Nel novembre 2012 a Modena in relazione a un’inchiesta definita “Camici sporchi” vennero arrestati e incriminati alcuni cardiologi. A distanza di cinque anni veniamo a scoprire che una delle principali indiziate, la professoressa che dirigeva il reparto, è stata assolta in secondo grado dalle accuse che riguardano la gestione medica del reparto. Non ci sono stati danni ai pazienti o atti di corruzione con le case farmaceutiche. Nel frattempo la collega è stata sospesa dall’attività di docenza universitaria, non ha potuto svolgere per anni l’attività medica e ha perso il ruolo nella società Italiana di cardiologia.
Questa vicenda mi viene in mente mentre leggo sui vari media la descrizione, da mostro, del professor Norberto Confalonieri, direttore di Ortopedia e Traumatologia all’ospedale Gaetano Pini di Milano. Secondo le accuse, Confalonieri, indagato per corruzione e turbativa d’asta, ha favorito alcune società in cambio di contratti di consulenza e altri benefit. E’ soprattutto l’intercettazione nella quale Confalonieri pare vantarsi di aver appositamente spezzato un femore per “allenarsi”, il motivo di tanto accanimento mediatico nei suoi confronti.
Io credo, tuttavia, che se da una parte, l’idea di un medico che si fa corrompere per far acquistare un tipo di protesi al posto di altre può avere una sua logica criminale (ossia quella che rompa i femori sani per creare la necessità di operarli), dall’altra, quella stessa idea appare grossolana e, sinceramente, anche poco logica. Le liste d’attesa per l’operazione al femore sono di parecchi mesi, se non di anni, in tutta Italia. Questo professore, considerato un luminare nel suo campo e molto stimato dai colleghi, aveva un eccesso di richieste di intervento: perché, quindi, avrebbe dovuto compiere un atto tanto sadico come lo spezzare appositamente un osso a una persona anziana?
La mania dei mass media di “sbattere il mostro in prima pagina” quando si tratta di un’attività come quella sanitaria, è molto pericolosa per la reputazione della sanità pubblica. Come si sentiranno i pazienti che sono in lista d’attesa per l’intervento al femore nei vari ospedali italiani? Come reagiranno all’idea che i medici non siano pronti a curarli, ma li utilizzino come cavie per divertirsi sadicamente? E’ già evidente come la diffidenza nei confronti dei medici sia alle stelle visto che i pazienti si affidano a cure fai da te, assumendo i farmaci con dosaggio a piacere. Il caso della ritrosia verso le vaccinazioni è emblematico della mancanza di fiducia verso la sanità con tutte le conseguenze negative.
Non voglio certo proporre l’impunità dei medici o chiedere che non vengano criticati, ma sento la necessità di sottolineare come la correttezza sia fondamentale nel fornire le notizie: rifuggire dal sensazionalismo, descrivere accuratamente le ragioni sia dell’accusa che della difesa. Come affermava lo psicologo Michael Balint è proprio il medico in sé, spesso, la prima e più importante medicina per guarire o almeno alleviare le sofferenze del paziente. L’attività medica molto più di altre richiede che vi sia un rapporto con il paziente basato sulla fiducia e l’empatia (mettersi nei panni dell’altro per immedesimarsi nelle sue emozioni). Intaccare questa fiducia può provocare serie difficoltà nella relazione con conseguenze irreparabili.