Il governo italiano dalla parte di Trump. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro degli Esteri Angelino Alfano concordano con l’azione della Casa Bianca, che nella notte ha deciso il lancio di 59 missili sulla base siriana dalla quale sono partiti i raid con armi chimiche caduti sulla regione di Idlib. Un bombardamento avvenuto il 4 aprile che ha provocato oltre 80 morti, tra i quali decine di bambini. “L’azione ordinata stanotte da Trump è una risposta motivata da un crimine di guerra“, ha detto Gentiloni, che in conferenza stampa ha specificato come l’azione di questa notte si sia “sviluppata nella base aerea da cui erano partiti gli attacchi con uso di armi chimiche nei giorni scorsi”.
Un “crimine di guerra” che ha un solo responsabile per il presidente del Consiglio: “Il regime di Assad“, perché “chi fa uso di armi chimiche non può contare su attenuanti e mistificazioni”. Per Gentiloni l’azione della notte scorsa – che è “puntuale e limitata” e non “una tappa di una escalation militare” – può “accelerare le chance di un negoziato politico” e ribadisce che “col presidente francese Hollande e la cancelliera Merkel abbiamo preso il comune impegno perché l’Europa contribuisca alla ripresa dei negoziati in Siria“.
Concorda con l’intervento militare americano anche Alfano, che parla di “azione militare Usa proporzionata nei tempi e nei modi, quale risposta a un inaccettabile senso di impunità nonché quale segnale di deterrenza verso i rischi di ulteriori impieghi di armi chimiche da parte di Assad, oltre a quelli già accertati dall’Onu“. Nella sua nota il ministro sottolinea come “gli attacchi aerei a Khan Sheikhoun del 4 aprile scorso” siano “stati spietati per il loro carico di vite umane, inclusi molti bambini, e per la loro efferatezza. Sono atti vili che l’Italia e l’Unione Europea hanno condannato fermamente e che si sommano alle ripetute violazioni del cessate il fuoco da parte di Assad e delle atroci violenze ai danni dei civili nei confronti dei quali le sue forze armate si sono più volte rese responsabili”. Allo stesso tempo, però, Alfano ritiene “necessario” che “la Russia usi la propria influenza in favore di un reale cessate il fuoco, del pieno accesso umanitario e di un processo di progressiva costruzione della fiducia tra le parti siriane”.
Contrari invece all’azione militare Usa M5s e Lega Nord. “Gli attacchi scanditi nella notte dall’aeronautica Usa contro il territorio siriano rischiano di costituire una chiara violazione del diritto internazionale. Non solo, dimostrano per l’ennesima volta il reale valore che le potenze del mondo attribuiscono alle Nazioni Unite. Un valore nullo”, dicono i gruppi del Movimento 5 Stelle di di Camera, Senato ed Europarlamento. “Si è preferito bombardare ancor prima di incaricare l’Onu di avviare una inchiesta indipendente per accertare i responsabili dell’uso di armi chimiche -aggiungono i portavoce – Le bombe, a quanto pare, vengono prima di tutto. La soluzione a una guerra non può essere un’altra guerra”. M5s, sottolineando che “dopo 20 anni di errori non sembra essere cambiato nulla”, dicono “no a un’altra Libia, a un’altra Iraq o a un’altra Afghanistan” e insistono affinché l’Italia “resti fuori da questo risiko e rispetti articolo 11 della Costituzione“.
Parla invece di “pessima idea e un regalo all’Isis” il segretario della Lega Matteo Salvini, contrario all’iniziativa militare di Trump. “Forse per i problemi interni, forse mal consigliato dai guerrafondai che stanno ancora cercando le armi chimiche di Saddam Hussein, Trump in Siria – sottolinea – fa la scelta più sbagliata e riapre una guerra contro il terrorismo islamico che era già stata vinta. Forse qualcuno a Washington vuole ripetere i disastri dell’Iraq, della Libia e delle primavere arabe con tutte le devastanti conseguenze per Italia e Europa?”.