Giù il tasso di disoccupazione, in particolare quello dei giovani tra i 15 e i 24 anni che cala al 35,2%, 1,7 punti in meno rispetto a gennaio e 3,6 in meno su febbraio 2016. In valori assoluti, i disoccupati sono scesi sotto quota 3 milioni, a 2.984.000 unità: 83mila in meno su gennaio e 18mila in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Dai dati provvisori dell’Istat sul mese di febbraio emerge però anche un lieve aumento, rispetto a gennaio, degli inattivi, cioè gli italiani che per vari motivi hanno smesso di cercare un lavoro. Inoltre la stima degli occupati resta stabile rispetto a gennaio, così come il tasso di occupazione fermo al 57,5%: se infatti sono aumentati i lavoratori ultracinquantenni (+60mila), un trend ormai costante, nel frattempo sono diminuiti quelli delle altre classi di età: -33mila occupati tra i 35 e i 49 anni, -19mila tra i 25 e i 34 anni. Finiti gli sgravi contributivi, poi, è nuovamente in salita il numero dei lavoratori a termine mentre calano quelli a tempo indeterminato.

Il tasso di disoccupazione generale è sceso all’11,5%, -0,3 punti percentuali rispetto a gennaio e -0,2 punti rispetto a febbraio 2016. Si registra però un aumento del tasso di inattività delle persone tra 15 e 64 anni di 0,1 punti su gennaio (+51mila inattivi). Su febbraio 2016 gli inattivi calano di 380mila unità, pari a -0,8 per cento. Su base annua, gli occupati sono saliti di 294mila unità: +280mila dipendenti, di cui 102mila permanenti e 178mila a termine, e +14mila indipendenti.

Sono oltre otto milioni gli occupati con più di 50 anni, più del 35% del totale: la continua crescita si deve sia a ragioni demografiche sia alla stretta sull’accesso alla pensione. Rispetto a dieci anni fa ci sono quasi 2,7 milioni di over 50 al lavoro in più, mentre rispetto a febbraio 2016 l’aumento è di 402.000 unità. Rispetto al 2007 salgono anche, di ben il 308%, gli ultracinquantenni disoccupati: è l’effetto della crescente partecipazione al mercato del lavoro. Dieci anni fa, insomma, era più raro che a quell’età chi non aveva un’occupazione la cercasse attivamente.

Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione giovanile, va ricordato che ne sono esclusi per definizione i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. Se si guarda al tasso di occupazione nella fascia dei più giovani risultano occupati il 16,4% del totale, dato stabile su gennaio e in aumento di 0,3 punti su febbraio 2016.

Secondo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, “i dati di oggi delineano un quadro del mercato del lavoro complessivamente stabile su base congiunturale e in crescita su base annua. Poletti ricorda che “complessivamente, da febbraio 2014 cresce di 716mila unità il numero degli occupati, 478mila dei quali sono lavoratori stabili. Positiva anche la dinamica relativa ai disoccupati, che diminuiscono complessivamente di 290mila unità, con un calo di 8,1 punti percentuali del tasso di disoccupazione giovanile”.

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