Due fratellini morti nel salotto di casa e il padre trovato senza vita in una scarpata a Sardagna, a pochi chilometri dalla città. È una vera e propria tragedia quella che si è presentata davanti agli occhi degli investigatori, chiamati in un appartamento al civico 17 di via della Costituzione a Trento. Ad allertarli Sara Failla, la madre dei due piccoli di 2 e 4 anni. Era uscita in mattinata come accadeva sempre per andare a lavorare, lasciando i figli con il padre, Gabriele Sorrentino. Quando è tornata nell’appartamento all’ultimo piano di un palazzo nel nuovo quartiere residenziale delle Albere, però, la donna ha trovato i corpi dei due bambini senza vita: erano stati assassinati a colpi di martello. Nessuna traccia, invece, del padre.
Gli investigatori hanno raccolto la testimonianza della donna: poi sono immediatamente scattate le ricerche. L’auto dell’uomo, un suv Volvo, è stata trovata a Sardagna e un elicottero ha sorvolato la zona a bassissima quota nel tentativo di individuarlo. Poi la scoperta del cadavere ai piedi di una scarpata. Secondo gli inquirenti Sorrentino si è tolto la vita gettandosi da una roccia, dopo aver ucciso i due figli.
Ignote fino a questo momento le motivazioni che avrebbero portato l’uomo a compiere il folle gesto. La donna ha riferito che questa mattina la coppia avrebbe dovuto firmare il rogito per l’acquisto di un appartamento. Lei ad un certo punto è uscita, lasciando il marito a casa con i due figli. Quando è rientrata, ha trovato i corpi senza vita dei due bambini. Alla base del gesto dell’uomo, sempre secondo le prime ipotesi, potrebbero esserci stati problemi economici legati proprio all’acquisto dell’appartamento. Della famiglia fa parte anche una terza figlia: si tratta di una ragazzina di 13 anni che al momento si trova in gita scolastica.
Sorrentino lavorava a Trento come operatore finanziario, mentre la moglie è veterinaria. In passato l’uomo è stato carabiniere in servizio a Riva del Garda e, prima del congedo, ha seguito un corso per elicotterista a Bolzano. Il quartiere dove è avvenuta la tragedia si trova lungo il corso del fiume Adige, vicino al centro. Si tratta di costruzioni nuovissime, disegnate dall’architetto Renzo Piano accanto al Museo delle scienze.
“Sembravano delle persone tranquille”, ha raccontato all’Ansa uno dei vicini di casa, affermando di non avere mai osservato alcun atteggiamento che potesse far presagire quanto poi è accaduto. “Il padre dei due bimbi – ha aggiunto – mi aveva detto pochi giorni fa che stava per firmare il rogito per l’acquisto della casa. Apparentemente se uno decide di acquistare casa dovrebbe essere una persona equilibrata e normale. Non avrei mai pensato che avrebbe potuto fare una cosa del genere, sembrava la famiglia del Mulino Bianco. Qualche volta ci si incontrava sulla strada e sembrava una bellissima persona, una persona che adorava i suoi bambini”.
“Una simile tragedia familiare, con il suo indicibile carico di dolore, toglie il respiro. Troppi interrogativi senza risposta si addensano in ciascuno di noi e fanno piombare in un silenzio incredulo l’intera comunità trentina. Nell’incredulità, siamo uniti”, è stato invece il commento di monsignor Lauro Tisi, arcivescovo di Trento. “Chiediamo a Dio – continua il presule – l’abbraccio, per sempre tenero e paterno, alle piccole vite spezzate. Consolazione per coloro che, improvvisamente, sono lacerati dall’assenza di volti e sguardi indimenticabili. Per ciascuno di noi, il dono di custodire la vita come il talento più prezioso, cogliendo spiragli di luce anche nel buio profondo. Viviamo, quanto più sappiamo sperare e infondere speranza”.