La Casa Bianca si muove sul fronte ambientale. E lo fa in linea con le promesse elettorali di Donald Trump, che oggi firmerà un ordine esecutivo con cui ribalterà la maggior parte delle politiche a difesa dell’ambiente portate avanti da Barack Obama. L’obiettivo dichiarato è di potenziare la produzione di energia e la creazione di posti di lavoro. Secondo quanto rivelato da un funzionario della Casa Bianca, l’ordine porrà fine ad almeno sei misure approvate da Obama contro i cambiamenti climatici, tra cui un ordine esecutivo siglato nel 2013 in cui si ordinava a tutte le agenzie governative di prepararsi ai danni legati al cambiamento climatico stesso. Con il suo nuovo provvedimento, Trump intende riscrivere le linee guida che regolano le emissioni di carbonio negli Stati Uniti e che, secondo il presidente, hanno causato l’emorragia di posti di lavoro. Obiettivo è anche raggiungere la desiderata autonomia in termini di energia.
“Il governo precedente ha svalutato i lavoratori con le sue politiche. Noi possiamo fare entrambe le cose, proteggere l’ambiente e creare lavoro per la gente”, ha dichiarato il funzionario della Casa Bianca. “Il presidente – ha aggiunto – è stato molto chiaro nel dire che non continuerà con le politiche sui cambiamenti climatici che mettono a rischio l’economia americana. È molto semplice”.
Il presidente ha scelto di firmare l’ordine esecutivo nella sede dell’Agenzia di difesa ambientale, l’Epa, organo chiave per le politiche ambientali di Obama e diretto ora da Scott Pruitt, di posizioni molto scettiche sui cambiamenti climatici. Secondo il neo-presidente, l’Epa deve concentrarsi soprattutto su “acqua limpida e aria pulita“. L’ordine che verrà firmato oggi, tuttavia, non parla dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici che stabilisce, nel quadro delle Nazioni unite, misure per diminuire le emissioni di gas serra, e che è entrato in vigore alla fine del 2016. Secondo il funzionario della Casa Bianca, Trump non ha ancora deciso se intenda rispettare gli impegni presi da Washington nell’accordo internazionale.
Lunedì l’amministrazione Trump ha chiesto formalmente 1 miliardo di dollari per finanziare le prime 62 miglia (99,7 chilometri) di muro con il Messico. I fondi, riporta la Cnn citando documenti del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, serviranno per le riparazioni di alcune infrastrutture di 22 km di confine già esistenti e per la costruzione di 77,2 chilometri di muro nuovo. L’emittente precisa che la richiesta è contenuta in un supplemento al bilancio, mentre per il 2018 vengono richiesti finanziamenti per 2,8 miliardi per le infrastrutture al confine e la tecnologia.
Sul fronte internazionale, poi, Washington valuta l’ipotesi di rafforzare il proprio ruolo nel conflitto in Yemen, nel quale sono morte oltre 10mila persone, aiutando in modo più diretto gli alleati del Golfo che combattono contro i ribelli houthi allineati con l’Iran. Lo riferiscono alcuni funzionari, secondo cui l’amministrazione Trump potrebbe dunque allentare le restrizioni attualmente in vigore per l’appoggio di Washington: Obama aveva cercato di limitare il coinvolgimento Usa nella guerra civile in Yemen e la sua amministrazione si era mostrata innervosita dalle vittime civili causate dalla coalizione anti houthi a guida saudita.
L’assistenza americana includerebbe supporto di intelligence, ma al momento sarebbe limitata a misure non letali: gli Usa infatti non starebbero valutando l’ipotesi di raid su obiettivi houthi. La notizia giunge mentre arrivano prove sempre crescenti che l’Iran stia inviando armi avanzate e consulenti militari al movimento sciita. Una escalation dell’impegno Usa in Yemen potrebbe essere letta come un segnale che Trump considera una priorità il fatto di affrontare Teheran e i suoi alleati.
E a tenere banco a Washington è ancora il caso Russiagate. Il presidente della commissione di intelligence della Camera, Devin Nunes, ha ammesso di aver incontrato alla Casa Bianca la fonte delle sue rivelazioni sulle intercettazioni nel transition team di Donald Trump. E scoppia il caso, con i democratici che chiedono si astenga dalle indagini. Lo chiede il leader dei dem alla Camera, Nancy Pelosi, mentre il leader dei democratici in Senato Chuck Schumer ne chiede le dimissioni da capo della commissione di intelligence. Nunes si difende dagli attacchi, spiegando che l’incontro alla Casa Bianca non è stato orchestrato con l’aiuto dell’amministrazione Trump. Ma le sue parole non bastano a placare le polemiche.
Mondo
Trump va all’attacco dell’ambiente: oggi l’ordine esecutivo per annullare le politiche di Obama sul ‘climate change’
L’obiettivo dichiarato è di potenziare la produzione di energia e la creazione di posti di lavoro. Secondo quanto rivelato da un funzionario della Casa Bianca, il provvedimento - che verrà fermato dal presidente nella sede dell’Agenzia di difesa ambientale - porrà fine ad almeno sei misure approvate da Obama contro i cambiamenti climatici. Secondo il tycoon, l’Epa deve concentrarsi soprattutto su "acqua limpida e aria pulita"
La Casa Bianca si muove sul fronte ambientale. E lo fa in linea con le promesse elettorali di Donald Trump, che oggi firmerà un ordine esecutivo con cui ribalterà la maggior parte delle politiche a difesa dell’ambiente portate avanti da Barack Obama. L’obiettivo dichiarato è di potenziare la produzione di energia e la creazione di posti di lavoro. Secondo quanto rivelato da un funzionario della Casa Bianca, l’ordine porrà fine ad almeno sei misure approvate da Obama contro i cambiamenti climatici, tra cui un ordine esecutivo siglato nel 2013 in cui si ordinava a tutte le agenzie governative di prepararsi ai danni legati al cambiamento climatico stesso. Con il suo nuovo provvedimento, Trump intende riscrivere le linee guida che regolano le emissioni di carbonio negli Stati Uniti e che, secondo il presidente, hanno causato l’emorragia di posti di lavoro. Obiettivo è anche raggiungere la desiderata autonomia in termini di energia.
“Il governo precedente ha svalutato i lavoratori con le sue politiche. Noi possiamo fare entrambe le cose, proteggere l’ambiente e creare lavoro per la gente”, ha dichiarato il funzionario della Casa Bianca. “Il presidente – ha aggiunto – è stato molto chiaro nel dire che non continuerà con le politiche sui cambiamenti climatici che mettono a rischio l’economia americana. È molto semplice”.
Il presidente ha scelto di firmare l’ordine esecutivo nella sede dell’Agenzia di difesa ambientale, l’Epa, organo chiave per le politiche ambientali di Obama e diretto ora da Scott Pruitt, di posizioni molto scettiche sui cambiamenti climatici. Secondo il neo-presidente, l’Epa deve concentrarsi soprattutto su “acqua limpida e aria pulita“. L’ordine che verrà firmato oggi, tuttavia, non parla dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici che stabilisce, nel quadro delle Nazioni unite, misure per diminuire le emissioni di gas serra, e che è entrato in vigore alla fine del 2016. Secondo il funzionario della Casa Bianca, Trump non ha ancora deciso se intenda rispettare gli impegni presi da Washington nell’accordo internazionale.
Lunedì l’amministrazione Trump ha chiesto formalmente 1 miliardo di dollari per finanziare le prime 62 miglia (99,7 chilometri) di muro con il Messico. I fondi, riporta la Cnn citando documenti del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, serviranno per le riparazioni di alcune infrastrutture di 22 km di confine già esistenti e per la costruzione di 77,2 chilometri di muro nuovo. L’emittente precisa che la richiesta è contenuta in un supplemento al bilancio, mentre per il 2018 vengono richiesti finanziamenti per 2,8 miliardi per le infrastrutture al confine e la tecnologia.
Sul fronte internazionale, poi, Washington valuta l’ipotesi di rafforzare il proprio ruolo nel conflitto in Yemen, nel quale sono morte oltre 10mila persone, aiutando in modo più diretto gli alleati del Golfo che combattono contro i ribelli houthi allineati con l’Iran. Lo riferiscono alcuni funzionari, secondo cui l’amministrazione Trump potrebbe dunque allentare le restrizioni attualmente in vigore per l’appoggio di Washington: Obama aveva cercato di limitare il coinvolgimento Usa nella guerra civile in Yemen e la sua amministrazione si era mostrata innervosita dalle vittime civili causate dalla coalizione anti houthi a guida saudita.
L’assistenza americana includerebbe supporto di intelligence, ma al momento sarebbe limitata a misure non letali: gli Usa infatti non starebbero valutando l’ipotesi di raid su obiettivi houthi. La notizia giunge mentre arrivano prove sempre crescenti che l’Iran stia inviando armi avanzate e consulenti militari al movimento sciita. Una escalation dell’impegno Usa in Yemen potrebbe essere letta come un segnale che Trump considera una priorità il fatto di affrontare Teheran e i suoi alleati.
E a tenere banco a Washington è ancora il caso Russiagate. Il presidente della commissione di intelligence della Camera, Devin Nunes, ha ammesso di aver incontrato alla Casa Bianca la fonte delle sue rivelazioni sulle intercettazioni nel transition team di Donald Trump. E scoppia il caso, con i democratici che chiedono si astenga dalle indagini. Lo chiede il leader dei dem alla Camera, Nancy Pelosi, mentre il leader dei democratici in Senato Chuck Schumer ne chiede le dimissioni da capo della commissione di intelligence. Nunes si difende dagli attacchi, spiegando che l’incontro alla Casa Bianca non è stato orchestrato con l’aiuto dell’amministrazione Trump. Ma le sue parole non bastano a placare le polemiche.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.