Due dirigenti del Comune di Milano e un funzionario sono stati arrestati stamani dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano nell’ambito dell’inchiesta del procuratore aggiunto Giulia Perrotti e del pm Luca Poniz su alcuni casi di presunta corruzione per pilotare “l’aggiudicazione di alcune gare di appalto” bandite dall’amministrazione comunale “a favore del Consorzio Milanese Scarl e delle imprese sue associate”. Sono stati accertati anche due casi di presunta concussione. Su disposizione del gip Alfonsa Maria Ferraro sono finiti in carcere, come si legge in un comunicato firmato dal procuratore Francesco Greco, Massimiliano Ascione “in qualità di titolare Posizione Organizzativa del Comune di Milano”, accusato di concussione, Stanislao Virgilio Innocenti, “in qualità di dirigente del Comune di Milano”, accusato di corruzione, e Armando Lotumolo, anche lui “in qualità di dirigente” dell’amministrazione comunale e indagato per corruzione. Dall’inchiesta, scrive il giudice nell’ordinanza, emerge “un contesto di numerose ed endemiche corruttele che governano e verosimilmente continuano a governare l’assegnazione degli appalti all’interno del Comune”. Il gip Ferraro descrive “un sistema nel quale ogni dipendente pubblico, titolare di un ruolo che attribuisce un potere, strumentalizza la funzione pubblica ad interessi personali”.

Ascione, secondo l’accusa, ha costretto Marco Volpi – titolare della Professione Edilizia Srl e arrestato nel settembre 2015 assieme ad altre tre persone nella prima tranche d’indagine – a pagare una mazzetta da 100mila euro, ma anche “a consegnargli un orologio del valore di 11mila euro“. Secondo il gip Ferraro, il funzionario del Comune in qualità di “direttore dei lavori” dell’appalto ‘Interventi per l’ottenimento del certificato di idoneità statica presso gli edifici scolastici cittadini’ ha fatto “leva sul proprio ruolo” e sul “correlato potere di verifica e valutazione dell’avanzamento” dei lavori per ottenere i soldi e l’orologio da Volpi, incaricato alla “direzione tecnica” dell’appalto aggiudicato nell’aprile del 2013.

Ma non solo: il bando per quegli interventi, secondo il tribunale, è stato “oggetto di una vera e propria pianificazione a tavolino tra imprenditori interessati e dirigenti comunali”. Il giudice scrive che tale “pianificazione” emerge dalle intercettazioni agli atti dell’indagine condotta dalla Finanza. Lo sviluppo degli accertamenti ha consentito di parlare di “spartizione“, che sarebbe avvenuta tra il 2011 e il 2013, dell’intero bando di gara diviso in cinque lotti ma costituito sulla base di “un modello fatto da due persone” come avevano detto due collaboratori di Lomutolo intercettati. Tra il 2015 e oggi dunque sono finiti nell’inchiesta e arrestati due dirigenti in forza all’ufficio Manutenzione, il direttore del settore Scuole e Strutture sociali, Lotumolo che è responsabile della Direzione Centrale Opere Pubbliche e Innocenti che è responsabile unico del procedimento sotto inchiesta oltre che direttore del Settore edilizia patrimoniale e demaniale. Alcuni stralci delle conversazioni intercettate testimoniano come “Volpi con insistenza, faccia riferimento a precise promesse ricevute in merito all’aggiudicazione di uno degli appalti in fase di esame ed assegnazione e come l’eventuale ricorso” al Tar da parte dell’imprenditore “sia stato minacciato e utilizzato come arma di ricatto” per ottenere i lavori.

Uno dei lotti finì a Christian Naccari, socio della Christian Color srl. Naccari – dicono le carte dell’inchiesta mise a disposizione di uno dei funzionari arrestati – Lotumolo – le sue “maestranze per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione” nel centro estetico della figlia del dirigente comunale. In cambio di questi lavori Christian Naccari, socio dell’impresa e indagato, secondo i magistrati ha ottenuto dal dirigente comunale, che era “responsabile unico del procedimento nell’ambito del settore scuola del Comune”, l’aggiudicazione “di uno dei lotti” del bando di gara sui certificati di “idoneità statica” delle scuole milanesi (appalto aggiudicato nel 2013).

Quanto a Innocenti, secondo il giudice dal dicembre 2012 al settembre 2015 ha incassato da Volpi una “ricompensa” per un totale di 13.500 euro – due tranche da 2.500 e una da 8.500 – mentre Lotumolo avrebbe ricevuto in una busta consegnata nel suo ufficio, una volta nel settembre 2014 e un’altra nell’agosto 2015, 3mila euro per ciascuna delle due firme apposte e il conseguente rilascio dei certificati di pagamento relativi allo stato avanzamento lavori già approvati di uno degli appalti del bando. Il giudice nel suo provvedimento sottolinea che a riprova delle mazzette ricevute dai due ci sarebbe anche la somma “anomala e comunque esorbitante” rispetto alle giustificazioni addotte di 21.975 euro in contanti trovata alla fine di settembre di due anni fa in casa ad Innocenti e i 61mila euro cash rivenuti in una cassetta di sicurezza nella disponibilità di Lotumolo.

A far partire l’inchiesta è stato proprio il racconto di Volpi che già il 6 novembre 2015, ricorda l’ordinanza di custodia, aveva messo a verbale di aver consegnato una “stecca” da 100mila euro in più tranche ad Ascione, portando anche parte dei soldi in contanti negli uffici comunali “in via Pirelli”. Nel lungo verbale Volpi ha raccontato di aver dovuto versare ad Ascione una presunta tangente equivalente “al 5%” del valore dell’appalto” e ha spiegato come sono avvenute le consegne: “In una busta, sempre in una busta e le consegne dipende, molte volte erano in cantiere, molte volte erano in ufficio perché non è una botta … cioè non è 100mila in una volta sola”. Nel motivare l’arresto il gip spiega che tutt’e tre i funzionari continuano a ricoprire ruoli di vertice in Comune.

Si tratta della seconda tranche di un’inchiesta che nel settembre del 2015 aveva portato all’arresto di Giuseppe Amoroso e Angelo Russo, entrambi appartenenti all’epoca “all’Ufficio settore manutenzione del Comune di Milano”, di Luigi Mario Grillone, fino al 2011 “direttore del Settore tecnico Scuole e Strutture sociali” e “dipendente di City Life spa“, e dello stesso Volpi. Nel corso dell’inchiesta erano stati anche sequestrati 32 lingotti d’oro, quasi 520mila euro in contanti, 19 orologi di pregio e oltre 120 monili e oggetti d’oro.

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