Televisione

Amici di Maria De Filippi, il serale con il pilota automatico funziona ancora. Ma il rischio X Factor è dietro l’angolo

Vittoria prevedibile contro Ballando con le Stelle. Tra i giudici, l’unica promossa Ambra Angiolini. Mentre tra i coach Morgan ha fatto Morgan, nel bene e nel male, rischiando di fagocitare i ragazzi

di Domenico Naso
Amici di Maria De Filippi, il serale con  il pilota automatico funziona ancora. Ma il rischio X Factor è dietro l’angolo

Amici torna in prima serata e Maria De Filippi riconquista lo scettro del sabato sera. La prima puntata del serale del talent di Canale5, infatti, ha avuto la meglio su Ballando con le Stelle, condotto da Milly Carlucci su RaiUno: 4.024.000 spettatori (20,72% di share, 37.84% sul target tra i 15 e i 24 anni) per Amici, 3.640.000 (18,93%) per Ballando.

Una vittoria prevedibile, visto che le novità di questa sedicesima edizione erano tante e tutte da scoprire in quanto a resa televisiva. Giuria nuova di zecca, con Ambra Angiolini, Eleonora Abbagnato, Ermal Meta e Daniele Liotti a giudicare le esibizioni dei ragazzi, capitanati da Elisa (squadra blu) e Morgan (squadra bianca). Per la cronaca, il primo eliminato della fase finale è stato Michele Perniola, cantante del team di Elisa, che ha perso il ballottaggio finale con Shady (cantante della squadra bianca).

Televisivamente, è bene dirlo subito, Amici funziona ancora. Ha un meccanismo ormai rodato, una macchina da guerra produttiva che è oliata alla perfezione, e in fondo l’avvicendarsi di giudici e coach è un fatto secondario, in un format che ha il pilota automatico e arriva a destinazione con la solita efficacia.

Tra i giudici, l’unica promossa sin dall’esordio sembra essere stata Ambra Angiolini, la più spontanea e “televisiva”, protagonista anche di alcuni gustosi siparietti con Morgan. Ermal Meta ha sorpreso con le sue scelte più nazionalpopolari del previsto, mentre Eleonora Abbagnato e Daniele Liotti sono sembrati ancora imballati e sono rimandati alla prossima occasione per verificarne appieno l’efficacia.

Sul fronte coach, Elisa ormai è parte dell’ingranaggio e si vede, mentre Morgan ha fatto Morgan, nel bene e nel male, offrendo una prova che va analizzata da un doppio punto di vista. Sul fronte televisivo, le elucubrazioni del fondatore di Bluvertigo funzionano perché “disturbano”, interrompono la liturgia mariana e mettono un po’ di pepe (a volte sin troppo) a un meccanismo che altrimenti rischia di essere sempre uguale a se stesso. Ma dal punto di vista prettamente artistico, la personalità del coach della squadra bianca rischia di fagocitare i ragazzi, i loro veri o presunti talenti e le loro esibizioni. Quando Morgan è nei paraggi (e lo sappiamo dai tempi di X Factor), c’è pochissimo spazio per gli altri. E in un talent show che dovrebbe avere al centro proprio le individualità dei ragazzi in gara, questo rischia di essere un problema di non poco conto. Anche le scelte dei brani assegnati hanno già una chiara impronta “morganiana”: i Cure, i Depeche Mode, Bruno Lauzi, Fabrizio De Andrè. È il solito campionario del cantante brianzolo, quello che già aveva mostrato a X Factor, solo che Amici non è X Factor e le scelte, anche se di qualità alta e apprezzabile, forse andrebbero fatto contestualizzando, rendendosi conto del target della trasmissione e delle abitudini musicali del pubblico di Amici. Lui, Morgan, come sempre prova a “educare” alla buona musica, ma lo fa con il suo solito piglio narcisistico che oscura tutto il resto e, suo malgrado, danneggia i concorrenti.

Ma televisivamente, dicevamo, il disturbatore anarchico funziona, soprattutto nel santuario di Amici. Maria De Filippi lo sa ed è evidente che la scelta di Morgan come coach va proprio in questa direzione. Il problema, musicalmente parlando, è che il livello qualitativo dei concorrenti di quest’anno è piuttosto basso, con Shady che spicca decisamente sugli altri (forse più per manifesta inferiorità altrui che per meriti propri) e con la gara che è mille passi indietro rispetto al meccanismo televisivo, allo show, alle dinamiche coach-giuria. Il rischio X Factor, dunque, è dietro l’angolo: sempre più importanza alla dimensione spettacolare (con una resa che, va detto, è apprezzabile assai), sempre meno alla gara, con un conseguente crollo degli standard qualitativi e, cosa ancora più grave per quella che è stata per anni la fucina di giovani cantanti che riuscivano a vendere dischi, della resa discografica. Già nelle ultime edizioni si era visto questa tendenza, con artisti che non erano riusciti a emulare gli exploit clamorosi di gente come Emma Marrone e Alessandra Amoroso, ma quest’anno, se possibile, la situazione sembra ancora più drammatica.

Televisivamente, Amici resta un prodotto ben fatto. Musicalmente e discograficamente, invece, rischia di diventare ben presto irrilevante.

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