Un anno, sei mesi e otto giorni dopo, c’è di nuovo una Ferrari davanti a tutti. La Formula 1 2017 comincia come meglio non potrebbe per l’Italia: Sebastian Vettel vince il gran Premio d’Australia, lo domina. In un solo week end spezza il dominio Mercedes che durava da tre stagioni e sembrava inattaccabile. Invece stavolta le Frecce d’argento, senza il campione del mondo Nico Rosberg, devono accontentarsi delle piazze d’onore: solo secondo Lewis Hamilton, terzo il suo nuovo compagno di squadra Valtteri Bottas.
Del resto, proprio Lewis Hamilton l’aveva detto alla vigilia: “La favorita è la Ferrari”. Sembrava semplice pretattica, a maggior ragione dopo la solita pole position da parte dell’inglese. Invece aveva ragione lui. La Ferrari ha vinto a Melbourne perché è stata semplicemente la squadra più forte: in pista, con Vettel praticamente perfetto, preciso, aggressivo, concentrato dal primo all’ultimo giro. Ma anche ai box, dove l’anno scorso erano state commesse tante leggerezze e errori di valutazione, e stavolta si è costruita la base del trionfo. Al via, infatti, Hamilton era stato bravo a conservare la prima piazza e a tenere a distanza tutti gli avversari, Vettel incluso. Al primo semaforo verde dell’anno, con la tensione accresciuta dal brivido di una falsa partenza per un errato posizionamento in griglia di una monoposto, non è successo praticamente nulla: ottimo spunto dell’inglese, ma in fondo di tutti i contendenti, e prime quattro posizioni invariate, con la prospettiva del solito gioco delle coppie, davanti Hamilton-Vettel, subito dietro la sfida finlandese tra Bottas e Raikkonen, bravo a respingere l’assalto di Verstappen.
L’olandesino, protagonista atteso della stagione, si vede praticamente solo al via, mentre il suo compagno Ricciardo è costretto a scattare dai box, prima di ritirarsi per un problema al motore che interrompe una striscia di 17 Gp consecutivi portati a termine. Non una gran giornata per la Red Bull, così la corsa è tutta fra Mercedes e Ferrari. Sembra il solito copione favorevole alle Frecce d’Argento: consolidata la pole al via, Hamilton potrebbe scappar via. Stavolta, però, non c’è nessuna fuga: Vettel si incolla alle ruote rivali, mette pressione. E li costringe all’errore. Non in pista, ma ai box: per una volta la strategia sbagliata è quella della Mercedes, che richiama presto, evidentemente troppo col senno di poi, il suo campione. Hamilton si ferma già al 17° giro, Vettel resta sul tracciato per sette tornate in più e quando rientra dopo la sua sosta è davanti a tutti. Un piano perfetto, anche perché superare in pista la Mercedes più scarica e più rapida sulla velocità di punta in rettilineo sarebbe stato molto complicato. La stessa tattica viene applicata anche per Raikkonen, ma sul finlandese funziona meno.
Poco importa. Preso il comando, Vettel non lo molla più: guida da campione consumato che è e non si vedeva da un po’. Non soffre minimamente la pressione di avere alle spalle Hamilton, incrementa il margine giro dopo giro. Anzi, semmai è Bottas ad avvicinarsi al compagno. Non c’è storia: 553 giorni dopo il Gran Premio di Singapore 2015, la Ferrari torna alla vittoria in Formula 1. Nella gara di esordio del campionato: non succedeva da sette anni (in Bahrein, nel 2010). La grande giornata dell’Italia è completata dall’ottimo debutto di Antonio Giovinazzi, 12° con la sua Sauber al termine di una corsa accorta e prudente: penultimo degli arrivati in una gara dai tanti ritiri, ma pur sempre a due sole posizioni dalla zona punti alla sua prima volta al volante di una Formula 1. Ci sarà tempo per rischiare e migliorarsi: la Sauber probabilmente gli darà presto un’altra occasione. A lui, in fondo un po’ come alla Ferrari, l’Australia ha fatto grandi promesse. Ora bisogna solo mantenerle.
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Formula 1, gp di Melbourne: la prima è rossa. Trionfa Vettel dopo un anno e sei mesi. Secondo Hamilton – VIDEO
553 giorni dopo il Gran Premio di Singapore 2015, la Ferrari torna alla vittoria in Formula 1. Nella gara di esordio del campionato: non succedeva da sette anni (in Bahrein, nel 2010). La grande giornata dell’Italia è completata dall’ottimo debutto di Antonio Giovinazzi, 12° con la sua Sauber
Un anno, sei mesi e otto giorni dopo, c’è di nuovo una Ferrari davanti a tutti. La Formula 1 2017 comincia come meglio non potrebbe per l’Italia: Sebastian Vettel vince il gran Premio d’Australia, lo domina. In un solo week end spezza il dominio Mercedes che durava da tre stagioni e sembrava inattaccabile. Invece stavolta le Frecce d’argento, senza il campione del mondo Nico Rosberg, devono accontentarsi delle piazze d’onore: solo secondo Lewis Hamilton, terzo il suo nuovo compagno di squadra Valtteri Bottas.
Del resto, proprio Lewis Hamilton l’aveva detto alla vigilia: “La favorita è la Ferrari”. Sembrava semplice pretattica, a maggior ragione dopo la solita pole position da parte dell’inglese. Invece aveva ragione lui. La Ferrari ha vinto a Melbourne perché è stata semplicemente la squadra più forte: in pista, con Vettel praticamente perfetto, preciso, aggressivo, concentrato dal primo all’ultimo giro. Ma anche ai box, dove l’anno scorso erano state commesse tante leggerezze e errori di valutazione, e stavolta si è costruita la base del trionfo. Al via, infatti, Hamilton era stato bravo a conservare la prima piazza e a tenere a distanza tutti gli avversari, Vettel incluso. Al primo semaforo verde dell’anno, con la tensione accresciuta dal brivido di una falsa partenza per un errato posizionamento in griglia di una monoposto, non è successo praticamente nulla: ottimo spunto dell’inglese, ma in fondo di tutti i contendenti, e prime quattro posizioni invariate, con la prospettiva del solito gioco delle coppie, davanti Hamilton-Vettel, subito dietro la sfida finlandese tra Bottas e Raikkonen, bravo a respingere l’assalto di Verstappen.
L’olandesino, protagonista atteso della stagione, si vede praticamente solo al via, mentre il suo compagno Ricciardo è costretto a scattare dai box, prima di ritirarsi per un problema al motore che interrompe una striscia di 17 Gp consecutivi portati a termine. Non una gran giornata per la Red Bull, così la corsa è tutta fra Mercedes e Ferrari. Sembra il solito copione favorevole alle Frecce d’Argento: consolidata la pole al via, Hamilton potrebbe scappar via. Stavolta, però, non c’è nessuna fuga: Vettel si incolla alle ruote rivali, mette pressione. E li costringe all’errore. Non in pista, ma ai box: per una volta la strategia sbagliata è quella della Mercedes, che richiama presto, evidentemente troppo col senno di poi, il suo campione. Hamilton si ferma già al 17° giro, Vettel resta sul tracciato per sette tornate in più e quando rientra dopo la sua sosta è davanti a tutti. Un piano perfetto, anche perché superare in pista la Mercedes più scarica e più rapida sulla velocità di punta in rettilineo sarebbe stato molto complicato. La stessa tattica viene applicata anche per Raikkonen, ma sul finlandese funziona meno.
Poco importa. Preso il comando, Vettel non lo molla più: guida da campione consumato che è e non si vedeva da un po’. Non soffre minimamente la pressione di avere alle spalle Hamilton, incrementa il margine giro dopo giro. Anzi, semmai è Bottas ad avvicinarsi al compagno. Non c’è storia: 553 giorni dopo il Gran Premio di Singapore 2015, la Ferrari torna alla vittoria in Formula 1. Nella gara di esordio del campionato: non succedeva da sette anni (in Bahrein, nel 2010). La grande giornata dell’Italia è completata dall’ottimo debutto di Antonio Giovinazzi, 12° con la sua Sauber al termine di una corsa accorta e prudente: penultimo degli arrivati in una gara dai tanti ritiri, ma pur sempre a due sole posizioni dalla zona punti alla sua prima volta al volante di una Formula 1. Ci sarà tempo per rischiare e migliorarsi: la Sauber probabilmente gli darà presto un’altra occasione. A lui, in fondo un po’ come alla Ferrari, l’Australia ha fatto grandi promesse. Ora bisogna solo mantenerle.
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Morto Radisa Ilic, è caduto da un balcone al quarto piano: calcio serbo in lutto per la scomparsa dell’ex portiere 47enne
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.