacciato dalle rigide temperature invernali, gli equipaggi sono entrati in Svizzera passando dal tunnel Munt la Schera. Le vetture sono infine giunte a St. Moritz, primo traguardo di tappa della Coppa delle Alpi 2025.
Lasciandosi alle spalle la Torre Pendente di San Maurizio, hanno effettuato le ultime prove di giornata e, dopo aver costeggiato il lago di St. Moritz, sono finalmente giunte al Controllo Orario finale nella centralissima via Serlas sotto una consistente nevicata.
Verona, 13 mar. - (Adnkronos) - "Abbiamo voluto e portato all’interno di una manifestazione fieristica un progetto di natura sociale, per la prima volta in assoluto, in quanto non era mai accaduto che si dedicasse un intero padiglione alla fiera del sociale. Lo abbiamo fatto per la prima volta in occasione del primo evento di LetExpo, e ora siamo alla quarta edizione. Siamo partiti con tre organizzazioni tra fondazioni e associazioni: Fondazione Grimaldi, la Comunità Lautari e l’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon, con la sua Fondazione. Oggi sono più di 50 organizzazioni, c’è stata una crescita esponenziale. Sono felice di aver condiviso tutte queste annate con il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, che ha condiviso con noi questi momenti”. Lo ha detto Eugenio Grimaldi, executive manager del Gruppo Grimaldi e presidente di Alis per il Sociale alla quarta edizione di LetExpo, la fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, in programma a Verona fino al 14 marzo. La fiera è promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere, LetExpo rappresenta l’evento nazionale e internazionale di riferimento della filiera, con un focus sulle attuali dinamiche geopolitiche e sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale.
“Il ministro Locatelli ha ascoltato le istanze di queste fondazioni e organizzazioni, ci ha invitato a Palazzo Chigi, dove abbiamo avuto modo di parlare delle loro criticità e ascoltandole credo che nei nuovi decreti abbiano potuto portare e sollevare delle linee guida presenti oggi in questi nuovi decreti. Quindi, rappresenta un risultato tangibile che ci dà grande soddisfazione - afferma Grimaldi - Ho avuto la percezione anche di una crescita per i prossimi anni e questo dà sicuramente grande soddisfazione e ancora più voglia di lavorare”.
“E’ stato un momento di grande soddisfazione aver avuto momenti di condivisione con i gruppi del ministero della Difesa, come l’esercizio, che hanno partecipato in senso attivo non solo nel padiglione, dove c'è l'organizzazione del Ministero della Difesa, ma si sono avvicinati al padiglione 1, dedicato al sociale - spiega - Già abbiamo condiviso che l'anno prossimo avremo una partecipazione anche all’interno dell’organizzazione da parte loro. Abbiamo avuto anche l'Aeronautica militare, che con la Fanfara ha aperto il padiglione nella giornata inaugurale”. “Voglio ringraziare tutte le imprese, che rappresentano il senso di questo evento e le aziende che hanno già portato a termine alcuni progetti con la Comunità Lautari e con la Fondazione Grimaldi, ma soprattutto che hanno portato a compimento già con la Fondazione Santobono. C'è un senso pratico e tangibile del lavoro espresso in questo padiglione e in questa fiera, che porta sicuramente dei risultati nel terzo settore, dove ci sono i più fragili”, conclude Grimaldi.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano.
Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre.
Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano.
Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre.
Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Gruppo Webuild ha chiuso il 2024 con risultati record, superando gli impegnativi obiettivi previsti per l’anno grazie a una crescita a doppia cifra, con ricavi pari a 12 miliardi (+20% sul 2023) mentre l'Ebitda ammonta a 967 milioni (+18%, rispetto a una guidance fissata sopra i 900 milioni), corrispondente a un margine del’8,1%. Il gruppo sottolinea come la struttura finanziaria si è rafforzata ulteriormente mantenendo per il quarto anno consecutivo una posizione di cassa netta, che si attesta a 1.445 milioni nel 2024 (ben superiore agli oltre 400 milioni fissati nella guidance) mentre la leva finanziaria si è ridotta a 2,9x, attestandosi ad un livello migliore rispetto ai principali player internazionali di settore.
La crescita - si sottolinea - è trainata dallo sviluppo delle attività in Italia (Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria MilanoGenova e Verona-Padova, Alta Velocità ferroviaria Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina), in Australia (Snowy Hydro 2.0, SSTOM Sydney Metro, Perdaman e North East Link di Melbourne) e in Arabia Saudita (Trojena Dams e Connector South).
Il Gruppo ha continuato a consolidare la propria leadership in Italia e nei principali mercati internazionali, tra cui Europa, Australia, Stati Uniti e Medio Oriente, che nel 2024 hanno contribuito per oltre il 90% ai ricavi, a conferma del proseguimento dell’impegno nella politica di de-risking.
A fine 2024 il portafoglio ordini totale di Weibuld risultava pari a 63,2 miliardi di euro, di cui 54,3 miliardi relativi a construction e 8,9 miliardi riferiti a concessions e operation & maintenance. Il backlog construction - si sottolinea in una nota - "si conferma tra i più alti rispetto ai principali peers europei nel segmento construction". Peraltro, ricorda Webuild, circa il 90% del backlog construction del Gruppo è relativo a progetti legati all’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. In termini di geografie il portafoglio ordini risulta prevalentemente distribuito tra Italia, paesi dell’Europa Centrale e del Nord, Stati Uniti, Medio Oriente ed Australia - principalmente in segmenti legati alla mobilità sostenibile quali l’alta velocità, il settore ferroviario e il settore stradale - portando i progetti in queste geografie a quasi il 90% del backlog construction.
Alla luce dei risultati record raggiunti nel 2024, ma anche "del consolidato posizionamento in un mercato in forte espansione e della robusta piattaforma costruita nel tempo", Webuild ha rivisto al rialzo i target 2025, definiti nel piano "Roadmap al 2025 – The Future is Now", che già prevedevano obiettivi ambiziosi. La nuova guidance prevede per il 2025 ricavi superiori a 12,5 miliardi (il target precedente era di 10,5-11 miliardi), un Ebitda maggiore di 1,1 miliardi, rispetto ad un precedente target di €990-1.050 milioni, e una solida cassa netta superiore a 700 milioni, rispetto all’indicazione di una cassa netta positiva.
Webuild ha chiuso il 2024 con un utile netto attribuibile ai Soci della Controllante adjusted di 247 milioni di euro contro i 236 milioni del 2023.Il risultato prima delle imposte adjusted si attesta a 434 milioni con un aumento del 10% rispetto all’esercizio precedente mentre le Imposte sul reddito adjusted ammontano a 181 milioni. La Posizione finanziaria netta delle attività continuative al 31 dicembre 2024 era positiva per 1.445 (€1.431 milioni al 31 dicembre 2023), registrando un risultato superiore alle attese. Questo risultato - si sottolinea in una nota - "conferma l’efficacia delle strategie adottate per ottimizzare la gestione del capitale circolante e riflette i successi commerciali conseguiti dal Gruppo anche nel 2024, assumendo ancora maggiore rilevanza alla luce degli investimenti in dotazioni tecniche e beni in leasing (970 milioni) per l’avvio dei grandi progetti in corso".
A fine esercizio l’indebitamento lordo, al netto dell’effetto temporaneo di incremento del debito legato all’operazione di liability management di ottobre 2024, si attesta a 2,765 miliardi (2,609 miliardi nel 2023), con un rapporto Indebitamento lordo/EBITDA di 2,9x, in riduzione rispetto al dato di 3,2x al 31 dicembre 2023. Alla luce dei risultati nell'assemblea che sarà convocata per il 16 aprile sarà proposto un dividendo di 0,081 euro per azione ordinaria (+14%) e di 0,26 euro per ciascuna azione di risparmio.
Napoli, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In una Campania in crescita, ma ancora segnata dal fenomeno della fuga di talenti, il legame tra formazione universitaria e sviluppo economico diventa cruciale. Se ne è discusso presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriale Napoli, durante l’evento 'Muoversi nelle professioni e sul territorio', promosso dalla Luiss e dedicato alle lauree magistrali dell’Ateneo.
“La Luiss lavora in prima linea per costruire corsi di laurea magistrale strettamente legati alle necessità del mercato del lavoro. Pur avendo sede a Roma, dedichiamo particolare attenzione alla Campania, seconda regione di provenienza dei nostri studenti e territorio ricco di opportunità nei settori chiave come turismo, agroalimentare e aerospazio. Il nostro obiettivo è collaborare con le imprese campane affinché i nostri studenti possano realizzarsi professionalmente all’interno di esse, raggiungendo posizioni apicali”, ha spiegato Enzo Peruffo, Dean della Graduate School Luiss e responsabile dello sviluppo dei percorsi magistrali dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate anche le caratteristiche dell’offerta formativa Luiss: “E' importante farsi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi, ma anche essere pronti a sviluppare nuove competenze trasversali, saper dialogare con l’intelligenza artificiale con solide competenze verticali e lavorare sulle life skills, le cosiddette competenze della vita. Solo così si potranno affrontare le trasformazioni attuali e future. Per noi è fondamentale interagire con tutte le realtà del territorio, da cui traiamo spunto per disegnare un’offerta formativa sempre più aderente alle esigenze del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo è formare studenti altamente preparati, motivati e appassionati, in grado non solo di entrare nel mondo del lavoro, ma di costruire percorsi di carriera soddisfacenti e di successo”.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si è conclusa oggi la terza edizione del Welfare day evento di riferimento per il mondo del welfare aziendale, organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, player globale leader nei benefit aziendali e nell’employee engagement. La giornata, ospitata presso Palazzo dell’Informazione in Roma e trasmessa in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, ha offerto spunti concreti su come le imprese possano integrare il welfare nelle proprie strategie, favorendo sostenibilità, engagement dei dipendenti e innovazione.
L'evento si è aperto con il Keynote Speech di Pluxee Italia, in cui Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo - rispettivamente Chief Growth Officer e Managing Director di Pluxee Italia - hanno evidenziato come il welfare aziendale stia evolvendo in una strategia collettiva, guidata dalla digitalizzazione e dalla crescente personalizzazione dei servizi. Attraverso dati e case study, è emerso come la tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere dei dipendenti, rendendolo più accessibile ed efficace. Durante l’evento Pluxee ha presentato anche la nuova piattaforma welfare: un’innovazione che amplia l’offerta dei servizi offerti, basata su flessibilità, accessibilità e ampiezza del network.
Nel corso delle tre sessioni talk show, con la partecipazione di Chro, welfare manager e altre figure hr chiave di aziende del Paese, sono stati affrontati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del welfare. Nel primo, 'Welfare strategico: l’alleanza tra hr e business e la creazione di valore sostenibile', con la conduzione di Esther Intile di Enel Group, è stato approfondito il legame tra il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese. Tra i punti emersi, la necessità di un approccio integrato tra hr e business per massimizzare l’impatto positivo del welfare sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Nel secondo panel, “Il ruolo dei benefit aziendali all'interno della strategia di welfare”, si è discusso di come i benefit siano passati da strumenti standardizzati a soluzioni sempre più personalizzate, grazie all’ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti e all’uso di piattaforme digitali. Relatori e relatrici hanno sottolineato l'importanza di costruire un ecosistema aziendale basato sulla flessibilità e sull’inclusione, ma hanno anche posto l’accento su una criticità diffusa: troppi dipendenti non conoscono o non sfruttano i benefit a loro disposizione. Servono quindi strategie di comunicazione più efficaci per favorire un reale engagement.
Il terzo e ultimo talk show, “La centralità del welfare nelle strategie di attraction e retention”, ha posto l’attenzione sulla crescente importanza del welfare come strumento di attrazione e fidelizzazione dei talenti. Tra le best practice emerse, il rafforzamento di benefit legati alla salute, al sostegno alla genitorialità e al benessere psicologico, aspetti ormai fondamentali per le nuove generazioni di lavoratori.
La sfida è coniugare ascolto e personalizzazione, superando l’approccio one-size-fits-all e costruendo soluzioni di welfare sempre più dinamiche, scalabili e in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Un welfare aziendale davvero efficace non solo migliora il benessere di lavoratori e lavoratrici, ma genera un impatto positivo sull'intera organizzazione, contribuendo alla sostenibilità e alla crescita nel lungo periodo. Durante l’evento hanno condiviso la loro esperienza le seguenti aziende: Altergon Italia, Atac, Eidosmedia, Fater, Fedegroup, Fendi, Hewlett Packard Enterprise, Philip Morris International, Procter & Gamble, Rheinmetall Italia, Ria Money Transfer e Tim. L’evento potrà a breve essere riascoltato su www.comunicazione.tv. L’appuntamento con il Welfare day si rinnova per il 2026, con l’obiettivo di continuare a tracciare il futuro del welfare aziendale in Italia.